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Risarcimento danni ad personam

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Una parte del Pdl avrebbe fatto pressioni sul primo cittadino per evitare che il Comune chieda i danni ai possibili imputati, in particolare a Gianfranco Carli (patron della “Fratelli Carli”, molto vicino alla famiglia Scajola) e Pietro Isnardi (suocero del consigliere regionale ed ex vice sindaco Marco Scajola).

Sanremonews – 23 marzo 2012

Anche il resto dell’articolo è assai interessante e potrebbe essere fonte di approfondimento.

E dovremmo fare anche più gossip (così qualche querela la becchiamo pure noi): seguite i link sul blog di Marco Preve e capirete cosa intendo.

Scritto da Angelo Amoretti

23 marzo, 2012 alle 18:58

Vicenda porto di Imperia: intervento di Pasquale Indulgenza (PRC)

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Pasquale Indulgenza, capogruppo di Rifondazione in consiglio comunale, interviene sulle recenti vicende del porto di Imperia

A leggere gli stralci delle intercettazioni apprese dagli organi di informazione, l’amarezza è grande, pari alla consapevolezza del disastro che è stato causato a danno della città e della sua gente.
Quale allegorico riferimento si può evocare, oggi, per rappresentare non solo la cruda sostanza della vicenda ma anche la drammaticità della condizione vissuta soggettivamente da chi ha inteso opporsi lungo questo disgraziato decennio dominato dalla Destra – nel contesto di una ’società civile’ che, se non era eccitatissima dall’avventura con cui è stata titillata o accondiscendente con la ‘rotta’ seguita dai prodi ‘navigatori’ al comando, era prevalentemente assente – dopo aver appreso di essere ritenuti dei “baluba”? Dopo aver appreso, attòniti, un pezzetto della trivialità senza ‘peli sullo stomaco’ usata, nel considerare con tono svalutante le questioni poste da noi come meramente “politiche”, e quindi de facto ininfluenti, dagli ’scafatissimi’ interlocutori (i quali, pubblicamente, amano presentarsi o come ferventi cristiano/cattolici, o come liberali di pura osservanza “Old England”, o come pragmatici riformisti ’socialisti’)?
Quale allegorico riferimento può soccorrerci, nel ricordare che eravamo già stati baldanzosamente ‘proposti’ sulla pubblica piazza per essere buttati “a mare” e, al contempo, nel considerare l’altro, enorme danno procurato da simili circostanze e parole: quello recato alla Politica e alla sua dignità.
In mente ci vengono, quali metaforici, rimbombanti echi, le celebri, icastiche parole usate da Cicerone nella Catilinaria: “o tempora, o mores! Senatus haec intellegit. Consul videt; hic tamen vivit. Vivit? immo vero etiam in senatum venit, fit publici consilii particeps, notat et designat oculis ad caedem unum quemque nostrum. Nos autem fortes viri satis facere rei publicae videmur, si istius furorem ac tela vitemus”. Ad mortem te, Catilina, duci iussu consulis iam pridem oportebat, in te conferri pestem, quam tu in nos [omnes iam diu] machinaris.
(”Questi i tempi! Questo il malcostume! Il Senato conosce e comprende l’affare. Il Console lo vede; e tuttavia costui vive. Vive? Anzi, si presenta anche in Senato, prende parte alle pubbliche sedute, marchia con lo sguardo ciascuno di noi e lo designa alla strage. Noi, uomini forti, riteniamo di aver fatto abbastanza per la salvezza della Repubblica, se eviteremo la furia e i pugnali di costui. Era necessario, o Catilina, che tu fossi già da tempo condannato per ordine del Console, e che contro di te fosse ritorta quella rovina che tu ordisci quotidianamente contro noi tutti”).
Ma, al di là di citazioni allegoricamente pregnanti, il punto vero, ora, è un altro, e merita essere chiarito ancora una volta, proprio in un momento così delicato.
Le parole del Sig. Caltagirone dicono meglio di qualunque altro discorso le due cose fondamentali che non bisognerà mai più dimenticare. Esse esprimono una sorta di agghiacciante coerenza, allorché chiariscono imperiosamente la natura e la portata del business, urlando che la società in questione è una “società privata” e il Comune si deve allineare e basta. Le stesse cose che, in buona sostanza, abbiamo detto criticamente, dall’ Opposizione, per tutti questi anni, venendo irrisi ad ogni denuncia, e cioè:
1) che la società “Porto di Imperia”, nell’assetto concepito e costruito per l’affaire del porto turistico, è una mostruosità che non si doveva fare e approvare assolutamente;
2) che il porto turistico progettato e approvato dal Consiglio Comunale era insopportabilmente sovradimensionato (già nel progetto preliminare del 2002, che il PRC aveva contestato pubblicamente), di impatto spaventoso, e, come tale, pronto ad accogliere in sè e a ingigantire esplosivamente tutte le ‘magagne’ insite nella balorda operazione societaria concepita a monte, annessi e connessi (facilmente immaginabili da tutti).
Di questo, coloro che avevano ruoli istituzionali ed hanno votato a favore, hanno la responsabilità morale e politica, indelebile.

Pasquale Indulgenza – capo gruppo P.R.C. al Comune di Imperia

Scritto da Angelo Amoretti

17 marzo, 2012 alle 21:05

Vicenda porto di Imperia: il PD rompe il silenzio

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Duro intervento di Giuseppe Zagarella, capogruppo del Partito Democratico in consiglio comunale, a seguito delle ultime vicende sul porto turistico di Imperia e della pubblicazione di alcuni stralci dell’ordinanza del Gip Colamartino:

La lettura degli stralci di intercettazione pubblicate dai giornali mostra, ahimé, in tutta la sua cruda, brutale e volgare realtà quello che temevamo da tempo.
La politica, intesa come dedizione e servizio alla comunità, a quanto pare era da un lato pressata ed etero diretta da interessi ben lontani da quelli collettivi, e dall’altro direttamente amministrata da una classe dirigente che prendeva altrove le sue decisioni, che riteneva di non dover rispondere all’assemblea del Consiglio Comunale, che guardava al ruolo pubblico di controllo come ad una inutile e disturbante interferenza.
Il quadro che da queste svilenti comunicazioni sembra svilupparsi è doloroso e mortificante, e restituisce l’immagine di un Primo Cittadino al quale viene dettata la “linea politica difensiva” da tenere proprio da coloro che secondo le accuse della magistratura stavano truffando la città.
Sembrerebbero esservi amministratori di primissimo piano intenti a occultare le informazioni a chi doveva assumere le scelte con votazioni, amministratori incapaci di comprendere e amministratori infedeli, dirigenti compiacenti, imprenditori che nulla avrebbero a che spartire con la logica del mercato e della concorrenza ma conterebbero sulla filiera di “amicizie” per operare indisturbati.
Ci vorrà sicuramente ancora tempo affinché la magistratura possa ultimare tutti gli accertamenti necessari a delineare con completezza il quadro delle eventuali responsabilità penali e giudiziarie, ma il disgusto è stato inevitabile e immediato.
A poco serve dire che abbiamo provato a lanciare l’allarme alla città, magra soddisfazione oggi se non quella in coscienza di aver tentato di fare il nostro dovere, anche a costo di passare per “baluba” o “rompic….” o “nemici della città” o che so io.
Quel senso di malessere e di amarezza profonda ti resta dentro. Leggere che coloro che cercavi di convincere con le argomentazioni più dettagliate possibile, con ragionamenti tecnici, in ogni sede, erano, a quanto pare, le stesse persone che si dedicavano incessantemente a sviare l’attenzione, mistificare la realtà, lanciare spot e messaggi mediatici volti solo ed esclusivamente a minare la credibilità nostra e di chi osava dissentire, utilizzando allo scopo tutta la “potenza di fuoco” dei ruoli loro proprio attribuiti da quel “pubblico” così profondamente offeso, è cosa che non lascia indifferenti.
E chi da questa storia esce davvero con le ossa rotte è Imperia che nel frattempo è male amministrata e con parametri economico sociali da allarme rosso.
Il Primo Cittadino chieda scusa a Imperia, chiarisca se ha davvero ancora un residuo di quell’autonomia necessaria a fare lo stretto indispensabile per evitare il tracollo finanziario della città, e se ne vada.
Altrimenti consegni il tutto ad un commissario da subito.
Senza se e senza ma.
Lo deve alla città, a se stesso, a tutti noi.

Giuseppe Zagarella – Capogruppo gruppo PD – Consiglio Comunale Imperia

Scritto da Angelo Amoretti

17 marzo, 2012 alle 20:39

Riflessioni dopo la bufera sul porto turistico

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Riflettendo sull’arresto di Francesco Bellavista Caltagirone e Carlo Conti e sulla lettera del Sindaco Strescino agli imperiesi, che più leggo più trovo surreale, mi vengono in mente tante di quelle cose che mettere insieme è davvero difficile.
Una cosa però mi ronza per la testa da qualche giorno, diciamo da quando l’ingegnere ha varcato le soglie delle patrie galere. Sì che ci vuole prudenza e bisogna essere garantisti, ma quello che mi ha stupito è stata l’immobilità dell’opposizione e, diciamolo una volta per tutte, in primis e soprattutto, quella del Partito Democratico. Perché da partiti che in consiglio comunale hanno uno o due rappresentanti, non puoi aspettarti troppo: immaginiamo benissimo quali possano essere le loro capacità organizzative. Ma dal Partito Democratico mi spettavo qualcosa di più.
E poi non mi si venga a dire che se noti che tra il cittadino e il politico c’è l’abisso, sei un qualunquista o un anarcoinsurrezionalista, per cortesia.
Quando in città comparvero i manifesti con la foto del Porto e su scritto “Avevamo un sogno: colmare un vuoto”; quando il Tar ripristinò la concessione annullando il provvedimento firmato dal dirigente comunale Pierre Marie Lunghi, era il marzo dell’anno scorso e quelli del partito dell’Amore fecero caroselli in città; quando allo Scajola Day Paolo Strescino lesse i nomi dei consiglieri di opposizione che avevano votato contro il porto, nessuno usò i guanti di seta.
Ora che il Partito Democratico avrebbe l’occasione per restituire qualche schiaffo, si limita a inviare  comunicati sui portali locali, ripresi il giorno dopo dai quotidiani e se non offre l’altra guancia poco ci manca: infatti offre una mano per risolvere “operazioni serie”.
Non un manifesto, non una manifestazione seppur improvvisata: tutti fermi dietro al pc o alla scrivania dell’ufficio.
E così non va bene perché (sta arrivando una battuta assai sarcastica, la stessa che fanno quelli del PDL anche a livello nazionale) la città e la democrazia hanno bisogno di una opposizione.
I cittadini non si sono accorti di niente: si parla nei bar e per le strade, ma non c’è il maggior partito di opposizione che si faccia vedere in piazza.
Un motivo ci sarà, ma io non lo conosco.
Peccato.

Scritto da Angelo Amoretti

13 marzo, 2012 alle 19:11

Affare Caltagirone, indagati e arrestati: ecco l’elenco

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L’elenco aggiornato alle ore 18.32 del 6 marzo tratto da Sanremonews.it:

Arrestati:

Francesco Bellavista Caltagirone [imprenditore, proprietario di Acqua Marcia SpA]

Carlo Conti [ex direttore generale dei lavori della Porto di Imperia SpA]

Agli arresti domiciliari e indagati:

Delia Merlonghi [Amministratore unico di Acquamare]

Andrea Gotti Lega [Membro del CdA di Acqua Marcia e di Porto di Imperia SpA]

Indagati:

Paolo Calzia [consulente del Presidente della Provincia di Imperia, Luigi Sappa]

Gianfranco Carli [ex Presidente della Porto di Imperia SpA e amministratore delegato della Fratelli Carli - settore oleario]

Pietro Isnardi [patron della Pietro Isnardi SpA, settore oleario, suocero del nipote di Claudio Scajola, Marco]

Domenico Gandolfo [commercialista ed ex Presidente della Porto di Imperia SpA]

Beatrice Parodi [imprenditrice, ex Presidente della Porto di Imperia SpA]

Ilvo Calzia [dirigente settore urbanistica in Comune ad Imperia ora interdetto dai pubblici uffici]

Colpisce il numero degli ex presidenti della Porto di Imperia: a indagati, se la gioca alla grande con Carlo Conti che se non ho perso il conto deve aver qualcosa come 5 o 6 avvisi di garanzia.

E colpisce che ci siano Isnardi e Carli, due che, col senno di poi, a mio modesto avviso, avrebbero fatto meglio a occuparsi di olio e basta.

Qui c’è la prima pagina de Il Secolo XIX di oggi.

Update: La Stampa di oggi [9 marzo 2012] scrive che Pietro Isnardi non è indagato.

Scritto da Angelo Amoretti

7 marzo, 2012 alle 8:51

Amore, ritorna, le colline sono in fiore

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Torna Francesco Bellavista Caltagirone, preparatevi a offrirgli il caffè!
L’incontro con il sindaco è stato fortemente voluto dal suo avvocato Stefano Vinti, neopresidente della Porto di Imperia SpA e dalla sua compagna Beatrice Parodi.
Lo apprendo dal Secolo XIX  e, dopo la commozione, mi viene il mal di testa perché con tutta ’sta gente che va e che viene, che entra e che esce, non ci capisco più nulla.
Non sono riuscito a immaginare la scena pur avendo fantasia  da vendere, e, se vogliamo, anche una buona dose di romanticismo.

«Cicci, dai, torna! Hanno cambiato arredamento negli studi di Imperia TV e non c’è più quel cane fastidioso!»
«Fragolina…e se poi non mi offrono il caffè?»

Beatrice Parodi con Francesco Bellavista Caltagirone
foto: la Riviera

Non so, non può essere così. Lui era andato via quasi sbattendo la porta, lei e il suo gruppo, dicono le malelingue, stanno per fare il botto (a Castellaro ci sono appena state le prove tecniche di caduta baraccone) e ora finalmente li ritroviamo insieme, all’ombra dell’ultimo sole, con un pescatore che offre loro un branzino e un bimbo delle elementari che gli insegna a fare un nodo alla marinara (lo ha appena imparato nel nuovo point di Imperia Levante che è chiuso, ma inaugurato).
Sono cose che riscaldano il cuore, ma confondono sempre più le idee degli imperiesi.

Scritto da Angelo Amoretti

5 marzo, 2012 alle 9:50

La vicenda del porto si complica ancora

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Pare che gli ex forzisti e fedelissimi di Scajola vorrebbero concedere la proroga di 29 mesi richiesta dalla SpA del Porto, mentre gli ex AN e Lega Nord vorrebbe accorciare i tempi e ricominciare tutto daccapo.
Come si legge sul Secolo XIX di oggi, “la componente ex forzista si gioca anche la faccia, visto che durante i dieci anni dell’mministrazione Sappa l’azione amministrativa ha fatto perno sulla realizzazione del porto turistico” e l’elettorato potrebbe non gradire in vista delle prossime elezioni amministrative.
Tutto si gioca tra i cosiddetti “minassiani” – gli ex AN tra cui è passato anche l’Assessore Emilio Broccoletti – e gli “scajoliani“, tutti gli assessori, tranne lui, insieme ad altri consiglieri tra cui Marino Arimondi, Angela Ardizzone, Pino Camiolo e altri vorrebbero allungare i tempi, gli ex AN e Lega Nord no.
Sono partite interne che forse, e sottolineo forse, potrebbero essere semplici mosse in vista delle elezioni e a rimetterci sarebbe la città, in tutti i sensi e non vorrei che la storia del porto diventasse come quella della Salerno-Reggio Calabria, per intenderci.
Tra l’altro non ho capito una cosa: se gli ex AN sono passati con i “minassiani“, il Sindaco Strescino, che è un ex AN pure lui, ma fortemente voluto da Scajola , da che parte sta?
Vedremo gli sviluppi, ma le premesse non lasciano ben sperare.

Scritto da Angelo Amoretti

27 febbraio, 2012 alle 12:40

La finestra di Strescino

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La finestra di Strescino prima era di Luigi Sappa e mi ci sono affacciato pure io, una volta. Fu quando lo andai a salutare, alla fine del suo mandato di Sindaco e mi regalò “Manifesti elettorali nell’antica Pompei” un simpatico libercolo a cura di Romolo Augusto Staccioli, edito da Rizzoli. Forse sapeva già che sarebbe diventato presidente della Provincia.
Aprì la finestra del suo studio e mi disse: “Guarda che spettacolo, Angelo!” mostrandomi il più bel porto del mediterraneo in costruzione. “In effetti” – gli dissi – “non è male. Peccato per quell’obbrobrio di fabbricato e quella montagna di terra“. Allargando le braccia provò a farmelo immaginare con tanta terra sul tetto e tutto intorno, ma nessuno dei due era tanto convinto.
Ora da quella finestra si affaccia ogni giorno il nuovo Sindaco, Paolo Strescino. Non per controllare se gli hanno fregato lo scooter, ma per osservare l’andamento dei lavori nel porto più bello del mediterraneo.
E visto che nella società per azioni Porto di Imperia è quasi guerra aperta, si sfoga su La Stampa di oggi e si guadagna anche qualche mio applauso.

I lavori vanno avanti? Ma a chi vogliono farlo credere? Io osservo il cantiere ogni giorno dalla finestra del mio ufficio e lo vedono anche tutti i cittadini. A seconda dei giorni ci sono cinque o sei operai e non mi sembrano questi i numeri di maestranze necessarie per finire un porto. Inoltre, se i privati volessero veramente concludere in un anno le opere, potrebbero tranquillamente avvalersi della convenzione con il Comune, che prevede in automatico una proroga fino al 2013 con il pagamento di una penale.

Siccome il Sindaco risponde alle precisazioni fatte dai soci privati della Società più incasinata del mediterraneo, ne ha anche per loro, direttamente:

Mi piacerebbe poi sapere se la Porto Spa paga il suo addetto stampa e chi lo ha scelto. Visto che il Comune è un socio, è per lo meno curioso ch scriva continuamente comunicati contro di noi. Da chi è stipendiato? Senza contare che continuo a ricevere molti imprenditori locali che lamentano di non venire pagati per le loro prestazioni sul porto.

Sembra finzione, ma non lo è. C’è un addetto stampa della Porto di Imperia SpA, di cui è socio anche il Comune, che scrive contro il Comune. C’è il Comune che paga avvocati per le beghe interne alla società. In effetti siamo noi che, alla fine, paghiamo. E a me viene in mente la storiella di quel tipo che si era tagliato il pisello per far dispiacere alla moglie.
Gli applausi da parte mia, come dicevo, sono pochi perché ci sarebbe da chiedersi come mai solo adesso il Sindaco usa la finestra del suo ufficio. Non gli è mai venuto in mente di sbirciare un po’ prima?

Scritto da Angelo Amoretti

17 febbraio, 2012 alle 18:11

Ecatombe di Presidenti alla Porto di Imperia SpA

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Si è dimesso il terzo presidente della Porto di Imperia SpA, dopo Paolo Calzia e Beatrice Parodi (che nell’aprile del 2011 aveva dichiarato: “Resterò in carica tre anni. Imperia vedrà completato il suo porto un anno prima della scadenza del mio mandato. Questo è l’impegno, lo onorerò“) adesso è la volta di Antonino Parisi.
Chiedo (tutti chiedono, potrò chiedere anche io?!) che la maggioranza, o l’opposizione, o tutti quanti insieme, organizzino una pubblica assemblea per informare i cittadini di ciò che in realtà sta avvenendo; fare un riassuntone delle puntate precedenti e, eventualmente, qualche credibile previsione per il futuro prossimo.

Scritto da Angelo Amoretti

14 febbraio, 2012 alle 18:02

L’inchiesta infinita sul Porto turistico di Imperia

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E’ stata prorogata di altri sei mesi l’inchiesta sulla vicenda del Porto Turistico di Imperia e quattro nuovi avvisi di garanzia sono stati notificati a Francesco Bellavista Caltagirone, responsabile di Acquamare srl che costruisce il porto; Delia Merlonghi, direttore dei lavori nel porto; Paolo Calzia, ex Presidente della Porto di Imperia SpA e Carlo Conti ex diettore della stessa SpA. L’accusa è: truffa ai danni dello Stato.
Proroga di accertamenti richiesta e concessa anche per il reato di associazione a delinquere che vede tra gli indagati, il sempre presente Francesco Bellavista Caltagirone, Paolo Calzia, Domenico Gandolfo e l’ex ministro Claudio Scajola che augurando buone feste da Imperia TV [il video è sparito dal sito] diceva che tutto sarebbe finito bene.
Approfitto per chiedere a chi ne sa più di me, come mai i video sul sito della prestigiosa tv locale, a un certo punto spariscono, si autodistruggono nel giro di pochi giorni.

Scritto da Angelo Amoretti

18 gennaio, 2012 alle 12:40