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Il FAI di Imperia risponde a Nicola Podesta’

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Su La Stampa di oggi c’è la risposta al Prof. Nicola Podestà da parte di Roberta Centro Croce, Capo Delegazione del FAI di Imperia, che riporto di seguito:

Quando ho letto la lettera del signor Podestà pubblicata su «La Stampa» mercoledì, se da un lato mi sono dispiaciuta per le considerazioni critiche nei confronti della Delegazione FAI di Imperia, dall’altro ho apprezzato l’opportunità che mi veniva data di chiarire alle persone che non ci conoscono da vicino in primo luogo cos’è il FAI e, a seguire, il suo ruolo in relazione alle tematiche ambientali che coinvolgono il territorio.
In Italia – più che in tutto il mondo, vista la densità di bellezze di tutti i tipi che la rendono speciale e che ogni giorno rischiano la tragedia del degrado – c’è veramente tantissimo da fare. In più di trent’anni di esistenza e di attività (e più di 25 anni di presenza della nostra delegazione nella provincia di Imperia) il FAI ha svolto una politica di difesa ambientale con modalità basate non tanto sulla denuncia e sulla contrapposizione, quanto sulla fattiva azione sul territorio. È stato così che il FAI, con le proprie forze, con l’apporto delle donazioni, con il lavoro dei volontari e con l’aiuto sia economico che morale data dai più di 80.000 aderenti italiani, ha ad oggi acquisito, recuperato e restituito alla fruizione della comunità decine di siti e di edifici monumentali.
Questa fattiva opera sul territorio ha consentito al FAI di godere di quell’autorevolezza e quella credibilità che ora fa sì che ogni volta che si presentano tematiche ambientali, di qualsiasi entità e portata, le persone pensino che il FAI possa e debba essere parte attiva nella soluzione delle stesse.
Le Delegazioni, da circa un anno a questa parte, si sono dotate di un delegato per il paesaggio, con funzione di sentinella sul territorio, espressamente addetto ad affrontare le eventuali problematiche di ambito locale.
Così, a fronte di conclamate emergenze ambientali, o di progetti potenzialmente pericolosi per il contesto territoriale che ci vengano segnalati, siamo pronti a farci carico degli approfondimenti in loco e dello studio dei progetti nei limiti delle nostre competenze e della nostra figura di volontari: in definitiva a collaborare alla salvaguardia con l’atteggiamento lineare di chi ha sempre rifiutato ogni strumentalizzazione.
Si tratta proprio di ciò che è stato fatto dalla Presidenza Regionale del FAI e dalla Delegazione del Tigullio, che sono intervenuti sul progetto dell’ampliamento del porto di Santa Margherita Ligure (situazione ben diversa da quella di Imperia in cui, comunque, a prescindere da ogni valutazione di merito, ci si trova di fronte ad una infrastruttura ormai praticamente fatta e finita).
Ed è ciò che è pronta a fare la nostra Delegazione in ogni occasione in cui dovesse ravvisare l’esistenza di progetti lesivi del nostro territorio o del nostro patrimonio artistico e culturale.
Al di là delle sterili polemiche, noi delegati siamo volonterosi volontari e ringraziamo tutti i nostri concittadini che ci sottopongono le questioni ambientali che stanno loro più a cuore: rispondiamo dando il massimo delle nostre possibilità e sempre secondo coscienza, come possono testimoniare le migliaia di amici che in questi anni hanno partecipato ai vari censimenti dei «Luoghi del Cuore» ed ai quali abbiamo sempre cercato di dare tangibili risposte (ed in qualche occasione ci siamo riusciti: come, per esempio, per il Ponte e l’Oratorio di San Martino a Clavi).
Sarebbe bello che il signor Podestà, di cui è apprezzabile la sensibilità ambientale, ci fosse vicino, per conoscerci meglio, e, se crede, per dare, associandosi al FAI, il suo contributo al nostro lavoro, con un supporto non solo economico ma anche, e soprattutto, di idee e di confronto, per il bene del patrimonio comune che desideriamo tutelare anche con il suo aiuto.

Roberta Cento Croce, Capo Delegazione FAI di Imperia

C’è una cosa che non riesco a capire, là dove la Cento Croce scrive: “Si tratta proprio di ciò che è stato fatto dalla Presidenza Regionale del FAI e dalla Delegazione del Tigullio, che sono intervenuti sul progetto dell’ampliamento del porto di Santa Margherita Ligure (situazione ben diversa da quella di Imperia in cui, comunque, a prescindere da ogni valutazione di merito, ci si trova di fronte ad una infrastruttura ormai praticamente fatta e finita)“.
A Santa Margherita Ligure il FAI è intervenuto. Immagino che l’intervento a Santa ci sia stato prima che i lavori finissero. Lo stesso non poteva avvenire per il porto di Imperia?

Scritto da Angelo Amoretti

27 marzo, 2011 alle 16:52

FAI [da te]

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Lo scorso 23 marzo La Stampa ha pubblicato una lettera del Prof. Nicola Podestà che riporto di seguito:

Il 27 e il 28 marzo il Fondo per l’Ambiente Italiano (FAI) si mobilita per far apprezzare a tutti la tenace e preziosissima azione a difesa del comune patrimonio di storia e di bellezza paesaggistica e artistica perseguita sin dal 1975 Un esempio di questo impegno giunge in questi giorni dalla Riviera di levante dove il FAI è intervenuto criticamente nella discussione suscitata dal progetto di riqualificazione del porto di Santa Margherita Ligure.
Non c’è dubbio infatti che dall’operazione nascerebbe un porto più capiente, dalle perfette geometrie disegnate a tavolino, tirato a lucido, ma proprio per questo verrebbe meno la sua specificità, perderebbe in poesia, e quindi in qualità, trasformandosi, come disse Renzo Piano nel bocciare un’analoga operazione tentata qualche anno fa, “in una qualsiasi marina”. Leggere la netta e inequivocabile presa di posizione del FAI contro quella operazione che in nome di una malintesa modernità vorrebbe snaturare l’esistente ( si veda al sito www.fondoambiente.it/porto-di-santa-margherita-ligure-sos-paesaggio.asp) mi ha fatto molto piacere ma non mi ha sorpreso affatto dato che proprio per “promuovere in concreto la cultura di rispetto della natura, dell’arte, della storia e delle tradizioni d’Italia e tutelare un patrimonio che è parte fondamentale delle nostre radici e della nostra identità” è nato il FAI. Mi sorprende invece, ripensando alle vicende del nuovo porto turistico di Imperia, non trovare memoria di una simile presa di posizione al riguardo delle vicende sfociate nella cancellazione dello storico bellissimo bacino di Porto Maurizio, sostituito con un anonimo e assolutamente fuori scala ricovero di imbarcazioni.
E dire che il progetto di Santa Margherita, quanto a invasività e impatto sul paesaggio, impallidisce al cospetto degli stravolgimenti operati ad Imperia con l’entusiastica benedizione dei nostri amministratori (oltretutto giocando una bella beffa agli utenti storici sottoposti ora alle pesanti tariffe imposte dai nuovi padroni).
Forse la presa di posizione c’è stata ed io, distratto, non me ne sono accorto, o forse distratta era la delegazione imperiese del FAI rimasta del tutto inerte e indifferente allo snaturamento di un bacino portuale di nobile semplicità, “supremo” per dirlo con le parole di Mario Soldati riportate dal poeta Giuseppe Conte in una sua recente riflessione sul porto che in molti condividiamo in toto.
Non so spiegarmi altrimenti come un’associazione talmente sensibile e qualificata non si sia accorta della ferita che quella operazione, dettata da un intreccio di megalomania e di evidenti appetiti, avrebbe inferto alla nostra storia e al nostro paesaggio; talmente profonda che con il completamento dei lavori potrà solo rimarginarsi lasciando però un’indelebile cicatrice.
Ahimè, ormai i giochi sono fatti; non è più possibile tornare indietro, ma in provincia qualche pezzo di paesaggio da guastare ancora esiste e forse c’è parecchio da dire anche sulle opere che saranno completate a corollario del bacino di Porto Maurizio. Non mi sembra perciò fuori luogo suggerire alla delegazione del FAI di adoperare all’occorrenza il proprio prestigio per tenere fede alla lodevole missione di “educare e sensibilizzare la collettività, vigilare e intervenire sul territorio” .

Nicola Podestà

In vista della 19esima edizione della giornata del FAI di Primavera, mi domando come mai nessuno abbia ancora dato una risposta e mi chiedo altresì se tra i tanti bei giri turistici nella nostra città, anche in occasione dei 150 anni dell’Unità d’Italia, i responsabili del FAI abbiano mai fatto un giretto al nuovo porto turistico.
Sarebbe interessante sapere cosa ne pensano, visto che su quello di Santa Margherita Ligure un parere lo hanno espresso.

Scritto da Angelo Amoretti

26 marzo, 2011 alle 15:27

Pubblicato in Ambiente

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