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L’on. Eugenio Minasso rimane nel Pdl

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La conferma ufficiale si ha da Il Secolo XIX di ieri che riporta una breve dichiarazione dell’onorevole:
Così Minasso si ritrova a benedire la frattura tra Silvio Berlusconi e Gianfranco Fini: «Finalmente un po’ di chiarezza nel Pdl»“.
Credo che sia l’unico “finiano di ferro” dichiarato che invece di seguire il suo leader, se ne sta con Berlusconi.
Non avevo dubbi, ma allora come gli avevo già suggerito, farebbe meglio a togliere quella frase dal suo sito per sgomberare totalmente il campo dagli equivoci.
Per quanto riguarda i suoi incontri con persone malavitose, c’è poco da aggiungere: non è indagato e ha chiarito, sebbene non convincendo del tutto, come andarono le cose. Lo stesso ha fatto il consigliere regionale Alessio Saso che in una intervista su La Stampa e su repubblica.it di ieri ha ammesso di aver sottovalutato certi personaggi e una volta inquadrati, li ha immediatamente scaricati.
Per quel che possa valere la mia opinione, ammetto che mi convince un po’ di più Saso, ma in politica si sa come vanno le cose: oggi ne dicono una e domani ne viene fuori un’altra.

Scritto da Angelo Amoretti

2 agosto, 2010 alle 8:35

Dove si collochera’ l’on. Eugenio Minasso?

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Il presidente di turno della Camera dei Deputati, Maurizio Lupi, ha annunciato questo pomeriggio la nascita del nuovo gruppo parlamentare “Futuro e Libertà per l’Italia” in cui confluiranno i cosiddetti finiani di ferrro:
Italo Bocchino, Carmelo Briguglio, Fabio Granata, Enzo Raisi, Luca Barbareschi, Francesco Proietti Cosimi, Francesco Divella, Antonio Buonfiglio, Claudio Barbaro, Maria Grazia Siliquini, Flavia Perina, Angela Napoli, Luca Bellotti, Aldo Di Biagio, Antonino Lo Presti, Giuseppe Scalia, Giorgio Conte, Benedetto Della Vedova, Adolfo Urso, Mirko Tremaglia, Alessandro Ruben, Andrea Ronchi, Donato Lamorte, Giulia Bongiorno, Catia Polidori, Carmine Santo Patarino, Giulia Cosenza, Silvano Moffa, Roberto Menia, Gianfranco Paglia, Giuseppe Angeli, Giuseppe Consolo, Souad Sbai.
Manca il nome di Eugenio Minasso [PDL] e, da concittadino, sono curioso di sapere come intende comportarsi, visto che nella biografia sul suo sito si legge “Finiano di ferro”.

Eugenio Minasso

Cliccare anche sull’immagine, nel caso il sito non dovesse funzionare.

Scritto da Angelo Amoretti

30 luglio, 2010 alle 19:11

Pubblicato in Personaggi, Politica

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Il teorema dell’esercizio pubblico

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Berlusconi, oltre a preoccuparsi per noi che non possiamo telefonare liberamente, dovrebbe anche preoccuparsi di bar, ristoranti e negozi, dei clienti e dei gestori.
Ormai non me lo toglie nessuno dalla testa che è in atto quello che definirei un vero e proprio “teorema dell’esercizio pubblico” che tende a screditare gli ex AN nostri concittadini, ora Pdl.
Si era parlato degli aperitivi da Tiffany per la nota questione Minasso, e adesso salta fuori la visita di Alessio Saso nell’ortofrutta del malavitoso Domenico Gangemi, a Genova.
Ma se Saso è consigliere regionale a Genova, sarà padrone di andare a comprare un chilo di mele in quel negozio o no?
Qui ormai si sfiora l’assurdo. L’altro giorno il sindaco di Sanremo Maurizio Zoccarato aveva detto, durante la fiaccolata contro la mafia, che la manifestazione avrebbe dovuto essere fatta a Zena perché “noi andiamo nei supermercati, non andiamo nei fruttivendoli della ‘ndrangheta“. Sì, lo so, adesso è troppo facile dire che quando Zoccarato parla, in genere perde una buona occasione per starsene zitto, ma lui che ne sapeva che da quel fruttivendolo c’è andato pure il suo collega di partito? E poi diciamocelo: chissà quanti politici ci saranno andati! Magari vende ottime primizie e vai a sapere quanti clienti così entrano da lui ogni giorno.
Ma cribbio, uno va dal fruttivendolo; il tipo dietro al bancone con la lupara in spalla e la coppola in testa ti chiede in cosa puoi essere servito. Tu, che non ti meravigli affatto del suo abbigliamento perché pensi che sia folklore, gli rispondi che ti serve un chilo di mele e un migliaio di voti. Lui ti pesa le mele, te le incarta e forse ti fa delle proposte bizzarre. Ti scappa un “disponibile!” e che colpa ne hai?
E’ ora di finirla di sbattere il mostro in prima pagina: fatti, non parole! E se si vogliono screditare due ex AN, uno dei quali sta sulle palle a molti del Pdl, si usino altri argomenti: per esempio il sito di Minasso è compromettente, lo faccia aggiornare, e Saso cambi bar: non vada più al Vittoria, molto meglio Pepito.

Scritto da Angelo Amoretti

22 luglio, 2010 alle 12:51

La fiaccolata contro le mafie a Sanremo

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Alla fiaccolata contro le mafie di ieri sera a Sanremo, c’era anche Daniele Martinelli che ha raccolto qualche intervista e girato un video.
Dispiace che Riviera24 lo abbia definito un “blogger che sputa sentenze sul PDL” perché a mio parere di blogger come Martinelli ce ne vorrebbero molti di più.
Ma dispiace pure che Daniele abbia inserito quell’ultimo minuto nel video: se uno ti dà del cretino, pazienza. Se chiedi le generalità ti metti al livello di un Berlusconi che denuncia Piero Ricca perché gli urla: “Fatti processare, buffone!” e poi perde la causa.
A parte ciò trovo il video assai illuminante, soprattutto per quel che riguarda i giovani del Pdl che sono garantisti fino al martirio nei confronti di gente tipo Dell’Utri e Cosentino. Se questa è la futura classe dirigente, siamo in una botte di ferro.

Il video dura un quarto d’ora, ma merita di essere visto.

Scritto da Angelo Amoretti

16 luglio, 2010 alle 17:35

Cocktail estivo

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Mi tolgo due o tre sassolini dalle scarpe e anche le scarpe perché è tempo di espadrillas (pare siano tornate di moda).
Ingredienti per il cocktail.
1) Un Sindaco;
2) Un ex ministro del Pdl;
3) Un parlamentare del Pdl;
4) Certa stampa (vicina e lontana) che si occupa di fatti locali;
5) Un partito o due di opposizione, uno dei quali ha fatto della legalità la propria bandiera.

Abbiamo un sindaco che dice, sebbene a proposito di un fatto ben preciso, ma che ripete spesso, quando l’opposizione gli fa notare qualcosa che non quadra: “Purtroppo anche in questo caso assistiamo ad una furbesca interpretazione che riprende un tema cavalcato ad oltranza dall’opposizione consiliare che tende a gettare discredito su tutto e su tutti.”
Ormai è noto: chi critica rema contro. Contro la città e il suo sviluppo, la sua immagine, il turismo e via dicendo.
C’è da chiedersi, con quello che sta succedendo nella nostra città e nel nostro ponente, chi sia veramente il rematore all’incontrario.

Prendiamo il caso Scajola: se prima delle sue dimissioni qualcuno aveva qualche dubbio sull’esistenza e l’esatta ubicazione di Imperia, adesso è accontentato. A Imperia abbiamo un parlamentare, già ministro, che non sa chi gli ha comprato parte della casa con vista Colosseo a Roma. E se lo trova son dolori. E di Imperia hanno parlato e scritto un po’ tutti.

Abbiamo un altro parlamentare che è fortemente sospettato di aver avuto i voti dalla malavita organizzata e che ha già provato a giustificarsi senza convicere del tutto, visto che ha detto svariate cose puntualmente smentite dai fatti documentati da Il Secolo XIX.
Ciò che stupisce è che al momento, a quanto mi risulta, l’unico a chiederne le dimissioni (ma dagli incarichi di partito), sia Gianni Plinio, ex AN, ex Continua a leggere

Scritto da Angelo Amoretti

12 luglio, 2010 alle 12:01

Aperitivo da Tiffany

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Voi come leggete i quotidiani locali?
Io inizio dalle pagine “Imperia e Sanremo” sul Secolo XIX e “Imperia e Provincia” su La Stampa, poi vado indietro, alle pagine nazionali.
Così facendo stamattina, leggendo Il Secolo XIX, mi sono imbattuto in un articolo-elogio di Paolo Strescino e Eugenio Minasso, in cui si raccontano le tappe salienti del loro cammino in politica, dal titolo: “Minasso e Strescino scalata a due per portare AN ai posti di comando. Età differenti, ma entrambi negli ultimi anni hanno trionfato alle elezioni“.
Bello!
Poi sfoglio indietro e purtroppo arrivo a pagina 5 dell’edizione nazionale e sobbalzo sulla sedia: “Un dossier della polizia sconfessa Minasso“.
Parte dell’articolo è online, il resto ve lo offro io:

[...] Il primo, scrivono gli uomini della mobile, si tiene “presso la pasticceria Romano” a Ventimiglia Alta, alla presenza di alcuni dirigenti del partito. Tra questi “il consigliere regionale di An Minasso Eugenio e il consigliere comunale di Imperia, sempre di An, Strescino Paolo“, oggi sindaco della città. Intorno alle 18.30 c’è il secondo appuntamento ufficiale e avviene “presso il bar Tiffany“, sempre nella città di confine, dove Minasso, Strescino e l’ospite Scopelliti “incontravano un altro gruppo di persone, per lo più di origine calabrese, residenti da anni a Ventimiglia“.
Pochi minuti dopo le 19 Scopelliti lascia la città. Pur essendo terminata la “visita politica del personaggio“, gli uomini della mobile “proseguivano nell’attività di osservazione“. Sono venuti a conoscenza di un terzo incontro cui avrebbero partecipato i due esponenti di Alleanza Nazionale. Non è stato annunciato, non è nella scaletta ufficiale. Ma le voci che arrivano agli agenti descrivono con esattezza chi sono le persone che Minasso e Strescino devono incontrare. Meglio dare un’occhiata.
La scena si sposta al bar dell’albergo Piccolo Lido, a Vallecrosia. “Qui presenziavano all’appuntamento una trentina di persone” scrive ancora la polizia. Una non meglio precisata “associazione di calabresi“. Durante “la medesima iniziativa di osservazione” che avviene dalle 19.30, alle ore 20.30 circa “si notava tra il pubblico la presenza di Domenico Pellegrino e dei suoi quattro figli Maurizio, Michele, Roberto e Giovanni”. C’è anche “Fortunato Barilaro” e un gruppo di residenti a Riva Ligure “buona parte noti a questo ufficio” cioè già tenuti sotto osservazione.
E’ un incontro mirato e molto ristretto. La famiglia Pellegrino è presente in forze. Il riferimento a Fortunato Barilaro non è casuale. E’ il fratello di Francesco, finito nel mirino dei pm nel recente blitz a Bordighera. Francesco è a sua volta il suocero di Giovanni Pellegrino.
Ecco: queste sono le circostanze che smentiscono le affermazioni di Eugenio Minasso. Che almeno in quell’occasione incontrò i Pellegrino dopo la vittoria elettorale del 2005.
Ma perché la polizia “sorvegliava” con tanta attenzione questi incontri? In quella relazione di servizio viene richiamata una precedente nota informativa che “fa presente” che “stando a numerose fonti” i Pellegrino e altre famiglie calabresi che risiedono nell’estremo ponente ligure “sarebbero in grado di controllare non meno di cinquemila voti” e quindi di “determinare l’elezione o meno di alcuni candidati“.
A quest’affermazione si lega l’ultima iniziativa della procura di Sanremo. Ha rispolverato una serie di intercettazioni telefoniche effettuate negli anni tra il 2004 e il 208. Erano nel fascicolo di un’indagine per droga che non ha portato a grossi risultati. I personaggi intercettati, tra cui esponenti della famiglia Pellegrino. Parlavano però di candidati alle elezioni, di pacchetti voti da garantire o da spostare, di preferenze da indirizzare su questo o su quel candidato. Ne parlavano tra di loro o con politici della zona. Ora, alla luce degli ultimi sviluppi delle indagini, che hanno scoperchiato le relazioni pericolose tra la criminalità e la politica locale, i pm hanno inviato quei nastri alla procura nazionale antimafia. E l’ipotesi è chiarissima: voto di scambio.
Marco Menduni e Fabio Pin – Il Secolo XIX, 7 luglio 2010

Tutto ciò mi ha insegnato che d’ora in avanti sarà meglio leggere i quotidiani partendo dalla prima pagina. Riuscite a immaginare che sollievo, passando da pagina 5 e arrivare a pagina 39? Ti verrebbe più facile dire: “Però! Son forti ’sti due!”

Scritto da Angelo Amoretti

7 luglio, 2010 alle 11:35

L’on. Minasso [Pdl] non convince del tutto neppure i suoi

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L’onorevole Eugenio Minasso, in una riunione tenuta dal PDL ligure, ribadisce che dei Pellegrino sa “solo che erano imprenditori“, ma leggendo l’articolo a pagina 6 del Secolo XIX di oggi, si ha la netta sensazione che al momento Minasso sia un uomo solo, e neppure al comando.
C’è chi dice che “c’è una strategia che punta a fare terra bruciata nella terra di Scajola“, ma nonostante la solidarietà del Pdl, gli onorevoli Sandro Biasotti e Enrico Musso “rimproverano il collega parlamentare: certe dichiarazioni sono state incaute“.
Non ho motivi per credere che ci sia una spiegazione diversa, ma le dichiarazioni di Minasso sui giornali, quando nei giorni scorsi argomentava i suoi contatti con i Pellegrino, non mi sono piaciute” dichiara il parlamentare ligure Sandro Biasotti.
Nel Pdl nostrano abbiamo dunque un ex ministro che non ricorda e un parlamentare che ricorda in parte. A quest’ultimo consiglierei ciò che il direttore de La Riviera aveva a suo tempo consigliato all’ex ministro: “Qualcuno lo faccia smettere. Di parlare, di spiegare, di giustificarsi, di difendersi con ridicole argomentazioni“.
Il tempo è galantuomo, la magistratura probabilmente comunista, ma le storie avranno il loro corso e un bel giorno vedremo come andrà a finire.

Scritto da Angelo Amoretti

6 luglio, 2010 alle 15:45

L’on. Minasso [Pdl] ammette: “Il clan Pellegrino mi ha aiutato”

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L’onorevole Eugenio Minasso (ex AN e ora PDL, “finiano di ferro”, stando al suo sito che forse deve essere aggiornato) ha candidamente ammesso di essere stato aiutato dal clan dei Pellegrino nelle svariate elezioni, soprattutto in quelle regionali del 2005.
Un po’ come Lunardi che a proposito della faccenda Anemone aveva detto: “Ho avuto favori, che male c’è?” A quanto pare sta diventando una norma: del resto Lunardi quando era ministro aveva pure detto che con la mafia bisognava abituarsi a conviverci.
A parte ciò, sarebbe però interessante che l’onorevole ci facesse sapere perché lo hanno aiutato.
Nella vita, a parte qualche raro amico, nessuno ti aiuta senza ricevere qualcosa in cambio e se lo fa, prima o poi, nel caso di bisogno, te lo ricorderà. Quindi, ammesso che Minasso non abbia ricevuto un centesimo dai fratelli Pellegrino, la domanda che sorge spontanea è: per quale motivo lo hanno aiutato?
Nell’intervista al Secolo XIX l’onorevole Minasso dice che tra lui e “certi ambienti c’è una distanza siderale“, ma guarda caso, nella foto a fianco dell’articolo, si vede di spalle festeggiare la vittoria alle elezioni regionali del 2005 insieme a Michele Pellegrino. Dice che a quella festa, avvenuta dopo la sua elezione come consigliere regionale, ci saranno state cinquecento persone e che non era certo in grado di verificare chi fossero tutti gli invitati. Ma Pellegrino, dopo averlo aiutato, era pure lì a congratularsi.
Dobbiamo davvero credere che tutto sia finito lì?

Scritto da Angelo Amoretti

5 luglio, 2010 alle 0:21

Pubblicato in Politica

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Alleanza Nazionale si scioglie

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Con l’ultimo congresso straordinario di Roma Alleanza Nazionale si scioglie per confluire definitivamente nel Pdl.
Nell’occasione La Stampa di oggi riporta il parere di tre nazional alleati  nostrani che domani saranno già ex (il grassetto è mio):

Questo è un momento felice e di grande entusiasmo e sebbene la mia storia affondi le radici in una tradizione politica familiare che trae origine dal Msi, io sono sempre stato un convinto sostenitore e fautore del passaggio a un nuovo partito che diventerà un grande contenitore dell’elettorato di centro destra.
On. Eugenio Minasso

[...] La mia candidatura? E’ un segno di lungimiranza in vista proprio della nascita di questa grande nuova forza politica di centro che rispecchia i principi nazionali.
Paolo Strescino

Ecco, bisognerà capire se il Pdl sarà un partito di centro o di centro destra.

Il parere di un nazional alleato coerente e autorevole, uno di quelli che meritano rispetto, comunque la si pens:

E’ una scelta ineluttabile anche se io, personalmente, non so se riuscirò ad accettarla. Il Msi è stata una grande illusione con militanti eccezionali e uno stupendo elettorato. Ma, con tutta probabilità siamo stati strumentalizzati. Da chi? Semplice: da chi non aveva le nostre stesse visioni della vita, gli stessi principi, gli stessi valori. Persone che hanno pensato più alle poltrone che alle idee e che per i propri vantaggi hanno svenduto gli ideali. Sono dispiaciuto per i giovani che hanno sacrificato la loro vita e sulla cui morte gerarchi consapevoli hanno costruito le proprie fortune elettorali. In ogni caso comprendo – anche se ripeto non condivido – che il confluire nel popolo della libertà sia un passo storicamente ineludibile. In un’organizzazione politica bipartitica ritengo realisticamente che non via siano alternative, ciò non mi esime dall’esprimere rammarico: mi arrendo alla ragion di Stato. Per quanto mi riguarda non morirò né democristiano né socialista.
Bruno Santini

Update:«Il Pdl non sarà un partito di destra, ma la destra sarà un valore di quel partito»
Lo ha detto oggi Gianfranco Fini durante il suo discorso al congresso e adesso è tutto molto più chiaro.

Scritto da Angelo Amoretti

22 marzo, 2009 alle 8:57