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Ilvo Calzia di nuovo indagato

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Ilvo Calzia, l’ex dirigente del settore urbanistica del Comune di Imperia, è stato di nuovo iscritto nel registro degli indagati dal Pubblico Ministero Alessandro Bogliolo che sta indagando sulle decine di pratiche messe sotto la lente d’ingrandimento anche dal Segretario Comuale Andrea Matarazzo.
Solo ieri la Polizia Postale si è recata in Comune per acquisire la documentazione du due pratiche urbanistiche: il complesso “Residenza le Vele e l’area dell’ex Nova”. Ilvo Calzia rientra nell’inchiesta del porto turistico ed è stato rinviato a giudizio sempre per abuso d’ufficio.

[Sanremonews]

Chissà stavolta come l’avrà presa la moglie?

Scritto da Angelo Amoretti

26 settembre, 2012 alle 18:24

Annunci a pagamento di Acquamare Srl sui quotidiani locali

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Oggi e qualche giorno fa, la Società Acquamare Srl e la Società dell’Acqua Pia Antica Marcia Spa hanno acquistato una pagina de Il Secolo XIX e La Stampa per comunicare alla città di Imperia quanto segue:

In relazione alla costruzione del porto turistico, desideriamo ribadire quali sono i fatti:

1. Tutti i costi necessari per realizzare il porto sono stati sostenuti unicamente con nostre risorse private e con finanziamenti bancari fatti alla nostra società;

2. Relativamente a detta costruzione, il Comune di Imperia non ha dovuto sostenere alcuna spesa, né dovrà sostenerne in futuro;

3. Quando il porto sarà finito, il Comune avrà un utile di circa quaranta volte il suo investimento iniziale;

4. La gestione del porto turistico nella sua totalità è e rimarrà nella disponibilità unica della concessionaria Porto di Imperia, partecipata dal Comune, con tutti i profitti che deriveranno dai servizi erogati;

5. Alla scadenza della concessione, il porto tornerà allo Stato.

6. Acquamare non ha commesso alcun fatto illecito e la città di Imperia, senza alcun costo, avrà a disposizione il porto più grande del Mediterraneo, con tutti i relativi benefici.

e a tal proposito riporto una lettera non firmata pubblicata su La Stampa di oggi

[...] ai punti 1 e 2 sostanzialmente si afferma come il Comune di Imperia non abbia sostenuto alcuna spesa per la realizzazione dell’opera (forse era disinformato chi sosteneva che lo spostamento di una parte del cumulo di terra, costato 700 mila, cui avrebbe dovuto provvedere l’Acquamare, sia stato sostenuto dalla Porto di Imperia di cui il Comune è socio per 1/3).
Al punto 3 si legge “quando il porto sarà finito, il Comune avrà un utile di circa quaranta volte il suo investimento iniziale”.
Considerato che ai punti 1 e 2 si dichiara che il Comune ha sostenuto un costo 0 (zero), matematicamente risulta: utile del Comune 40 x 0= 0.
Detta affermazione, non suffragata da alcuna prova, mi ricorda come l’ingegner Caltagirone, nel corso di un’intervista rilasciata in occasione delle Vele d’Epoca, con la stessa superficialità, dichiarasse come il nuovo porto sarebbe stato fonte di 5 mila posti di lavoro, ma ad oggi mi risulta che abbia prodotto disoccupazione a causa della chiusura dei Cantieri Navali, che il personale delle imbarcazioni stazionanti in porto parli lingua straniera e così pure abbia targa straniera buona parte degli automezzi de personale addetto alla manutenzione.
Al punto 6 si afferma: “Acquamare non ha commesso alcun fatto illecito”, ovviamente sranno i magistrati a deciderlo, comunque è singolare come sul guiornale si sia letto: “Il Riesame: Caltagirone e Conti devono ritornare in carcere”. Senza dubbio sarà una persecuzione giudiziaria. Penso che l’Acquamare, con questo comunicato, si prefigga lo scopo di ricevere un attestato di benemerenza dalla cittadinanza. Ma ritengo non siano favorevoli, oltre che parte della cittadinanza che è a conoscenza della situazione, in particolare i 700 diportisti già preesistenti alla realizzazione del porto che, oltre ad avere subito un incremento del 300% rispetto a quello praticato dalla Imperia Mare, sono costretti, a causa della soppressione dell’impianto carburante, a fare rifornimento con le taniche, e, a causa dell’inquinamento delle acque del vecchio bacino determinato dalla assenza di un impianto di riciclo, a fare carena più di una volta all’anno.

Scritto da Angelo Amoretti

29 maggio, 2012 alle 18:48

Intercettazioni, giornali e giornalisti

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Questa mattina con l’amico Sandro, passeggiando alla Spianata, ci interrogavamo su come funziona il rilascio delle intercettazione da parte delle procure e con quale criterio i giornalisti le pubblicano.
Dal momento che non siamo giornalisti e neppure procuratori, abbiamo cominciato a fare ipotesi bizzarre.
Ovviamente si parlava delle intercettazioni racchiuse nel faldone di 477 pagine sulla vicenda del Porto turistico di Imperia, consegnato dalla Polizia Postale ai magistrati, a chiusura delle indagini.
Dopo qualche giorno cominciano a uscire sui giornali (di carta e elettronici) le intercettazioni. E non abbiamo ancora capito se vengono pubblicate in modo “come viene, viene” o scientifico perché ci sono dei giorni in cui la stessa intercettazione puoi leggerla su due quotidiani e tre o quattro portali, altri no: uno pubblica quella tra Scajola e Conti, l’altro quella tra Caltagirone e Strescino.
Abbiamo pensato che possa essere una cosa tipo Firefox che ogni tanto rilascia una nuova versione: stamattina è stata rilasciata l’intercettazione n. 9 tra Conti e Gandolfo e i giornalisti prima la scaricano, poi i loro direttori gli dicono se pubblicarla o no.
Oppure tutto il pacchetto insieme: 477 pagine zippate da gestire a piacimento. Oppure ancora andare in Procura e chiedere due etti di intercettazioni [ehi, cerca di darmele buone ché quelle di ieri non sono piaciute al mio direttore!]
Alla fine non siamo riusciti a trovare la soluzione, così se magari qualcuno può aiutarci a capire, gli saremo grati in eterno.

Scritto da Angelo Amoretti

19 aprile, 2012 alle 16:51

Sondaggi d’epoca

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La Stampa, 4 settembre 2010

Da notare che l’indagine di mercato era stata commissionata dalla Porto di Imperia SpA a un pool di professionisti (sicuramente seri).
Sarebbe interessante sapere chi avevano interpellato e se gli stessi, oggi, sarebbero di uguale parere.

Scritto da Angelo Amoretti

10 aprile, 2012 alle 17:01

Esercizi di lettura

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Per cominciare vi invito a leggere il post di Marco Preve:
Vale Tudo: sport olimpico di Imperia
Gian Franco Gaggero, 48 anni, vera sorpresa con i suoi 693 voti” [La Stampa, 16-6-2004]
Senza nulla togliere al geometra, vi sembra normale il suo percorso politico/amministrativo? Vi sembra che se nel 2009 i voti salirono a 831 fosse dovuto solo alle sue competenze politiche?

La seconda cosa che vi invito a leggere, nel caso ancora non lo aveste fatto, è la lettera di Giovanni Barbagallo al Sindaco Paolo Strescino:
“Lei è figlio di una certa Logica!”.
Io per primo ero rimasto favorevolmente stupito dal suddetto intevento, ma anche dopo la risposta di Strescino, qualche dubbio mi è venuto, forse per aver mangiato troppo cioccolato: e se quello di Barbagallo fosse una specie di messaggio cifrato del tipo: “Stai attento a quello che dici e fermati lì sennò rischi di tirare dentro anche noi“? Come sapete i lavori del porto sono potuti partire anche grazie al Decreto Burlando che infatti era alla posa della famosa prima pietra e che, ormai lo sanno anche gli scogli, con l’altro Claudio, per quanto riguarda i porticcioli nel ponente, tanto in disaccordo non è.
Il terzo e ultimo consiglio di lettura, riguarda la lettera di Gabriella Badano sempre sulla questione del porto turistico.
Sono sostanzialmente d’accordo su quanto scrive, un po’ meno sulle domande finali. Dove sta scritto che a deciderlo saranno gli stessi personaggi che ci sono oggi?
E’ venuto il momento di cambiare e cambiare significa anche lasciare a casa gli assessori e i consiglieri (tutti) amici degli amici: insomma, persone che non siano in debito con qualcuno, che non siano ricattabili, che abbiamo la coscienza a posto e la schiena dritta. Sarà difficile trovarne quaranta, ma basterebbe trovarne una decina e certi ingranaggi potrebbero cominciare a saltare.

Scritto da Angelo Amoretti

9 aprile, 2012 alle 21:21

Manifestazione di sabato 7 aprile

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Io ci sarò, a titolo personale.

SABATO 7 APRILE. Concentramento ingresso parco urbano. ore 10.00

IL PORTO ALLA CITTA’
UN ALTRO PORTO E’ POSSIBILE…SE LA CITTA’ CAMBIA!!

Le vicende emerse dalle indagini della Procura di Imperia sul porto turistico hanno spinto associazioni, movimenti, partiti e singoli cittadini a riunirsi in Comitato per organizzare una manifestazione con la quale i cittadini possano esprimersi sulla gravissima situazione svelata dall’indagine riguardante il porto turistico e la crisi politica dell’Amministrazione Comunale.
Una manifestazione per richiedere il cambiamento nella nostra città, contro il malgoverno, il malaffare e il malcostume emerso in queste settimane in modo clamoroso. Le responsabilità politiche e morali che vanno emergendo dai fatti a carico della compagine che per oltre dodici anni ha tenuto la maggioranza e il governo del Comune (PdL e Lega Nord) sono pesantissime. Gli esiti delle fatte scelte per lo sviluppo della portualità cittadina sono sotto gli occhi di tutti: scelte sbagliate nel loro disegno squilibrato e discutibili sul piano della legittimità, i cui effetti perversi ricadono oggi, inesorabilmente, su una intera città e il suo territorio. La città di Imperia, oltre ad aver subito l’ipotizzata truffa da parte del gruppo di Caltagirone, si trova oggi ad avere un’opera incompiuta (mancano ad oggi le opere infrastrutturali a terra previste a favore della città ed il sistema fognario), con abusi e opere realizzate con evidenti difetti costruttivi (il capannone abusivo, i parcheggi che si allagano, la “spiaggia” sotto il parco urbano creata con riporto di materiale di scarto) con forti problematiche per le imprese che operano nel porto (sia nella cantieristica che nelle costruzioni) e con un potenziale enorme contenzioso che rischia di impedirne il completamento.
Il fallimento dell’azione amministrativa posta in essere da ben tre amministrazioni di Centrodestra si manifesta anche nella contestuale progressiva riduzione del welfare locale e delle principali prestazioni sociali (un esempio su tutti riguarda la vicenda sulla privatizzazione del servizio delle mense scolastiche). Per questo, riteniamo necessaria una mobilitazione democratica che obblighi il ceto politico dominante ad interrogarsi sulle responsabilità che ha avuto ed ha nella gestione del potere amministrativo nella città. Proprio in uno dei momenti più complessi e gravi della propria storia, Imperia ha bisogno che le sue energie migliori si impegnino a ripensare il modello dello sviluppo locale, finalmente centrato sulle priorità di un benessere collettivo, di un turismo eco-sostenibile, di un razionale e più umano dimensionamento della portualità turistica, di una rivitalizzazione delle sue industrie tradizionali e dei suoi commerci più qualificati, di un adeguamento a servizio dei cittadini della macchina amministrativa, di una politica di innovazione nel campo della cultura, della socialità e della solidarietà. E’ necessario ricostruire i presupposti necessari per la creazione di buona occupazione e credibili sbocchi lavorativi per le nuove generazioni.
Non sarà facile, per Imperia, risollevarsi dalla pesantissima situazione in cui è stata precipitata da decenni di affermazione di una ideologia del governo locale che sempre più apertamente ha manifestato il proprio carattere di fondo: una radicata arroganza del potere, nella convinzione che chi riceve il consenso dagli elettori può fare sostanzialmente ciò che crede, senza mai farsi venire dubbi e sottoporrre a verifica il proprio operato.
E’ per questa ragione che è necessario che gli Imperiesi tornino, come in altri momenti della storia di questa terra, a farsi protagonisti del proprio destino e delle scelte per il futuro della nostra comunità. Per realizzare questo rinnovamento, non ci può affidare a scorciatoie di Palazzo o rimescolamenti di sorta, occorre invece mettere mano ad una vera e propria ricostruzione collettiva che sia, oltre che sociale ed economica, civile, se vogliamo che il Comune torni ad essere un Comune di tutti, dei cittadini e dei loro bisogni e la città di Imperia torni a a far parlare di sè per le cose buone e giuste che sa fare.

COMITATO “UN ALTRO PORTO E’ POSSIBILE …. SE LA CITTA’ CAMBIA”

Scritto da Angelo Amoretti

5 aprile, 2012 alle 9:50

Gran disordine sotto il cielo di Imperia

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Dal corridoio si è anche sentito distintamente il vicesindaco Gianfranco Gaggero rivolgersi al primo cittadino ripetendogli: “Siamo con te!”
Il Secolo XIX – 27 marzo 2012

E il giorno dopo è stato licenziato pure lui, insieme a tutti gli altri assessori, alla faccia dell’art. 18.
Alessandro Gazzano (Capogruppo del PDL) trova che la scelta di Strescino sia quella di “un uomo in forte stato confusionale” [Il Secolo XIX - 28-3-2012].
Finalmente la testa gira anche a loro. A Strescino invece girano le palle, anzi, se l’è proprio rotte: “Ho una gran voglia di fare il libero cittadino. Non so se arriverò al consiglio comunale, mi sono rotto le palle” [Il Secolo XIX, 27-3-2012]
Però non si dimette e azzera la Giunta.

Può contare sull’appoggio di personaggi del calibro di Stefano Pugi, Luigi Mattioli, Paolo Montesano, Mirco Martini e Diego Parodi.
Stefano Pugi dovrà rivedersi un po’ la storia del porto e eventualmente rassegnarsi a parlarne e a sentirne parlare ancora per un po’.
Gli altri stanno contro anche perché chiedere i danni alla Porto di Imperia Spa significherebbe far pagare pure Gianfranco Carli e Pietro Isnardi, amici e fedelissimi dell’on. Claudio Scajola.

Fiorin Fiorillo (l’Apicella de noartri, per capirci) che con la sua proverbiale finezza maltrattava Christian Abbondanza quando diceva la verità durante lo Scajola Day, dovrà surgelare le orate e rispedire il figlio in Germania: ha paura che tutto rimanga incompiuto.
Anche io avevo la stessa paura, ma già quando il fidanzato di Beatrice sparava numeri a caso su quello che avrebbe portato il porto a livello occupazionale.
C’è gran disordine sotto il cielo e invece di fumarsi l’Antonia farebbero meglio tutti quanti a fumarsi la Maria.

Scritto da Angelo Amoretti

28 marzo, 2012 alle 16:17

L’on. Scajola denuncia il TG3

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L’on. Claudio Scajola, dopo aver querelato il Fatto Quotidiano e la Repubblica, ha denunciato anche il TG3 delle 19 di domenica sera. Lo si legge in una nota rilasciata all’Ansa in cui l’ex Ministro dichiara:

In spregio alla verità e al dovere di rendere un servizio pubblico, il tg3 delle ore 19.00 di questa sera ha mandato in onda un servizio con evidente contenuto diffamatorio ai miei danni. Non ho intenzione che una vita di sacrifici e impegno per il mio territorio venga descritta come esempio di malaffare. Provvederò contro questa calunnia con ogni azione legale interrogandomi sulla drammatica condizione dell’informazione pubblica italiana.

Il servizio di Francesca Lagorio è andato in onda intorno alle 19.20 e si occupava di politica e malaffare. La frase incriminata è la seguente [qui]:

L’ex ministro PDL Scajola già indagato sull’inchiesta madre sul porto di Imperia per associazione a delinquere con il costruttore Bellavista Caltagirone avrebbe dragato posti barca a cifre irrisorie.

Scritto da Angelo Amoretti

19 marzo, 2012 alle 9:35

Porto di Imperia: truffa gigantesca

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Pubblico due estratti dell’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di Francesco Bellavista Caltagirone e Carlo Conti emessa dal Gip Ottavio Colamartino, così arricchiamo il dossier:

Da: ilsecoloxix.it:

Da: repubblica.it:

Scritto da Angelo Amoretti

17 marzo, 2012 alle 0:44

Lettera del Sindaco: le dichiarazioni dei consiglieri

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Riporto le dichiarazioni dei consiglieri comunali Pasquale Indulgenza (Rifondazione Comunista), Carla Nattero (Sinistra per Imperia) e Giuseppe Zagarella (Partito Democratico) in merito alla lettera del Sindaco pubblicata sabato scorso:

P. INDULGENZA - RIFONDAZIONE COM.

Dopo aver letto la sua lettera aperta, di tono e contenuti molto diversi dai precedenti interventi, penso di comprendere che il Primo Cittadino si trovi personalmente in una eccezionale difficoltà, persino al di là di quanto abbia mai immaginato potersi determinare, e che queste sue ultime, dolenti parole rispecchino la condizione drammatica in cui viene oggi a trovarsi l’Amministrazione Comunale.
Mi auguro anche che il suo amor proprio, oltre che il ruolo che ha ricevuto per mandato, gli suggerisca di tornare su di esse e tenere una riflessione più profonda su come il suo impegno pubblico e istituzionale sia stato oggettivamente parte della stessa logica da cui ora sembra voler prendere le distanze, traendone le conseguenze che riterrà liberamente.
Ciò che invece in queste ore pesantissime mi preme prioritariamente, in qualità di esponente eletto di una forza di Opposizione, è capire che cosa intendono fare le altre rappresentanze di Minoranza. Chiedo perciò in primo luogo al PD, con cui fino ad oggi abbiamo condiviso una responsabilità comune nell’Assemblea cittadina, come intende muoversi. Specifico, perché non si possa equivocare: non in vista di intese di interesse unicamente elettorale, ma per capire quale sia, precisamente, la prospettiva per la quale si intende lavorare.
Noi comunisti imperiesi pensiamo, non da oggi, che la vicenda del porto turistico sia centrale, tanto è vero che sin dal 2002 (cioè, addirittura dall’approvazione del progetto preliminare che beneficiò di consensi pressoché unanimi) ci battiamo apertamente contro quello che abbiamo sempre giudicato un disegno sbagliato e foriero di esiti pesantissimi per la città in termini di impatto ambientale e sociale, ma essa – bisogna aver chiaro – non è la sola a meritare questa centralità, per gli Imperiesi.
In discussione c’è tutta la gestione del territorio, un preciso modello di sviluppo dello stesso, l’intera politica di governo locale tenuta dalle Destre in questi dodici anni: nelle scelte urbanistiche, nei servizi e in particolare in quelli sociali, in campo ambientale, sul piano economico e produttivo.
Imperia è stata maledettamente condizionata dal “più grande porto del mediterraneo”, ma Imperia non è solo questo: rimane da discutere, all’interno della nostra comunità. come possiamo ancora salvare paesaggio e beni comuni, quale pianificazione urbanistica decidiamo per contrastare efficacemente cementificazione e consumo di suolo, come rimettiamo in pista un vero sviluppo dell’agro-alimentare che realizzi opportunità occupazionali, come avviamo un turismo eco-sostenibile e intelligente, che cosa facciamo per la portualità commerciale e peschereccia, come tuteliamo il nostro bellissimo mare e gli arenili, quale politica culturale scegliamo di intraprendere per una valorizzazione non speculativa delle nostre straordinarie risorse e per dare un chance di futuro che non sia precarietà o peggio alla nostra gioventù.
E, insieme con tutto questo, come fronteggiamo l’attacco sempre più chiaro e intenso portato dai poteri criminali di stampo mafioso al nostro territorio e alla nostra convivenza. Un attacco capace di avvelenare in profondità il tessuto socio/economico e di minare irreparabilmente la tenuta democratica e civile, affermando le proprie logiche, grazie ad una grande capacità mimetica, sia in settori strategici dove avanza la trasformazione in senso privatistico che si sta imponendo che nelle ferite prodotte dalla precarizzazione del lavoro che monta per effetto del ‘combinato disposto’ di queste misure e della crisi.
Gli ultimi episodi riferibili a questa emergenza (l’incendio chiaramente doloso di Arma) e le parole con le quali il procuratore di Sanremo Cavallone annuncia il suo congedo, che mettono strettamente in relazione il contrasto alle pratiche criminali con la necessità di far emergere la corruzione pubblica, indicano quale sia il rischio gravissimo che stiamo correndo.
Il problema che dobbiamo porci – dico agli esponenti del PD – non è solamente locale, ma è una situazione complessiva della provincia di Imperia, che va inquadrata, prima che sia troppo tardi, in un’ottica di rigenerazione radicale, che non si fermi solamente ad un impegno di ordine morale o legalitario, o ad infittire il sistema dei controlli, (condizioni di certo necessarie), ma faccia finalmente i conti con il modello di sviluppo perseguito allegramente e cinicamente fino ad oggi, oggettivamente favorevole a speculazioni, illeciti profitti e iniziative di malaffare, e realizzi cambiamenti strutturali della gestione del territorio, ripristinando un esigibile primato del pubblico e del bene comune.
Dopo la mia sorpresa reazione alla notizia della visita nel carcere dove era stato da poche ore ospitato il Sig. Caltagirone di un illustre deputato del FLI, il collega Fossati ha avuto l’accortezzza di precisare subito di non aver condiviso quella iniziativa, criticandone, con riconoscibile accento liberale, le caratteristiche.
Penso che, a fronte del moltiplicarsi di simili fatti, tra cui, a quanto risulta, anche la venuta di un parlamentare del PD, sarebbe di grande utilità per i cittadini imperiesi ed il confronto democratico conoscere l’avviso in merito della dirigenza locale dello stesso Partito, unitamente ad un chiarimento tempestivo, non diplomatico o politicista, sulle scelte fondamentali da fare in città, dato che apparteniamo tutti ad una storia che non inizia certo qualche giorno fa con la notizia, pur clamorosa, di alcune misure cautelari a carico di persone inquisite da tempo.

Pasquale Indulgenza – capo gruppo P.R.C. al Comune di Imperia

G. ZAGARELLA - PD

La lettera del Sindaco dopo il terremoto del Porto di Imperia contiene due elementi di palese novità che non devono essere trascurati.
Le due grandi novità sono, a mio avviso, innanzitutto un vero e proprio “mea culpa”, molto simile ad uno “scusate, non avevo capito nulla e mi sono risvegliato in un incubo”.
La seconda è un SOS lanciato all’intero Consiglio Comunale per uscire dalle secche di una situazione di difficilissima gestione.
Quale risposta dovremmo dare a questa lettera?
Non dimentico, certo, che le parole di oggi escono dalla bocca di quello stesso Sindaco che a ottobre 2010, dimentico del suo ruolo di primo cittadino, leggeva le sue “liste di proscrizione” dal palchetto di una manifestazione in Calata Anselmi e ci additava come nemici della città da “buttare a mare”. Chissà, forse oggi, col senno di poi, probabilmente preferirebbe non aver proprio partecipato a quella improvvida quanto insulsa manifestazione.
Ma non posso non tener conto di un fatto, ovvero che proprio l’apparente desiderio di fare il Sindaco e di smetterla di far il “soldatino fedele” fa di quella lettera una vera bomba ad orologeria e risulta totalmente indigesta a un PDL che si è dimostrato in questi lunghi anni totalmente sordo al grido di allarme lanciato dalle opposizioni e profondamente ottuso ed inadeguato al grave compito di governare nell’interesse cittadino.
Una lettera di quel tenore, a due giorni dalla conferenza stampa col PDL che dichiarava la raggiunta ricompattazione delle forze di maggioranza, scritta in palese autonomia e all’insaputa del PDL, che come noi ha appreso dai giornali e che molto poco ne ha apprezzato i contenuti, presumibilmente nasce dal fatto che il Sindaco sa che i passi che dovrà fare sulla pesante partita portuale vedranno spaccata la sua maggioranza. La lettera del Sindaco è la confessione del fallimento di una intera linea politica che ha guidato la città negli ultimi 12 anni.
Il Sindaco sa che una parte del PDL, probabilmente quella che ha le maggiori responsabilità politiche delle scellerate scelte che han messo Caltagirone nelle condizioni di fare ciò che oggi gli viene contestato dalla Procura e dal GIP, quella che ancora oggi nelle trasmissioni televisive tenta di difendere l’indifendibile, non riuscirà mai a fare autocritica e smentire la linea portata avanti per anni dai vari Claudio Scajola o Luigi Sappa o Rodolfo Leone o Luca Lanteri, tutti ormai lontani dalla responsabilità di gestire il disastro da loro e dalle loro scelte acritiche provocato, e presumibilmente lui quella linea non vuole o non può più portare avanti.
Sa che quando si affronta un’avventura difficile occorre conoscere chi sono i compagni di viaggio e probabilmente sa che i suoi storici compagni di viaggio non sono o non saranno disposti a seguirlo, e sa anche che la partita portuale, tra le tante partite ahimé aperte in città e che vedono gli imperiesi tutti in enorme difficoltà è in assoluto la prioritaria, perché rischia di portare la città intera alla situazione di definitivo tracollo. Come sa che un commissario difficilmente avrà i poteri per traghettare la città fuori dalle secche.
Il gruppo PD in Consiglio Comunale ha dedicato anni di battaglie affinché l’interesse pubblico fosse il primo ed unico interesse da perseguire, lo ha fatto anche quando dire dei no significava essere additati dalla attuale e passata maggioranza come “contrari allo sviluppo ed al futuro”, lo ha fatto anche quando sapeva che certi temi di difficile comprensione per la loro complessità lo avrebbero penalizzato in campagna elettorale, lo ha fatto insieme a tutte le forze politiche cittadine di opposizione in maniera unitaria e convinta, e lo ha fatto perché leggendo le poche carte che gli veniva consentito di leggere aveva capito che rischiava di preannunciarsi una crisi economico sociale, con l’operazione porto, senza precedenti e di difficile sopportazione per una città che grazie ad una politica storicamente miope oggi è letteralmente in ginocchio.
Oggi il Sindaco si è risvegliato in un incubo e io non provo piacere, ma solo una grande amarezza per non essere stato minimamente ascoltato, ma il nostro primo ed unico obiettivo deve essere e per ciò che mi riguarda sarà sempre il bene della nostra città, a prescindere da casacche o colori politici.
In questo quadro ritengo che la cosa più giusta da fare sia ascoltarlo. Cercare di capire cosa ha i testa. Cercare di comprendere se la sua presa di posizione sia autentica e se vi siano, vedendo gli atti e leggendo le carte a cui non abbiamo ancora avuto accesso, possibili soluzioni da percorrere nell’esclusivo interesse cittadino.
Si scordi il Sindaco da parte mia o nostra appoggi “incondizionati” o acritici, sa bene che non ci appartiene quel metodo di lavoro.
Ma non sarò certo il PD a fare quello che Forza Italia ed il PDL han sempre fatto, ovvero portare avanti acriticamente e scioccamente posizioni finalizzate al puro interesse elettorale.
Faccia le sue proposte, pubblicamente, in Consiglio Comunale, e le valuteremo con grande attenzione.
Se proposte serie, percorribili, accoglibili, non ne ha, prenda atto della situazione e vada a dimissioni con geande onestà intellettuale.
Ma sappia che per ciò che mi riguarda tengo sempre a mente, indegnamente e nella piccola scala cittadina, il grande insegnamento di De Gasperi, che diceva “il politico guarda alle prossime elezioni. lo statista alle prossime generazioni.”

Giuseppe Zagarella – Capogruppo PD in Consiglio Comunale a Imperia

C. NATTERO - SINISTRA PER IMPERIA

E’ chiaro che Strescino si prepara a prendere decisioni pesanti e che, nonostante le dichiarazioni di facciata, pensa di non avere il completo appoggio della sua maggioranza.
Nasce da qui, cioè dalla gravità assoluta della situazione, sia per quello che sta emergendo dalle indagini della magistratura sia per lo stato più che preoccupante dei lavori del porto, il suo appello a tutto il Consiglio.
La prima cosa da rispondere è: convochi al più presto il Consiglio e il confronto tra le forze politiche avvenga alla luce del sole.
Alcune riflessioni immediate vorrei però anticiparle al Sindaco, all’attuale maggioranza e anche alle diverse forze che compongono la minoranza .
Non credo che la proposta di un “governissimo”, evocata dal sindaco tra le righe, possa rispondere ai problemi della città. Rendersi conto solo ora – come scrive il sindaco- della drammaticità della situazione, dopo sette anni di denunce dell’opposizione e dopo due anni dall’avvio della prima indagine sul porto, è il segno di una chiusura non solo sua personale ma del complesso della struttura comunale. Troppe diffuse sono state in questa vicenda le responsabilità e i silenzi, anche in tempi recenti. Serve davvero voltare pagina, serve una rottura di continuità. Perciò ritengo che la strada maestra per il sindaco sia quella delle dimissioni. Certo sarebbe una “crisi politica senza alternativa” in quanto porterebbe allo scioglimento del Consiglio. Ma vorrei osservare francamente che in una situazione gravissima come quella di Imperia il governo per un anno del commissario prefettizio, fino alle elezioni anticipate del 2013, non lo riterrei una sciagura ma un passaggio potenzialmente fecondo per riavviare su nuove basi l’attività amministrativa.
Capisco che il sindaco senta forte la sua responsabilità e non voglia che le sue dimissioni possano essere lette come una fuga. Penso allora, nel caso da noi auspicato che si arrivi al diniego della proroga, che ci possano essere le condizioni per discutere con un confronto chiaro e propositivo in Consiglio sulle scelte da fare sul futuro del porto turistico. Anche se non è detto che le ricette siano tutte uguali, perché noi in questi anni non abbiamo fatto soltanto una battaglia di legalità ma anche di merito: ne abbiamo sempre criticato il gigantismo, la residenzialità e abbiamo ricercato una maggiore differenziazione di funzioni all’interno del porto stesso. Dopo aver fatto rapidamente le scelte politiche e amministrative necessarie per il porto, messo un punto alla vicenda, il sindaco però deve dare le dimissioni, deve permettere ai cittadini di pronunciarsi nel 2013 e indicare la prospettiva per il futuro.

Carla Nattero – Sinistra per Imperia

Segnalo gli interventi di Giuseppe Fossati [FLI], Alessandro Gazzano [PDL] e Gianni Rollero [Con Imperia].
Invito anche a leggere le considerazioni di Giorgio Montanari [PD].

Scritto da Angelo Amoretti

12 marzo, 2012 alle 9:17