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Piovono ultimatum

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Prima è intervenuta Confindustria che per bocca del suo Direttore Generale, Giuseppe Argirò, ha invocato, a modo suo, la salvezza del porto turistico di Imperia. Gli ha risposto Giuseppe Fossati di FLI.
Poi è stata la volta del Presidente dell’Imperia Yacht, Roberto Rommelli, che chiede l’allargamento del bacino turistico del porto di Oneglia, per fare più spazio agli yachts che sono in lista di attesa per attraccare nel bacino antistante Calata Cuneo.
Rommelli ha fatto anche qualche conto: nel porto ci sono 111 persone di equipaggio, ognuna delle quali gode di uno stipendio di circa 5.000 euro al mese, “soldi che in parte vengono poi spesi a Imperia“.
Quella di Rommelli è una richiesta alla prossima amministrazione; Imperia Yacht è nata per volere dell’allora Sindaco Paolo Strescino, nell’aprile del 2010.
Fate due conti anche voi e smettiamola di aspettare risposte o prese di posizione da questo o quel partito, tanto le prendono a seconda della convenienza (loro).

Scritto da Angelo Amoretti

16 settembre, 2012 alle 17:27

Imperia e le sue pre-inaugurazioni

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Lo scorso 11 febbraio è stato inaugurato ufficialmente, con tanto di presenza del Governatore regionale Claudio Burlando e finanche del deputato minassiano Eugenio Minasso, il punto vendita per i pescatori sul porto di Oneglia, con gran soddisfazione anche del consigliere regionale scajoliano Marco Scajola che ha dichiarato: “Il binomio che vede da una parte la presenza di yacht e dall’altra quella delle imbarcazioni dei pescherecci rende quest’area peculiare e dalle grandi prospettive per un sano rilancio turistico ed economico“.


foto: Riviera24.it

Ora apprendo da La Stampa che a tutt’oggi la struttura non è ancora entrata in funzione, che ai pescatori in genere non frega più di tanto perché trovano più pittoresco vendere pesci direttamente dalle loro barche e che i banchi e i lavandini sono ancora incellophanati.
E mi vengono in mente le innumerevoli inaugurazioni farlocche avvenute nella nostra città: una su tutte quella del depuratore e a seguire quella di Via Siccardi, che, se non ho perso il conto, è già stata inaugurata due o tre volte.
Un’idea, per il punto vendita per i pescatori che, detto en passant, è costato 1 milione e 900 mila euro, di cui 545 mila stanziati dal Comune e i restanti erogati da fondi della UE tramite la Regione, lasciamolo così com’è.
Potremo sempre spacciarlo per un’opera di Christo e attirare lo stesso un sacco di turisti.

Scritto da Angelo Amoretti

28 febbraio, 2012 alle 12:35

Lo sporco lavoro del mare

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Il porto di Imperia

SPINTA DALLA RISACCA
TERRA TRA I MOLI DEL MAXI SCALO

Il nuovo scalo turistico di Imperia rischia, col tempo, l’insabbiamento? Le acque limacciose dell’Impero il cui livello in questi giorni si è alzato a causa delle copiose piogge (e non è la prima volta che accade da quando c’è il porto), infatti,già a partire dalla giornata di domenica sono entrate nel porto “colorando” di un non piacevole marrone tutto il bacino. Veramente un brutto e preoccupante spettacolo per chi si avvicina alla banchina, oppure, osserva dall’alto il maxi scalo.
Sul banco degli imputati c’è la risacca e il prolungamento, allo scopo di recuperare il maggior numero di posti barca, della lunghezza del molo. C’è, addirittura, chi ha ipotizzato che tra non molti decenni, il porto “più grande e bello del Mediterraneo”, senza interventi (costosissimi) sia destinato, ad interrarsi.
Stupisce che non siano state prese nella dovuta considerazione in sede progettuale la forza costante delle correnti marine e la presenza, a poche decine di metri di distanza, della foce del torrente Impero, che, con il suo flusso, specie quando è in piena, trascina in mare tonnellate e tonnellate di fango che raccoglie lungo il suo percorso dall’entroterra fino al capoluogo.
Le associazioni ambientaliste avevano fin dal principio messo in evidenza questo problema, che, però, evidentemente è stato preso sottogamba.
Altro problema messo in evidenza in questi giorni è il sedime della nuova spiaggia sottostante al parco urbano che viene realizzata anche utilizzando la terra della “montagna della vergogna”, di cui la Porto di Imperia Spa deve sbarazzarsi.
Tutte le volte, infatti, che il mare si ingrossa, tonnellate e tonnellate di terra si staccano dalla costruenda spiaggia finendo in mare. E, in questo modo, in pratica, tutte le volte è necessario ricominciare daccapo.
Il Secolo XIX – 8 novembre 2011

Scritto da Angelo Amoretti

8 novembre, 2011 alle 9:39

La raccolta firme a favore della multivocazionalità del porto di Oneglia

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Nonostante l’iniziativa abbia avuto un’ottima copertura da parte dei media locali [ne hanno scritto Il Secolo XIX, Riviera24 e Sanremonews] la raccolta va a rilento, anche perché, a quanto pare, a molti non piace e per farvi capire in che stato si trova la nostra città, vi racconto due episodi avvenuti subito dopo gli articoli riguardanti la questione.
Il primo episodio si è verificato con uno dei primi firmatari della petizione.
Gli si è presentato, a quanto pare, un giovane destro, dicendogli che non deve immischiarsi in queste cose che sono di chiara matrice politica.
L’altro riguarda un punto di raccolta firme. Anche lì pare che si sia presentato qualcuno dicendo al titolare, con toni decisi, di lasciar perdere.
Chiunque può leggere il documento e constatare che se c’è qualcosa di politico è palesemente “trasversale”.
E dal momento che quando mi sento raccontare certe cose, invece di infilare la testa sotto la sabbia [perché non si tratta di un documento delle Brigate Rosse o di Al Qaeda, per intenderci], mi scaldo ancora di più.
E’ per questo che vi invito ad andare a firmare: si tratta di metterci nome e cognome. Dignità è anche questa: metterci la faccia senza timori.
Probabilmente non serviranno a niente e saranno cestinate da chi poi le riceverà, ma almeno saranno la dimostrazione che in città c’è un tot numero di persone che sono d’accordo su certe proposte e visto che qualcuno si lamenta del fatto che non ce ne sono e che siamo sempre e solo capaci di dire “no”, raccoglierne un bel numero servirebbe anche a smentirlo.

Scritto da Angelo Amoretti

2 marzo, 2011 alle 13:08

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Raccolta firme per la multivocazionalita’ del porto di Oneglia

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Un gruppo di cittadini, a seguito dei recenti sviluppi sulla questione dei porti e visto il dibattito che si è svolto anche sulle pagine del blog, ha intrapreso una raccolta di firme in difesa della multivocazionalità del porto di Oneglia.
Riporto per intero il documento che, correlato delle firme, verrà inviato al Sindaco e a tutti i consiglieri comunali; al Presidente della Regione Liguria; al Presidente della Provincia; al Presidente della Camera di Commercio e a quello dell’Unione degli Industriali.
I punti in cui si potrà andare a firmare sono i seguenti:

AGENZIA VIAGGI PONENTE – via Alfieri 9, orario commerciale, sabato pomeriggio chiuso;
FARMACIA GIBELLI – via Belgrano 5, orario commerciale, sabato chiuso;
PASTICCERIA DEL TEATRO – via F. Cascione, 70, orario commerciale, lunedì chiuso;
RIVENDITA GIORNALI MILVIA – piazza S.Giovanni, praticamente sempre aperto;
PALESTRA STAR GYM – via Garessio 30, tutti i giorni orario continuato, sabato pomeriggio chiuso.

La presente raccolta di firme, liberamente organizzata tra i cittadini di Imperia, nasce dal timore per l’avvenire occupazionale della nostra città: si configura come un’iniziativa spontanea di persone responsabili nei confronti delle future generazioni, senza alcuna connotazione politica e ideologica, e non rappresenta in alcun modo un attacco alla gestione della cosa pubblica nei confronti degli enti ed organi ai quali è diretta.
In verità, essa costituisce anzi un richiamo alle istituzioni interessate, affinché sia tenuta fede a scelte ed indirizzi a suo tempo annunciati; più precisamente, ci si riferisce alla multivocazionalità che era stata prevista per lo scalo portuale imperiese, ove per tale si intende la coesistenza dinamica da perseguire “pacificamente” tra i tre settori di attività, ossia commerciale, peschereccio e turistico. La stessa Amministrazione Comunale di Imperia sostiene la necessità di non restringere ad un solo indirizzo la destinazione dei nostri approdi.
Chi appone qui sotto la propria firma parte dal presupposto di riconoscere quanto già compiuto da codeste Amministrazioni per gli ultimi due comparti, rispettivamente con la realizzazione del nuovo porto turistico di San Lazzaro e con la trasformazione in banchina destinata a polo ittico del primo tratto del molo lungo di Oneglia; tuttavia, non può fare a meno di notare come non si sia altrettanto alacremente operato e provveduto per rilanciare aree ed infrastrutture di un segmento commerciale che, pur ridimensionato…

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Scritto da Angelo Amoretti

17 febbraio, 2011 alle 12:44

Pubblicato in Attualità

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Sono sereno, ma con il PM non ci parlo

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Sono stupito per le accuse, ma ho la coscienza a posto: scelte in buona fede.
Marco Scajola ex Assessore comunale di Imperia [PDL]

Sono molto sereno perchè sono convinto che il fatto oggetto di contestazione possa essere chiarito.
Luigi Sappa ex Sindaco di Imperia

Il Secolo XIX – 5 febbraio 2011

Sono sereni e hanno la coscienza a posto, almeno due dei nove indagati per abuso d’uffico [gli altri sono: Angela Ardizzone, Claudio Baudena, Gianfranco Gaggero, Luca Lanteri, Sergio Lanteri, Nicola Falciola e Paolo Re che nel post del 7 febbraio avevo dimenticato], ma stamattina nessuno si è presentato in tribunale per essere ascoltato dal PM Alessandro Bogliolo, avvalendosi della facoltà di non rispondere.
Strano: l’on. Claudio Scajola freme per essere sentito e ha già preparato un memoriale che probabilmente diventerà anche un best seller e loro invece non vanno all’appuntamento.
Forse avranno pensato bene di preparare un memoriale scritto a sedici mani: se non diventerà un best seller si potrà sempre vendere in edizione economica.

Scritto da Angelo Amoretti

10 febbraio, 2011 alle 15:52

Quale futuro per i Porti di Imperia?

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In una dichiarazione pubblicata su La Stampa dello scorso 6 febbraio, Paolo Verda, capogruppo consigliare del Partito Democratico, tra l’altro diceva:

Sui passi da fare abbiamo dei capisaldi. Intanto lo scalo storico di Porto Maurizio deve tornare imperiese e il Comune deve farsene carico, partendo con tariffe più accessibili. In merito al porto in costruzione, chiediamo la revisione del progetto: per noi è obbligata la scelta turistico-ricettiva. Sul capannone: va demolito e fatto tornare a un’altezza compatibile dal punto di vista paesaggistico.
Infine veniamo al porto di Oneglia, che va rilanciato. Invece che i mega yacht, che anche esteticamente non si innestano nel tessuto urbanistico complessivo, si dovrebbero ospitare le imbarcazioni storiche. Ciò farebbe dello scalo onegliese un unicum in tutto il Mediterraneo.

Cosa intende Paolo Verda per “imbarcazioni storiche”? I pescherecci e le navi mercantili li facciamo sparire con un gioco di prestigio?
Bisognerebbe spiegare meglio questo punto che, a mio avviso, non è affatto trascurabile.
E mi associo alla richiesta di Trash che nel post precedente commentava così:

Ma questa benedetta opposizione non potrebbe organizzare una grande assemblea o momento pubblico a carattere cittadino per tentare di far arrivare alla gente il proprio punto di vista?

Scritto da Angelo Amoretti

8 febbraio, 2011 alle 15:21

L’ex Giunta in trasferta

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Il Sindaco Strescino è avantissimo. Ricordate quando aveva avuto l’idea di portare la Giunta comunale in trasferta nelle frazioni? Per tre o quattro volte, se non sbaglio, lo ha fatto.
L’ex Sindaco Sappa deve aver pensato: “Cribbio, io non c’ero arrivato!”, ma gli viene in soccorso il PM Alessandro Bogliolo che ha convocato per giovedì prossimo la Giunta del buon “Gigetto” [e del buon governo] direttamente in Tribunale. Con lui ci saranno:

Marco Scajola l’allora assessore al Turismo e ora consigliere regionale;
Luca Lanteri (dimissionario da poco dalla attuale giunta Strescino);
Sergio Lanteri;
Angela Ardizzone;
Nicola Falciola (da poco tornato assessore: si occuperà di Edilizia);
Claudio Baudena;
Gianfranco Gaggero (attuale assessore ai Lavori Pubblici)

tutti indagati con l’accusa di truffa e abuso di ufficio per le vicende del porto di Oneglia che risalgono al 2007.
Luigi Sappa porta il cinghiale;
Sergio Lanteri la polenta;
Angela Ardizzone due vasi di ciclamini;
Nicola Falciola un condizionatore d’aria, nel caso facesse caldo;
Claudio Baudena un libro a caso;
Marco Scajola quattro turiste;
Luca Lanteri un box prefabbricato così parcheggia senza problemi;
Gianfranco Gaggero un po’ di asfalto, nel caso ci fosse qualche buca da riempire sul piazzale.

Scritto da Angelo Amoretti

7 febbraio, 2011 alle 10:26

San Leonardo, altalene e cemento

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E’ stata ritrovata l’altalena per bambini data per scomparsa tempo fa dai giardini Dante Novaro, in via Lamboglia, al Prino.
La birichina si è trasferita ai giardini Città di Rosario, in via Nizza.
Sono andato a controllare anche per accertarmi delle sue condizioni: sta benissimo. Infatti nel parco, che è uno dei più belli di Imperia, ben curato e accogliente, non c’è ombra di bambini. Non ho visto neppure cani e manco un maniaco a pagarlo oro, tanto per aggiungerlo alla collezione.
Questa cosa dell’altalena mi ha fatto pensare a quando c’era Lui (quello vero, non il fake dei giorni nostri) per il quale spostavano le vacche da una fattoria all’altra per fargli credere che a vacche ce la passavamo bene. Anche oggi non possiamo lamentarci, ma le vacche del terzo millennio non sono quadrupedi e neppure ruminanti.

In città ho notato un grande manifesto affisso dal Comune con su scritto: “San Leonardo, la tua città ti festeggia”.
In effetti festeggiamenti ce ne sono, ma credo che se il buon Leonardo fosse ancora vivo, lascerebbe di nuovo la sua città natale e invece di scrollarsi la sabbia dai sandali, per non portarsene neppure un granello dietro, oggi come oggi, se passasse dal suo parco urbano, dai sandali scrollerebbe cemento e cacca.

A proposito di cemento. Trovo curioso che il Sindaco, dopo le discussioni via stampa con Valerio Romano della compagnia Maresca che diceva che nel porto di Oneglia è più utile avere un cargo pieno di cemento piuttosto che uno yacht semivuoto, abbia preso la cosa di punta e voglia fare analizzare il suddetto cemento dall’Arpal per accertarsi che non inquini. E ho scoperto di avere un sindaco che è contro il cemento. Ma quello via mare, quello su strada va benissimo. In effetti con tutto quello che sta ancora colando, mi sembrava strano che il primo cittadino ce l’avesse in toto con lui.

Scritto da Angelo Amoretti

22 novembre, 2010 alle 12:46

Ancora polemiche sul Palio del Mare

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Nonostante l’ottimo successo dell’80° Palio del Mare, non si placano le polemiche e dopo quindici giorni scopriamo un particolare interessante [ma anche l'acqua calda]: il bacino portorino non è più nostro.

«Palio del mare, la Porto di Imperia ci ha negato Calata Anselmi»
La denuncia dei borghi portorini che hanno disertato la manifestazione

Dopo quindici giorni sono ancora agitate le acque del Palio del mare. «Non è mai stato spiegato il vero motivo della nostra mancata partecipazione – afferma Marino Ricci, presidente del Circolo Borgo Cappuccini – Nessuno ha mai ammesso che il Palio non si è svolto nel bacino portorino perché la Porto di Imperia spa non aveva concesso l’autorizzazione». Un’affermazione che potrebbe essere come benzina sul fuoco delle polemiche scoppiate non appena è stata resa pubblica la latitanza di Borgo Foce, Borgo Cappuccini, Borgo Marina e Cà Gianca.
«Siamo molto contrariati – ribadisce Gianni Pico, capobarca dell’equipaggio di Borgo Cappuccini– Dopo due anni di promesse sull’organizzazione del Palio a Calata Anselmi, dobbiamo scontrarci con la dura realtà: il bacino portorino non è più nostro, l’Amministrazione comunale ne ha trasferito la proprietà a Caltagirone e noi non siamo più padroni di organizzare una qualsiasi manifestazione».
In effetti le locandine che preannunciavano l’evento evidenziavano la localizzazione in acque portorine nel rispetto delle due consecutive vittorie degli equipaggi del rione di ponente. «Eravamo riusciti pure a trovare una barca in legno più adatta per le sfide in acqua di quelle attuali in vetroresina e l’avevamo offerta al Comitato San Giovanni – racconta ancora Marino Ricci – Peccato che, pochi giorni prima della manifestazione, ho dovuto scoprire che il Palio sarebbe rimasto ad Oneglia per il mancato permesso della Porto di Imperia. Ho convocato il direttivo del Circolo in seduta straordinaria – continua Ricci – e, all’unanimità, abbiamo deciso di abbandonare il Palio seguiti poi da tutti gli altri rioni portorini. Calata Anselmi, però, è tuttora proprietà della città. E allora è inconcepibile questa mancata autorizzazione».
L’edizione 2010 è dunque andata in archivio con una lunga coda di discussioni, polemiche e litigi. Per la prossima però tutti i rappresentanti dei borghi “contestatori” offrono la loro disponibilità. «Non possiamo che essere grati al Comitato San Giovanni –precisa Gianni Pico – Ma non possiamo accettare che il Comune, socio al 33 per cento della Porto di Imperia spa, non sia intervenuto per favorire la disputa del Palio nelle acque portorine».
Ino Gazo – Il Secolo XIX – 30 agosto 2010

Scritto da Angelo Amoretti

30 agosto, 2010 alle 18:00