Archivio per tag ‘Pasquale Indulgenza’

I “banditi” della Cultura – Gli intellettuali di fronte al fascismo

5 commenti al post

Sabato 16 maggio 2015 presso la Sala Consiliare di Piazza Dante (Imperia), dalle 15.30 alle 18.30 si terrà un convegno di studi nell’ambito delle iniziative per il 70° anniversario della Liberazione dal titolo

I “banditi” della Cultura – Gli intellettuali di fronte al fascismo e l’esperienza di Pietro Chiodi.

Dopo il saluto di Giovanni Rainisio, Presidente dell’Istituto Storico della Resistenza e dell’età contemporanea, interverranno:

Pasquale Indulgenza (”La cultura filosofica italiana e il fascismo”)

Silvio Zaghi (”Gli scienzati italiani e le leggi razziali”)

Claudio Badano (”Pietro Chiodi: il pensiero filosofico e militante”)

Il convegno è aperto a tutti e la cittadinanza è cordialmente invitata.
Di seguito la locandina:

Scritto da Angelo Amoretti

11 maggio, 2015 alle 17:07

Pasquale Indulgenza interviene sulla vicenda del porto turistico

11 commenti al post

Ricevo e pubblico con piacere:

Conosciute le motivazioni della sentenza di Torino sulla vicenda del porto turistico di Imperia, è immediatamente partito, con perfetta sequenza, il ‘fuoco di fila’ delle dichiarazioni rese dal consigliere comunale Fossati, dal suo collega e sommo agiografo Ranise, dal consigliere regionale di Forza Italia Marco Scajola e, da ultimo, dal ‘Conte Zio’ in persona. Questi, stando a quanto si legge, ha addirittura tenuto le sue indignate e ferme considerazioni in occasione del procedimento che lo vede imputato per finanziamento illecito in relazione ai lavori presso la magione di famiglia. In buona sostanza, la tesi comune, sostenuta e ripetuta con la veemenza tipica dei giusti, è che coloro che a suo tempo manovrarono per bloccare i lavori del porto erano mossi da una sorta di maligna attitudine retrograda e dalla cinica volontà di approfittarsi delle favorevoli circostanze per ’sovvertire’ gli assetti politici locali.
La cosa incredibile e incresciosa, di questo glorioso ‘ritorno’, è che esso rischia di produrre i suoi attesi effetti propagandistici nell’opinione pubblica non tanto per la robustezza dei suoi argomenti, quanto dall’estrema debolezza delle confutazioni e dall’incoerenza politica delle forze che in teoria gli si dovrebbero opporre. Con la tiritera di sempre, infatti, si torna ad enfatizzare le ‘magnifiche sorti e progressive’ del “porto più bello del Mediterraneo” e del frizzante modello di sviluppo disegnato intorno ad esso, ‘glissando’ totalmente, oltre che sulla logica privatistica dell’operazione e sugli aspetti comunque controversi dei costi sostenuti e delle contabilità, sul colossale sovradimensionamento della struttura – frutto assurdo concepito da menti tanto megalomani quanto provinciali -, sui clamorosi ritardi, a cantiere aperto, nella realizzazione delle opere, sulla pessima qualità della più parte di esse, oggi impietosamente sotto gli occhi di tutti, sul chiaro carattere speculativo delle stecche residenziali nel cuore dello scalo, sull’affossamento del porto commerciale di Oneglia e delle sue attività, prodromo dello smantellamento e della chiusura dell’Agnesi che si stanno consumando in questi giorni, sulle modalità di realizzazione della spiaggia artificiale, rispetto alle quali è tuttora aperto un procedimento per ipotizzato inquinamento e danno ambientale.
Il punto è che a questo contrattacco, tanto vibrante nei toni quanto elusivo nella sostanza, si risponde flebilmente, con un Sindaco in carica che non trova di meglio, per ‘ribattere’ al ‘giovane’ Scajola, che evidenziargli la contraddittorietà del suo argomentare, dimentico del fatto che a suo tempo il Gruppo del PdL condivise la mozione per chiudere, nel pieno della bufera, con l’Amministrazione retta dal Suo attuale Assessore alla Cultura, al Turismo e alle Manifestazioni Strescino, l’ex Primo Cittadino graziosamente paragonato ad un “Paperino” ’scelto dal mazzo’ proprio dai più alti e nobili livelli della Destra locale. Se le parole del Sindaco-imprenditore costituiscono almeno un pronunciamento, ancorché meramente retorico, tristissima risulta l’assenza di una replica di contenuto da parte del fronte attualmente governante e, in primis, del suo perno principale, il PD, che sembra aver abbandonato del tutto lo spirito e le ragioni di una battaglia politica, culturale e civile, della quale pure si era autoreferenzialmente qualificato come esclusivo attore pubblicando e spargendo dappertutto un suo patinato quadernetto celebrativo.
Ma non c’è granché da meravigliarsi, se pensiamo che, in questo scorcio iniziale ma già maturo di campagna per le Regionali, si parla tranquillamente, nelle cronache come nei conciliaboli, di un altro ambizioso ritorno, proprio nell’ambito dello schieramento burlandian-paitiano, di un uomo come l’ineffabile Luca Lanteri, già super assessore ai Porti, all’Edilizia Privata e all’Urbanistica nel pieno dell’ ‘Età dell’Oro’ Imperiese. Lo stesso amministratore-politico che qualche anno fa candidamente ricordava il famoso volo in elicottero, presenti a bordo, con lui ed un ministro della Repubblica, Caltagirone e Fiorani (Ricordate? Il gran banchiere dei “furbetti del quartierino”), per guardare insieme dall’alto, con debita visione panoramica, le grandi e mirabili opportunità di sviluppo della città.
Speriamo solo che la memoria e la coscienza degli Imperiesi sappia ancora sostituirsi, con la fermezza e la nettezza che sarebbe lecito aspettarsi da cittadini consapevoli a fronte di un esito così surreale e mortificante, alla risposta che gli attori politici democratici dovrebbero per primi assicurare all’etica pubblica e ad una diversa, coerente visione del bene comune.

Pasquale Indulgenza

Scritto da Angelo Amoretti

11 febbraio, 2015 alle 8:47

Pubblicato in Politica

Tag:

Politiche 2013: analisi a bocce [quasi] ferme

39 commenti al post

I candidati imperiesi alle politiche 2013 sono stati sconfitti e nessuno dei nostri concittadini andrà a Roma.
Mi dispiace, e lo dico senza ironia: tutti, a loro modo, sono persone rispettabili, le conosco personalmente e a loro va il mio “pat-pat” sulla spalla.
Per quanto mi riguarda la sconfitta è stata cocente perché non ho problemi a dire che per il Senato ho votato Carla Nattero (SEL) e per la Camera Pasquale Indulgenza (Rivoluzione Civile), non me ne vogliano Giuseppe Fossati (FLI) e Eugenio Minasso (PDL), ma conoscendomi so che non si meraviglieranno e a loro, come a tutti gli altri, va la mia solidarietà.
Detto questo, i due sconfitti illustri, senza ombra di dubbio, sono Eugenio Minasso e Carla Nattero.
Solo loro due avevano concrete possibilità di potercela fare, ma chi per un motivo, chi per l’altro, non ci sono riusciti.
Più grave è la sconfitta di Minasso: aveva il vantaggio di essere deputato “uscente”, ma se c’è qualcuno, addirittura del tuo stesso partito, che ti mette il bastone tra le ruote, l’impresa diventa ardua.
Per quanto riguarda Carla Nattero, visti i precedenti delle primarie, direi che i bastoni tra le ruote se li è messi da sola, forse per strategia e/o carenza di comunicazione. Lei si è data da fare, ma forse l’apparato che le stava intorno non ha funzionato alla perfezione.
Non è mia intenzione, comunque, fare polemiche qui.
Ormai i giochi sono fatti e visto che si aspettavano i risultati delle politiche per tirar fuori le strategie (e le eventuali alleanze) in vista delle amministrative di maggio, sarà interessante vedere cosa succederà nelle prossime settimane.
Il Partito Democratico, la cui dirigenza provinciale, a mio modesto parere, dovrebbe fare le valige, non ha ancora detto una parola sulla figuraccia fatta a livello nazionale e, ad oggi, non sappiamo con chi aprirà i tavoli da pic nic. Pare che ci sia un asso nella manica che sarà reso noto fra una settimana circa, ma sebbene mi sforzi, non riesco a immaginare cosa potrà tirare fuori dal cilindro.
Leggo dalle sue dichiarazioni che Carla Nattero farà tesoro di questa  esperienza per arricchire il suo futuro politico.
A me piacerebbe invece che sia lei che Pasquale Indulgenza, detto con il massimo rispetto, individuassero, tra i loro partiti, qualche faccia nuova da presentare alle amministrative, magari qualcuno/a da aiutare, da seguire, ma “da dietro le quinte”: un delfino, o una delfina, insomma, ammesso che possa essere individuato.
Tra tutti gli interventi che vi segnalo qua sotto, mi piace la sottile ironia di Vittorio Adolfo nei confronti dell’Udc di Pierferdinando Casini.

Le dichiarazioni di Pasquale Indulgenza
Le dichiarazioni di Eugenio Minasso
Le dichiarazioni di Giuseppe Fossati
Le dichiarazioni di Carla Nattero

Scritto da Angelo Amoretti

26 febbraio, 2013 alle 21:08

Votiamo per i partiti “piccoli”

56 commenti al post

Scusate, ma per una volta mi occupo un attimo di politica nazionale, anche perché è palese che le elezioni amministrative che si faranno da noi a maggio, saranno pesantemente influenzate da quel risultato. Così come lo saranno le eventuali alleanze.
Oggi, quello che da molti è ormai considerato un fenomeno da baraccone, meglio noto con il nome di Silvio Berlusconi, ha di nuovo chiesto agli elettori di non votare per i partiti “piccoli” perché sarebbero voti “inutili”.
Siccome il suddetto mi sta pesantemente sugli zebedei, molto, ma molto di più del suo replicante nostrano, e siccome è noto che mi piace fare il bastian contrario, io vi chiedo invece di votare per un partito “piccolo”: che sia Rivoluzione Civile (Pasquale Indulgenza per la Camera), SEL (Carla Nattero per il Senato) o FLI (Giuseppe Fossati per la Camera), decidete voi, ma votate per uno di loro.
Magari gli facciamo vedere che tanto piccoli non sono e forse sono anche utili.

Scritto da Angelo Amoretti

5 febbraio, 2013 alle 21:00

Vicenda porto di Imperia: intervento di Pasquale Indulgenza (PRC)

6 commenti al post

Pasquale Indulgenza, capogruppo di Rifondazione in consiglio comunale, interviene sulle recenti vicende del porto di Imperia

A leggere gli stralci delle intercettazioni apprese dagli organi di informazione, l’amarezza è grande, pari alla consapevolezza del disastro che è stato causato a danno della città e della sua gente.
Quale allegorico riferimento si può evocare, oggi, per rappresentare non solo la cruda sostanza della vicenda ma anche la drammaticità della condizione vissuta soggettivamente da chi ha inteso opporsi lungo questo disgraziato decennio dominato dalla Destra – nel contesto di una ’società civile’ che, se non era eccitatissima dall’avventura con cui è stata titillata o accondiscendente con la ‘rotta’ seguita dai prodi ‘navigatori’ al comando, era prevalentemente assente – dopo aver appreso di essere ritenuti dei “baluba”? Dopo aver appreso, attòniti, un pezzetto della trivialità senza ‘peli sullo stomaco’ usata, nel considerare con tono svalutante le questioni poste da noi come meramente “politiche”, e quindi de facto ininfluenti, dagli ’scafatissimi’ interlocutori (i quali, pubblicamente, amano presentarsi o come ferventi cristiano/cattolici, o come liberali di pura osservanza “Old England”, o come pragmatici riformisti ’socialisti’)?
Quale allegorico riferimento può soccorrerci, nel ricordare che eravamo già stati baldanzosamente ‘proposti’ sulla pubblica piazza per essere buttati “a mare” e, al contempo, nel considerare l’altro, enorme danno procurato da simili circostanze e parole: quello recato alla Politica e alla sua dignità.
In mente ci vengono, quali metaforici, rimbombanti echi, le celebri, icastiche parole usate da Cicerone nella Catilinaria: “o tempora, o mores! Senatus haec intellegit. Consul videt; hic tamen vivit. Vivit? immo vero etiam in senatum venit, fit publici consilii particeps, notat et designat oculis ad caedem unum quemque nostrum. Nos autem fortes viri satis facere rei publicae videmur, si istius furorem ac tela vitemus”. Ad mortem te, Catilina, duci iussu consulis iam pridem oportebat, in te conferri pestem, quam tu in nos [omnes iam diu] machinaris.
(”Questi i tempi! Questo il malcostume! Il Senato conosce e comprende l’affare. Il Console lo vede; e tuttavia costui vive. Vive? Anzi, si presenta anche in Senato, prende parte alle pubbliche sedute, marchia con lo sguardo ciascuno di noi e lo designa alla strage. Noi, uomini forti, riteniamo di aver fatto abbastanza per la salvezza della Repubblica, se eviteremo la furia e i pugnali di costui. Era necessario, o Catilina, che tu fossi già da tempo condannato per ordine del Console, e che contro di te fosse ritorta quella rovina che tu ordisci quotidianamente contro noi tutti”).
Ma, al di là di citazioni allegoricamente pregnanti, il punto vero, ora, è un altro, e merita essere chiarito ancora una volta, proprio in un momento così delicato.
Le parole del Sig. Caltagirone dicono meglio di qualunque altro discorso le due cose fondamentali che non bisognerà mai più dimenticare. Esse esprimono una sorta di agghiacciante coerenza, allorché chiariscono imperiosamente la natura e la portata del business, urlando che la società in questione è una “società privata” e il Comune si deve allineare e basta. Le stesse cose che, in buona sostanza, abbiamo detto criticamente, dall’ Opposizione, per tutti questi anni, venendo irrisi ad ogni denuncia, e cioè:
1) che la società “Porto di Imperia”, nell’assetto concepito e costruito per l’affaire del porto turistico, è una mostruosità che non si doveva fare e approvare assolutamente;
2) che il porto turistico progettato e approvato dal Consiglio Comunale era insopportabilmente sovradimensionato (già nel progetto preliminare del 2002, che il PRC aveva contestato pubblicamente), di impatto spaventoso, e, come tale, pronto ad accogliere in sè e a ingigantire esplosivamente tutte le ‘magagne’ insite nella balorda operazione societaria concepita a monte, annessi e connessi (facilmente immaginabili da tutti).
Di questo, coloro che avevano ruoli istituzionali ed hanno votato a favore, hanno la responsabilità morale e politica, indelebile.

Pasquale Indulgenza – capo gruppo P.R.C. al Comune di Imperia

Scritto da Angelo Amoretti

17 marzo, 2012 alle 21:05

Lettera del Sindaco: le dichiarazioni dei consiglieri

21 commenti al post

Riporto le dichiarazioni dei consiglieri comunali Pasquale Indulgenza (Rifondazione Comunista), Carla Nattero (Sinistra per Imperia) e Giuseppe Zagarella (Partito Democratico) in merito alla lettera del Sindaco pubblicata sabato scorso:

P. INDULGENZA - RIFONDAZIONE COM.

Dopo aver letto la sua lettera aperta, di tono e contenuti molto diversi dai precedenti interventi, penso di comprendere che il Primo Cittadino si trovi personalmente in una eccezionale difficoltà, persino al di là di quanto abbia mai immaginato potersi determinare, e che queste sue ultime, dolenti parole rispecchino la condizione drammatica in cui viene oggi a trovarsi l’Amministrazione Comunale.
Mi auguro anche che il suo amor proprio, oltre che il ruolo che ha ricevuto per mandato, gli suggerisca di tornare su di esse e tenere una riflessione più profonda su come il suo impegno pubblico e istituzionale sia stato oggettivamente parte della stessa logica da cui ora sembra voler prendere le distanze, traendone le conseguenze che riterrà liberamente.
Ciò che invece in queste ore pesantissime mi preme prioritariamente, in qualità di esponente eletto di una forza di Opposizione, è capire che cosa intendono fare le altre rappresentanze di Minoranza. Chiedo perciò in primo luogo al PD, con cui fino ad oggi abbiamo condiviso una responsabilità comune nell’Assemblea cittadina, come intende muoversi. Specifico, perché non si possa equivocare: non in vista di intese di interesse unicamente elettorale, ma per capire quale sia, precisamente, la prospettiva per la quale si intende lavorare.
Noi comunisti imperiesi pensiamo, non da oggi, che la vicenda del porto turistico sia centrale, tanto è vero che sin dal 2002 (cioè, addirittura dall’approvazione del progetto preliminare che beneficiò di consensi pressoché unanimi) ci battiamo apertamente contro quello che abbiamo sempre giudicato un disegno sbagliato e foriero di esiti pesantissimi per la città in termini di impatto ambientale e sociale, ma essa – bisogna aver chiaro – non è la sola a meritare questa centralità, per gli Imperiesi.
In discussione c’è tutta la gestione del territorio, un preciso modello di sviluppo dello stesso, l’intera politica di governo locale tenuta dalle Destre in questi dodici anni: nelle scelte urbanistiche, nei servizi e in particolare in quelli sociali, in campo ambientale, sul piano economico e produttivo.
Imperia è stata maledettamente condizionata dal “più grande porto del mediterraneo”, ma Imperia non è solo questo: rimane da discutere, all’interno della nostra comunità. come possiamo ancora salvare paesaggio e beni comuni, quale pianificazione urbanistica decidiamo per contrastare efficacemente cementificazione e consumo di suolo, come rimettiamo in pista un vero sviluppo dell’agro-alimentare che realizzi opportunità occupazionali, come avviamo un turismo eco-sostenibile e intelligente, che cosa facciamo per la portualità commerciale e peschereccia, come tuteliamo il nostro bellissimo mare e gli arenili, quale politica culturale scegliamo di intraprendere per una valorizzazione non speculativa delle nostre straordinarie risorse e per dare un chance di futuro che non sia precarietà o peggio alla nostra gioventù.
E, insieme con tutto questo, come fronteggiamo l’attacco sempre più chiaro e intenso portato dai poteri criminali di stampo mafioso al nostro territorio e alla nostra convivenza. Un attacco capace di avvelenare in profondità il tessuto socio/economico e di minare irreparabilmente la tenuta democratica e civile, affermando le proprie logiche, grazie ad una grande capacità mimetica, sia in settori strategici dove avanza la trasformazione in senso privatistico che si sta imponendo che nelle ferite prodotte dalla precarizzazione del lavoro che monta per effetto del ‘combinato disposto’ di queste misure e della crisi.
Gli ultimi episodi riferibili a questa emergenza (l’incendio chiaramente doloso di Arma) e le parole con le quali il procuratore di Sanremo Cavallone annuncia il suo congedo, che mettono strettamente in relazione il contrasto alle pratiche criminali con la necessità di far emergere la corruzione pubblica, indicano quale sia il rischio gravissimo che stiamo correndo.
Il problema che dobbiamo porci – dico agli esponenti del PD – non è solamente locale, ma è una situazione complessiva della provincia di Imperia, che va inquadrata, prima che sia troppo tardi, in un’ottica di rigenerazione radicale, che non si fermi solamente ad un impegno di ordine morale o legalitario, o ad infittire il sistema dei controlli, (condizioni di certo necessarie), ma faccia finalmente i conti con il modello di sviluppo perseguito allegramente e cinicamente fino ad oggi, oggettivamente favorevole a speculazioni, illeciti profitti e iniziative di malaffare, e realizzi cambiamenti strutturali della gestione del territorio, ripristinando un esigibile primato del pubblico e del bene comune.
Dopo la mia sorpresa reazione alla notizia della visita nel carcere dove era stato da poche ore ospitato il Sig. Caltagirone di un illustre deputato del FLI, il collega Fossati ha avuto l’accortezzza di precisare subito di non aver condiviso quella iniziativa, criticandone, con riconoscibile accento liberale, le caratteristiche.
Penso che, a fronte del moltiplicarsi di simili fatti, tra cui, a quanto risulta, anche la venuta di un parlamentare del PD, sarebbe di grande utilità per i cittadini imperiesi ed il confronto democratico conoscere l’avviso in merito della dirigenza locale dello stesso Partito, unitamente ad un chiarimento tempestivo, non diplomatico o politicista, sulle scelte fondamentali da fare in città, dato che apparteniamo tutti ad una storia che non inizia certo qualche giorno fa con la notizia, pur clamorosa, di alcune misure cautelari a carico di persone inquisite da tempo.

Pasquale Indulgenza – capo gruppo P.R.C. al Comune di Imperia

G. ZAGARELLA - PD

La lettera del Sindaco dopo il terremoto del Porto di Imperia contiene due elementi di palese novità che non devono essere trascurati.
Le due grandi novità sono, a mio avviso, innanzitutto un vero e proprio “mea culpa”, molto simile ad uno “scusate, non avevo capito nulla e mi sono risvegliato in un incubo”.
La seconda è un SOS lanciato all’intero Consiglio Comunale per uscire dalle secche di una situazione di difficilissima gestione.
Quale risposta dovremmo dare a questa lettera?
Non dimentico, certo, che le parole di oggi escono dalla bocca di quello stesso Sindaco che a ottobre 2010, dimentico del suo ruolo di primo cittadino, leggeva le sue “liste di proscrizione” dal palchetto di una manifestazione in Calata Anselmi e ci additava come nemici della città da “buttare a mare”. Chissà, forse oggi, col senno di poi, probabilmente preferirebbe non aver proprio partecipato a quella improvvida quanto insulsa manifestazione.
Ma non posso non tener conto di un fatto, ovvero che proprio l’apparente desiderio di fare il Sindaco e di smetterla di far il “soldatino fedele” fa di quella lettera una vera bomba ad orologeria e risulta totalmente indigesta a un PDL che si è dimostrato in questi lunghi anni totalmente sordo al grido di allarme lanciato dalle opposizioni e profondamente ottuso ed inadeguato al grave compito di governare nell’interesse cittadino.
Una lettera di quel tenore, a due giorni dalla conferenza stampa col PDL che dichiarava la raggiunta ricompattazione delle forze di maggioranza, scritta in palese autonomia e all’insaputa del PDL, che come noi ha appreso dai giornali e che molto poco ne ha apprezzato i contenuti, presumibilmente nasce dal fatto che il Sindaco sa che i passi che dovrà fare sulla pesante partita portuale vedranno spaccata la sua maggioranza. La lettera del Sindaco è la confessione del fallimento di una intera linea politica che ha guidato la città negli ultimi 12 anni.
Il Sindaco sa che una parte del PDL, probabilmente quella che ha le maggiori responsabilità politiche delle scellerate scelte che han messo Caltagirone nelle condizioni di fare ciò che oggi gli viene contestato dalla Procura e dal GIP, quella che ancora oggi nelle trasmissioni televisive tenta di difendere l’indifendibile, non riuscirà mai a fare autocritica e smentire la linea portata avanti per anni dai vari Claudio Scajola o Luigi Sappa o Rodolfo Leone o Luca Lanteri, tutti ormai lontani dalla responsabilità di gestire il disastro da loro e dalle loro scelte acritiche provocato, e presumibilmente lui quella linea non vuole o non può più portare avanti.
Sa che quando si affronta un’avventura difficile occorre conoscere chi sono i compagni di viaggio e probabilmente sa che i suoi storici compagni di viaggio non sono o non saranno disposti a seguirlo, e sa anche che la partita portuale, tra le tante partite ahimé aperte in città e che vedono gli imperiesi tutti in enorme difficoltà è in assoluto la prioritaria, perché rischia di portare la città intera alla situazione di definitivo tracollo. Come sa che un commissario difficilmente avrà i poteri per traghettare la città fuori dalle secche.
Il gruppo PD in Consiglio Comunale ha dedicato anni di battaglie affinché l’interesse pubblico fosse il primo ed unico interesse da perseguire, lo ha fatto anche quando dire dei no significava essere additati dalla attuale e passata maggioranza come “contrari allo sviluppo ed al futuro”, lo ha fatto anche quando sapeva che certi temi di difficile comprensione per la loro complessità lo avrebbero penalizzato in campagna elettorale, lo ha fatto insieme a tutte le forze politiche cittadine di opposizione in maniera unitaria e convinta, e lo ha fatto perché leggendo le poche carte che gli veniva consentito di leggere aveva capito che rischiava di preannunciarsi una crisi economico sociale, con l’operazione porto, senza precedenti e di difficile sopportazione per una città che grazie ad una politica storicamente miope oggi è letteralmente in ginocchio.
Oggi il Sindaco si è risvegliato in un incubo e io non provo piacere, ma solo una grande amarezza per non essere stato minimamente ascoltato, ma il nostro primo ed unico obiettivo deve essere e per ciò che mi riguarda sarà sempre il bene della nostra città, a prescindere da casacche o colori politici.
In questo quadro ritengo che la cosa più giusta da fare sia ascoltarlo. Cercare di capire cosa ha i testa. Cercare di comprendere se la sua presa di posizione sia autentica e se vi siano, vedendo gli atti e leggendo le carte a cui non abbiamo ancora avuto accesso, possibili soluzioni da percorrere nell’esclusivo interesse cittadino.
Si scordi il Sindaco da parte mia o nostra appoggi “incondizionati” o acritici, sa bene che non ci appartiene quel metodo di lavoro.
Ma non sarò certo il PD a fare quello che Forza Italia ed il PDL han sempre fatto, ovvero portare avanti acriticamente e scioccamente posizioni finalizzate al puro interesse elettorale.
Faccia le sue proposte, pubblicamente, in Consiglio Comunale, e le valuteremo con grande attenzione.
Se proposte serie, percorribili, accoglibili, non ne ha, prenda atto della situazione e vada a dimissioni con geande onestà intellettuale.
Ma sappia che per ciò che mi riguarda tengo sempre a mente, indegnamente e nella piccola scala cittadina, il grande insegnamento di De Gasperi, che diceva “il politico guarda alle prossime elezioni. lo statista alle prossime generazioni.”

Giuseppe Zagarella – Capogruppo PD in Consiglio Comunale a Imperia

C. NATTERO - SINISTRA PER IMPERIA

E’ chiaro che Strescino si prepara a prendere decisioni pesanti e che, nonostante le dichiarazioni di facciata, pensa di non avere il completo appoggio della sua maggioranza.
Nasce da qui, cioè dalla gravità assoluta della situazione, sia per quello che sta emergendo dalle indagini della magistratura sia per lo stato più che preoccupante dei lavori del porto, il suo appello a tutto il Consiglio.
La prima cosa da rispondere è: convochi al più presto il Consiglio e il confronto tra le forze politiche avvenga alla luce del sole.
Alcune riflessioni immediate vorrei però anticiparle al Sindaco, all’attuale maggioranza e anche alle diverse forze che compongono la minoranza .
Non credo che la proposta di un “governissimo”, evocata dal sindaco tra le righe, possa rispondere ai problemi della città. Rendersi conto solo ora – come scrive il sindaco- della drammaticità della situazione, dopo sette anni di denunce dell’opposizione e dopo due anni dall’avvio della prima indagine sul porto, è il segno di una chiusura non solo sua personale ma del complesso della struttura comunale. Troppe diffuse sono state in questa vicenda le responsabilità e i silenzi, anche in tempi recenti. Serve davvero voltare pagina, serve una rottura di continuità. Perciò ritengo che la strada maestra per il sindaco sia quella delle dimissioni. Certo sarebbe una “crisi politica senza alternativa” in quanto porterebbe allo scioglimento del Consiglio. Ma vorrei osservare francamente che in una situazione gravissima come quella di Imperia il governo per un anno del commissario prefettizio, fino alle elezioni anticipate del 2013, non lo riterrei una sciagura ma un passaggio potenzialmente fecondo per riavviare su nuove basi l’attività amministrativa.
Capisco che il sindaco senta forte la sua responsabilità e non voglia che le sue dimissioni possano essere lette come una fuga. Penso allora, nel caso da noi auspicato che si arrivi al diniego della proroga, che ci possano essere le condizioni per discutere con un confronto chiaro e propositivo in Consiglio sulle scelte da fare sul futuro del porto turistico. Anche se non è detto che le ricette siano tutte uguali, perché noi in questi anni non abbiamo fatto soltanto una battaglia di legalità ma anche di merito: ne abbiamo sempre criticato il gigantismo, la residenzialità e abbiamo ricercato una maggiore differenziazione di funzioni all’interno del porto stesso. Dopo aver fatto rapidamente le scelte politiche e amministrative necessarie per il porto, messo un punto alla vicenda, il sindaco però deve dare le dimissioni, deve permettere ai cittadini di pronunciarsi nel 2013 e indicare la prospettiva per il futuro.

Carla Nattero – Sinistra per Imperia

Segnalo gli interventi di Giuseppe Fossati [FLI], Alessandro Gazzano [PDL] e Gianni Rollero [Con Imperia].
Invito anche a leggere le considerazioni di Giorgio Montanari [PD].

Scritto da Angelo Amoretti

12 marzo, 2012 alle 9:17

Pasquale Indulgenza: “Un po’ di chiarezza, please!”

un commento al post

A seguito del movimentato consiglio comunale e dei relativi comunicati che avrete sicuramente letto sui quotidiani locali, Pasquale Indulgenza, consigliere comunale di Rifondazione Comunista, mi ha inviato quanto segue:

Nuovamente, anche in ragione dei ritmi e dei tempi della stampa quotidiana, appare una parte della dichiarazione del capogruppo di FLI Fossati che, riferendosi alla seduta del Consiglio Comunale dell’altra sera, evidenzia la “singolarità” del fatto che il sottoscritto abbia ritenuto di rimanere in Aula e che, così facendo, abbia fatto “da stampella” alla Maggioronza garantendo il numero legale.
Nella sua nota integrale, già apparsa nei siti di agenzie telematiche, il collega si dice certo, peraltro, che il sottoscritto lo abbia fatto per assicurare che si discutesse e votasse la mozione elaborata da Sel, RC e Verdi insieme con i movimenti referendari per l’acqua pubblica, data l’importanza della materia e l’urgenza di una sua trattazione, possibilità venuta poi meno per come si sono svolti i fatti.
Siccome nessuno degli attori in ballo possiede, credo, arti divinatorie o strumenti particolari come sfere di cristallo o macchine del tempo, che in un altro mondo potrebbero soccorrerere la pretesa di dimostrare ad altri, ex post, quale esito avrebbe avuto il confronto in programma, nel caso la mossa tattica proveniente dai banchi della Minoranza avesse avuto successo, rimangono a disposizione dei cittadini unicamente le assicurazioni e le spiegazioni del tutto unilaterali che si stanno apprendendo dai vari interventi.
Faccio pertanto, pubblicamente, una richiesta politica precisa.
Posto che a nostro avviso alla possibilità di mettere in crisi una seduta del Consiglio in corso si deve ricorrere non solo per “evidenziare” un difetto dell’avversario ma, ben valutando le circostanze, per ragioni più consistenti e importanti eventualmente intervenienti nel dibattito, chiedo pubblicamente al PD, a FLI, alla Lista Civica per Imperia e all’UDC di dar prova ora di una pragmatica e trasparente presenza alle cose recuperando il tempo che oggettivamente si è perduto e di manifestare ai cittadini, prima che si tenga la riunione provinciale dell’ATO idrico prevista per martedì prossimo, quale sia il loro avviso sulla nostra mozione per un gestore unico nella forma di una azienda speciale e per il rispetto, nel piano d’ambito, dell’abrogazione della “remunerazione del capitale investito”, come richiesto dai milioni di Italiani che hanno votato in massa anche il secondo quesito referendario.

Pasquale Indulgenza – capo gruppo P.R.C. al Comune di Imperia

Scritto da Angelo Amoretti

4 marzo, 2012 alle 17:52

Indulgenza (PRC) chiede le dimissioni dell’Assessore Ranise

6 commenti al post

Ricevo e pubblico:

Ieri sera, durante la discussione sul destino della refezione scolastica e di altri importanti servizi comunali, l’assessore alle Politiche Sociali Ranise e l’esponente della Lega Nord intervenuta hanno affermato che il problema in discussione non è la preferenza tra pubblico e privato.
Il dott. Ranise, medico ospedaliero in servizio presso l’Ospedale Civile di Imperia, dipendente dello Stato, che per nomina pubblica è stato anche chiamato a presidere il Distretto socio-sanitario, afferma in Aula e in televisione che non devono esserci pregiudiziali “ideologiche” rispetto alle due condizioni!!!
Il dovere dei rappresentanti del popolo in Consiglio Comunale e degli amministratori comunali è quello di sostenere il primato del pubblico e le iniziative per salvaguardarne e favorirne le prerogative, in ogni caso. Il Comune è infatti l’Ente pubblico per eccellenza, ente di prossimità con i bisogni e i diritti dei cittadini.
Posto quanto sopra, il Gruppo del P.R.C. chiede le dimissioni dell’assessore Ranise, che, nell’esercizio del ruolo di membro di una Giunta Municipale, fa intendere di considerare indifferente se privatizzare o meno fondamentali servizi del Comune che rappresenta istituzionalmente, quasi fosse possibile una sorta di equidistanza neutrale per chi è stato chiamato ad amministrare la cosa pubblica.
La rappresentante della Lega Nord ha tenuto affermazioni che ben corrispondono ai deliranti disegni ‘padani’ di secessione dall’Italia e all’opportunismo e alla subalternità palesi dela locale compagine di quel Partito.
I cittadini Imperiesi hanno ieri sera assistito al disinvolto ‘annuncio, da parte della Destra al governo della Città, di una privatizzazione che peserà sui loro diritti e bisogni e che, se non fermata, sarà solo l’inizio di un’opera sistematica di smantellamento del welfare locale pubblico.
Ciò, malgrado in Italia si stia manifestando una generale volontà popolare di ritorno al pubblico, come dimostrano l’esito ultramaggioritario del recente referendum sui servizi pubblici locali e sull’acqua e l’operato di non poche amministrazioni locali che, rispettando quell’espressione di democrazia, stanno procedendo con la ripubblicizzazione dei servizi, resi sempre più costosi e scadenti proprio dallo spazio concesso al potere e agli interessi dei privati grazie all’ideologia liberista e mercatista dominante negli ultini decenni.

Pasquale Indulgenza
capo gruppo P.R.C. al Comune di Imperia

Scritto da Angelo Amoretti

7 dicembre, 2011 alle 18:00

Indulgenza (consigliere comunale di Rifondazione) all’Arci Camalli

20 commenti al post

Ieri sera, alla riunione che si è tenuta nella sede dell’Arci Camalli di Imperia, il consigliere comunale di Rifondazione Comunista, Pasquale Indulgenza, ha parlato a ruota libera di svariati problemi che andrebbero affrontati con urgenza e ha parlato della questione Seris, di EcoImperia (i cui circa 100 dipendenti rischiano seriamente di essere licenziati), di Porto, di Mafia e del progetto “Dal Parasio al Mare”.
Per metter piede all’Arci non viene richiesta la patente di comunista e neppure la tessera di iscrizione, per cui chiunque avrebbe potuto esserci e rivolgergli delle domande: in fondo rispondeva da uomo e da cittadino che ha a cuore il futuro della nostra città.
Mi riferisco a quelli che,  per esempio, gli rivolgono domande attraverso il mio blog: ecco, quella di ieri sera sarebbe stata una ghiotta occasione per loro, ma se la sono persa. Peccato.
Pasquale, mi permetto di chiamarlo per nome perché lo conosco da anni e credo non si offenderà, ha parlato a 360° e quelli del partito dell’amore non ci crederanno: ha fatto anche autocritica su come fu concepito e poi realizzato, il Piano Regolatore.
A parte ciò ha raccontato della famosa giunta “Croce e Martello” confessando di aver solo con il tempo capito cosa stava dietro a quella insolita coalizione: in pratica quello che ci stiamo portando dietro ancora oggi.
Non ho preso appunti, ma qualcosa mi è rimasto impresso. A un certo punto ha affermato che, dopo aver partecipato a Milano, ad uno stage con i massimi studiosi del fenomeno Mafia, ha constatato che altri, più competenti di lui, sostengono che nel Ponente Ligure non c’è il pericolo di infiltrazione mafiosa perché la mafia è oltremodo infiltrata da tempo.
Alla fine gli ho chiesto cosa intende fare: che so, un documento da discutere e votare in consiglio comunale o altro. Mi ha risposto che bisognerebbe che tutti quanti si incominciasse a ragionare sui punti che aveva elencato in un suo comunicato diramato dai media locali.
L’ho ritrovato e lo ripropongo perché sarebbe interessante sapere cosa ne pensate anche voi, lettori del mio blog.

Le idee/forza che a noi sembrano dirimenti e su cui torniamo a chiedere – a distanza di quattro mesi da quando le esponemmo per la prima volta – una verifica tempestiva, sono rappresentate nei seguenti sei punti:
1) La messa in discussione dell’abnorme societarizzazione nella gestione di servizi pubblici, per contrastare la commistione crescente tra pubblico e privato, la tendenza ad imporre gestioni con regimi privatistici usando capitali e beni pubblici, (che portano poi, immancabilmente, a privatizzazioni sempre più spinte) e i costi sociali via via più elevati che comportano tali società – tra grandi e piccole, più di ventimila, in Italia! -, nei termini di inevitabile aumento delle tariffe per i cittadini e di crescita, a lungo andare, del debito pubblico reale;
2) Un impegno caratterizzante e incisivo che qualifichi il Comune di Imperia come presidio democratico nella lotta alla corruzione pubblica e privata e alla crescente penetrazione e ramificazione della criminalità di stampo mafioso nel territorio, con l’attivazione di prime misure fondamentali, quali quelle contemplate nel “Codice dei contratti pubblici” (detto anche degli appalti) di lavori, servizi e forniture (ad esempio, con lo Sportello dei contratti pubblici e l’istituzione del Profilo del committente), la piena valorizzazione della misure previste dalla Legge 136/10 in materia di trasparenza e tracciabilità dei flussi finanziari, e un recepimento conseguente, nelle concrete scelte dell’Ente, del portato degli articoli 117 e 118 della Costituzione, che hanno accresciuto il potere regolamentare dei Comuni e riconosciuto ad essi, in determinate materie, funzioni amministrative proprie di quelle statali e e regionali.
3) Un ridimensionamento della parte residenziale prevista nel porto turistico in costruzione e la riprogettazione di più ampi spazi per la cantieristica, per dare sbocchi produttivi e qualificati all’economia locale; contestualmente, l’assicurazione del mantenimento e del’incentivazione di funzioni diversificate all’interno della portualità cittadina;
4) Una scelta chiara e tempestiva, nel rispetto della volontà popolare espressasi col recente referendum nazionale, a favore di una gestione pienamente pubblica del servizio idrico, con la costituzionalizzazione dello stesso nello Statuto del Comune;
5) Il rigetto della privatizzazione e della esternalizzazione dei servizi sociali e la scelta strategica di puntare all’ampliamento e al potenziamento della rete territoriale di protezione e sicurezza sociale, con la contestuale salvaguardia e riqualificazione dell’assistenza ospedaliera esistente nell’ambito del territorio comunale;
6) Una azione costante e coerente, nella politica urbanistica, contro l’abnorme consumo del suolo e delle altre risorse naturali ed ambientali, a favore di un miglioramento della qualità di vita e di un sano e lungimirante sviluppo socio/economico.

Il confronto, scrive Indulgenza, è aperto a tutti perché su certe tematiche non bisognerebbe fare distinzioni di colore politico.
Purtroppo all’Arci non ho visto nessun politico al di fuori di lui: forse l’incontro non è stato sufficientemente pubblicizzato, forse qualcuno non ha avuto tempo. Ma mi permetto di dire a tutti che il tempo stringe e che, nonostante tutto, non abbiamo ancora visto niente.
Vi faccio un esempio su tutti: pare che in Comune, a breve, verrà costituita una commissione di “esperti” composta da geometri, architetti e gente del ramo, con “qualche consigliere comunale” che si occuperà di varianti al Piano Regolatore e problematiche che riguardano il cemento, per capirci. Così che qualche eventuale delibera non passerà neppure più in discussione in consiglio comunale.

Scritto da Angelo Amoretti

30 settembre, 2011 alle 21:47

Pubblicato in Politica

Tag:

Abbattimento selvaggio di alberi a Imperia [II]

13 commenti al post

Ricevo e pubblico:

L’abbattimento di una ventina di pini sani e in piena crescita vegetativa, in Lungomare Vespucci, più la brutale potatura di altre piante vicine, appare ingiustificabile.
Quanto asserito dall’Amministrazione Comunale, secondo cui “L’intervento si è reso necessario anche alla luce del massiccio afflusso di presenze che interesserà la Città nel weekend a seguito del Raduno degli Alpini” impone un immediato chiarimento, poiché non risulta in alcun modo una motivazione ammissibile per autorizzare un simile atto distruttivo, anche alla luce di quanto impone il regolamento comunale sulla vegetazione urbana a salvaguardia del verde pubblico esistente.

Pasquale Indulgenza – Capogruppo Rifondazione Comunista in consiglio comunale

Scritto da Angelo Amoretti

9 settembre, 2011 alle 8:42