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L’autoporto sara’ in Valle Impero

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Lo ha dichiarato a La Stampa di ieri l’Assessore all’Urbanistica Luca Lanteri che, tra l’altro, ha affermato:

L’amministrazione non ha mai pensato di creare un autoporto a Piani. Le istanze dei residenti di quella zona, che è molto popolosa, sono sempre state volte a veder garantito il mantenimento di spazi residenziali, di verde pubblico e agricoli: intendiamo rispettare i desideri di chi vive nella zona. Chi lavora deve avere degli spazi adeguati. Quelli da destinare alle attività artigianali rappresentano un problema più ampio da analizzare all’interno della futura variante per le attività produttive.

E bravo Assessore Lanteri!
Spero che con queste dichiarazioni si metta una volta per tutte la parola fine alla storia dell’autoporto che Antonio Marzo, Presidente regionale di Confartigianato Trasporti, vorrebbe a Piani, dalle parti di Coppi Rossi.
C’era già stata un’accesa discussione in proposito proprio a Piani, la scorsa primavera, prima delle elezioni, e Strescino – che era presente con gli allora altri candidati Verda, Gramondo e Tirreno Bianchi – sembrava propendere per una soluzione diversa da quella che proponeva Marzo.
Adesso le cose sono più chiare. Le firme raccolte dal comitato del “NO”, rappresentato da Fulvio Moscatelli, a qualcosa sono dunque servite e la Giunta deve aver ben valutato i problemi che avrebbero causato tutti quei TIR su e giù per via Littardi e via Allende che, tra l’altro, sono ancora in attesa di marciapiedi e illuminazioni.

Scritto da Angelo Amoretti

26 ottobre, 2009 alle 16:57

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Autoporto a Piani

8 commenti al post

C’era da aspettarselo, ed è giusto così: Fulvio Moscatelli, portavoce del Comitato Cittadini Piani, è a dir poco indignato, come lo sono io e probabilmente tutti gli abitanti della bassa Valprino, per la notizia uscita ieri su Il Secolo XIX, secondo cui su un’area di 45 mila metri quadri, poco a monte del paese, verrebbe a sorgere un autoporto.
Si tratta di un’operazione sostenuta con determinazione dall’amministratore delegato della Porto d’Imperia Carlo Conti: su quel terreno nascerebbe una vera e propria cittadella dei camionisti con tanto di centro di servizi per rimessaggio per imbarcazioni e capannoni industriali dove verranno trasferiti anche i corrieri che ora sono al Barcheto.
Per addolcire la pillola, evviva la fantasia, il manager afferma che la cittadella offrirà un’opportunità di lavoro per molti giovani.
A parte che vorrei sapere “quanti” posti di lavoro? Se in quella zona si traferisce tutto ciò che è altrove, è naturale che vi si trasferiranno anche i lavoratori e ho molti dubbi su quanto di nuovo verrà offerto. D’altra parte abbiamo l’esempio lampante del nuovo Porto che in principio non so quanti posti di lavoro avrebbe dovuto offrire.
Ma i punti controversi nella geniale trovata sono molti. Leggo che l’autoporto dovrebbe occupare una parte sull’argine destro del Prino e l’altra sull’argine sinistro: ci vorrà un ponte, e bello largo, tanto per cominciare, perché i camion non possono certo attraversare l’abitato di Piani “vecchia”.
E questo sarebbe l’ultimo dei problemi.
Leggo anche che “l’apertura dell’autoporto eviterà inoltre situazioni di pericolo e alleggerirà il traffico nel centro cittadino.
Non sono per niente d’accordo perché se è vero e sacrosanto che il traffico non sarà più nel centro, in via Littardi e Via Allende si scatenerà l’inferno.
Basta leggere le dichiarazioni di oggi rilasciate al Secolo da Fulvio Moscatelli: ormai tutti dovrebbero conoscere il degrado in cui si trovano le suddette vie e la loro pericolosità non solo per i pedoni, ma per chi in ogni modo le percorre.
Come se non bastasse, tempo fa il Comitato aveva raccolto circa 800 firme con buona pace di Antonio Marzo che afferma: “Crediamo infatti che la zona dei Piani, al di là del pensiero di qualche residente, sia l’area più idonea dove ospitare i camionisti.”
Infine mi chiedo se Conti c’è mai stato da quelle parti: gli consiglio di farsi una passeggiata partendo dall’inizio di via Littardi per arrivare ai Coppi Rossi e se arriva a destinazione indenne gli offro un caffè all’Amaka.

Scritto da Angelo Amoretti

27 febbraio, 2008 alle 10:01

Pubblicato in Ambiente

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