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Torna l’incubo del bavaglio ai bloggers

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Non c’è niente da fare: il governo più liberale degli ultimi 150 anni vuole metterci a tacere e il bello è che il presidente del consiglio continua a lamentarsi di vivere in uno stato di polizia. Lui e tutti i suoi servi sarebbero ben felici di poterci negare la libertà di scrivere: ci vogliono mettere nella condizione di lasciar perdere perché un conto è essere blogger che scrive per una testata giornalistica, l’altro è esserlo per conto proprio, magari a livello locale. Per i primi pagare le multe è uno scherzo, per gli altri diventa un tantino più complicato.
Per saperne di più vi invito a leggere il post di Guido Scorza su Wired e quello di Antonio Di Pietro sul suo blog.

Scritto da Angelo Amoretti

26 settembre, 2011 alle 15:40

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Scritto da Angelo Amoretti

27 luglio, 2010 alle 12:36

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No legge bavaglio alla rete

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Al Presidente della Camera, On. Gianfranco Fini
Al Presidente della Commissione Giustizia della Camera dei Deputati On. Giulia Bongiorno
Ai Capi-gruppo alla Camera dei Deputati
A tutti i Deputati

La decisione con la quale, lo scorso 21 luglio, il Presidente della Commissione Giustizia della Camera, On. Giulia Bongiorno, ha dichiarato inammissibili gli emendamenti presentati dall’On. Roberto Cassinelli (PDL) e dall’On. Roberto Zaccaria (PD) al comma 29 dell’art. 1 del c.d. ddl intercettazioni costituisce l’atto finale di uno dei più gravi – consapevole o inconsapevole che sia – attentati alla libertà di informazione in Rete sin qui consumati nel Palazzo.
La declaratoria di inammissibilità di tali emendamenti volti a circoscrivere l’indiscriminata, illogica e liberticida estensione ai gestori di tutti i siti informatici dell’applicabilità dell’obbligo di rettifica previsto dalla vecchia legge sulla stampa, infatti, minaccia di fare della libertà di informazione online la prima vittima eccellente del ddl intercettazioni, eliminando alla radice persino la possibilità che un aspetto tanto delicato e complesso per l’informazione del futuro venga discusso in Parlamento.
Tra i tanti primati negativi che l’Italia si avvia a conquistare, grazie al disegno di legge, sul versante della libertà di informazione, la scelta dell’On. Bongiorno rischia di aggiungerne uno ulteriore: stiamo per diventare il primo e l’unico Paese al mondo nel quale un blogger rischia più di un giornalista ma ha meno libertà.
Esigere che un blogger proceda alla rettifica entro 48 ore dalla richiesta – esattamente come se fosse un giornalista – sotto pena di una sanzione fino a 12 e 500 mila euro, infatti, significa dissuaderlo dall’occuparsi di temi suscettibili di urtare la sensibilità dei poteri economici e politici.
Si tratta di uno scenario anacronistico e scellerato perché l’informazione in Rete ha dimostrato, ovunque nel mondo, di costituire la migliore – se non l’unica – forma di attuazione di quell’antico ed immortale principio, sancito dall’art. 19 della dichiarazione Universale dei diritti dell’Uomo e del cittadino, secondo il quale “Ogni individuo ha il diritto alla libertà di opinione e di espressione, incluso il diritto di non essere molestato per la propria opinione e quello di cercare, ricevere e diffondere informazioni e idee attraverso ogni mezzo e senza riguardo a frontiere”.
Occorre scongiurare il rischio che tale scenario si produca e, dunque, reintrodurre il dibattito sul comma 29 dell’art. 1 del ddl nel corso dell’esame in Assemblea, permettendo la discussione sugli emendamenti che verranno ripresentati.
L’accesso alla Rete, in centinaia di Paesi al mondo, si avvia a divenire un diritto fondamentale dell’uomo, non possiamo lasciare che, proprio nel nostro Paese, i cittadini siano costretti a rinunciarvi.

Guido Scorza, Presidente Istituto per le politiche dell’innovazione

Vittorio Zambardino, Scene Digitali

Alessandro Gilioli, Piovono Rane

Arianna Ciccone, Festival Internazionale del Giornalismo e Valigia Blu

Filippo Rossi Direttore, Ffwebmagazine e Caffeina magazine

Claudio Messore, Byoblu

Stefano Corradino, Articolo 21

Luca Conti, Pandemia

Fabio Chiusi, Il Nichilista

Daniele Sensi, L’AntiComunitarista

Wil Nonleggerlo, Non leggere questo Blog!

Valigiablu.it

Cliccando sul link si può firmare online; per chi ha un account su Facebook clicchi qui e poi su “Mi piace”: così facendo aderirà automaticamente all’iniziativa.

Scritto da Angelo Amoretti

24 luglio, 2010 alle 11:46

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No alla legge bavaglio [III]

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Buon successo della manifestazione di ieri in Piazza De Amicis.
Se si considera che faceva un caldo incredibile e che sulla piazza non c’è un albero – dico uno – a fare un po’ di ombra; che la manifestazione si è svolta in una città che già di per se è imbavagliata, si può dire che contare circa duecento persone è stata una bella soddisfazione.
A dire il vero mi aspettavo qualche liberale in più: non di quelli veri, ma di quelli che si strappano i capelli per la libertà che però è una libertà variabile: se serve a loro va bene, altrimenti no. Come per la libertà di stampa e di informare, per capirci.
Evidentemente sono contenti così: a molti di loro basterà l’informazione di Minzolini, Fede, Belpietro e Feltri.
Hanno tenuto un breve discorso alcuni rappresentanti delle Associazioni e dei Circoli che hanno aderito; l’attore Franco Carli e Vittorio Coletti (che vedete nella foto scattata da Giorgio del Circolo Falcone e Borsellino di Imperia e Golfo Dianese), professore universitario che scrive su Repubblica.

Imperia: no al bavaglio

Un bel pomeriggio in cui si è respirata un po’ d’aria di speranza.

Scritto da Angelo Amoretti

2 luglio, 2010 alle 10:18

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No alla legge bavaglio [II]

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Domani pomeriggio alle 18 sarò in Piazza De Amicis per manifestare contro la legge bavaglio.
Ci sarò perché anche il presidente dell’Autorità garante Francesco Pizzetti dice che è in pericolo la libertà di stampa e Francesco Siddi, segretario della Federazione Nazionale Stampa Italiana afferma che “viviamo una stagione pericolosa: l’informazione non può avere un’agenda dettata dal Governo o da altri poteri“.
Ci sarò perché se fosse già stata legge, non avremmo saputo niente della casa di Scajola a Roma, della truffa dei bond Parmalat e degli intrallazzi di Moggi con gli arbitri, per fare giusto tre esempi. Per non parlare di mafiosi e delinquenti che solo in specificati casi potranno essere intercettati.
Ci sarò perché abbiamo il diritto di essere informati e di informarci. Questo decreto non riguarda solo i mezzi di informazione tradizionali: riguarda anche i blog che nel decreto sono considerati tali e quali a una testata giornalistica. Ma un blog generalmente è curato da una sola persona, non da una redazione. Eppure anche io, nel caso dovessi dare una notizia falsa presa altrove, avrei tempo 48 ore per smentirla, altrimenti beccherei 12.000 euro di multa. Lo sanno tutti che un blogger scrive per passione e non è sempre lì a controllare, come succede in una redazione sette giorni su sette. Il problema siamo anche noi e cominceranno proprio dai piccoli. Noi che cerchiamo di fare informazione locale saremo tra i primi a essere colpiti e, intimoriti, eviteremo di parlare di questo e quest’altro.
Per questo domani sarò in piazza insieme alle numerose associazioni che hanno aderito, con la speranza di vedervi in molti.

Scritto da Angelo Amoretti

30 giugno, 2010 alle 17:03

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No alla legge bavaglio

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In occasione della grande mobilitazione nazionale indetta per il primo luglio contro la “Legge Bavaglio”, in difesa dell’articolo 21 e di tutti i Diritti sanciti dalla Costituzione, l’Associazione Culturale ApertaMente ha lanciato un appello prontamente accolto da rappresentanti del mondo della cultura, associazioni, partiti e sindacati perché anche i democratici di Imperia possano partecipare e manifestare il proprio dissenso.
Hanno dato la loro adesione A.N.P.I. Comitato Provinciale, A.R.C.I. Provinciale, Associazione Casa Africa di Imperia, Associazione Cassandra, Associazione Italiana Amici di Raoul Follereau-A.I.FO, Associazione Liberamente, C.G.I.L. di Imperia-Camera del Lavoro, Carlo Senesi-pittore e scenografo, Circoli del Partito Democratico di Imperia, Circolo IdV “Falcone & Borsellino” di Imperia e Golfo Dianese, Circolo Itinera, Federazione VERDI della provincia di Imperia, Franca Natta-formatrice, Garabombo l’Invisibile, Giovani Democratici di Imperia, Hamza Piccardo, La Talpa e l’Orologio, ImperiaParla-blog, Legambiente-Circolo di Imperia, Libera-Nomi e numeri contro la mafia, Lo Spazio Vuoto-Laboratorio Teatrale, Marino Magliani-scrittore, Muovileidee-blog, Neri Battistin-scrittrice, S.E.L.- Sinistra Ecologia e Libertà.

I firmatari del manifesto “No alla Legge Bavaglio-Difendiamo la Costituzione”, che sarà affisso in questi giorni nelle vie di Imperia, rivolgono l’invito a tutti coloro che intendono partecipare a incontrarsi in Piazza De Amicis, giovedì 1 luglio alle ore 18.

Chi intendesse aderire può inviare una e-mail a apertamente1@virgilio.it

ApertaMente Imperia

Scritto da Angelo Amoretti

28 giugno, 2010 alle 8:48

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La legge bavaglio colpira’ anche ImperiaParla [II]

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Leggete il post di Giorgio Montanari.

Scritto da Angelo Amoretti

17 giugno, 2010 alle 12:44

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La legge bavaglio colpira’ anche ImperiaParla

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Non listo a lutto il blog, ma se la legge bavaglio passerà, anche i miei miei blog avranno vita dura.
Per capire come potrebbe essere aggirato questo scandalo, riporto l’articolo di Federico Mello su Il Fatto Quotidiano di oggi:

Sarà possibile ‘linkare’ gli atti processuali riportati integralmente su siti e blog stranieri

Approvata la legge sulle intercettazioni, parlamentari e uomini di governo adesso possono iscriversi a un bel corso di informatica. Sarà in Rete che troveranno spazio notizie e documenti vietati dal bavaglio italiano. Silvio Berlusconi, che voleva una norma ancora più dura, “non sa navigare sul Web” – come ha confessato il fido Mario Valducci – e non ha messo in conto che nell’epoca della comunicazione digitale, è impossibile imprigionare informazioni dentro confini geografici. Come potrà la Rete venire in aiuto a organi di stampa e blog che vogliono informare? Tutto è affidato a siti internazionali che potranno pubblicare intercettazioni e atti d’indagine. Gli organi d’informazione e i blog italiani potranno linkare documenti e, avvalendosi del diritto di cronaca, dare le notizie.

Aprire un sito. Aprire un sito Internet è un’operazione ormai alla portata di tutti. È sufficiente acquistare o affittare spazio su un server e installare un apposito software per la pubblicazione di pagine Web. In Italia si può naturalmente scegliere anche un server straniero: dall’India alla California sono migliaia le aziende che con un centinaio di euro all’anno offrono assistenza h24 e spazio illimitato.

Siti Web all’estero. Non è sufficiente che il server di un sito sia all’estero per non dover sottostare alla legislazione italiana. Come indicato dalla direttiva europea sul Commercio elettronico, fa fede invece la residenza dell’editore (o del singolo) a cui è intestato lo spazio sul server e il nome di dominio (ovvero l’indirizzo web).

Intercettazioni all’estero. L’editore di un sito (cittadino o società) di uno Stato estero che ha i server ubicati fuori dall’Italia, non deve sottostare alla legge sulle intercettazioni. Singoli blogger, testate online, portali web di quotidiani non italiani, potranno tranquillamente pubblicare intercettazioni e atti di inchieste italiane.

Cosa riportare. Cosa possono riportare le testate italiane di un’intercettazione vietata in Italia e pubblicata da un sito web all’estero? Se per esempio, il blocco delle intercettazioni fosse già in vigore, i giornali cosa avrebbero potuto raccontare degli imprenditori della cricca che ridevano la notte del terremoto? “Se fosse apparsa su siti esteri, i giornali italiani avrebbero potuto dare la notizia – ci dice Valerio Onida, presidente emerito della Corte costituzionale – La stampa ha il diritto di informare, una norma che vietasse di dare la notizia, sarebbe incostituzionale”. Per fare un altro esempio, ipotizzando un nuovo caso Scajola, con intercettazioni pubblicate all’estero si potrebbe scrivere: “Il tale portale di news, riporta che secondo un’intercettazione telefonica la casa del tale uomo politico sarebbe stata pagata da terzi”.

Come collegarsi dall’Italia. Nel mare magno della Rete potrebbero proliferare in maniera esponenziale atti e intercettazioni italiane pubblicati all’estero. Per districarsi in questa selva oscura bisogna affidarsi all’attendibilità di testate giornalistiche o blog, che potranno linkare pagine web dove sono pubblicati documenti che interessano ai propri lettori. Un link, infatti, non è una “pubblicazione” ma una “segnalazione telematica” non vietata dalla legge appena approvata.

Bloccare un sito dall’Italia. Attualmente la magistratura può imporre ai fornitori di servizi in Italia (quelli che ci portano la connessione a casa) di inibire l’accesso a siti specifici. Ma, come spiega l’avvocato Guido Scorza, esperto di legislazione digitale “si possono rendere non reperibili singoli siti web solo per reati di pedopornografia e di giochi d’azzardo”. La pratica di oscuramento, inoltre, agisce su interi domini: se la magistratura decidesse di bloccare, per esempio, una singola pagina del Paìs, dovrebbe inibire dall’Italia l’accesso all’intero portale del quotidiano spagnolo.

Anche Wikileaks. C’è infine il caso di siti web che si sono dati come missione la pubblicazione di documenti considerati top-secret e la strenua difesa delle loro fonti. È il caso di Wikileaks (definita “la Cia del Popolo”) che lo scorso aprile pubblicò il video di un attacco americano contro civili a Baghdad: morirono in 12 e le immagini del massacro fecero il giro del mondo. Raggiunto dal Fatto Quotidiano il fondatore Julian Assange promette: “Nel caso la legge sulle intercettazioni venisse approvata definitivamente, possiamo aiutare l’informazione italiana pubblicandole anche noi”. Come lui, anche Francois Julliard, segretario di Reporter sans Frontières, ha dato la disponibilità a ospitare documenti italiani.

Da il Fatto Quotidiano dell’11 giugno 2010

Scritto da Angelo Amoretti

11 giugno, 2010 alle 12:20

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