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L’intervista de Il Secolo XIX a Sergio Cofferati

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Questo post è datato, ma lo pubblico lo stesso e riporto l’intervista rilasciata da Sergio Cofferati a Milena Arnaldi , pubblicata sul Secolo XIX del 16 dicembre scorso.
Sergio Cofferati non mi è particolarmente simpatico: era stato eletto eurodeputato anche con i voti del nostro Ponente, ma da queste parti si è visto pochissimo.
Quando è tornato, l’altra volta, deve essersi fatto spiegare bene dove è la nostra città e, a seguito della sua prima apparizione, tra l’altro, c’era stato un siparietto che la dice lunga sulla trasversalità, solitamente chiamata “democrazia”, che c’è nel partito democratico. Era successo che Giovanni Barbagallo, assessore di Burlando, era andato ad applaudire il “cinese” (come da anni è soprannominato Cofferati) e Giancarlo Manti (consigliere regionale Burlandrenziano) se ne era lamentato. Anche perché la lotta in casa Pd, che tra i tesserati online ha anche un certo Mussolini Benito da Predappio, si fa dura. Poi Mannoni ha messo a posto tutto.
I giovani di Bologna, quelli che non erano figli di papà al tempo di quando era sindaco della loro città, credo non abbiano di lui un buon ricordo.
In ogni caso, a parte le mie brevi considerazioni del tutto personali, ripropongo l’intervista, tanto per sapere cosa se ne pensa in giro.
Nel frattempo c’è stato l’endorsement di Claudio Scajola a favore di Cofferati, mentre i suoi ex amici pare siano orientati a votare la signora Paita.
Riccardo Giordano invita a riflettere su ciò, Cofferati, in un tweet, ha scritto che non ha mai chiesto i voti di Scajola, anche se probabilmente li avrà a sua insaputa e Alessandro Lanteri, segretario cittadino del PD sanremese, prova a smontare le tesi di Giordano.
Tutto questo, con la questione del tesseramento, dovrebbe portare a una seria riflessione sulla reale credibilità delle primarie, soprattutto da parte dei dirigenti del PD perché, tra l’altro, non trovo simpatico vedere nei seggi a votare filippini o pakistani che di solito vendono ombrelli e rose.

«Costruirò una coalizione di centro sinistra e non voglio alcuna alleanza con gli ex fascisti».

Lontano dalla politica delle larghe intese Sergio Cofferati, candidato alle primarie del Pd e competitor di Raffaella Paita e Massimiliano Tovo per decidere chi correrà per le regionali della Liguria, ieri a Imperia per un incontro organizzato da Sel all’Auditorium della Camera di Commercio, mette le cose in chiaro e come primo pensiero esprime “qualcosa di sinistra”.

Cofferati in quale anima del Pd si identifica?

«Credo si debba tornare a fare la politica come deve essere fatta. Il governo nazionale non può essere preso come riferimento».

Quindi chi correrà con lei per la Liguria?

«Trovo assurdo che la destra interferisca nelle scelte del centro sinistra: se io voto centro sinistra voglio che governi quell’area».

Quindi?

«In questa competizione sono accompagnato da persone del mio partito che la pensano come me e da chi riconosce in me il cambiamento, penso ad esempio al sindaco di Savona Federico Berruti.Pensiamo a costruire un progetto per la Liguria fuori dal dibattito della politica nazionale, quindi dialogo aperto per creare una coalizione di centrosinistra che comprenda il centro riformista di tradizione cattolica e le varie anime della sinistra».

Da dove intende partire?

«Occorre cambiare orientamento all’amministrazione regionale e quindi discostarsi da chi ha avuto la responsabilità del governo precedente».

Si riferisce a Lella Paita?

«Essendo assessore in carica è la candidata del presidente uscente. La nuova storia la può scrivere soltanto chi non è stato coinvolto nella precedente».

Perché i liguri dovrebbero votare Sergio Cofferati?

«Chi voterà Cofferati è un elettore che pensa che un cambiamento sia necessario:l’alternativa è o andare avanti sulla strada che ha portato a questo stato drammatico di rapporti oppure scrivere un’altra storia».

Quali sono le priorità?

«La priorità assoluta è l’ambiente. In questo ambito la Regione ha responsabilità molto gravi e non parlo solo di scolmatore e di coperture di torrenti.Parlo di quanto è stato fatto per preservare il territorio, delle azioni fortemente negative come il regolamento in deroga per le costruzioni in prossimità dei rii».

Lei che cosa intende fare?

«Serve una legge per regolare l’uso del suolo a imitazione di quella della Toscana».

L’emergenza imperiese?

«Credo sia l’isolamento, la priorità è il raddoppio ferroviario inteso come il completamento di una linea ferroviaria che unisca la Liguria e la metta in comunicazione con la Francia. La limitazione infrastrutturale del ponente è la prima motivazione del mancato sviluppo».

E poi?

«Il turismo. Ci sono potenzialità immense ma non c’è un progetto e va rapidamente costruito, un’offerta congiunta tra territorio e qualità dell’offerta. Questa visione è in grado di sviluppare intorno a sè attività manifatturiere, mi riferisco ad Agnesi ad esempio, al settore dell’artigianato, all’agricoltura».

Tutto ruota intorno a un obiettivo insomma…

«Anche l’occupazione potrebbe crescere collegata a quanto detto sull’ambiente, sulla tutela del territorio. Un’edilizia “buona” e non una nuova cementificazione».

E l’emergenza sociale?

«Penso a uno strumento universale, un supporto di garanzia per tutti per chiunque perda il lavoro: un reddito minimo garantito dalla Regione».

Recupero e conservazione di quanto esiste. E le coste?

«Basta con i porti. Non bisogna mettere un mattone in più».

Un’altra emergenza del ponente: i rifiuti

«Non c’è pensiero a lungo termine, non c’è mai stata una politica regionale sui rifiuti. Occorre immediatamente strutturare un piano di smaltimento e come prima cosa stabilire un miglioramento della raccolta differenziata nell’ottica del recupero delle materie. La Concordia ha dimostrato che ci vuole capacità professionale e una tecnologia non inferiore a quella utilizzata per produrre per poter smontare e recuperare».

Il Secolo XIX – Milena Arnaldi, 16 dicembre 2014

Scritto da Angelo Amoretti

30 dicembre, 2014 alle 18:09

Guarda il mar quant’è bello, dal Miramar

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All’aperitivo organizzato da Cascino (mi vengono i brividi solo nello scrivere il cognome, se penso ai recenti arresti delle due brave ragazze dell’IDV, Piredda e Fusco) per la candidatura della Paita (PD) alle primarie del centrosinistra regionale c’erano degli intrusi.

Non erano quelli della foto, ma quelli del PD.
Il carretto di Renzi passava e quell’uomo gridava: “Salite anche voi!”
Non ne veniamo più fuori.
Qui c’è la suggestiva gallery.

Scritto da Angelo Amoretti

26 giugno, 2014 alle 12:48

Internet: una finestra sul mondo

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In effetti le finestre sono molteplici.
Giorni fa, dopo una breve discussione su Facebook (non mi garba molto discutere là e, in ogni caso, tramite una tastiera) mi è capitato di aprirne due e mi ci sono affacciato: prima su questa, poi su quest’altra.
Non sono molto più pratico della vita dei partiti, quindi non so spiegarmi come mai, per esempio, chi era bersaniano di ferro alle primarie del Partito Democratico, e s’incazzava pure se provavi a parlare di Renzi, ora è diventato renziano e s’incazza lo stesso se glielo fai notare. Insomma: è sempre incazzato.
Non voglio farmi gli affari di un partito dal quale mi sono sentito rappresentato poco e adesso per niente, ma trovo curioso, per esempio, che i renziani nostrani della prima ora fossero visti di cattivo occhio da chi spingeva Bersani e che oggi salta sul carro del presunto vincitore.
Trovo altresì curioso che chi non volesse “rottamare” allora, improvvisamente abbia voglia di “rottamare” adesso.
Ma chi rottamerà uno che sta lì da trent’anni, mio nonno? Oppure hanno allungato i tempi di scadenza e io non me ne sono accorto? O è passato con i renziani per autorottamarsi?
E a me, uomo della strada, possono spiegarmela con tutti i giri di parole che vogliono (un po’ come quando alle amministrative cercavano di farmi capire come si fa a stare con una maggioranza che vede fascisti e antifascisti tutti insieme appassionatamente), ma l’operazione mi puzza di opportunismo.
E naturalmente, se il prossimo botto del M5S sarà sentito non da Roma, ma da Berlino, la colpa sarà di quelli che non hanno votato PD.

Scritto da Angelo Amoretti

22 ottobre, 2013 alle 16:44

Esercizi di memoria

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[...] Questa campagna denigratoria, che passa attraverso i continui e violenti attacchi tenuti in sede di Consiglio Comunale nonché a mezzo stampa, raggiunge l’apice il 23 ottobre 2010 quando il PdL organizza sulla banchina di Calata Cuneo una manifestazione in “solidarietà a Claudio Scajola” da poco raggiunto dall’avviso di garanzia per associazione a delinquere. Da quel palco il Sindaco Paolo Strescino elenca i nomi dei Consiglieri Comunali che al tempo della prima approvazione avevano votato contro l’operazione porto così come era stata concepita, additandoli come veri e propri nemici della città, in un vergognoso tentativo di impostare una sorta di “difesa preventiva” atta a scaricare sull’opposizione le colpe di eventuali, e già presagibili, problemi amministrativi e giudiziari [...]

Libro bianco sul porto di Imperia a cura del Partito Democratico di Imperia

“I 10 consiglieri comunali – disse il sindaco Paolo Strescino- contrari sono stati: Anna Maria Giuganino, Carla Nattero, Sergio Barbagallo, Antonio De Bonis, Paolo Verda, Pietro Mannoni, Lagorio, Zagarella, Indulgenza e Badano. Questi sono i consiglieri comunali, contrari allo sviluppo della città di Imperia e in un’occasione come questa, assumendomene evidentemente tutte le responsabilità, era doveroso che io parlando con voi e parlando spero a tutti quelli che ci ascolteranno, questi nomi dovevano essere fatti. E poi voglio dirvi altre cose, perché in questi mesi non si è puntato solo sul porto turistico di Imperia, ma si è puntato su tutte le amministrazioni locali governate dal centrodestra”.

Sanremonews – 2 aprile 2012

Sono passati meno di tre anni e tra i candidati del Partito Democratico per le prossime elezioni comunali ci sono ancora Zagarella e Lagorio che appoggiano come candidato sindaco Carlo Capacci, appoggiato a sua volta dal Laboratorio per Imperia di Paolo Strescino.

Roberto Braganti, quando era militante di Rifondazione Comunista, il 7 marzo dell’anno scorso scrisse il seguente comunicato a Riviera24:

Sono un cittadino onesto e libero. In questo momento chiedo le dimissioni del sindaco Paolo Strescino. Chiedo le sue dimissioni in quanto il nostro sindaco ha ricoperto cariche istituzionali nel momento in cui sono stati presi accordi e sono andati avanti con i progetti del porto di Imperia. Chiedo le sue dimissioni in quanto fino a pochi anni fa il nostro sindaco andava a salutare i fascisti morti al cimitero con il saluto romano. Vorrei ricordare che Imperia ha una medaglia d’oro per la resistenza antifascista. Vorrei ricordare che Imperia è e dovrebbe essere antifascista, in quanto il fascismo è pura follia, oltre ad essere illegale in Italia.

Roberto Braganti
Militante di Rifondazione Comunista

07/03/2012

E’ passato poco più di un anno e Roberto Braganti, ora con i socialisti di “Imperia di tutti, Imperia per tutti” appoggia, con il Partito Democratico, Carlo Capacci, a sua volta appoggiato da Paolo Strescino.

Mi fermo qua ché è meglio, ma se mi si provoca, vado avanti.
E non mi si dica: “Vuoi far vincere Annoni?!” perché il giochetto non vale e i fascisti sono anche con lui.
Ci sarebbe un altro discorsetto da fare sugli antifascisti che si sono ammucchiati con i “non antifascisti”, ma per carità di patria e dei partigiani che si rivoltano nella tomba, preferisco sorvolare.

Scritto da Angelo Amoretti

6 maggio, 2013 alle 12:42

Mettete dei fiori nei vostri cannoni

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Siccome nei commenti a un post precedente si sta sviluppando un dibattito interessante su bandiere, ideali, tavoli, persone e cestini della merenda, e anche a seguito delle deposizioni di Giuseppe Fossati al processo di Torino, ho aperto un cassetto e guardate un po’ cosa ho trovato:

Siamo davanti all’ennesima riprova che il Partito Democratico e la Sinistra della provincia di Imperia sono contro il Porto turistico e contro lo sviluppo della città. Quando non si vincono le elezioni attraverso i canali normali, vale a dire con il voto dei cittadini, evidentemente si prova a ribaltare il verdetto delle urne attraverso esposti. E’ un sistema che non possiamo accettare: dovrebbero essere gli imperiesi a chiedere i danni non soltanto a chi votò contro l’approvazione del progetto del Porto, ma anche agli attuali firmatari dell’ennesimo esposto, questa volta alla Corte dei conti. Questa è una Sinistra che in Regione eroga contributi ai centri sociali e che penalizza sistematicamente il territorio imperiese. La presentazione dell’esposto da parte del Pd rappresenta un atto gravissimo e intimidatorio nei confronti di ogni singolo consigliere comunale che votò la pratica e anche nei confronti dei dirigenti, che, proprio in questi giorni, sono chiamati a prendere importanti decisioni sul Porto.

Paolo Strescino – La Stampa – 03-01-2011

Lo so, lo so: l’ex Sindaco forse aveva fatto quelle dichiarazioni a seguito di un’amichevole telefonata di Francesco Bellavista Caltagirone che continua a entrare e a uscire dalle patrie galere, ma tant’è, le parole restano, i virgolettati pure.
E allora sì, dai, pieghiamo le bandiere e mettiamole nei cassetti, tiriamo giù i poster dal muro, buttiamo nella rumenta gli ideali per il bene della città e facciamoci dei cannoni.

Scritto da Angelo Amoretti

25 marzo, 2013 alle 21:00

Un centro di gravità permanente

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«Il Pd deve trovare il modo di parlare in modo più semplice e diretto ai cittadini, dire tre-quattro cose chiare. E in provincia di Imperia non può non fare alleanze con il centro alle prossime elezioni amministrative, altrimenti non si va da nessuna parte: siamo al 18,8 per cento, a Sanremo ancora meno. Ora dobbiamo andare a un congresso provinciale vero, applicando una nuova logica di apertura e rinnovamento, che non è possibile riproponendo sempre gli stessi uomini. Serve un segnale di discontinuità, è meglio scontrarsi e prendere una strada nuova e chiara che finire sempre con i soliti accordi interni tra i vari gruppi».
Riccardo Giordano (PD) – Il Secolo XIX, 28-2-2013

Diciamole:
Cosa sarebbe, di preciso, “il centro”?
Se non ricordo male Giordano, poco tempo fa, aveva detto che l’alleanza con Sel era “naturale”: pensa che siano disposti, quelli di Sel, ad andare al “centro”?
Dipende dal candidato?
Giovanni Rainisio?

Scritto da Angelo Amoretti

28 febbraio, 2013 alle 17:08

I risultati delle primarie del PD in provincia di Imperia

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Ecco i risultati delle Primarie del Partito Democratico in provincia di Imperia [cliccare sull'immagine per ingrandirla]:

foto: Il Secolo XIX

Se in una provincia la cui dirigenza è quasi totalmente “bersaniana”  Matteo Renzi ottiene quasi lo stesso risultato del segretario nazionale, significa che nel partito c’è qualcosa che non va e forse c’è bisogno di riflettere in vista delle prossime elezioni nazionali.
Il Secolo XIX di ieri riportava la notizia secondo cui al Parlamento di Roma i “papabili” della provincia sarebbero Leandro Faraldi, Fulvio Vassallo, Brunella Ricci e Antonella Rossi.
Ora, con tutto il rispetto, anche alla luce delle recenti polemiche sorte tra una parte del partito e l’uscita solitaria di Faraldi, il PD non ha altri nomi da tirare fuori dal cilindro?

Scritto da Angelo Amoretti

26 novembre, 2012 alle 15:33

Doppio contrordine, compagni!

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Ci eravamo lasciati con il sondaggione e pensavamo di esserci ritrovati con Giuseppe Zagarella candidato Sindaco.
Ci eravamo lasciati che non sapevamo se poi Zagarella avrebbe dovuto vedersela con Franco Bonello dell’IDV  alle primarie e ci ritroviamo con un pugno di mosche.
Infatti ieri, trionfalmente, Saremonews annunciava che il candidato ufficiale sarebbe il noto ingegnere, dopo aver “sbaragliato” la concorrenza di Antonio De Bonis.
La cosa curiosa è che ieri una fonte molto vicina al PD Imperiese mi ha detto che il sondaggio è stato fatto. Quando gli ho chiesto a chi hanno telefonato e fatto notare che non avevo ricevuto chiamate in proposito, mi ha risposto: “Eh, sai..loro hanno un campione, per dire, di 1.000 persone e chiamano quelle”. Forse voleva prendermi per il sedere, o forse ci hanno preso lui.
Tant’è che il candidato non c’è: oggi il segretario cittadino Fabrizio Risso, via portali locali, fa sapere che ci stanno ancora lavorando sia per quanto riguarda la candidatura che per l’eventuale coalizione.
Se andiamo avanti così, il giorno in cui ufficializzeranno il candidato e lo troverò scritto da qualche parte, penserò al solito scherzo di qualche giornalista e alle elezioni rischierò di sbagliare a votare.

Scritto da Angelo Amoretti

6 ottobre, 2012 alle 15:35

In arrivo il sondaggione del Partito Democratico

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Nell’attesa di ricevere la telefonata [si prega non chiamare ore pasti, grazie] dall’agenzia specializzata in sondaggi e che oggi Fabrizio Risso, segretario cittadino del Partito Democratico, scopra la talpa [ed eventualmente anche il volpone che ha avuto l'idea geniale del sondaggio], alcune considerazioni.
Intanto, se si fa un sondaggio, significa che ci sono almeno due candidati perché sarebbe assurdo riceverne una in cui mi si chiede se mi garba il tale o il tal altro.
Solo che a leggere i giornali viene mal di testa perché fino a qualche giorno fa i soggetti del sondaggio erano: Antonio De Bonis, Giuseppe Zagarella, e i Barbagallo Brothers [Giovanni e Sergio] . Poi si è saputo che questi ultimi due non erano presenti alla famosa riunione e che forse solo Sergio potrebbe essere interessato alla contesa.
Però, leggo sempre sul Secolo XIX di ieri, nella rosa dei “papabili” [con una "p"] dovrebbe far parte anche una donna e, naturalmente Antonio De Bonis. E leggo pure che lo sfidante dovrebbe essere Franco Bonello dell’Idv.
Ed è qui che mi gira la testa: prima si fa un sondaggio telefonico per sapere chi sarà il candidato del Partito Democratico e poi le primarie? Non si potrebbe chiedere a Franco Bonello di tornare nel PD così si salta un passaggio?  A lui piace tanto il vai e vieni, oltretutto.
Ma torniamo al sondaggio e supponiamo che ci siano tre o quattro personaggi in lizza e che se ne debba scegliere uno. Mi auguro che la telefonista non si limiti solo a chiedere di scegliere fra i quattro perché sono sicuro che mica tutti gli utenti di Imperia sanno chi sono Zagarella, De Bonis, la donna e l’altro. Ci vorrebbe una breve scheda per ognuno di loro perché un elettore qualsiasi non può basarsi solo sul fatto che Zagarella è stato il capo dell’opposizione nello scorso consiglio comunale; che De Bonis aveva perso le primarie contro Paolo Verda e che Sergio Barbagallo, una volta, aveva fatto una question time sui tombini di via Amendola [ma intanto alle elezioni s'è beccato 289 voti, primo del PD], per dire.
Insomma, la vedo un po’ complicata e c’è il rischio che venga fuori una telefonata come questa o quest’altra.

Scritto da Angelo Amoretti

1 ottobre, 2012 alle 16:49

Il Partito Democratico e la questione SERIS

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Il Partito Democratico interviene sulla questione SERIS:

La questione SERIS è l’ultima delle questioni che si possono affrontare con il metodo della scure sui tagli alla spesa pubblica.
La stessa “spending review” titola “Disposizioni urgenti per la revisione della spesa pubblica con invarianza dei servizi ai cittadini. Nel momento in cui si opera su società che i servizi debbono erogarli ai cittadini più deboli e vulnerabili, ed in particolar modo ai bambini, è del tutto inaccettabile che si proceda senza cercare disperatamente, nelle pieghe normative, soluzioni degne di un Paese civile e con l’attenzione ai servizi sociali di carattere fondamentale che il nostro Paese ha sempre garantito.
Materie come queste non possono e non debbono essere affrontate con un approccio tecnicista.
Il legislatore stesso ha fornito elementi utili a salvare il servizio, laddove ha escluso dall’applicazione del Patto di Stabilità le società che operano sui servizi sociali ed educativi e la dalla stessa “spending review” le società che erogano servizi alle pubbliche amministrazioni per quote di fatturato 2011 inferiori al 90% (come SERIS che eroga direttamente ai cittadini buona parte dei propri servizi) e le società che “svolgono servizi di interesse generale, anche aventi rilevanza economica”.
Se non si vuole rischiare di interrompere di fatto un pubblico servizio si affronti nuovamente la questione con maggior coraggio e scrupolo.
Siamo disponibili già fin da ora a condurre in ogni sede questa battaglia di civiltà e a incontrare il Commissario e l’amministrazione Comunale, e tutti coloro che si renderanno disponibili, perché si valutino le nostre proposte.

Fabrizio Risso – Segretario Cittadino PD
Franco Borzone – Segretario Circolo PD di Oneglia
Graziella Battistin – Segretario Circolo PD di Porto Maurizio
Giuseppe Zagarella – Capogruppo uscente Gruppo PD Imperia

Scritto da Angelo Amoretti

17 settembre, 2012 alle 14:57