Archivio per tag ‘Imperia torrente Prino’

Cartoline da Clavi, frazione di Imperia

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Il Ponte di San Martino

Veduta del Ponte di San Martino sul Prino

Il Ponte di San Martino

Veduta dell’Oratorio di San Martino sul torrente Prino

Mi preme sottolineare che l’impegno verso le frazioni è costante, e grazie ai delegati sempre vigili ed attenti siamo diventati più puntuali nei nostri interventi.

Gianfranco Gaggero – Assessore alle Frazioni del Comune di Imperia – 20/06/2011

Sul sito del FAI si legge:

Ponte e Oratorio di San Martino, Clavi (Imperia)
7° bene più segnalato con 2.700 voti

Di grande rilevanza storica e artistica il ponte di pietra a schiena d’asino risale al XIII secolo e attraversa il torrente Prino. Il ponte, di proprietà del comune, dal 1998 presenta una crepa che ne minaccia la stabilità del ponte. L’oratorio di S. Martino è sulla sponda sinistra del torrente Prino, al di là del ponte che lo unisce all’abitato di Clavi e può avere avuto funzione di ricovero. L’oratorio è stato raggiunto da una frana scesa per le fasce dalla strada soprastante la collina. L’oratorio appartiene alla Diocesi.

AGGIORNAMENTO: i fondi messi a disposizione da Intesa Sanpaolo sono stati destinati all’oratorio di San Martino. Il progetto è stato redatto in accordo con la curia e la parrocchia di Torrazza ed è stato approvato dalla Soprintendenza. Le opere provvisionali di approntamento cantiere sono iniziate il 20 ottobre del 2006. La fine dei lavori è prevista tra maggio e giugno 2007.

Il restauro del ponte sarà invece a carico e sotto la responsabilità della Provincia di Imperia, che ha già finanziato i lavori e dato incarico professionale di progettazione.

Nel frattempo i lavori sono stati portati a termine e ricapitolando: il Ponte è del Comune, ma è stata la Provincia a metterlo a posto.
Non so chi debba occuparsi della cura, ma chiunque sia sarà meglio che si dia una mossa, prima che sia troppo tardi.
Ho riportato la frase dell’Assessore Gaggero perché non so quanto si sia dato da fare il delegato di frazione.
Avrei potuto riportare anche la frase del Sindaco Strescino che dal suo sito annuncia che “il 2011 sarà l’anno delle frazioni“, ma la sostanza non cambia.
Volete farvi un’idea dell’evoluzione del degrado del torrente Prino sottostante? Sul sito torrazza.it cliccate su “Il ponte” dal menù a sinistra e guardate le immagini.

Scritto da Angelo Amoretti

8 novembre, 2011 alle 12:35

Pubblicato in Ambiente

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A proposito di alluvioni

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Alberto Gabrielli, responsabile territorio e ambiente di Rifondazione Comunista di Imperia, mi ha inviato una mail contenente un sunto di considerazioni e spunti, in tema di alluvioni e cambiamenti climatici, per un eventuale discussione da svolgersi eventualmente anche sul mio blog e la pubblico con piacere.

(A)
L’atmosfera che rende unico il pianeta terra è come una pellicola sottilissima di domopack (pochi km di spessore) che avvolge un’ arancia (12.000 km di diametro).
Da svariati decenni abbiamo verificato che i consumi/sprechi di energia ne hanno modificato la composizione, in particolare a favore dei gas ad effetto serra.
L’ effetto serra determina un accumulo di energia che sconvolge gli equilibri termodinamici dell’ atmosfera: possenti trasformazioni di energia coinvolgono l’acqua atmosferica e provocano l’ improvvisa condensazione di enormi masse di vapore in acqua liquida in contemporanea con violenti spostamenti di masse d’ aria.
Il clima, dunque, è cambiato: “fenomeni” come le tempeste tropicali, i monsoni, i tornado, si sono intensificati, in frequenza e violenza, nella fascia intertropicale, e si sono estesi alle fasce temperate, per milioni di anni caratterizzate da una distribuzione delle precipitazioni su 10-11 mesi con due picchi (primaverile ed autunnale). Anche in queste zone lunghi periodi di marcata siccità e temperature elevate, si alternano a periodi di precipitazioni e tempeste intense.
Punto.

(B)
Il territorio (Italiano, in particolare) con la rivoluzione agricola dell’ anno mille è stato affidato alla gestione dei contadini con la sovraintendenza, spesso, di sovrani illuminati (Medici, Borboni o Savoia che fossero). La conoscenza contadina ha così accumulato saperi teorici e pratici in grado di offrire la maggiore sicurezza alle persone, agli animali, alle colture, pur con i pochi mezzi e la semplice tecnologia disponibile: ponti, strade, acquedotti, villaggi e città hanno attraversato indenni le avversità naturali (talora persino i terremoti), mentre soccombevano alla demenza delle guerre e degli stermini. In liguria, in particolare, si è fabbricato per secoli al sicuro dai corsi d’ acqua lasciati liberi di esondare in aree dove la vegetazione riparia rallentava la velocità dell’ acqua e quindi l’ erosione. Persino i Mulini ed i Frantoi, per definizione obbligati a stare presso i corsi d’ acqua, si mantenevano a distanza di sicurezza approvvigionandosi dell’ acqua con le necessarie canalizzazioni. Poi abbiamo cominciato a intubare, tombinare, canalizzare, coprire, strozzare, rii, ruscelli, fiumi e torrenti e ci abbiamo costruito sopra via Ferreggiano o Viale Brigate Partigiane, come tutte le vie di tutte le città ed i paesi della costa Ligure, dove nessun corso d’ acqua minore è più visibile e dove, con incredibile stupidità, abbiamo spaventosamente ristretto gli alvei proprio dove la logica imporrebbe il loro massimo ampliamento, cioè le ultime centinaia di metri prima della foce.

(C)

(A)+ (B) = (C): Morti, distruzioni, miliardi di € di danni ogni anno.

(D)

Perché ? “E’ il mercato, bellezza, non dirmi che non te lo avevano detto…”
Facile fare il tiro al piccione dando la colpa alla politica, ai sindaci, ai commissari, ai prefetti,…. : ahimè non è così semplice. Certamente, però, è colpa di quella politica e di quei politici che hanno affidato le sorti dell’ umanità alle “logiche” del mercato. E di quei moltissimi cittadini che piangono i loro danni… ma mai che passi loro per la testa di fare una scelta contro il capitalismo e contro il mercato. Nel peggiore dei casi si affidano a chi scientificamente persegue l’ obiettivo di aumentare i profitti privati contro l’ interesse collettivo, quella destra pericolosa, criminale e volgare dei Piani casa, delle lottizzazioni, delle grandi opere, dei condoni, delle Varianti delle Varianti ai piani urbanistici; nell’ altro caso (impossibile chiamarlo “migliore” anche solo per contrapporlo al primo), si affidano a chi ideologicamente ritiene che il mercato capitalistico e la sua crescita infinita di consumi – e di suolo in primis -, sia il modello unico possibile: quella sedicente “sinistra” dei porticcioli, delle TAV, delle centrali nucleari (do you remember Renzi ?) ; quella “sinistra” sinistra cui al solo sentir nominare Marx, o la lotta di classe, o il Comunismo, viene l’ orticaria, preferendo parlare di “violenza” per l’ esasperazione di piazza e di “improprie pratiche di mercato” per le transazioni a brevissimo di enormi liquidità di denaro; di essenziali corridoi logistici per le grandi opere e di “facinorosi” che vi si oppongono; quei sinistri che invitano alla delazione degli indignati verso gli arrabbiati, mentre strizzano l’ occhio ai progetti di copertura del torrente Impero (per restare nella mia città).

E con tale strizzata d’ occhio il cerchio si chiude, con le prossime alluvioni, i prossimi morti, le prossime condanne dei “violenti” i prossimi inviti alla delazione, i prossimi piani regolatori, i prossimi piani di regolazione del mercato, facendo finta di non sapere che esso – il mercato – è il braccio armato del capitalismo finanziario, cioè delle alluvioni.

Alberto Gabrielli
Responsabile territorio e ambiente Partito della Rifondazione Comunista
Federazione Provinciale di Imperia

Imperia 5 novembre 2011

Ci aggiungo una cosa che ho letto qui perché ogni territorio ha aspetti diversi: a Genova e alle Cinque Terre ci sono stati morti per colpa del cemento, ma anche per l’incuria del terreno. Da noi cementificazione selvaggia significa anche deturpazione del terreno e se tutto  rimanesse come è adesso e dovesse piovere come ha piovuto nel Levante, chissà quali danni ci sarebbero. Ecco perché ho il chiodo fisso della pulizia dei torrenti.

Nel 1933, dieci giorni dopo essersi insediato alla Casa Bianca, Franklin Delano Roosevelt predispose, per uscire dalla “grande crisi” del 1929, un ampio progetto per impiegare un esercito di giovani disoccupati al lavoro nelle foreste. Nell’estate del dello stesso anno 300mila americani, celibi, dai 18 ai 25 anni, figli di famiglie assistite, erano nei boschi, impegnati nei lavori di difesa del suolo che da molti anni erano stati trascurati.
Negli anni successivi, in varie campagne, due milioni di giovani lavoratori, complessivamente, piantarono 200 milioni di alberi, ripulirono il greto dei torrenti, prepararono laghetti artificali per la pesca, costruirono dighe, scavarono canali per l’irrigazione, costruirono ponti e torri antincendio, combatterono le malattie dei pini e degli olmi, ripulirono spiagge e terreni per campeggi. Nell’aprile 1935 fu creato il Soil Conservation Service col compito di difendere il suolo, anche se era di proprietà privata, per conto della collettività.

Chi vuole schiarirsi le idee faccia un giro in Caramagna e in Valle Prino e non ci sarà bisogno di aggiungere altro.

Scritto da Angelo Amoretti

6 novembre, 2011 alle 10:58

Pulizie dei torrenti in ritardo per colpa della burocrazia

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A seguito delle segnalazioni dell’ecologista Giuseppe Franciosi (che saluto con affetto) ieri sera il TG3 Liguria delle 19.30 ha dedicato un servizio sullo stato in cui versa il torrente Caramagna.
E’ stato intervistato anche l’Assessore all’ambiente, Giovanni Amoretti, che ha detto:

Abbiam dovuto aspettare gli equilibri di bilancio che sono arivati purtroppo in estate inoltrata. Questo ha causato un ritardo succeduto dal fatto che abbiamo dovuto espletare una gara d’appalto perché comunque gli importi superavano i 100.000 euro e quindi siamo arrivati a questo punto.

Ma stiamo comunque rispettando gli obiettivi, precisa Amoretti. Il Rio Allende è stato appena pulito ai Piani di Imperia e la settimana prossima toccherà al Caramagna” aggiunge l’inviata  Lucia “Indiana Jones” Pescio (che saluto con stima).

Lucia Pescio

Ora vorrei che qualcuno mi spiegasse dove è di preciso il Rio Allende perché non riesco proprio a trovarlo.
L’Assessore Amoretti, invece, dovrebbe spiegare che tipo di pulizia è stata fatta al Torrente Prino ai Piani.
E’ stato gentilissimo nello spiegare i perché dei ritardi, ma ci sarebbe bisogno di più chiarezza per quanto riguarda i tratti che sono stati puliti e quelli che ancora devono esserlo.
L’anno scorso aveva raccontato una bugia, forse a causa del fatto che non conosce bene la zona, affermando che il Torrente Prino era stato pulito fino al Ponte di Clavi, invece le canne erano state tagliate per un tratto fino al Ponte dei Coppi Rossi: un tantino più a valle.
Ci sarebbe poi da segnalare il degrado del Rio Ciapà, affluente di destra all’altezza del ponte dei Coppi Rossi, che qualche anno fa si era portato via mezza casa di due anziani signori che abitano lì. Da allora ogni anno le canne venivano tagliate: quest’anno, nisba.

Scritto da Angelo Amoretti

31 ottobre, 2011 alle 14:00

Nuova colata di cemento in arrivo [II]

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Ieri La Stampa ha pubblicato un servizio sullo svincolo dell’Aurelia Bis e il viadotto di Garbella. I residenti hanno creato un comitato e stanno raccogliendo firme affinché quello scempio non s’abbia da fare.
Ancora prima che l’articolo uscisse, l’assessore Gianfranco Gaggero aveva rilasciato una dichiarazione seguita poi da un’altra di Giuseppe Fossati, su Sanremonews.
Mi stupisce che Gaggero dica che “non è facendo i comitati e andando sui giornali che si risolvono questi problemi, anzi a volte accade proprio il contario” perché se ha seguito un po’ la vicenda della centrale a biomasse di Barcheto avrà capito che a volte andare sui giornali e creare comitati serve eccome.
Giuseppe Fossati invece mi ha strappato un sorriso perché – e sono certo che non ci abbia messo malizia – quando parla dell’acronimo anglosassone “banana”. che per molti italiani significa ben altra cosa, che inizia sempre per “B”, ma molto più breve.
Detto questo, e aggiungendo che anche a mio avviso l’Aurelia Bis sia di fondamentale importanza, la domanda è: si può o no evitare quello scempio? Siamo sicuri che non ci siano alternative più convenienti e con meno impatto ambientale?

Servizio su La Stampa
Aurelia bis, lo svincolo preoccupa i residenti

Timori e proteste nelle zone di Prino e Garbella per il progetto dello svincolo dell’Aurelia bis che dovrà bypassare il centro di Imperia e collegare direttamente il ponente della città con il Golfo Dianese. La preoccupazione è per l’ambiente e per il paesaggio che rischierebbe, secondo i promotori di una petizione che ha raccolto in pochi giorni 300 firme, di essere deturpato.
«Cinque anni fa siamo andati in Comune ed esisteva già un preliminare simile all’attuale; la Giunta Sappa ci aveva garantito che lo sfogo naturale dello svincolo sarebbe stato via Littardi», dice Anna Maria Lombardi. Invece i preliminari di oggi dicono un’altra cosa: «Dove c’è lo svincolo dell’A10 dovrebbe sorgere una mega rotonda che convoglierà via Littardi, l’Autofiori e la nuova Aurelia bis proveniente da Oneglia. Da qui partirà poi il raccordo con l’Aurelia con un cavalcavia sul torrente e 400 metri di strada lungo la sponda destra che saranno sopra elevati rispetto l’attuale argine», spiega Marco Pedemonte, uno dei portavoce della protesta.
I residenti della zona vogliono l’Aurelia bis e vedono di buon occhio anche la rotatoria vicino allo svincolo di Imperia Ovest «che darebbe maggiore sicurezza», ma preferirebbero che sfociasse in via Littardi, senza un nuovo ponte e senza costruire rampe e raccordi sul versante di Poggi. «Così come progettata l’opera servirà a poco e cancellerà il verde che c’è ora a Garbella danneggiando l’ambiente. La sponda destra del Prino in certi tratti è ancora incontaminata e vorremmo restasse tale», dicono Stefano Chiusano e Gianfranco Vergnano.
I carotaggi per la nuova opera sarebbero già stati completati nei giorni scorsi tanto che il progetto attenderebbe soltanto il benestare da parte dell’Anas. Chi vive nella zona di via Littardi, vorrebbe vedere migliorata già oggi la viabilità: «è un tratto molto pericoloso, una parte del marciapiede non c’è più e per difendere i pedoni ci sono dei paletti, ma da qui chi va verso le spiagge già oggi rischia», dice Lucia Milano.
Alle preoccupazioni degli abitanti della zona Prino e Garbella, risponde l’assessore alle Grandi Opere, Gianfranco Gaggero:«L’Aurelia bis è l’infrastruttura più importante per la nostra città, dopo il raddoppio della ferrovia. A suo tempo il ministro Scajola impose questo progetto fondamentale per l’avvenire di Imperia e non solo, ora è stata finanziata soltanto la progettazione definitiva, curata in toto dall’Anas. Io e l’assessore Lanteri lavoriamo sodo per portare a casa questo progetto: se l’Anas trovasse ostacoli per realizzarlo si rischia che tutto vada a monte». Ci sono però dei paletti da rispettare altrimenti l’intera opera potrebbe non essere realizzata: «Conosciamo bene il nodo cruciale del Prino e della zona di Garbella e faremo sì che non si dia danno inutile né all’ambiente né ai privati a meno che non sia estremamente necessario. Abbiamo già chiesto e ottenuto che l’Aurelia bis passi alla stessa altezza del casello ora vorremmo che dalla nuova rotonda che sarà creata vicino allo svincolo, la bis si colleghi con l’Aurelia sfruttando via Littardi. Faremo di tutto per portare a casa questa soluzione. L’amministrazione Strescino sta lavorando per questo, siamo a disposizione di chi vuol dare il proprio contributo e al momento opportuno faremo degli incontri per illustrare l’opera, ora l’Anas sta ancora delineando il progetto definitivo».

Diego Marrese – La Stampa, 18 luglio 2010

Intervento di Gianfranco Gaggero
Viadotto sul Prino, Gaggero: “Aurelia bis è opera necessaria”

“Faremo tutto il possibile per venire incontro alle esigenze del territorio e dei residenti, ma senza rischiare di far spezzare la corda che tiene in mano l’Anas”. Parola dell’assessore ai lavori pubblici e alle grandi opere del comune di Imperia Gianfranco Gaggero (foto) che ha rilasciato a Sanremonews una intervista sul caso che sta infiammando la val Prino. I residenti riuniti in un comitato, infatti, respingono l’ipotesi di un viadotto di collegamento tra via Littardi e la sponda destra del Prino per il completamento dell’Aurelia-bis, nel tratto che dovrà collegare Diano Marina con l’estrema periferia ovest del capoluogo. “In gioco c’è -ha detto Gaggero – il futuro della nostra città, perchè l’Aurelia-bis con la ferrovia è l’infrastruttura più importante per Imperia, altrimenti il centro resterà sempre imbrigliato nel traffico. Si tratta di un’opera fortemente voluta dal ministro Scajola e non possiamo permetterci il lusso di perderla”. Motivo del braccio di ferro tra residenti e amministrazione è la progettazione da parte di Anas di un viadotto di collegamento dalla rotonda (pacificamente accettata) che nascerà in corrispondenza allo sbocco della nuova arteria in corrispondenza con lo svincolo autostradale e la sponda destra del Prino. Palazzo comunale ha individuato una soluzione alternativa che consiste in una bretella e in una rotonda che andrebbe a sfociare in via Littardi davanti al comando della Polizia stradale. “Purtroppo, però -spiega Gaggero – non avrebbe le caratteristiche dell’Aurelia -bis alle quali l’Anas deve sottastare. Un esempio? I 30 accessi laterali diretti che non ci possono essere in un tracciato di quel tipo che soggiace a norme nazionali e che costringerebbero a una rivoluzione complessiva della viabilità di tutta la zona”. “Come amministrazione -incalza Gaggero – abbiamo l’obbligo morale e amministrativo di fare di tutto per non perdere l’opera e abbiamo ben chiaro il danno ambientale e le preoccupazioni dei privati coi quali ci stiamo incontrando e siamo disponibili a farlo ancora tante e tante volte”. A Gaggero, poi, non è andata giù l’istituzione di un comitato:”Non è facendo i comitati e andando sui giornali che si risolvono questi problemi, anzi a volte accade proprio il contario”. ” Noi in ogni caso, conclude Gaggero ci impegnamo a percorrere tutte le strade che ci sono e anche quelle che non ci sono per risolvere il problema, non perdere l’Aurelia bis e non incidere sull’ambiente e sui residenti”.

Diego David – Sanremonews, 17 Luglio 2010

Intervento di Giuseppe Fossati

“Quale capogruppo del PdL, ritengo doveroso da parte mia intervenire in merito al dibattito apertosi in relazione al tracciato della futura Aurelia Bis di Imperia”. E’ Giuseppe Fossati che spiega il suo punto di vista sul tracciato dell’Aurelia Bis ad Imperia.
“Al riguardo, da amministratore e da cittadino, non posso che evidenziare come occorra prendere tutti coscenza che la realizzazione di tale opera è indispensabile per lo sviluppo della nostra città e per migliorare la qualità della vita dei nostri concittadini.
Imperia non potrà mai risolvere i problemi di traffico che la caratterizzano e che sono sotto gli occhi di tutti, se non saprà e potrà dotarsi di una arteria viaria a monte che, con svincoli in ogni valle, potrà liberare il centro cittadino da gran parte del traffico, anche di mezzi pesanti.
Certo, è opportuno che la progettazione sia portata a termine nel confronto con i cittadini residenti nelle zone interessate ma, credo sia opportuno che, di fronte ad un’opera di tale importanza e che ha ricadute positive sulla vita di ciascun imperiese, si rifugga dalla politica che gli anglosassoni definiscono del nimby (Not In My Back Yard, lett. ‘Non nel mio cortile’). Un’importante opera pubblica, fondamentale e strategica per un territorio, purtroppo spesso è ‘nel cortile’ di qualche cittadino che, comprensibilmente, si oppone alla sua realizzazione.
E’ compito della politica, in collaborazione anche con i comitati dei cittadini, cercare di limitare al minimo e, possibilmente, evitare pregiudizi non indispensabili per i ‘cortili’ interessati. Certo, bisogna fare attenzione a che il necessario dibattito e confronto con tutti, comitati in testa, non porti alla degenerazione del ‘nimby’ che gli anglosassoni definiscono che l’acronino ‘banana’ che sta per Build Absolutely Nothing Anywhere Near Anything (lett. ‘Non costruire assolutamente nulla in alcun luogo vicino a qualunque cosa’)”.

A. Gu. – Sanremonews, 18 Luglio 2010

Scritto da Angelo Amoretti

19 luglio, 2010 alle 10:24

Nuova colata di cemento in arrivo

20 commenti al post

C’è in progetto di costruire un nuovo ponte sul torrente Prino, come potete vedere nella planimetria [cliccate sull'immagine per ingrandirla]

Il ponte servirà, secondo chi ha avuto l’idea geniale di progettarlo, a far confluire il traffico dall’autostrada all’Aurelia Bis. Ovviamente sull’argine destro a partire più o meno dalle parti dell’impresa Magurno, nei pressi del campetto di calcio, sorgerà una sopraelevata, parallela a via Ballestra che andrà a confluire in una futura rotonda, in Garbella. La colata di cemento farà scomparire del tutto quel poco di verde che ancora è nella zona. Gli abitanti si stanno già mobilitando raccogliendo firme per impedire l’eventuale scempio.

Scritto da Angelo Amoretti

14 luglio, 2010 alle 19:28

Miasmi dal torrente Prino [II]

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Come volevasi dimostrare: i miasmi provenienti dal torrente Prino la notte tra il 16 e 17 dicembre scorso non hanno infastidito solo gli abitanti di Clavi, ma anche quelli dei comuni più a monte. Tant’è vero che il sindaco di Prelà, Eliano Brizio, ha detto che se non si tratterà di un episodio isolato promuoverà “nuovi controlli a tappeto“.
La notizia è riportata da Il Secolo XIX di oggi, 18 dicembre 2008, e ci sono alcune cose poco chiare:
1) “Sul posto sono accorsi i carabinieri di Dolcedo sollecitati dal sindaco di Prelà, Eliano Brizio“.

Dov’è il posto, esattamente?
Se l’intervento è stato sollecitato dal sindaco Brizio significa che l’origine del guaio potrebbe essere a Prelà.

2) Le esalazioni potrebbero essere state causate da “una rottura di una tubazione in una delle fabbriche presenti in zona“.

La supposizione mi sembra piuttosto lontana dalla realtà: quando si sentono quegli odori significa che si è rotta una tubazione? Allora chi la fa posare cambi fornitore e montatore perché si rompe troppo di sovente.

Scritto da Angelo Amoretti

18 dicembre, 2008 alle 16:25

Miasmi dal torrente Prino

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Ci risiamo: quando piove e il torrente ingrossa un po’, almeno fino a Clavi si sente uno strano odore che mi ricorda molto quello che si sente ogni tanto in via Littardi, dalle parti della fabbrica vicino alla chiesetta e al campeggio.
Prende gli occhi e la gola ed è veramente fastidioso.
Sono quasi certo che tale situazione sia causata dagli scarichi dei frantoi perché l’odore mi ricorda molto quello che a volte proveniva dalla raffinazione dell’olio di oliva.
I furbacchioni lo fanno di sera tardi, in modo che siano in pochi ad accorgersene, ma non sanno che quell’odore penetra nelle case e permane a lungo in paese.
I suddetti furbacchioni probabilmente hanno le spalle copertissime perché è da anni che fanno questo lavoro “sporco” e non mi risulta che siano stati presi provvedimenti.
Probabilmente la questione non riguarda direttamente il Comune di Imperia, ma faccio un appello al consigliere dei Verdi, Gabriella Badano, affinché, eventualmente in un question time, chieda all’Assessore all’Ambiente di fare due indagini per sapere con esattezza chi provoca questo disagio.
Sarebbe anche ora che l’Asl sguinzagliasse qualcuno a controllare. E per favore: non mi si venga a dire che è un falso allarme o che il fatto non sussiste perché siamo in molti, stasera, ad aver percepito quegli sgradevoli “profumi”.
Peraltro era già successo e ne avevo scritto qua e qua.
Il tempo passa, ma le cose non cambiano, purtroppo.

Scritto da Angelo Amoretti

17 dicembre, 2008 alle 0:11