Archivio per tag ‘giustizia imperia’

Duro intervento del PM Filippo Maffeo

4 commenti al post

Su La Stampa di oggi c’è un intervento del PM Filippo Maffeo che vi ripropongo, nel caso ve lo foste perso:

Contro di me soltanto calunnie

La diffamazione e la calunnia sono reati gravi e coloro che li hanno commessi contro di me saranno chiamati a risponderne, in tutte le sedi e per tutto il tempo necessario, quale che sia il ruolo da loro rivestito.
Si passerà, con calma e pazienza, nelle sedi competenti e a tempo debito, dal faceto al serio, dalle «voci» ai fatti; dalle «chiacchiere» delle allegre comari alle prove incontrovertibili.
Il tempo è galantuomo e le infamie, tutte, saranno punite. Le storie personali sono note a tutti. Le «bufale» ed il «lordume» emergeranno mostrando, per intero, lo squallore umano degli artefici. Per ora mi limito ad anticipare che ho querelato – e non solo – gli articolisti e il direttore responsabile de «La Riviera», che dovranno dar conto, anche ai loro lettori, della veridicità delle notizie riferite.
Vorrei fosse accertato quanto segue:
1) Quanti sono i messaggi?
2) A chi e da chi sono stati inviati?
3) Quando?
4) Chi li ha letti?
5) Qual è il loro testo? Hard? Inequivoco? In quale senso?
6) Quale indagine e per quali reati sarebbe stata aperta nei miei confronti a Torino?
7) Quale indagine disciplinare, e per quali fatti, nelle competenti sedi e dagli organi deputati, sarebbe stata avviata contro di me?
Non voglio demotivare nessuno: oltre le voci di corridoio, non si potrà fornire alcuna seria e convincente risposta, semplicemente perché i fatti riferiti nelle cronache non sussistono.
Nessuna indagine, per qualsivoglia reato, tantomeno per «stalking», è stata promossa a Torino. Non ci sono sms a contenuto «inequivoco» né «a luci rosse» o con diverso colore.
Ci sono solo due colleghi che si incontrano, necessariamente, con frequenza e si scambiano, di persona, per telefono e con sms, comunicazioni ed esperienze di lavoro, con educazione, cortesia e, talvolta, con la franchezza necessaria. Come in tutti gli ambienti di lavoro. Come tutti sanno, tranne i marziani e i matuziani. La querelle? Soltanto dopo la mia segnalazione dell’incompatibilità. Non prima. Significa qualcosa? Questi sono i fatti. Nulla di più. Semplicemente.
Verso la chiusura tre domande:
1) Perché interessa il gossip e non la tutela della legalità, violata da oltre tre anni e non ancora ripristinata?
2) Perché si privilegia il gossip e non la tutela dell’ambiente e del corretto impiego del denaro pubblico?
3) Perchè non si parla adeguatamente di una pratica, già calendarizzata, che riguarda altri e pende dinanzi al CSM, con riflessi disciplinari? E’ soltanto ignoranza?
Le scuole di disinformazione insegnano che per prevenire o coprire uno scandalo occorre crearne un altro, al quale si deve dare il massimo risalto.
Avviene così – come mi dicono tante persone influenti, sagge e disinteressate – che al vero fatto censurabile della legge squarciata e dell’incompatibilità elusa – unico fatto certamente assodato – si sovrappone, con frenesia massmediatica, lo «scandalo degli sms», – anzi lo stalking via sms -, di per sé risibile e per di più costruito sulle voci di corridoio.
Alla fine un’assicurazione ed un impegno morale e professionale, che devo a tutte le persone oneste: i processi che conduco, anche quelli ìn materia di rifiuti e di truffe in danno di enti pubblici, non hanno subito rallentamenti né saranno, in alcun modo, sviati o condotti nel porto delle nebbie. Non tradirò, mai, i cittadini contribuenti che mi pagano lo stipendio.
Non mi lascio sedurre, fuorviare od intimorire.
Da nessuno.
Filippo Maffeo – La Stampa, 16 dicembre 2009

Scritto da Angelo Amoretti

16 dicembre, 2009 alle 15:33

La Giustizia a Imperia [II]

senza commenti

Visto che lo scorso 22 ottobre 2008 i giornali locali cartacei ed elettronici avevano dato con enfasi la notizia di un consigliere comunale – Paolo Verda – rinviato a giudizio per abuso edilizio (ne avevo accennato qua), mi sembra giusto evidenziare la notizia di oggi apparsa a pagina 26 de Il Secolo XIX, piccolina, in basso a sinistra:

TRIBUNALE
Nessun abuso edilizio alla San Lorenzo: assolti Paolo Verda, Vezza e l’impresa
Erano accusati di abuso edilizio, un caso emerso nel 2004 a Pieve di Teco durante la realizzazione di un capannone. Ma di abuso non si trattava, per cui sono stati tutti assolti per non aver commesso il fatto, incluso anche il candidato sindaco del Pd, Paolo Verda, trascinato in giudizio nella sua veste di progettista. Si è concluso ieri il processo che vedeva davanti al giudice Massimo Vezza, di Alba, titolare della San Lorenzo e, in concorso con lui, all’architetto e consigliere comunale, Paolo Verda, oltre che il legale responsabile dell’impresa edile incaricata di eseguire gli interventi, Giovanni Carlo Borsa. Verda (avvocato Carlo Fossati), come Vezza e Borsa (avvocati Ponzio e Roberto) avevano sostenuto la loro estraneità ai fatti, ora riconosciuta dal tribunale.
Il Secolo XIX – 12 giugno 2009

Giusto per chiudere il cerchio.

Scritto da Angelo Amoretti

12 giugno, 2009 alle 12:20

La Giustizia a Imperia

6 commenti al post

In questi giorni mi ha colpito anche la cronaca giudiziaria di casa nostra, che per quanto riguarda i tempi dei processi, credo rispecchi più o meno l’andazzo nazionale.
Ormai quando i processi avvengono, a meno che non si tratti di delitti cruenti, non ci si ricorda più del fatto in sé.
Ovviamente premetto che non c’entra nulla il “funzionamento” del Tribunale di Imperia: per carità, se le cose vanno così sarà per cause che vengono da più lontano, ma prendiamo per esempio l’evasione di ferragosto dal carcere di Imperia di due anni fa. Chi se la ricorda più?
Eppure oggi sono stati sentiti gli accusati di aver agevolato la fuga avvenuta durante il ferragosto del 2006.
E se ne riparlerà il prossimo 5 marzo 2009.
I vigili che avevano malmenato un automobilista sono stati assolti: il fatto successe nel giugno 2002, la sentenza è di oggi. Sei anni per una sentenza riguardante una colluttazione tra due vigili e un automobilista.
Mi metto anche nei panni di chi la sta aspettando, questa benedetta sentenza: sei anni a chiedermi cosa deciderà il Tribunale per una cavolata del genere.
L’ultimo esempio, quello riguardante il processo per l’area di Pieve di Teco dove, secondo l’accusa, il patron dell’Olio San Lorenzo Massimo Vezza, l’architetto Paolo Verda e il costruttore Giovanni Carlo Borsa sono accusati di aver costruito un muro quattro anni fa.
Se ne riparlerà il prossimo 29 gennaio 2009. Per un muro: manco fosse quello di Berlino.
Non si potrebbero velocizzare un po’ questi benedetti processi? Sarebbe carino per tutti: se uno non viene ritenuto colpevole può andarsene in giro a testa alta in fretta (mi direte: “Ci va lo stesso” e va bene, questo è un altro discorso), se viceversa viene condannato, paga o sconta la sua condanna e tutto finisce lì.

Scritto da Angelo Amoretti

23 ottobre, 2008 alle 21:22