Archivio per tag ‘Porto di Imperia SpA’

Virgolette

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Beatrice Cozzi Parodi
Il Secolo XIX – 20 aprile 2011

Poi, con un ulteriore chiarimento del vicesindaco Rodolfo Leone, toglieremo le virgolette.

Scritto da Angelo Amoretti

20 aprile, 2011 alle 15:46

Beatrice Cozzi Parodi è il nuovo presidente della Porto di Imperia Spa

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Beatrice Cozzi Parodi, la splendida regina dei porti, è il nuovo presidente della Porto di Imperia SpA e il vicesindaco nonché assessore ai porti, Rodolfo Leone, approfitta di questo momento per fare chiarezza: “Il Comune ha avuto fino ad oggi una sovraesposizione su un’opera di cui detiene solo un terzo. Avere in mano anche la presidenza faceva pensare che il Comune fosse proprietario della struttura, in realtà non è proprio così. Per questo è stato deciso di cambiare la governance e di proporre come nuovo presidente la dottoressa Beatrice Parodi. Ora abbiamo un ruolo di controllo e non più di amministrazione.
E’ tutto chiaro, vero?
Prima di leggere le dichiarazioni su Sanremonews pensavo che il Comune fosse proprietario della struttura e ora invece so che con Beatrice Parodi da una parte e Francesco Bellavista Caltagirone dall’altra, siamo in una botte di ferro anche perché il comune avrà un ruolo di controllo.
Il porto ci sarà perché la maggioranza degli imperiesi lo vuole. Che poi in mano abbia qualcos’altro cosa importa? L’essenziale è averci qualcosa e possiamo stare tutti tranquilli, perché anche se asfaltassero il mare della nostra città, l’attuale coalizione prenderebbe lo stesso un sacco di voti.
Più diretto il Sindaco Paolo Strescino che in sostanza ha detto che non importa chi ce l’ha in mano, ma che i lavori riprendano il più presto possibile e che il porto sia ultimato.

Scritto da Angelo Amoretti

18 aprile, 2011 alle 17:28

Sul Porto di Imperia è in arrivo uno tsunami?

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Porto di Imperia a Caltagirone il pm interroga i giudici del Tar

Il tribunale amministrativo aveva ridato la concessione all´imprenditore

La sentenza aveva annullato la revoca decisa su iniziativa di un dirigente del Comune

Tre giudici del Tar, il Tribunale Amministrativo Regionale della Liguria, sono stati interrogati nei giorni scorsi, in gran segreto, come persone informate dei fatti, in procura a Imperia nell´ambito dell´inchiesta sulla realizzazione del nuovo porto turistico che vede indagati, per associazione a delinquere finalizzata alla turbativa d´asta, manager e politici tra i quali l´ex ministro Claudio Scajola e il costruttore romano Francesco Bellavista Caltagirone.
I tre magistrati sentiti dal pm Maria Antonia Di Lazzaro (che coordina l´inchiesta con il collega Alessandro Bogliolo) sarebbero Enzo Di Sciascio, Oreste Mario Caputo e Davide Ponte.
Un vero e proprio colpo di scena sui cui contorni non filtrano indiscrezioni, anche se è probabile che i tre magistrati siano stati sentiti per alcuni chiarimenti riguardanti una loro recente sentenza. Quella con cui avevano annullato la revoca della concessione alla Porto di Imperia (Comune di Imperia, più imprenditori locali più Bellavista Caltagirone) e ad Acquamare, società dei Bellavista incaricata della realizzazione dell´opera.
Il 4 marzo, nonostante il Tar dovesse pronunciarsi solo sulla sospensiva richiesta da Porto Imperia, entrò subito nel merito annullando la revoca. Secondo i giudici, Pierre Marie Lunghi, il dirigente del Comune che prese la decisione attirandosi critiche e attacchi personali (il sindaco Paolo Strescino è stato addirittura indagato per minacce) da parte di tutta l´amministrazione comunale, non era titolato a farlo.
La sentenza del Tar, seppur dettagliatamente motivata, era stata accolta anche da alcune critiche di opportunità da esponenti del centrosinistra imperiese.
In particolare per il doppio ruolo di uno dei giudici, Davide Ponte. Il magistrato, infatti, tra i tanti incarichi ricopre dal 2009 anche il ruolo di capo dell´Ufficio Legislativo del ministro del Turismo Michela Brambilla (compenso di 61mila euro). Poltrona che a dicembre, come raccontato da Repubblica, aveva sollevato le perplessità di associazioni ambientaliste.
E che dopo la sentenza sul porto sono state rinfocolate dai rapporti di amicizia tra il ministro Brambilla (che ha nominato Ponte) e il costruttore Bellavista Caltagirone. I due, lo scorso anno, erano stati al centro di un inesistente gossip nato da foto di una cena a due. L´imprenditore aveva poi spiegato che si trattava di una cena d´affari riguardante il turismo.
Il doppio ruolo di Ponte è nuovamente stato oggetto di discussione pochi gironi fa, quando il presidente del Tar, Santo Balba, nella sua relazione di apertura dell´anno giudiziario ha detto: «I giudici devono fare i giudici e non tante altre cose. Devono essere ben retribuiti per non essere sensibili alle lusinghe degli incarichi extragiudiziari e delle carriere parallele».
Marco Preve – la Repubblica – 15 aprile 2011

C’è allarme tsunami e l’acqua entrerà inesorabilmente anche in casa di chi non se l’aspetterebbe mai. Prepariamo i gommoni e le tre caravelle.

Scritto da Angelo Amoretti

15 aprile, 2011 alle 10:48

Saldi di fine stagione, con sconti fino al 100%

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Francesco Bellavista Caltagirone vuole così tanto bene alla città di Imperia che, come peraltro prevedeva anche qualche lettore di questo blog, ha rinunciato alla richiesta danni di 300 milioni di euro al Comune, a seguito della vicenda “decadenza della concessione”, risoltasi, come ormai tutti sapete, a suo favore.
Adesso il Comune dovrà pagare 300 mila euro a Umberto Giardini, l’avvocato difensore. Anche qua si profila un maxi sconto da Guinnes dei Primati. E meno male, sennò le strisce blu dovevano disegnarle anche in cielo e farci pagare un’euro e mezzo a ogni ora di aria respirata.
Il fidanzato di Beatrice Parodi ha ancora un piccolo problema con la Carige: un’esposizione di 60 milioni di euro. Ma lì a provare a fargli fare lo sconto ci penserà Alessandro Scajola, il cui fratello Claudio, intervistato da il Fatto Quotidiano, dice che l’inchiesta di Imperia a suo carico per associazione a delinquere “è una vergogna” e che quando sarà morto dovranno fargli un monumento sul porto perché “con quei moli abbiamo ridato vita alla città“.
Sì, la stessa città dove in un locale non si può suonare perché un  distinto quarantenne vuole seguire in santa pace la partita del sabato sera.
Avrei un’idea per Abusivissima 2011.

Scritto da Angelo Amoretti

8 marzo, 2011 alle 12:58

La sentenza del TAR Liguria sul Porto [II]

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Credo che la cittadinanza tutta abbia il sacrosanto diritto di conoscere bene la questione riguardante la sentenza del TAR di ieri.
Evito di fare commenti su discorsi del tipo “Ha vinto la città di Imperia e ha perso la sinistra” perché mi pare che in ballo ci fossero altri attori e trovo veramente triste leggere le solite cose da dare in pasto al popolino per fargli credere ciò che si vuole.
Poi con un click leggi che “il Comune ha perso” e ti fai venire il mal di testa per niente. Cerchiamo di guardare oltre e vediamo se saranno chiariti alcuni punti “tecnici”.
Oggi, dopo la decisione del TAR che, come simpaticamente titola il Secolo XIX “cancella Lunghi“, l’amministrazione comunale, con un comunicato stampa, afferma che “il Tar ha scritto a chiare lettere che i funzionari comunali devono attenersi alle direttive espresse dal Consiglio comunale e non possono decidere autonomamente, così come è stato chiaramente fatto in questa circostanza“.
Dunque l’ingegner Lunghi avrebbe sbagliato e si parla già di dimissioni, spostamenti e traslochi.
Eppure il consigliere comunale di FLI, Giuseppe Fossati, che ha esperienza da vendere anche come avvocato, lo scorso 23 gennaio in una sua nota dichiarava:

[...] Orbene, sia chiaro che FLI ritiene che i provvedimenti dirigenziali, specie quelli così delicati, debbano, come prevede la legge, essere adottati ‘in solitaria’ e non sollecitati, caldeggiati, ostacolati o ritardati da alcuno. Il Dirigente deve essere indipendente dai ‘desiderata’ del politico di turno e deve solo rispettare la legge, atteso che la legge gli conferisce tale prerogativa e gli assegna le relative responsabilità. Stando così le cose, se l’Ing.Lunghi, persona certamente seria, moderata e competente, ha ritenuto che vi fossero i presupposti per dichiarare la decadenza della concessione era tenuto a farlo e, dirò di più, era tenuto a farlo ‘in solitaria’ [...]

C’è qualcosa che non quadra e mi piacerebbe sapere chi ha ragione.
Come se non bastasse – e prendo ancora a esempio l’Avv. Fossati – nella sua nota di ieri, commentando la sentenza, ha dichiarato che alcuni passaggi della stessa lo hanno lasciato “perplesso” e, da quanto si capisce, gli sembrano un po’ originali le motivazioni del TAR:

[...] Si tratta di una tesi interessante che, credo, farà giurisprudenza per la sua assoluta novità e, da cultore del diritto, sarà per me illuminante approfondire nei prossimi giorni quale sia stata la difesa del Comune di Imperia nel procedimento in questione, brillante ed efficace sin dalle fasi cautelari nel difendere il provvedimento del proprio dirigente [...]

Lo stesso, più o meno, scrivono i componenti del gruppo consigliare del PD:

[...] Per quanto riguarda le argomentazioni della sentenza, pur rispettando come sempre le decisioni della magistratura, ci riserviamo di effettuare tutti gli approfondimenti necessari a comprendere alcune apparenti discrasie e imprecisioni. Questo allo scopo di cogliere appieno tutte le sfumature giuridiche e giurisprudenziali che ne potranno derivare e di meglio comprendere attraverso quali strumenti e con quali modalità l’Amministrazione Comunale si è presentata in giudizio a difendere il suo operato [...]

Insomma, mi pare di capire che il TAR si sia basato anche su una probabile relazione che il Comune ha redatto per chiarire la questione. Perché il TAR è sì imparziale, ma per conoscere dettagliatamente le procedure amministrative del Comune e quindi giudicare, ha bisogno di documentarsi.
Forse anche a Giuseppe Fossati e ai consiglieri del PD farebbe piacere sapere se è così e che tipo di documentazione è stata consegnata al TAR.
E se qualcuno di loro, una volta saputo, vorrà rendere edotti anche il sottoscritto e i lettori del mio blog, gliene sarò grato a nome di tutti.

Scritto da Angelo Amoretti

5 marzo, 2011 alle 18:47

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Tag:

La sentenza del TAR Liguria sul Porto

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Dal momento che non ho le conoscenze per approfondire il tema – mi riferisco alla sentenza del TAR sulla questione del Porto – mi limito a rendere nota la mia meraviglia nel leggere le dichiarazioni del direttore della Porto di Imperia SpA, il plurindagato Carlo Conti: “Ha vinto la città di Imperia“.
Sì, la stessa città che lui aveva allegramente preso in giro con quella offerta burla per l’acquisto delle quote azionarie che il Comune (e dunque la città) possiede nella suddetta SpA. La burla poi non era stata giudicata tale dal magistrato che gli ha mandato un avviso di garanzia per turbativa d’asta.
E prendo altresì nota che il modello di comportamento di certi personaggi che circolano in Parlamento, ha finalmente raggiunto anche l’estrema periferia nord.
A quando un bunga-bunga?

La sentenza del TAR è qui.

Scritto da Angelo Amoretti

4 marzo, 2011 alle 18:19

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Verbi

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All’inizio fu “acclarare“, poi venne “avocare” e infine ci metto, d’istinto, “accagare” scusandomi per il francesismo.
E’ quello che mi è venuto in mente leggendo le ultime notizie sull’incontro tra i lavoratori della Porto di Imperia SpA e il Sindaco che non mi è per niente chiaro e che ha il vago sapore di “ricatto”, il solito: se i lavori si bloccano la colpa è di chi li blocca,  non dei presunti fuorilegge che li hanno fatti a capocchia.
Non è un teorema, ma pare tutto più o meno collegato e qua le cose stanno andando su due binari, che spero non siano morti, che alla fine potrebbero confluire in uno solo.
Strescino si appresta a marciare su Roma, laggiù dove dalla Commissione Bicamerale antimafia sono già stati ascoltati Luigi Sappa e Franco Amadeo. Il Sindaco assicura che dirà tutto ciò che sa, senza se e senza ma. Il problema è che probabilmente sa poco.
Molto di più sanno gli agenti della Polizia Postale che hanno concluso le indagini e hanno mandato 500 o 5000 cartelle al Magistrato. Mi sembrano i numeri dei partecipanti alle manifestazioni, c’è chi ne dice uno e chi ne spara un altro, ma “lo zero non conta niente“, mi diceva la nonna. Quel che conta è che in quei faldoni c’è tutto il materiale su cui studiare e poi agire di conseguenza.
Caltagirone aveva detto che le opere a mare erano terminate con largo anticipo, ora pare che non sia vero e l’architetto Morasso lo sta rincorrendo per farsi dare i 900 mila euro serviti a progettare l’operazione. Le azioni di Acquamare sono state congelate, poi scongelate e di nuovo congelate. Sarà per colpa del cambiamento climatico ed è realmente difficile dire se sarà una primavera calda o fredda. Noi l’aspettiamo con ansia, in ogni caso.

Scritto da Angelo Amoretti

1 marzo, 2011 alle 12:24

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Carlo Conti, i pesci d’aprile e i pedofili

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Uno dei cinque avvisi di garanzia che riguardano Carlo Conti, Direttore generale della Porto di Imperia SpA, riguarda un’offerta bufala proveniente dalla Isole Vergini pensata e scritta di suo pugno per acquistare le quote del Comune nella Porto di Imperia SpA. Conti è così indagato anche per turbativa d’asta.
Quando ho letto la notizia, lì per lì, mi ero detto che non fosse possibile e che certe cose possono farle i burloni che, per esempio, avevano fatto un’offerta farlocca a nome di un magnate russo per l’acquisto di Villa Carpeneto, ricordate?
Invece…invece un amico mi ha appena inviato l’intervista pubblicata oggi su Il Secolo XIX, che vi riporto:

Carlo Conti ironizza sugli avvisi di garanzia.
«IL PLICO DALLE VIRGIN? ERA UN PESCE D’APRILE»

«Mi fate un favore? Mi tenete gli avvisi di garanzia in un cassetto? Passo poi io in settimana a ritirali ».

Il manager dei record pe ravvisi di garanzia ricevuti, cinque in meno due anni, due in due giorni, Carlo Conti, 60anni, direttore della Porto di Imperia, candidato ad amministratore delegato della stessa, nonostante tutto non ha perso il buon umore.
Un aneddoto che riguarda Conti può far capire meglio il personaggio, un simpatico antipatico. Durante una delle perquisizioni eseguite dagli investigatori, alla richiesta della polizia riguardante le sue dichiarazioni, ha fatto scrivere: «Ma andate a cercare i pedofili!».
Ieri non è stato da meno.

«Sì, che ho risposto così. Non sono nulla di quel che si vorrebbe far credere. Qui è in atto una caccia alle streghe. Io invece credo nel lavoro e nell’impegno. Sono una persona corretta».

Conti, è stato lei a scrivere quella falsa offerta all’asta del Comune per vendere le quote di Porto di Imperia?

«Ma era una burla, un pesce d’Aprile! Che non fosse un’offerta lo si poteva intuire subito: a fianco del luogo di provenienza, cioè Virgin Islands, c’era scritto “viva le puttane”. La seconda busta del plico non è stata nemmeno aperta. Quando mi ha sentito la Finanza ho ammesso. Poi mi sono visto convocare per turbativa d’asta. Esagerato! Mi sono avvalso della facoltà di non rispondere».

Ma perchè lo ha fatto? Il ruolo che ricopre non dovrebbe imporle un rispetto maggiore?

«Ripeto, era una semplice, banale, individuabilissima burla. Volevo tirare un po’ le tasche al Comune che si stava chiamando fuori dalla società che il Comune aveva voluto.Chi sa apprezzare lo sfottò, può capire. La disonestà intellettuale invece non la capisco io».

Nell’inchiesta delle “colonnine” è indagato per truffa allo Stato: ha concesso a terzi di noleggiare quei 20 posti barca?

«Io non ho concesso nulla. Erano in gestione ad agenzie di charter. Nessuno ha rubato, truffato o speculato. E poi è stata una delibera di giunta ad affidare a Porto di Imperia la concessione. Io sono un dipendente».

Con cinque avvisi non sarebbe il caso di dimettersi?

«Non ci penso nemmeno. Così faccio rodere ilf egato a qualcuno. Io sono sereno. E poi gli avvisi non sono rinvii a giudizio. Vedremo in giudizio»

Il Secolo XIX – 6 febbraio 2011

Dopo averla letta sono rimasto un po’ disorientato, devo ammetterlo, ma poi, da qualche altra parte ho letto che il simpatico manager è “craxiano della prima ora” e mi si sono schiarite meglio le idee.
Mi sono infine meravigliato che abbia fatto scrivere sul verbale degli investigatori: “Ma andate a prendere i pedofili!“, forse non sa che ci sono vicini a “peccettarne” uno.

Scritto da Angelo Amoretti

6 febbraio, 2011 alle 11:43

Porto di Imperia: cattedrale nel deserto o rara opportunità?

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Sulla questione del porto l’opposizione e la maggioranza giocano al “di chi è la colpa” e quelli del PD giocano con più stile, occorre dirlo.
Sarebbe interessante invece sapere se il Sindaco c’è o ci fa quando continua a battere il tasto de “l’opposizione è contraria al porto“. Evidentemente non ha letto abbastanza perché ormai non è più solo scritto su “Il partito del cemento” di Preve e Sansa che Burlando e Scajola “le due C” erano d’accordo sul costruirlo.
E’ ora che i cittadini lo sappiano: smettiamola tutti di giocare e cerchiamo di informare seriamente gli elettori, i cittadini e tutti quelli che pagano le tasse.
Ultimamente ho riflettuto assai sulla decadenza della concessione per il porto e lì per lì, come credo sia successo alla maggioranza dei miei concittadini, la prima cosa che ho pensato è stata: “Speriamo che non rimanga una cattedrale nel deserto“.
Poi ci ho ragionato meglio e sono arrivato alla conclusione che, invece, quella è una grossa opportunità offerta alla città e cercherò di spiegarlo, dopo aver fatto una breve premessa.
Non conosco l’ing. Lunghi e non ho mai avuto il piacere di incontrarlo, lo dico a scanso di equivoci.
Mi sono meravigliato che del suo provvedimento si sia detto che è “abnorme” e mi è parso di capire che Lunghi abbia fatto nient’altro che il suo dovere di serio dirigente: ha riscontrato delle irregolarità e ha agito di conseguenza.
Il fatto è che ognuno la presenta a modo suo, guardandosi bene dal dire che invece di essere un disastro per la città, potrebbe essere manna caduta dal cielo.
Caltagirone è servito: ha ultimato le opere a mare, gli rimarrà un pugno di mosche in mano, ma considerata la situazione in cui si trova , l’unico problema che avrà, a parte quelli eventuali con la giustizia, saranno i creditori che andranno a rincorrerlo a Piombino o da qualche altra parte in cui deciderà di costruire un porto più bello del Mediterraneo. Anche l’Atlantico va bene, più lontano è, più i forconi rimarranno lontani dalla nostra città.
A quanto pare, al momento, si dice che quella che ci sta rimettendo sia la sua fidanzata. Ma sono affari di famiglia in cui non voglio mettere il naso.
La Porto di Imperia Spa sta perdendo pezzi e sarebbe da rottamare completamente, visto che è stato anche detto, da chi c’è dentro, che “si sono fatti degli errori“.
Dunque, vediamo lo scenario, a prescindere dalla politica: abbiamo le opere a mare terminate e il Comune che potrà ultimare quelle a terra con una gara d’appalto regolare, magari usufruendo di contributi europei, per esempio.
Il movimento a Porto Maurizio potrebbe essere gestito dalla Imperia Yacht e a Oneglia, che manterrebbe le tre funzionalità (commerciale, turistica e peschereccia) dalla Compagnia Maresca. Se tutti ci mettessero un po’ di buona volontà, si potrebbe fare. Il porto potrebbe iniziare a funzionare e a mettere in moto la macchina che dovrebbe dare opportunità e posti di lavoro anche se sul numero sparato inizialmente da Caltagirone preferisco stendere un velo pietoso: un terzo andrebbe già bene, visto che si parlava di 7.000.
Perché non lo dicono, il Sindaco e il PD?
Il Partito Democratico ha fatto un gran lavoro di ricerca e, checché ne dica il Sindaco, è servito a mettere in evidenza diversi aspetti poco chiari. Non è questione di volersi sostituire alla magistratura o fare gli investigatori: è semplicemente fare opposizione rendendo dotti i propri elettori e i cittadini. Punto.
Il guaio è che si sono fermati lì, dove in fondo era naturale che arrivassero: il capannone, lui sì, abnorme, era sotto gli occhi di tutti e un minimo di disappunto di fronte ai loro elettori doveva esserci.
Ma fatto questo, e visti gli sviluppi successivi, come mai il PD non dice che questa è una grossa opportunità per la città e che il Comune avrebbe tutto da guadagnarci e poco da perdere?
I maligni potrebbero pensare che se nel business c’è qualche privato, magari si possono soddisfare desideri “altri“, io non lo so e potrei anche sbagliare perché forse mi è sfuggito qualcosa, ma credo che sarebbe opportuno, per il bene della città, discutere sui fatti citati e cercare di informare correttamente la cittadinanza.

Scritto da Angelo Amoretti

1 febbraio, 2011 alle 0:33

Decadimento della concessione: caccia ai responsabili

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So bene, anche senza che me lo dica Fossati, cosa posso e cosa non posso fare. Lui, però, dovrebbe per correttezza dire anche che il sindaco deve tutelare l’interesse della città. Se io ravviso preoccupazioni per una cosa che potrebbe recare un danno enorme dal punto vista economico, dei posti di lavori e dell’indotto è un mio dovere dirlo. Nel pieno rispetto delle regole bisogna poi prendere una posizione netta non restare a metà come Lega Nord e finiani. Ci sono grandi responsabilità da parte del Pd nell’essere arrivati a questo punto, gli esponenti del partito ci hanno messo del loro eccome. Ora smettano panni dei professori. Chi è veramente a favore della struttura deve fare di tutto per difenderla, servono delle forze politiche responsabili.
Paolo Strescino – La Stampa, 24 gennaio 2011

Probabilmente Fossati non l’ha detto perché è sottinteso che essendo Sindaco di tutti, Strescino debba tutelare l’interesse della città. E mi meraviglio (ci riesco ancora, nonostante tutto) che quando si parla di responsabilità, al primo cittadino non passi neppure per l’anticamera del cervello che una buona parte ce l’hanno il Comune e la Giunta. Era prevedibile: siamo di fronte a un pasticcio enorme creato da soggetti dentro la macchina di governo e si dà la colpa a chi ne è fuori. E quando Strescino dice che “servono delle forse politiche responsabili” forse dovrebbe dare un’occhiata anche nella Giunta e nel suo partito e probabilmente gli è sfuggito quanto rilasciato dal PD al Secolo XIX del 22 gennaio scorso:

Le soluzioni tecniche si possono trovare inmaniera condivisa. Siamo certi che altrettanta responsabilità dimostreranno l’intero Consiglio di Amministrazione della società Porto di Imperia spa e gli amministratori pubblici responsabili della gestione del percorso politico amministrativo fino ad oggi, su tutti l’assessore Luca Lanteri.

Nel frattempo Pasquale Indulgenza (PRC) su La Stampa di oggi dichiara che: “Con le forze di Sinistra serve una riflessione comune di carattere strategico per la ripresa della città e l’apertura di una nuova stagione politica” e Carla Nattero (La Sinistra per Imperia) in un comunicato stampa scrive: “Su questo tema accolgo l’invito di Rifondazione ad un confronto preliminare tra le forze di opposizione in modo da presentare una proposta comune alla città e al Consiglio“.
Un po’ quello che lo scorso 20 gennaio auspicavo io che di politica capisco poco.

Scritto da Angelo Amoretti

24 gennaio, 2011 alle 12:56