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Bullismo rosa

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Leggo su la Stampa di oggi, 6 febbraio 2009:

Aggredita, minacciata, percossa e rapinata in pieno centro. Ma la circostanza che rende l’episodio, se possibile, ancora più grave è che, innanzitutto, le responsabili sono tutte ragazzine praticamente coetanee della vittima, studentessa di appena 15 anni; e poi che assurdamente nessuno si è accorto di nulla nonostante le disperate grida della giovane.
Il fatto, tuttora al vaglio della polizia alla quale si è subito rivolto il padre della ragazza, sarebbe accaduto l’altro pomeriggio intorno alle 16, in piazzetta dell’Olmo, alla quale si accede da una traversa di via dell’Ospedale a Oneglia.
Secondo quanto raccontato in lacrime dalla ragazza al papà, versione poi ripetuta agli agenti della Squadra Mobile, tutto sarebbe avvenuto nel giro di pochi minuti. La giovane era uscita con alcune amiche. Così come fanno praticamente tutte le ragazze imperiesi a quell’età, era andata sotto i portici facendo poi un giro per le vie di Oneglia. Una giornata come tante altre. Poi, poco prima delle 16, la ragazza aveva deciso di tornare a casa. Le amiche l’avevano accompagnata fino all’inizio di via dell’Ospedale e qui l’avevano lasciata. La giovane ha quindi proseguito da sola. Secondo ciò che ha raccontato, l’incubo sarebbe cominciato poco dopo.
Percorse poche decine di metri, è arrivata proprio in coincidenza con la breve traversa che porta in piazzetta dell’Olmo, un cortile interno delimitato dagli antichi palazzi, durante l’estate utilizzato per concerti di musica da camera. Una zona scarsamente frequentata durante gli altri periodi dell’anno. E’ proprio qui che si è sentita energicamente prendere sotto le braccia da qualcuno che evidentemente la seguiva. E’ stata spinta nella piazzetta e trascinata contro un muro dietro l’angolo. Ha visto quattro giovani con la testa coperto dal cappuccio dei giubbotti, con occhiali neri e sciarpe sulle facce. Tre la tenevano da dietro. La quarta, quella che si atteggiava a «capo», ha cominciato a insultarla e frugare nei vestiti alla ricerca del portafogli. La vittima, terrorizzata e ammutolita, ha provato a liberarsi.
La giovane di fronte a lei, italiana con accento imperiese, le ha così sferrato uno schiaffo e un calcio al ventre. Quando nelle tasche ha trovato il portafogli con 20 euro, non soddisfatta ha voluto anche il cellulare. Ma siccome la vittima faceva ancora resistenza, il «capo» del branco l’ha minacciata gravemente: ha chiesto a una delle altre ragazze di porgerle un affilato taglierino. Nel tentativo di prendere il cellulare, il telefono è però caduto e si è rotto. Soltanto a questo punto la vittima sarebbe riuscita a divincolarsi e fuggire, inseguita dagli insulti delle ragazze: «Coniglia» e altro ancora. Nessuno, incredibilmente, ha sentito nulla.
La vittima è corsa a casa, trafelata. Ad accoglierla il padre, medico, che dopo il drammatico racconto per prima cosa l’ha visitata per vedere se ci fossero lesioni: appena due giorni prima i chirurghi dell’ospedale le avevano tolto i punti dalla ferita per un’operazione di appendicite. Ma nè sul ventre nè sulla faccia ha riscontrato nulla. Quindi la corsa fino alla polizia.
[Giulio Geluardi]

Era già successo qualcosa di analogo come raccontato da L’Espresso il 25 gennaio scorso qui e se ne deduce, quindi, che il problema non è affatto da sottovalutare perché se due “bad girls” sono già state individuate e interrogate dai Carabinieri, queste altre quattro sono a piede libero e c’è rischio che continuino a delinquere.
Dal momento che questa incresciosa storia è tutta imperiese e che i romeni e gli extracomunitari non c’entrano nulla, spero che le telecamere, una volta installate nei punti strategici di Imperia, riescano a inquadrare e immortalare anche chi delinque con accento inequivocabilmente imperiese e che chi ha visto parli, a prescindere dalla nazionalità dei malviventi.

Scritto da Angelo Amoretti

6 febbraio, 2009 alle 12:16

Pubblicato in Cronaca

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Alessio Saso e il bullismo

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Alessio Saso

Se ne può discutere.

Scritto da Angelo Amoretti

23 ottobre, 2008 alle 15:05

Caso di razzismo a Imperia?

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Imperia rischia di andare agli onori delle cronache per un caso di razzismo.
Con i tempi che corrono la questione è assai rara, visto che, per fare solo tre esempi italiani, se un ghanese rimedia un occhio nero da uno o più vigili (Parma), una somala viene trattata con modi poco ortodossi (Fiumicino) e un cinese viene mandato all’ospedale a seguito delle botte (Roma), si parla di “episodi isolati” o di “bullismo” e si dice all’unisono che “non si tratta di razzismo” e che nel DNA degli italiani quella parola non c’è.
Invece qua da noi l’accusa all’agente della Polizia Stradale è di violenza e razzismo perché, a quanto pare ha messo le mani al collo di un cinquantottenne turco dicendogli: “Io vi faccio mandare tutti fuori dall’Italia“, costringendolo a ricorrere a cure mediche al pronto soccorso, con prognosi di 15 giorni.
I fatti risalgono a giugno dell’anno scorso.
L’agente, a fine turno, era tornato a casa per riposare, ma nell’appartamento sopra il suo, sebbene fosse domenica, l’inquilino turco stava facendo lavori di manutenzione.
Infastidito, l’agente era salito al piano superiore e, stando sempre a quello che ha dichiarato il turco, gli ha chiesto di smettere, ma alla risposta negativa, ha reagito con violenza pronunciando quella frase.
Giuseppe Fossati, l’avvocato difensore del poliziotto, crede nel modo più assoluto all’innocenza del suo assistito e alla prossima seduta in Tribunale, fissata per il 23 febbraio 2009, si conosceranno gli ulteriori sviluppi. All’udienza saranno chiamati a testimoniare il medico del pronto soccorso, i vicini di casa e i familiari del turco.

Scritto da Angelo Amoretti

7 ottobre, 2008 alle 12:27

Del (presunto) bullismo all’Ipsia

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Ritorno sul caso del Professor Balestra (Diego o Sergio, ancora non si è capito bene) perché sono sconcertato da quello che leggo oggi su La Stampa cartacea e su Il Secolo XIX (anche versione elettronica).
I fatti sono noti e ieri apparivano anche sul sito de lastampa.it e su quello di tgcom.mediaset.it. Pare ne abbiano parlato anche in televisione: il professore minacciato dagli studenti, la sella del suo scooter tagliata e la porta della sua abitazione imbrattata di vernice nera.
E oggi, come dicevo, su La Stampa e su Il Secolo XIX, ci sono le interviste alla Preside, Nazaria Persia che dice:

Intanto va detto che il professor Balestra non è un insegnante di ruolo. E’ da quando mi sono insediata alla presidenza dell’Ipsia (dal 1 settembre, prima era a capo di un liceo a Rapallo ndr) che questo docente mi sta creando grossi problemi. Credo che abbia proprio qualche difficoltà nella gestione delle classi. Io stessa ho assistito a una lezione del professor Balestra per controllare la criticità. Ho notato che i ragazzi non avevano capito, ma lui pretendeva di far svolgere immediatamente un compito scritto. Credo che il suo modo di insegnare non sia consono né adeguato, forse è un po’ troppo “alto” per le reali esigenze dei ragazzi con i quali non ha feedback. Non possiede il controllo della loro comprensione per cui alla fine è naturale che si sia creato un contrasto, un disaccordo.[...]Ho più volte chiesto che mi citasse i testimoni ma non è stato fatto. Lo stesso tutor non mi ha mai riferito questi episodi.

Il Vice Preside, Jacopo Damonte, aggiunge:

Ho sospeso il ragazzo della classe 2a a cui Balestra aveva fatto tre note in quindici secondi: non mi sembra un atteggiamento deontologicamente accettabile.

Ora qui non si vuole prendere le parti del professore, né colpevolizzare a tutti i costi gli studenti, ma sono le dichiarazioni dei due massimi dirigenti dell’Istituto che mi lasciano interdetto.
Ci sarebbe da scrivere troppo, ma mi limito a fare alcune personali considerazioni.
Ammettiamo pure che il prof abbia esagerato e che non sappia fare bene il suo mestiere, vi sembra carino che il tutto sia sbandierato alla stregua di chiunque?
Non esistono più i Consigli d’Istituto dove al limite si discute anche del comportamento dei professori?
I panni sporchi, una volta, non venivano lavati in casa? Il comportamento dei colleghi è deontologicamente accettabile e costruttivo?
Mi aspettavo, dalla preside e dal suo vice, non dico un “no comment”, ma almeno un qualcosa tipo: “faremo delle indagini interne e verificheremo“.
Invece si sbatte in prima pagina che tanto per cominciare Balestra non è di ruolo. E che significa? Che gli si possono tirare le bottigliette d’acqua minerale (ammesso che sia vero) perchè intanto non è di ruolo?
Il prof è inadeguato. E chi l’ha chiamato a insegnare là, e come mai (ammesso che inadeguato lo sia davvero) c’è ancora?
E come mai non sono stati ascoltati i ragazzi, visto che sono i principali attori di questa vicenda?
Come vedete questo torbido avvenimento mi fa sorgere un bel po’ di domande che meriterebbero risposte adeguate.
L’ultima considerazione.
D’ora in avanti quando leggerò di bullismo nelle scuole, cosa dovrò aspettarmi? Professori che sbagliano o ragazzi troppo vivaci?
Francamente mi pare che la Scuola, in quanto a istituzione, non esca tanto bene da questa brutta storia.

Scritto da Angelo Amoretti

13 dicembre, 2007 alle 13:16

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To Sir With Love

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Leggo su La Stampa di oggi la triste vicenda del prof. Sergio Balestra, insegnante alla 2a Elettricisti del Centro Pastore di via Argine Destro. Un professore che è costretto a portarsi in aula una specie di body guard in quanto i suoi studenti gliene stanno facendo di cotte e di crude, al punto che si è dovuto rivolgere ai carabinieri. Alcuni ragazzi, infatti, lo hanno minacciato di morte, gli hanno imbrattato la porta di casa con vernice nera e tagliato la sella dello scooter.
Maurizio Vezzaro, che ha una gran passione per il cinema e la letteratura, paragona il tutto al film “La scuola della violenza” (titolo originale: “To Sir with love”) in cui un grande Sidney Poitier interpreta un professore che deve vedersela con un gruppo di studenti violenti e disadattati. Lui, con gran pazienza e molta intelligenza, nonostante i colleghi l’abbiano avvertito dicendogli che non avrebbe resistito, con diversi metodi riesce a mettere a posto la classe turbolenta e alla fine  dell’anno scolastico decide di rimanere in quella scuola.
Il film finiva più o meno così:

Immagine anteprima YouTube

C’è da augurarsi che anche la vicenda del prof. Balestra finisca allo stesso modo anche se lo so che la vita non è un film.

Scritto da Angelo Amoretti

12 dicembre, 2007 alle 12:39

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Aiutatelo!

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Ci sono due novità legate alla vicenda di qualche giorno fa all’Istituto Tecnico Commerciale per Geometri e Ragionieri “G. Ruffini”.
La prima: quel giorno infausto il ragazzo stava spedendo le immagini su YouTube.
Non era mai venuta fuori e detta così mi sembra una gran cavolata.
La seconda: lo stesso professore ieri ha chiesto al Preside Giovanni Poggio (credo si chiami così, non Stefano) di chiamare le forze dell’ordine perché pensava che un suo studente fosse in possesso di un coltello.
Trattavasi di una penna.
Si apprende da La Stampa di oggi.
A questo punto credo che il professore debba essere aiutato perché la sua mania di persecuzione sta diventando seria.
Ragazzi, stategli vicino!

Scritto da Angelo Amoretti

24 ottobre, 2007 alle 9:33

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