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Ospedale di Imperia: i reparti di Chirurgia e Ortopedia sono in crisi

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Riporto due articoli de La Stampa che rendono più o meno l’idea:

I sindacati lanciano l'SOS personale

Le dimissioni del primario di Ortopedia all’ospedale di Imperia, con conseguenti ritardi per le operazioni, nei giorni scorsi hanno provocato le lamentele dei degenti. L’allarme per le conseguenze sui servizi che arrivano dalla mancanza di personale è stato però anche lanciato dai sindacati di categoria, che già due settimane fa avevano sollecitato provvedimenti alla direzione dell’Asl.
Osserva Nico Zanchi, responsabile del settore per la Cisl-Fp: «La problematica si sta riversando sul personale. Questo non è giusto. Noi avevamo avvisato la direzione preventivamente, sollecitando interventi. Noi siamo proeccupati perché il problema si presenta anche in Chirurgia e nelle sale operatorie: anche qui, come per Ortopedia, abbiamo avvisato per tempo l’amministrazione. Cosa aspettano?».
Aggiungono Zanchi e Patrizia Italiani (Cisl-Fp): «Con l’attuale carico di lavoro sui posti letto presenti in reparto il personale del comparto, grazie alla buona volontà, riesce a garantire sia qualità che professionalità nell’assistenza al degente. Già dallo scorso 1° giugno, parte del personale infermieristico e di assistenti sanitari, dando scarso preavviso, ha fruito di aspettative e congedi previsti dalla attuale normativa. Questo, alla luce di quanto detto precedentemente, causa non pochi problemi nella programmazione dei turni di lavoro e di conseguenza ne risente l’assistenza al paziente».
Prosegue: «Come se non bastasse, iniziando il periodo estivo, con le ferie del personale già programmate, si avranno ulteriori disagi. La situazione risulta di difficile gestione. Quello di Ortopedia è sempre stato classificato come reparto “pesante” e come tale deve essere ancora trattato. Non si può lasciare solo il personale attuale, che è già in difficoltà nel gestire una situazione che tende a peggiorare in vista delle mancate assunzioni di infermieri e assistenti da parte della Regione. Con il personale medico anche in difficoltà sia gestionale che di dotazione, si deve per forza intervenire».
I sindacati di categoria lanciano addirittura un ultimatum: «In mancanza di risposte, siamo pronti a ricorrere a tutte le forme di lotta necessarie, coinvolgendo anche la Direzione provinciale del lavoro, affinché vengano rispettati i diritti dei dipendenti e i giusti canoni di qualità assistenziale».
La Stampa, 17 giugno 2012

Ortopedia, proteste per i ritardi a Imperia

Le improvvise dimissioni del primario di Ortopedia all’ospedale di Imperia, Rosario Spagnolo, arrivate un paio di settimane fa, hanno acuito i problemi di organico e aumentato le proteste dei pazienti. I familiari di un’anziana imperiese, Nella Carosso, 82 anni, si lamentano per i ritardi: «In seguito a una caduta in casa, la niostra parente si è fratturata il femore e ha avuto bisogno di una protesi all’anca. Purtroppo l’incidente è accaduto in contemporanea con le dimissioni del dottor Spagnolo e i tempi di attesa per l’operazione si sono prolungati, visto che il nuovo responsabile, il dottor Lorenzo Buffa, pur con la massima disponibilità, deve occuparsi anche della struttura di Sanremo e di Bordighera. Intanto, c’era il rischio che la ferita si infettasse, con la necessità di rivolgersi al centro specializzato più vicino, che è ad Albenga».
Proseguono: «Alla fine, dopo giorni di attesa, Nella è stata trasferita a Sanremo dove è stata sottoposta a un intervento».
«Ora si presenta anche il problema della fisioterapia: non abbiamo avuto indicazioni precise. Da soli in casa non siamo in grado di assisterla. Abbiamo sentito anche di altre persone che hanno dovuto attendere due settimane per le operazioni».
Il Reparto è comunque in emergenza per problemi di organico a causa di trasferimenti e personale in malattia. L’Asl, quando aveva sostituito il primario, aveva precisato: «Il direttore Spagnolo ha presentato, nei giorni scorsi, le dimissioni dall’incarico per motivi esclusivamente personali senza aver presentato alcuna domanda di trasferimento ad altro ospedale».
«La Direzione ha preso atto, con estremo rammarico, della decisione del dottor Spagnolo ringraziandolo per l’ottimo lavoro portato avanti nel periodo di direzione del reparto».
«Nell’emergenza di tale situazione, la Direzione dell’Asl ha approntato un piano operativo che consentirà il mantenimento degli attuali livelli diservizio, sia in termini di posti letto sia di sedute operatorie, sotto la direzione del primario Buffa e grazie all’impegno e disponibilità di tutti i medici ortopedici dell’Asl».
La Stampa, 15 giugno 2012

Scritto da Angelo Amoretti

17 giugno, 2012 alle 12:03

Il caso-maternita’ nel ponente ligure

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Sul caso del “reparto maternità” a Imperia o a Sanremo stanno nascendo le prime discussioni e in proposito pubblico una mail inviata da un lettore:

Assodato il fatto che in ambito sanitario non andrebbero fatti tagli alla qualità e quantità dei servizi, sono ovviamente contrario all’accorpamento dei due reparti come sono da sempre contrario all’ospedale unico perché in un territorio montagnoso come quello della nostra provincia, con la difficile viabilità che ci ritroviamo e che ci ritroveremo ancora fra vent’anni, sia giusto mantenere tre ospedali e due importanti punti nascite.
Basta guardare a Savona e al vicino Piemonte, realtà lontane dagli impopolari obiettivi come quelli che ha la Regione Liguria verso l’emarginato e bistrattato territorio imperiese, sopratutto in campo sanitario.
Però ho visto che il discorso si è esteso anche sul luogo di nascita che compare nei documenti. E’ da una vita che città importanti come Alassio, Bordighera, Ventimiglia, ecc. per non parlare dei centri minori, non figurano più come luoghi di nascita. Poi c’è anche gente da Imperia va a nascere a Sanremo, Genova e viceversa, per cui, nascere in ospedale non significa affatto essere originario di quel luogo.
Perciò, dato che è una questione meramente burocratica e irreale, e visto che giustamente molti cittadini in tutta Italia ci tengono al vero luogo di origine, perché non si pensa ad una modifica nazionale che invece del luogo dove si è materialmente nati e coincidente solitamente con l’ubicazione del relativo nosocomio, non si indica il comune dove risiedono i genitori?
Basterebbe una frase del tipo: originario di… o altra sintetica dicitura che definirebbe chiaramente il luogo dove vive la famiglia al momento della nascita del figlio.
Non penso che sia difficile, a me pare la scoperta dell’acqua calda e penso che tutti siano d’accordo con questa idea. E allora perché nessuno ci ha mai pensato? Fra tanti leggi e leggine strane penso che questa sia una cosa simpatica che accontenterebbe tanti comprensibili campanilismi.
L.G.

Scritto da Angelo Amoretti

4 agosto, 2010 alle 15:44

Da Villa Stuart a Villa Ninina il passo è breve

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Come per rassicurare i lettori, gli elettori e i simpatizzanti, oggi sulla prima pagina locale de La Stampa, c’è di nuovo un articolo sull’operazione cui si è sottoposto a Roma il Ministro Claudio Scajola.
Giulio Geluardi ci informa infatti che ieri mattina il Ministro è stato dimesso e che si è trattato di un’operazione di routine eseguita dall’equipe chirurgica del dottor Antonio Guglielmi, riuscita perfettamente.
Il noto giornalista imperiese ci informa altresì che la prognosi sarà di cinque giorni e che il Ministro è già praticamente tornato al lavoro e nel prossimo week end farà rientro nella sua villa ai Gorleri, che si chiama Ninina, questo lo aggiungo io a completezza della notizia.
Purtroppo non ci sa dire quanto si fermerà nel capoluogo, ma nel suo ultimo periodo di convalescenza il ministro probabilmente incontrerà i possibili candidati alle prossime elezioni amministrative.
Sono notizie che mettono in pace con il resto dell’universo.
Quella che mi manca è ciò che chiedevo nel post precedente.
E a proposito di domande: si è sempre in attesa delle risposte alle dieci poste al sindaco dall’opposizione.
Manco a farlo apposta, volti la pagina dell’autorevole quotidiano, e trovi un articolo a firma Bruno Monticone sull’Ospedale Unico in cui si legge l’intervista a Remigio D’Aquaro, segretario generale della Cisl imperiese, che dice, tra l’altro: “Hanno già deciso tutto senza nemmeno interpellare la popolazione nonostante i nostri continui solleciti. E’ un aspetto che fa indignare la mancanza di qualsiasi colloquio con la cittadinanza“.
E’ un’intervista in cui non si dice nulla di nuovo, ma che se leggi ti passa la voglia di ammalarti perché ricorda quello che si diceva ai tempi andati e che ormai non si dice più:
1) l’elicottero di soccorso, che secondo qualcuno risolverà i problemi dell’emergenza legata alle distanze ed alla viabilità ottocentesca, sarà diviso con la provincia di Savona e non potrà volare di notte e in caso di maltempo e vento;
2) le case della salute, spacciate per quasi ospedali, non saranno altro che poliambulatori senza posti-letto di degenza e senza strutture di emergenza; e, poi, l’occupazione subirà un ulteriore, duro, colpo;
3) faranno un ospedale unico per garantire un’assistenza maggiore, che non costringerà più a recarsi in altre province, ma come sarà possibile se non ci saranno nuovi reparti e se le strutture non saranno che la fotocopia, oltretutto ridotta, di quello che c’è ora?
Coraggio, D’Acquaro, andremo tutti a Villa Stuart!

Scritto da Angelo Amoretti

12 gennaio, 2010 alle 9:57

Palasalute o Palasanita’: qualcosa non va

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Lo scorso 20 luglio Carlo Alessi ha firmato in fretta e furia un articolo apparso su Sanremonews [forse visibile ancora qua e sicuramente qua] in cui scriveva che l’Amministrazione Comunale è talmente convinta dell’utilità del Palasanità che ha predisposto tutta una serie di opere inerenti al progetto.
Oggi, sempre su Sanremonews, Diego David ci informa che la Lega Nord sta cercando alternative per il sito dove dovrebbe sorgere il Palasalute e che la vecchia sede della Banca d’Italia in via Cascione potrebbe essere ideale.
Se per Palasalute si intende Palasanità, qualcuno sta facendo un po’ di confusione e sul punto non vedo sincronismo tra Lega Nord e Pdl.
Intanto la comunicazione. Chi l’ha scritto quel pezzo firmato da Carlo Alessi? I consiglieri della Lega lo hanno letto oppure no? E se adesso colui [o coloro], che aveva scritto il pezzo del 20 luglio legge che la Lega sta cercando siti alternativi, che fa?
Visto che gli uomini del Carroccio, come li chiama David, fanno parte della maggioranza, ne avranno parlato con gli uomini del Pdl?
Si attendono sviluppi.

Scritto da Angelo Amoretti

24 luglio, 2009 alle 18:09

Appuntamenti

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Scritto da Angelo Amoretti

19 maggio, 2009 alle 9:25

Il manifesto della Cisl sull’Ospedale Unico

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La CISL di Imperia ha affisso manifesti in città, purtroppo non molto visibili, a proposito dell’Ospedale Unico.
Riporto ciò che c’è scritto:

VERGOGNA!
Vogliono fare un’ospedale unico a Taggia senza sentire il parere dei cittadini.
VERGOGNA!
Vogliono farlo solo per risparmiare sulla nostra salute, il resto sono solo bugie.
VERGOGNA!
Come faremo a curarci in quell’ospedale se ci arriveremo morti?
Salviamo i nostri ospedali!
CISL IMPERIA

Scritto da Angelo Amoretti

27 agosto, 2008 alle 11:31

Buongiorno!

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Imperia: la Cisl, chiede un dibattito sull’Ospedale Unico
Alcune perplessità ed una richiesta, sono state dimostrate oggi dalla Cisl, in merito all’incontro che si è svolto martedì tra il Sindaco di Imperia, Luigi Sappa ed alcuni studenti. L’incontro era stato fortemente voluto dall’amministrazione imperiese per poter discutere insieme del progetto ‘Ospedale Unico’.
“Apprezziamo l’iniziativa del Sindaco – afferma Remigio D’Aquaro, segretario generale cisl – ma vista l’importanza dell’argomento crediamo che l’incontro si sarebbe dovuto perlomeno svolgere con un minimo di contraddittorio per portare a conoscenza degli studenti anche le ragioni di chi è contrario all’ospedale unico. Per questo invitiamo il Sindaco di Imperia ad un dibattito pubblico ove si possa in tutta serenità e tranquillità approfondire l’argomento e spiegare sia le ragioni del si sia quello del no all’ospedale unico. Siamo sempre più convinti che una decisione così importante debba essere socializzata con la più ampia fascia di popolazione e con le forze sociali e di rappresentanza presenti sul territorio”.
Sanremonews

Scritto da Angelo Amoretti

24 aprile, 2008 alle 12:16

Il Sindaco va al Liceo

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C’è una notizia curiosa sul Secolo XIX di oggi: gli studenti del Liceo Vieusseux di Imperia hanno chiesto un incontro con il Sindaco Luigi Sappa e l’Assessore alla sanità Nicola Falciola per saperne di più sull’Ospedale Unico.
Di solito quando si chiede un incontro con il Sindaco si va in Comune: in questo caso Sappa e il suo assessore si sono, per così dire, scomodati, e sono andati fino alle Terre Bianche (che per chi non lo sapesse dista circa 500 metri dal palazzo comunale) per tranquillizzare i ragazzi. L’Ospedale Unico infatti sorgerà in simbiosi con il Palazzo della Salute di Via Acquarone.
Si dice, sul Secolo XIX, che l’iniziativa è stata presa dagli studenti perché in questi giorni la CISL sta facendo volantinaggio per raccogliere le firme per un referendum abrogativo della delibera regionale riguardante la sostituzione degli attuali ospedali provinciali con l’Ospedale Unico che sorgerà ad Arma di Taggia.
Sarebbe stato molto più utile se i ragazzi del liceo avessero invitato anche quelli che all’Ospedale Unico sono contrari, giusto per avere le idee più chiare.
Perché lo sappiamo come vanno queste cose: ognuno, quando non ha contraddittorio, dice un po’ quello che gli viene comodo. Per carità, sempre di verità trattasi, ma magari non tutta viene detta.
Perciò, visto che l’incontro si è svolto questa mattina e gli studenti hanno potuto sentire una campana, consiglio loro vivamente di ascoltare anche l’altra. Sempre per avere una informazione corretta e completa.

Scritto da Angelo Amoretti

21 aprile, 2008 alle 15:33

Un’altra data storica?

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Stamani in Comune il Sindaco Luigi Sappa e la manager Renata Canini, direttrice dell’Asl1, firmeranno la preintesa sull’area di via Acquarone, dove sorgerà il palasanità.
La signora, curiosamente, ha fretta perché questo sarebbe il primo passo verso la realizzazione dell’Ospedale unico.
Ci sono svariati intoppi burocratici da superare (autorizzazioni, varianti al Piano Regolatore e conferenze di servizi),  ma c’è da scommettere che riusciranno a vincere questa gara contro il tempo.
Quello che mi fa rabbia è che tirano dritti come se tutte le lamentele dei cittadini non fossero mai esistite.
Fanno interviste, tavole rotonde e di altre forme geometriche; i sindaci delle valli spiegano che sarebbe un problema arrivare con un’ambulanza da Villatalla (per esempio) all’ospedale unico, ma a quanto pare nessuno li ascolta. Oppure li ascolta, ma poi fa quello che altrove è già stato deciso.
Come mai non è stato fatto un referendum su un punto così delicato e importante?
Come mai ciò che pensa il cittadino, quello che paga le tasse e si ammala, è preso così poco in considerazione?
Come mai bastano tre o quattro elementi a cambiare radicalmente la mappa della sanità nel ponente ligure?

Scritto da Angelo Amoretti

21 gennaio, 2008 alle 9:20