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Vietato marinare

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Alzi la mano chi non ha mai “bottato”!
I bar più frequentati negli anni settanta? Chiedere ai gestori del Baretto di Oneglia: loro ci sono ancora.
Pepèn dalla Pensilina purtroppo è morto. Il Corsaro alla Marina ha cambiato gestori, così come il Vittoria. E mi fermo qua.
Capisco la preoccupazione della madre del ragazzo che ha scritto al Secolo XIX e ovviamente il mio non è un invito a sottovalutare il fenomeno, ma
non esagererei, anche se sono sicuro che il buon Diego David abbia pubblicato l’articolo a fin di bene.
Forse non ha mai marinato la scuola. Anche perché a un certo punto scrive: “Ti aspetti di vedere scene da fondo pullman in gita scolastica, con corpi avvinghiati in baci interminabili, invece, nulla di tutto ciò”.
Per quello c’erano le spiagge o i moli, se non addirittura la macchina (per i fortunati che all’ultimo anno l’avevano) o la casa libera di un amico, ma erano casi rarissimi. Adesso tra l’altro il molo lungo di Porto è chiuso e addio ai baci allo iodio con sottofondo di onde che s’infrangono sugli scogli.
Si bottava perché si era all’inizio della scuola, perché non c’era ancora l’orario definitivo, perché si voleva evitare di essere interrogati. Cribbio, ai primi giorni di ottobre c’erano più ragazzi alla spiaggia d’oro che in classe! Era un male, ma siamo sopravvissuti tutti.
“Sono giovani e dovrebbero essere a scuola o a lavorare”. D’accordissimo. Ma visto che devono ancora prendere un diploma e che lavoro ce n’è poco, è davvero così grave passare una mattinata in un bar?
Certo, non è bello: i genitori ti immaginano a scuola e tu non ci sei, pagano per la tua istruzione e tu non sei in classei. In fondo ci vorrebbe poco a risolvere il problema.
Lasciamo stare bracciali e schede maghetiche che ti individuano ovunque tu sia, per carità! Ma visto che si conoscono i “covi” di chi “botta”, perché non cercare di far collaborare un po’ di più i gestori con i Presidi? Non si può chiedere loro di fare i delatori (sarebbe come chiedere ai gestori delle discoteche di non vendere alcolici), ma un sistema si potrebbe trovare. Imperia è piccola, i locali frequentati, come una volta, sono pochi e conosciuti: perché i Presidi (o chi per loro) non vanno a fare una passeggiata come quella che ha fatto Diego David per poi prendere seri provvedimenti in modo da scoraggiare il fenomeno?

Scritto da Angelo Amoretti

12 ottobre, 2007 alle 16:31

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Degrado II la vendetta

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Sarà una coincidenza o forse no, fatto sta che l’Assessore all’Arredo Urbano, Angela Ardizzone, ha fatto un giro per la città con Daria Chieppa di Sanremonews (e infatti il servizio online c’era già ieri), Giorgio Bracco de Il Secolo XIX, Diego Marrese de La Stampa e un fotografo, per mostrare il degrado in cui versano alcuni giardini e piazzette (Via Toscanini e Largo Ghiglia, tra gli altri) presi di mira dai vandali. E capisco perfettamente che sia compito arduo tenere in ordine i luoghi pubblici quando in circolazione ci sono ragazzi il cui hobby preferito è quello di imbrattare muri e spaccare panchine. In questo caso l’Assessore ha tutta la mia solidarietà, per quanto possa valere.
E mi è piaciuto che abbia tenuto a sottolineare la differenza tra gli imbrattatori e i writers (”Non confondiamo, perché sono cose diverse“). Fin qui nulla da eccepire.
Purtroppo però, a quanto pare, le telecamere al Prino, per quello che riguarda l’individuazione dei vandali, servono a poco perché “usano caschi, sciarpe e giubbotti per non farsi riconoscere prima di passare all’azione“.
Allora viene spontaneo chiedersi a cosa servano le telecamere.
L’Assessore ha bisogno di una mano, ma non solo di quella dei genitori, direi di quella delle forze dell’ordine. Possibile che non si riescano a prendere i vandali con le mani nel sacco e obbligarli, al limite, come propone la Ardizzone, a ritinteggiare i muri imbrattati?
Come mai per scortare un centinaio di tifosi della Sanremese in occasione del derby con l’Imperia, c’è stato un così ampio spiegamento di forze dell’ordine in assetto antiguerriglia, manco fosse stato il derby di Roma o di Milano e non si trova il sistema di far girare un po’ di carabinieri in città, tanto per dissuadere i malintenzionati?
So bene che questo non è compito della povera Ardizzone, ma forse un appello si potrebbe fare anche al Questore perché tutto sommato si tratta di ordine pubblico.
Detto questo, mi meraviglio che i giornalisti (e soprattutto Marrese, visto che l’inchiesta-denuncia era apparsa proprio su La Stampa del 5 ottobre scorso), dopo lo sfogo sul vandalismo, non abbiano chiesto spiegazioni sul degrado e la noncuranza.
L’articolo, per chi se lo fosse perso, parlava di “guano ormai stratificato sotto i portici e in vari altri punti di sosta di pennuti“, dei “cassonetti dell’immondizia in via Belgrano, ad esempio, proprio all’angolo con la trafficatissima piazza Dante, sono a malapena riparati alla vista da un separè in legno e da un vaso dove giace una misera, rinsecchita piantina di oleandro“, le pile rovesciate a terra e lì rimaste per giorni, “gli adesivi che delimitavano la posizione delle bancarelle del Mercatino di Natale, e su qualcuno di essi si intravede nome o numero del destinario” che sono ancora sotto i portici di Via Bonfante ecc.ecc.
Qui non c’entrano i vandali, direi, ma ieri non se n’è parlato.
Infine un ultima nota allarmante: a un certo punto dell’intervista riportata da La Stampa, la Ardizzone dice: “..ma se poi al parco giochi i ragazzi buttano carte e cicche a terra, senza essere ripresi dai genitori è uno sforzo inutile.
Cribbio, a che età cominciano a fumare i ragazzi (o i bambini) di Imperia?!

Scritto da Angelo Amoretti

11 ottobre, 2007 alle 10:16

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Basta(va) un click

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Quel volpone di Giò Barbera, navigato navigatore di internet e giornalista che fa buona e giusta informazione, è andato a scovare sul sito del Comune di Imperia un documento che, a quanto pare, avrebbe dovuto rimanere invisibile agli utenti.
E l’ha reso pubblico.
Bastava cliccare sulla voce “Bilancio 2006″ e si accedeva a un foglio elettronico che mostrava quanto costano le poltrone che contano nelle diverse società partecipate del Comune di Imperia.
Uso il passato perché da stamattina, cliccando su quella voce, si apre una pagina così:

Siccome ho trovato la cosa curiosa e assai interessante, pubblico una parte delle tabelle che sono apparse oggi sul Secolone:

AMAT

FRANCO AMORETTI Presidente 22.310
EMILIO BROCCOLETTI Consigliere 16.733
FABRIZIO GRAMONDO Consigliere 9.180
LUCA VOLPE Consigliere 9.180
ANTONIO DI MARCO Consigliere 9.180
ANGELO LIMARELLI Consigliere 9180

PORTO DI IMPERIA SPA

TEODORO AMABILE Consigliere 1.800
MARINO ARIMONDI Consigliere 1.000
MARCO TEDESCHI Consigliere 800
LUCIANO GARIBALDI Consigliere 800

CONSORZIO IMPERIESE DELEGHE AGRICOLTURA

UMBERTO CUOGHI Presidente 7.776
ENZO RANISE Consigliere 3.240
IGINO GELONE Consigliere 3.240

ECOIMPERIA SPA

MASSIMO FARALDI Presidente 25.560
SERGIO CASTELLINI Consigliere 1.040
FRANCESCO GIRIBALDI Consigliere 910
STEFANO PUGI Consigliere 5.558

Scritto da Angelo Amoretti

10 ottobre, 2007 alle 17:09

Stagione teatrale al Cavour

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Ecco il calendario:

Mercoledì 31 ottobre: “Sunshine” di William Mastrosimone, regia di Giorgio Albertazzi, con Benedicta Boccoli e Sebastiano Somma.

Sabato 17 novembre: “Black Comedy” di Peter Shaffer, con Debora Caprioglio.

Martedì 18 dicembre: “Antigone” di Sofocle, diretto e interpretato da Giulio Bosetti.

Venerdì 4 gennaio 2008: “Casa di bambola – L’ altra Nora” di Henrik Ibsen, regia di Leo Muscato, con Lunetta Savino.

Domenica 13 gennaio: “Un certo signor G”, con Neri Marcorè.

Martedì 22 gennaio: “Il paese dei campanelli”, presentato dalla Compagnia Italiana di Operetta con l’orchestra diretta da Orlando Pulin e le coreografie di Serge Manguette.

Domenica 3 febbraio: “Io, l’erede” di Eduardo De Filippo, regia di Andrée Ruth Shammah con Geppy Gleijeses, Leopoldo Mastelloni e Marianella Bargilli.

Venerdì 15 febbraio: “Circo Immaginario” dal romanzo di Sara Cerri, con Rossana Casale.

Sabato 23 febbraio: “La mia scena è un bosco” del Teatro della Tosse, testo di Emanuele Luzzati, regia di Tonino Conte, con l’ ottetto di fiati della Giovine Orchestra Genovese e la direzione musicale di Pietro Borgonovo.

Giovedì 6 marzo: “Statuaria” di RBR Dance Company, con la compagnia di danza acrobatica di Cristiano Fagioli e Cristina Ledri

Martedì 18 marzo: “La Guerra dei Roses” di Warren Adler, regia di Ugo Chiti, con Giancarlo Zanetti e Laura Lattuada.

Domenica 30 marzo: “Vero West” di Sam Shepard, regia di Sergio Maifredi con Corrado d’Elia e Jurij Ferrini.*

*fuori abbonamento.

Biglietti: da 20 a 11 euro, studenti 8 euro.
Abbonamenti: da 128 a 70 euro per 8 spettacoli, studenti 51 euro; da 176 euro a 97 euro, studenti 70 euro, per 11 spettacoli.
La biglietteria del Teatro Cavour è aperta da lunedì a sabato dalle 9.30 alle 12.30 e dalle 16.30 alle 19.00. Sino al 16 ottobre gli abbonanti della precedente stagione potranno esercitare il diritto di prelazione.
Per ulteriori informazioni rivolgersi a: Teatro Cavour – Imperia, via F. Cascione 83, 18100 Imperia, tel. 0183.61978.

Scritto da Angelo Amoretti

9 ottobre, 2007 alle 22:39

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Ospedale unico [IV]

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Il 3 ottobre scorso si è svolto il convegno sulla Casa della Salute, organizzato dalla CGIL-SPI presso la Camera di Commercio di Imperia.
L’incontro ha avuto così tanto successo di pubblico che Claudio Porchia, dal sito della CGIL, si è sentito in dovere di chiedere delle scuse.
Fin qui tutto bene.
Oggi Pasquale Indulgenza su Sanremonews afferma: «In questo convegno – prosegue il documento di Rifondazione – era previsto un dibattito, ma si è dovuti passare alle conclusioni e al ‘Buffet’ per ragioni di tempo! Le conclusioni di Antonello Sotgiu, della Segreteria Regionale CGIL, tese ad un’incondizionata difesa delle Case della Salute in sostituzione degli attuali presidi ospedalieri, hanno di fatto ’scavalcato’ un dibattito ancora tutto aperto nella CGIL provinciale circa tale progetto di riorganizzazione sanitaria, come per altro era emerso durante il direttivo provinciale del giugno 2007.»
Dunque le idee mi si confondono, anche perché continuando a leggere arrivo a questo: «I cittadini devono sapere che la tanto sponsorizzata Casa Della Salute altro non è che un grande poliambulatorio provvisto di un minimale posto di ‘Primo intervento’ composto da un medico ‘in solitudine’ affiancato da un equipaggio del 118 che ovviamente non sarà quasi mai presente in quanto impegnato in chiamate sul territorio. Ebbene questa struttura, privata di posti letto e di un Pronto Soccorso che, per essere degno di questo nome, dovrebbe almeno comprendere un medico internista, un chirurgo, alcuni letti di Osservazione, una sala di terapia intensiva, una diagnostica radiologica e laboratoristica di base sulle 24 ore ed infine un servizio di pronta disponibilità per alcune specialisti (quali ad esempio l’ortopedico, il pediatra e il ginecologo), si sostituirà all’attuale Ospedale di Imperia che ospita oltre ad un Pronto Soccorso, circa 220 posti letto piu’ i letti di DH e D.Surgery.»
Indulgenza si chiede che fine farà l’ospedale di Imperia e c’è da scommetterci che insieme a lui se lo staranno chiedendo tutti gli imperiesi. Se poi ci aggiungiamo i bordigotti e i sanremesi, sul ponente comincerà ad aleggiare un punto di domanda enorme.
Pare che una parte del nostro ospedale «sia destinato (per ragioni di cassa) alla solita edilizia abitativa!» aggiunge Indulgenza.
E te pareva, aggiungo io.
“Noi tireremo dritto”, pare vogliano dirci i sostenitori dell’Ospedale Unico e personalmente non apprezzo questo atteggiamento. Si badi: ho parlato dei sostenitori dell’Ospedale Unico e non della Casa della Salute a prescindere, come tiene a sottolineare Claudio Porchia.
Bene: allora provocatoriamente verrebbe da chiedere perché non si fa la Casa della Salute, lasciando a Imperia l’ospedale?
Credo che urga nuova discussione, con più cartelline e interventi, da una parte e dall’altra.
E, in ultima analisi, un bel referendum popolare, perché una volta tanto, almeno quando si tratta di salute, non sarebbe opportuno che a decidere fossero i cittadini, mettendo da parte l’appartenenza politica?

Scritto da Angelo Amoretti

8 ottobre, 2007 alle 17:23

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Degrado

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Mi auguro che qualche Amministratore, o qualcuno a lui vicino, abbia letto il mini reportage di Stefano Delfino su La Stampa di ieri dal titolo “Degrado”, con foto di Roberto Ruscello.
Leggendolo ho provato un senso di vergogna. Mi sono messo nei panni di chi, nel resto del ponente,  ha letto dello stato di semi abbandono del centro di Oneglia: non deve essersi fatto una bella idea della nostra città.
E meno male che La Stampa non ha più la pagina locale su internet, vien da pensare, sennò faremmo una figuraccia infinite volte più grande.
Quel foglio oggi sarà già carta straccia e solo passando per i dintorni di piazza Dante si potrà verificare quello che ha scritto Delfino. Qualcuno conserverà l’articolo (è cosa buona e giusta ritagliare e conservare), ma molti cittadini non ne sapranno nulla.
Allora penso a quelli che abitano e lavorano in via Bonfante e nei dintorni di quello che dovrebbe essere il fiore all’occhiello degli imperiesi tutti. Che effetto fa? Come mai un’Amministrazione in grado di intraprendere grandi opere, non è capace a tenere in modo decoroso la città, per non parlare delle frazioni? Che idea potrà farsi un turista, sceso da uno yacht o da una macchina, passando da quelle parti?
Per cortesia, non raccontiamoci che “magari a casa sua sarà ancora peggio” perché non arriveremo a niente.
Dispiace doverlo dire, ma non rivolgere la dovuta attenzione ai luoghi significa anche mancare di rispetto verso chi in quegli spazi vive, lavora e passa.
Non mi si venga a dire che la colpa è dei soliti vandali e che bisogna collaborare perché non regge. Ci vuole un po’ più di responsabilità anche da parte di chi amministra e credo che non basti installare telecamere puntate verso manifesti selvaggi, oleandri e olivi  rinsecchiti e pensiline danneggiate, per capirci.

Scritto da Angelo Amoretti

6 ottobre, 2007 alle 8:41

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Villa Carpeneto all’asta

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Isa, in un commento al post precedente, mi segnala l’imminente vendita all’asta di Villa Carpeneto, proprio mentre stavo per scrivere qualcosa in proposito.
Dunque, il 31 ottobre, mediante asta pubblica con base 2 milioni di euro (ribassati rispetto agli iniziali 2,7 milioni) sarà venduta la prestigiosa villa di corso Garibaldi, di 465 metri quadri e con un parco di 2.994.
Franca Rambaldi e Giacomo Raineri, entrambi piccoli democristiani cresciuti in quel parco e poi diventati Udc, hanno avuto il tempo di assorbire la botta.
A lei piangeva il cuore e lui aveva chiesto di non vendere “i gioielli di famiglia”.
Così gli alberi non saranno abbattuti e un piano dell’edificio rimarrà pubblico: nel senso che chiunque potrà entrarci per recarsi nello studio di un commercialista, di un notaio, di un avvocato o in una banca, come assicura l’Assessore alle Finanze Rodolfo Leone. E tanto per non far morire di crepacuore la tenera Rambaldi, con parte del ricavato sarà ristrutturato l’oratorio di San Pietro al Parasio. Evviva!
Pare che il nome dell’eventuale acquirente sia già in circolazione, ma nessuno di noi comuni mortali ancora lo conosce. Strano: Radio Bonfante per il momento tace.
Un pensierino all’acquisto l’aveva fatto anche il suddetto Assessore che non può partecipare alla gara. Avrebbe potuto dimettersi, ma le strade del Signore sono infinite.
L’opposizione, nel frattempo, si occupa di banchi di scuola. Il che è sintomatico: forse sta pensando di andare a lezioni di politica.

Scritto da Angelo Amoretti

3 ottobre, 2007 alle 11:39

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Appuntamenti cinematografici

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Giovedi’ 27, alle 21, al Cinema Centrale (via Cascione) sarà presentato in anteprima nazionale il film di Emilio Audissino “La dolce Eleonora e l’amaro calice” con Giorgia Brusco, Eugenio Ripepi, Antonio Carli, Gianni Oliveri e Victor Mella.
Una surreale commedia noir all’insegna del paradosso e piena di colpi di scena, in cui il più romantico dei sogni d’amore si trasforma all’improvviso nel peggiore degli incubi!

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Venerdì 28, alle 21, al Circolo Arci Guernica (Fondura) sarà presentato il film di Charles Chaplin “Luci della Citta” con Charles Chaplin, Virginia Cherril, Harry Myers, Florence Lee, Al Ernest Garcia e Hank Mann.
Il film-capolavoro, uscito nel 1931 e basato sulla solitudine e l’illusione, è un omaggio alla vita e alla sua bellezza.

Scritto da Angelo Amoretti

26 settembre, 2007 alle 11:57

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Lascia o raddoppia?

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Il nostro Sindaco Luigi Sappa, insieme al Presidente della Provincia Gianni Giuliano, insieme agli altri di Forza Italia, hanno deciso di marciare su Genova affinché si sblocchi la brutta storia dello stop al raddoppio della ferrovia.
Sarebbe opportuno che per una volta anche l’opposizione TUTTA si unisse a loro perché qua non ci sono in ballo solo interessi personali o elettorali, ma il futuro di una parte importante del ponente ligure.
Smettiamola, quando i casi sono eccezionali, di andare a cercare il pelo nell’uovo, a dire le solite banalità del tipo “dopo che l’onorevole Scajola non è più Ministro, Imperia ha perso un punto di riferimento importante a Roma” perché il disco ormai è consumato e poi, anche se così fosse, significherebbe che dovremmo rimanere con le mani in mano a contemplare colline bucate e ponti fatti a metà?
Facciamo sentire TUTTI la nostra protesta.
Il raddoppio non è necessario solo per chi ha votato il centro destra, è utile a tutti quanti.

Scritto da Angelo Amoretti

25 settembre, 2007 alle 12:41

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Aprite quella Porta!

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La Porta del Mare che dovrà sorgere nella zona ex Ferriere è già stata presentata tre o quattro volte.
Adesso è possibile vedere il progetto in Piazza De Amicis in uno stand aperto al pubblico.
E ci sarebbe anche da registrarlo perché a ogni presentazione cambia un pochino.
Per esempio: nella presentazione del 6 settembre del 2005 era contemplato un museo per cetacei, un polo di esposizione delle aziende che vivono a Imperia, un centro direzionale, una multisala e con prospettive di lavoro per circa 200 persone.
In quella del 3 febbraio 2007 il progetto prevedeva una maxi galleria pedonale dedicata alla Dieta Mediterranea (una hall di esposizione di prodotti legati all’alimentazione che servirà anche ad ospitare manifestazioni), un albergo, due residence, un grande ristorante, una terrazza panoramica e un super parcheggio di 800 posti.
La multisala nel frattempo si è ridotta a due sale cinematografiche di 140 e 200 posti, il parco è diventato di 590 metri quadrati, del Museo dei Cetacei non c’è più traccia e per i nuovi posti di lavoro siamo a “nuove prospettive occupazionali“.
Capisco che sia un’opera avveniristica e che si senta la necessità di fare in modo che i cittadini prendano confidenza con tale progetto, ma mi sa che se andiamo avanti così tutto quello che sarà “pubblico” finirà per rimpicciolirsi (penso al romanzo di fantascienza “Tre millimetri al giorno“, visto che siamo in tema futuristico) perciò direi: basta con le presentazioni e andiamo avanti.

Le fonti:
Il Secolo XIX del 7 settembre 2005
Il Secolo XIX del 3 febbraio 2007
Il Secolo XIX del 20 settembre 2007

Ne avevo già scritto qui, qui, qui.

Scritto da Angelo Amoretti

21 settembre, 2007 alle 17:33

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