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Il caso-maternita’ nel ponente ligure

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Sul caso del “reparto maternità” a Imperia o a Sanremo stanno nascendo le prime discussioni e in proposito pubblico una mail inviata da un lettore:

Assodato il fatto che in ambito sanitario non andrebbero fatti tagli alla qualità e quantità dei servizi, sono ovviamente contrario all’accorpamento dei due reparti come sono da sempre contrario all’ospedale unico perché in un territorio montagnoso come quello della nostra provincia, con la difficile viabilità che ci ritroviamo e che ci ritroveremo ancora fra vent’anni, sia giusto mantenere tre ospedali e due importanti punti nascite.
Basta guardare a Savona e al vicino Piemonte, realtà lontane dagli impopolari obiettivi come quelli che ha la Regione Liguria verso l’emarginato e bistrattato territorio imperiese, sopratutto in campo sanitario.
Però ho visto che il discorso si è esteso anche sul luogo di nascita che compare nei documenti. E’ da una vita che città importanti come Alassio, Bordighera, Ventimiglia, ecc. per non parlare dei centri minori, non figurano più come luoghi di nascita. Poi c’è anche gente da Imperia va a nascere a Sanremo, Genova e viceversa, per cui, nascere in ospedale non significa affatto essere originario di quel luogo.
Perciò, dato che è una questione meramente burocratica e irreale, e visto che giustamente molti cittadini in tutta Italia ci tengono al vero luogo di origine, perché non si pensa ad una modifica nazionale che invece del luogo dove si è materialmente nati e coincidente solitamente con l’ubicazione del relativo nosocomio, non si indica il comune dove risiedono i genitori?
Basterebbe una frase del tipo: originario di… o altra sintetica dicitura che definirebbe chiaramente il luogo dove vive la famiglia al momento della nascita del figlio.
Non penso che sia difficile, a me pare la scoperta dell’acqua calda e penso che tutti siano d’accordo con questa idea. E allora perché nessuno ci ha mai pensato? Fra tanti leggi e leggine strane penso che questa sia una cosa simpatica che accontenterebbe tanti comprensibili campanilismi.
L.G.

Scritto da Angelo Amoretti

4 agosto, 2010 alle 15:44

Da Villa Stuart a Villa Ninina il passo è breve

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Come per rassicurare i lettori, gli elettori e i simpatizzanti, oggi sulla prima pagina locale de La Stampa, c’è di nuovo un articolo sull’operazione cui si è sottoposto a Roma il Ministro Claudio Scajola.
Giulio Geluardi ci informa infatti che ieri mattina il Ministro è stato dimesso e che si è trattato di un’operazione di routine eseguita dall’equipe chirurgica del dottor Antonio Guglielmi, riuscita perfettamente.
Il noto giornalista imperiese ci informa altresì che la prognosi sarà di cinque giorni e che il Ministro è già praticamente tornato al lavoro e nel prossimo week end farà rientro nella sua villa ai Gorleri, che si chiama Ninina, questo lo aggiungo io a completezza della notizia.
Purtroppo non ci sa dire quanto si fermerà nel capoluogo, ma nel suo ultimo periodo di convalescenza il ministro probabilmente incontrerà i possibili candidati alle prossime elezioni amministrative.
Sono notizie che mettono in pace con il resto dell’universo.
Quella che mi manca è ciò che chiedevo nel post precedente.
E a proposito di domande: si è sempre in attesa delle risposte alle dieci poste al sindaco dall’opposizione.
Manco a farlo apposta, volti la pagina dell’autorevole quotidiano, e trovi un articolo a firma Bruno Monticone sull’Ospedale Unico in cui si legge l’intervista a Remigio D’Aquaro, segretario generale della Cisl imperiese, che dice, tra l’altro: “Hanno già deciso tutto senza nemmeno interpellare la popolazione nonostante i nostri continui solleciti. E’ un aspetto che fa indignare la mancanza di qualsiasi colloquio con la cittadinanza“.
E’ un’intervista in cui non si dice nulla di nuovo, ma che se leggi ti passa la voglia di ammalarti perché ricorda quello che si diceva ai tempi andati e che ormai non si dice più:
1) l’elicottero di soccorso, che secondo qualcuno risolverà i problemi dell’emergenza legata alle distanze ed alla viabilità ottocentesca, sarà diviso con la provincia di Savona e non potrà volare di notte e in caso di maltempo e vento;
2) le case della salute, spacciate per quasi ospedali, non saranno altro che poliambulatori senza posti-letto di degenza e senza strutture di emergenza; e, poi, l’occupazione subirà un ulteriore, duro, colpo;
3) faranno un ospedale unico per garantire un’assistenza maggiore, che non costringerà più a recarsi in altre province, ma come sarà possibile se non ci saranno nuovi reparti e se le strutture non saranno che la fotocopia, oltretutto ridotta, di quello che c’è ora?
Coraggio, D’Acquaro, andremo tutti a Villa Stuart!

Scritto da Angelo Amoretti

12 gennaio, 2010 alle 9:57

Appuntamenti

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Scritto da Angelo Amoretti

19 maggio, 2009 alle 9:25

Ospedale unico [IV]

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Il 3 ottobre scorso si è svolto il convegno sulla Casa della Salute, organizzato dalla CGIL-SPI presso la Camera di Commercio di Imperia.
L’incontro ha avuto così tanto successo di pubblico che Claudio Porchia, dal sito della CGIL, si è sentito in dovere di chiedere delle scuse.
Fin qui tutto bene.
Oggi Pasquale Indulgenza su Sanremonews afferma: «In questo convegno – prosegue il documento di Rifondazione – era previsto un dibattito, ma si è dovuti passare alle conclusioni e al ‘Buffet’ per ragioni di tempo! Le conclusioni di Antonello Sotgiu, della Segreteria Regionale CGIL, tese ad un’incondizionata difesa delle Case della Salute in sostituzione degli attuali presidi ospedalieri, hanno di fatto ’scavalcato’ un dibattito ancora tutto aperto nella CGIL provinciale circa tale progetto di riorganizzazione sanitaria, come per altro era emerso durante il direttivo provinciale del giugno 2007.»
Dunque le idee mi si confondono, anche perché continuando a leggere arrivo a questo: «I cittadini devono sapere che la tanto sponsorizzata Casa Della Salute altro non è che un grande poliambulatorio provvisto di un minimale posto di ‘Primo intervento’ composto da un medico ‘in solitudine’ affiancato da un equipaggio del 118 che ovviamente non sarà quasi mai presente in quanto impegnato in chiamate sul territorio. Ebbene questa struttura, privata di posti letto e di un Pronto Soccorso che, per essere degno di questo nome, dovrebbe almeno comprendere un medico internista, un chirurgo, alcuni letti di Osservazione, una sala di terapia intensiva, una diagnostica radiologica e laboratoristica di base sulle 24 ore ed infine un servizio di pronta disponibilità per alcune specialisti (quali ad esempio l’ortopedico, il pediatra e il ginecologo), si sostituirà all’attuale Ospedale di Imperia che ospita oltre ad un Pronto Soccorso, circa 220 posti letto piu’ i letti di DH e D.Surgery.»
Indulgenza si chiede che fine farà l’ospedale di Imperia e c’è da scommetterci che insieme a lui se lo staranno chiedendo tutti gli imperiesi. Se poi ci aggiungiamo i bordigotti e i sanremesi, sul ponente comincerà ad aleggiare un punto di domanda enorme.
Pare che una parte del nostro ospedale «sia destinato (per ragioni di cassa) alla solita edilizia abitativa!» aggiunge Indulgenza.
E te pareva, aggiungo io.
“Noi tireremo dritto”, pare vogliano dirci i sostenitori dell’Ospedale Unico e personalmente non apprezzo questo atteggiamento. Si badi: ho parlato dei sostenitori dell’Ospedale Unico e non della Casa della Salute a prescindere, come tiene a sottolineare Claudio Porchia.
Bene: allora provocatoriamente verrebbe da chiedere perché non si fa la Casa della Salute, lasciando a Imperia l’ospedale?
Credo che urga nuova discussione, con più cartelline e interventi, da una parte e dall’altra.
E, in ultima analisi, un bel referendum popolare, perché una volta tanto, almeno quando si tratta di salute, non sarebbe opportuno che a decidere fossero i cittadini, mettendo da parte l’appartenenza politica?

Scritto da Angelo Amoretti

8 ottobre, 2007 alle 17:23

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Ospedale Unico [III]

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Pubblico con piacere la seguente mail inviatami dal Comitato Saint Charles.

Il Comitato forte delle 21 mila firme raccolte nell’ultimo trimestre 2006 consegnate al prefetto, forte delle delibere di tutti i Comuni della zona dove si chiede la salvaguardia dell’Ospedale di Bordighera, forte della richiesta della conferenza dei Sindaci della zona INTEMELIA, tese a mantenere, e garantire la salute dei propri cittadini, potenziando il territorio e l’Ospedale con nuove strutture e servizi interni ed esterni, e non di trasformarlo in un palazzo della salute, rafforza il suo concetto detto ininterrottamente oramai da mesi; Il Comitato, è d’accordo sulla costruzione di un nuovo Ospedale nell’ambito sanremese con tutte le specialità salvavita, ma non dovrà essere l’unica Struttura ospedaliera Provinciale, chiediamo per tanto che non dovranno essere dismesse gli ospedali di Bordighera, e di Imperia, le case della salute, dovranno essere delle strutture nuove, non a sostituzione degli attuali Ospedali delle estremità, ed i punti di primo intervento non dovranno sostituire i pronti soccorsi esistenti nella provincia; secondo noi non dobbiamo preoccuparci delle spese in quanto la regione ha dei debiti morali ed economici con la nostra comunità Intemelia e Provinciale da sanare al più presto con dei finanziamenti in più ed adeguati alla bisogna, le razionalizzazioni ed i tagli l’Assessore ed il Presidente della Regione sanno dove devono essere fatti !!!

Alcune OO.SS. sostengono di essere d’accordo sulla costruzione di un nuovo ospedale con dei distinguo e dei suggerimenti; l’impegno di potenziare veramente il territorio con la costruzione di case o palazzi della salute dove concentrare tutti i servizi territoriali, gli ospedali esistenti non devono essere dismesse ma potenziati ed utilizzati di concerto con il nuovo;

Il Partito della Rifondazione Comunista è d’accordo di costruire un nuovo ospedale nell’ambito sanremese con tutte le alte specialità che adesso non sono presenti in provincia, non sono d’accordo sulla chiusura degli ospedali d’Imperia e di Bordighera;

I comunisti Italiani sono d’accordo sulla costruzione di un nuovo ospedale che non dovrà essere l’unico, concorda con quanto detto e proposto dal Comitato e da Rifondazione;

Il partito Socialista è d’accordo sulla costruzione di un nuovo ospedale, ma non dovranno essere smantellati i due presidi alle estremità, di Bordighera e d’Imperia che dovranno funzionare di concerto con il nuovo, potenziando il territorio, e l’assistenza veterinaria;

la Margherita con un suo documento provinciale ha chiesto dei chiarimenti specifici, e non è d’accordo a chiudere gli ospedali di Bordighera e d’Imperia, sono d’accordo sulla costruzione di un nuovo ospedale nell’ambito sanremese;

            MA SOPRATUTTO I CITTADINI IMPERIESI NON SONO D’ACCORDO SU QUESTA SCELLERATA SCELTA POLITICA “IMPOSTA DALL’ALTO”.

            Solo i vertici dei DS e di Forza Italia pare siano d’accordo con il progetto presentato dall’ASL, a questo punto visto gli intereventi quotidiani di tutte le forze sociali e politiche, crediamo che il progetto sia stato ampliamente valutato. Sostenuto da pochi, e pare, proprio una forzatura sul territorio Provinciale.
            Pertanto chiediamo una ricognizione atta a sentire le volontà dei cittadini sul progetto, a i Sindaci di pronunciarsi tramite i consigli comunali, ed eventualmente un dibattito pubblico dove tutti avranno la possibilità ed il tempo di dire la propria idea, e non come è successo alla presentazione dove alcuni hanno avuto solo il tempo di salutare.
            Il Comitato Saint Charles

            Scritto da Angelo Amoretti

            15 settembre, 2007 alle 15:34

            Meeting [II]

            12 commenti al post

            Ormai funziona così.
            Si decide, ad alti livelli, di costruire qualcosa perché quel qualcosa interessa a qualcuno.
            Prima era il Nuovo Porto Turistico, poi la Porta del Mare, adesso l’Ospedale Unico.
            Si lancia la pietra e si nasconde la mano, per vedere l’effetto che fa.
            Qualcuno comincia a indignarsi, un po’ per interesse proprio, un po’ per interesse dei cittadini, ma nella maggior parte dei casi sa già come finirà: una lotta contro i mulini a vento.
            L’ultimo grido, in termini di tempo, è quello di Giancarlo Manti coordinatore provinciale della Margherita, a Sanremonews (il grassetto è mio) :

            Non riteniamo sufficienti le prese di posizione della Direttrice dell’Asl, Dr.ssa Canini, a cui non spetta peraltro avanzare proposte simili, e non ci convincono affatto i convegni, come quello indetto Lunedi 18 p.v., (notizia ovviamente appresa dalla stampa) alla presenza di Burlando con qualche onorevole della CdL, che ci comunicherà le intenzioni della Regione sulla sanità imperiese senza alcun confronto preventivo. Chiediamo che siano i cittadini della Provincia di Imperia, con le forze politiche e sociali che li rappresentano, a decidere il futuro della propria terra su un tema che coinvolgerà molte generazioni in un proficuo, trasparente e corretto rapporto con le istituzioni regionali”.

            Parole sante e pienamente condivisibili.
            Solo che chi ha deciso organizza un meeting durante il quale ti vengono spiattellate scatolette (che fatalmente sembrano costruite con schede elettorali), grafici, foto in 3D e dove ti viene spiegato tutto ciò che è già stato deciso:

            “Avrà 700 posti letto, di cui 630 per i pazienti acuti, 50 per la ribilitazione intenziva e 55 per le attivita’ di daysurgery, costerà circa 200 milioni di euro e sara’ pronto in otto anni.
            L’ipotesi progettuale che presentiamo oggi si prefigge di dotare la provincia di Imperia di un nuovo ospedale per dare una risposta ai problemi di salute dei tanti imperiesi, degli ospiti e dei numerosi turisti per i prossimi quarant’anni; se questa ipotesi verrà accolta dal territorio consentirà di avere una
            struttura moderna con tutte le tecnologie necessarie nell’arco di otto anni.
            Il nuovo ospedale sarà collocato in una posizione baricentrica, rispetto al territorio imperiese, su un’area di quattro ettari che dovrà essere individuata dagli amministratori locali.
            Le fonti di finanziamenti saranno duplici: da un lato 130 milioni deriveranno dalla trasformazione del patrimonio di proprieta’ della ASL e dall’altro da finanziamenti statati, regionali e in project financing.
            Nell’attesa però di arrivare tra circa otto anni alla conclusione del nuovo ospedale continueremo ad investire nella sanita’ imperiese per garantire
            il corretto funzionamento dei servizi. A cominciare dal completamento di tre nuovi Palazzi della Salute, a Imperia, nell’ex Palazzina Uffici, Sanremo, presso il Palafiori e in via Scoglio e a Bordighera, presso l’area ospedaliera.
            Strutture vicino a casa, chiamate a garantire servizi di primo livello che si arricchiranno di funzioni trasferite dalle realta’ ospedaliere, come la medicina interna, la cardiologia, la chirurgia vascolare, la piccola chirurgia e la diagnostica radiologica.
            Nel frattempo, prima dell’avvio del nuovo ospedale, continueremo a garantire l’efficienza delle strutture esistenti con la realizzazione degli interventi già previsti negli ospedali di Imperia, Sanremo, Bordighera, per un totale di 20 milioni e 550.000 euro. Per quanto riguarda l’emergenza, le risposte dobbiamo continuare a darle grazie al 118 che salva la vita.”

            Dichiarazioni del presidente dlla Regione Liguria, Claudio Montaldo rilasciate proprio durante il meeting.
            Anche Claudio Burlando, il Governatore della Liguria, ha le idee chiare:

            “Oggi si apre un percorso importante e innovativo. Chiediamo al territorio di pronunciarsi su una grande questione. Se è giusto sostituire gli ospedali
            che sorgono nella provincia con uno piu’ grande, più bello, più avanzato tecnologicamente, capace di soddisfare tutte le esigenze assistenziali e capace di impedire le fughe.
            Gli operatori dovranno spostarsi un po’, ma la Regione sta provvedendo a interventi a favore della mobilità come L’Aurelia bis e il raddoppio ferroviario”.

            Che significa: “Chiediamo al territorio di pronunciarsi su una grande questione”?
            Significa chiederlo al Presidente della Provincia, ai Sindaci o a tutti gli abitanti?

            Scritto da Angelo Amoretti

            18 giugno, 2007 alle 15:49

            Pubblicato in Attualità

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            Ospedale Unico [II]

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            Renata Canini, nell’intervista su La Riviera di oggi, difende la scelta dell’ospedale unico, com’è giusto che sia, dal momento che ne è la promotrice del progetto.
            Ma ci sono alcune cose che non mi convincono.
            La Canini dice:

            “L’ospedale unico che per forza di cose dovrà essere equidistante dai grossi centri è necessario per due ragioni: i costi attuali che ci portano a spendere una marea di soldi per riammodernare strutture troppo vecchie (l’ospedale di Imperia ha 40 anni, il Saint Charles di Bordighera 200), ed in secondo luogo l’ottimizzazione delle risorse umane. Noi per esempio manchiamo di risorse professionali in grado di rendere efficienti le tre attuali “chirurgie” che necessitano costantemente di anestesisti che non ci sono. Stesso discorso di ortopedia. Pensi se potessimo avere 12 ortopedici (quelli attualmente in forza all’Asl, ma suddivisi nelle diverse strutture) in un’unica sede, che servizio potremmo offire ai nostri pazienti!”

            Ora, per fare solo due esempi: a Genova il Gaslini è nato nel 1931 e il Galliera nel 1888.
            Inoltre se 12 ortopedici vanno all’ospedale unico, tutti coloro che avranno bisogno di interventi ortopedici andranno là, quindi non cambierebbe nulla perché ci sarebbero più specialisti concentrati in un solo posto, ma di conseguenza più pazienti.
            Non molto tempo fa la Canini aveva espresso un’altra motivazione:

            “I dati preoccupanti emersi dall’indagine sulla tenuta antisismica degli ospedali di Imperia e soprattutto Sanremo ci hanno indotto a chiederci se ha ancora senso fare investimenti pesanti su queste strutture.”

            Il caso vuole che sempre su La Riviera di oggi, ma a pagina 6, appaia un articolo così titolato:

            “L’ing. Rolando annuncia modifiche alla normativa per declassare l’imperiese. In provincia cala il rischio terremoti”

            Scritto da Angelo Amoretti

            15 giugno, 2007 alle 15:51

            Meeting

            39 commenti al post

            Al convegno che si terrà lunedì 18 giugno presso l’Aula Magna del Polo Universitario sul tema “Ospedale Unico” ci saranno anche il Governatore della Regione, compagno Claudio Burlando e l’on. Claudio Scajola.
            L’incontro servirà a fare il punto della situazione e a illustrare l’ipotesi progettuale dell’ospedale unico provinciale, predisposta dall’Asl imperiese.
            Interverranno il direttore generale dell’ASL 1, la compagna Renata Canini, il direttore sanitario Michele Orlando, il direttore amministrativo Marco Damonte Prioli (che è pure esperto di sicurezza informatica per la ASL 1 di Imperia).
            L’incontro sarà introdotto dall’assessore regionale alla Sanità, compagno Claudio Montaldo e si suppone saranno presenti numerosi comunisti.
            Ci vorrebbe proprio un bel comitato di accoglienza.

            Scritto da Angelo Amoretti

            13 giugno, 2007 alle 15:15

            Pubblicato in Attualità

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            Ospedale unico

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            Ieri il progetto è decollato. Renata Canini ha detto che “i dati preoccupanti emersi dall’indagine sulla tenuta antisismica degli ospedali di Imperia e soprattutto Sanremo ci hanno indotto a chiederci se ha ancora senso fare investimenti pesanti su queste strutture.
            Dunque, probabilmente l’ospedale unico si farà nelle ex caserme Revelli di Taggia, e ne possiamo stare quasi certi, visto che “il progetto avrebbe in qualche modo già ottenuto una sorta di avallo dall’ex ministro e potente deputato imperiese di Forza Italia Claudio Scajola“, come scrive il Secolo XIX di oggi.
            Non capisco perché si debba leggere che “uno dei dati di fatto non dichiarati ma evidenti è che la sanità è governata da una parte politica (i Ds a livello regionale e al vertice dell’Asl) mentre la realtà amministrativa locale è nelle mani del centrodestra, a parte l’eccezione Sanremo“.
            A mio avviso la salute dei cittadini non dovrebbe avere nulla a che fare con la politica, ma intanto si prospettano accordi trasversali tra l’onorevole Scajola (centrodestra), Renata Canini (presidente di centrosinistra dell’Asl) e, checchè ne dica il giovane e bravo compagno Mannoni, Claudio Burlando.
            Pier Paolo Cervone, a proposito dei tempi di realizzazione dell’ospedale unico, su La Stampa di oggi, chiede: «I nostri figli e nipoti lo vedranno?»
            A me francamente non importa se lo vedranno i miei nipoti o pronipoti.
            Mi accontenterei di vedere con i miei occhi l’ospedale di Imperia funzionante e efficiente. E vorrei che anche mio padre e mio figlio potessero vederlo.
            No perché a tal proposito avrei alcune cosine da raccontare che fanno molto riflettere, ma per il momento sorvolo.

            Scritto da Angelo Amoretti

            16 maggio, 2007 alle 8:20