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Il porto turistico e le mareggiate

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Queste due foto che mi ha inviato un affezionato lettore, sono state scattate un anno fa, dopo la mini alluvione.
Si può notare come le correnti tendano a portare nel porto tutto ciò che arriva dalle foci dei torrenti Prino e Impero.
Tutto sommato l’anno scorso non ci sono stati gravi danni causati dalla pioggia, ma con i torrenti intasati (la pulizia effettuata di recente è stata certamente utile, ma non sufficiente), se le precipitazioni dovessero essere più intense, il porto si riempirebbe di tronchi di albero e altro.
Inoltre sembra che ci siano già delle secche, peraltro segnalate con apposite boe, in cui uno yacht qualsiasi rischierebbe di rimanere incagliato.

Il Porto di Imperia

Il Porto di Imperia

Scritto da Angelo Amoretti

5 novembre, 2012 alle 12:18

I danni della mareggiata a Imperia

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Lo scorso mercoledì, ieri l’altro, su Sanremonews è apparsa questa notizia che aveva il sapore di un comunicato stampa emesso da chissà chi, ma anche dall’Istituto Luce o dall’agenzia Tass:

Ho postato l’immagine presa dalla mia pagina FB perché al momento il link indicato (http://www.sanremonews.it/2011/11/09/leggi-notizia/argomenti/altre-notizie/articolo/imperia-nessun-danno-al-nuovo-porto-turistico-per-la-forte-mareggiata-di-ieri.html) non funziona più: in poche parole sembra svanito nel nulla, proprio come gli eventuali danni causati dalla mareggiata.
Eppure su Google l’articolo è stato indicizzato:

Quello che diceva potete leggerlo sull’immagine più su.
Oggi, su Il Secolo XIX, è uscito un articolo che va in direzione opposta. Il comandante di un grande motoryacht dice che “rami, bottiglie di plastica ma anche immondizia di piccola e piccolissima dimensione: quella più pericolosa perché può intasare le prese a mare dei condizionatori, cioè delle pompe di calore usate per riscaldare gli ambienti a bordo“.
Un altro utente si chiede come sia possibile che tutti questi detriti che “sembrerebbero “prelevati” dalle onde sulle spiagge e gettati in mare dai torrenti, siano potuti entrare nello specchio acqueo del bacino che, invece, dovrebbe essere protetto“.
E dunque, tutti noi che avevamo tirato un sospiro di sollievo (piccolo, perché, insomma viene naturale pensare che il porto più bello del Mediterraneo possa farsi un baffo delle mareggiate), ci siamo dovuti ricredere.
Dispiace anche che, sempre a seguito del maltempo che per fortuna è passato senza far troppi danni, nessuno di coloro che siedono in consiglio comunale (assessori compresi, naturalmente) abbiano detto una parola del tipo: “Sì, c’è ancora molto da fare pe quanto riguarda la pulizia dei torrenti e vedremo di provvedere appena sarà possibile“. Anzi, pare proprio che dei torrenti che stanno un po’ più a monte e dei cittadini che abitano in quelle zone importi poco a nessuno. Eppure pagano le tasse come quelli che vivono in Corso Roosevelt o in Via Diano Calderina.

Scritto da Angelo Amoretti

11 novembre, 2011 alle 18:19

Pubblicato in Ambiente

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Qualcuno volò sul nido del Cuocolo

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Sulle ultime vicende le porto vi invito a leggere gli interventi che linko qua sotto:
Beppe Zagarella e Oliviero Olivieri (Partito Democratico, 5 settembre) Qui
Paolo Strescino (Sindaco, 5 settembre) Qui
Pasquale Indulgenza (Rifondazione Comunista, 5 settembre) Qui
Carla Nattero e Dario Dal Mut (Sinistra per Imperia, 6 settembre) Qui

Dal sito di Riviera24 si può scaricare la “Memoria” del Comune presentata dall’Avvocato Cuocolo.
Oggi, su Il Secolo XIX, compare questo articolo a firma di Loredana Grita e Fabio Pin dal titolo:

Le aree demaniali del porto devono essere appaltate

Subconcessioni, il Comune prende le distanze da se stesso.

Strescino: nessun dietrofront. Ma la memoria difensiva lo smentisce.

I lavori del porto sono fermi da un anno, Caltagirone se n’è andato. Due settimane fa, dopo soli 4 mesi («Resterò in carica tre anni») Beatrice Parodi si è dimessa dalla presidenza della Spa. I soci di Imperia Sviluppo si dicono pronti a completare l’approdo ma non hanno le risorse necessarie. Non bastasse, uno dei partner ha un’esposizione bancaria che sfiora i trentamilioni di euro.
A fine agosto si è sparsa la voce di un gruppo finanziario di Montecarlo disposto a salvare baracca e burattini.
Il sindaco Strescino: «Ben vengano i monegaschi, ma prima aspettiamo i fatti». I fatti non sono arrivati. Ma la vicenda non risparmia nuovi argomenti.
Il Tar ha fissato l’udienza che vede la Porto di Imperia impugnare una delibera del Comune (che della Spa detiene il 33,3% delle quote).
Quella che, lo scorso maggio, ha imposto lo strumento dell’appalto per l’attribuzione delle subconcessioni.
Nello specifico, le aree destinate alla cantieristica. L’amministrazione di centrodestra, attraverso l’avvocato Lorenzo Cuocolo, deposita una memoria.
Nella quale il legale genovese difende la legittimità della delibera. E nel farlo, dedica uno specifico capitolo alla «concessione a monte». Scrivendo: «La concessione a Porto di Imperia Spa non è stata data nel rispetto delle regole dell’evidenza pubblica». Di conseguenza, conclude Cuocolo, «sarebbe tanto più illegittimo consentire che anche le subconcessioni “a valle” vengano assentite in violazione di tali principi». Lettura giuridica opinabile? Può darsi. Lo decideranno i giudici. Sicuramente un’interpretazione imbarazzante per chi, fino a ieri in casa Pdl ha sostenuto l’esatto contrario. Il Partito democratico, da sempre sostenitore (come la Procura, del resto), dell’illegittimità dell’affidamento diretto a Caltagirone della costruzione del porto turistico, coglie l’attimo fuggente e attacca Strescino e soci: «Avevamo ragione noi. E adesso l’amministrazione di centrodestra fa marcia indietro».
E Strescino che fa? Si consulta con i suoi e adotta la più classica e obsoleta delle strategie: «La conclusione cui perviene la minoranza è frutto di una artificiosa e quindi scorretta lettura delle difese comunali, in quanto viene estrapolata un’affermazione dal suo contesto per formulare considerazioni strumentali, estranee a quanto scritto». Il Pd, naturalmente, non ha bisogno di avvocati d’ufficio.
Maggioranza e opposizione avranno modo di chiarirsi in consiglio comunale. Poi penseranno i giudici in questo caso penali a stabilire come siano andate le cose nel lontano 2007, ovvero se si sia consumata o meno una condotta illecita volta afavorire il potente imprenditore di Acqua Marcia.
Quello che fa specie ma in fondo non è una novità è che Strescino chiosi chiamando in causa i cronisti, colpevoli di aver prestato il fianco alle strumentalizzazioni. «La memoria dell’avvocato Cuocolo è stata pretestuosamente utilizzata, come fosse un parere“ pro veritate” reso da un consulente terzo». Magari si fosse trattato di un parere “pro veritate”, che per definizione non vincola l’ente pubblico.
Invece quella di Cuocolo è stata una memoria prodotta in giudizio e a difesa di una specifica scelta amministrativa, che smonta pezzo per pezzo il teorema del Comune.
Per dirla con le parole di Cuocolo: «La concessione “a monte” che è stata data alla ricorrente Spa senza rispettare i principi di evidenza pubblica».

Loredana Grita, Fabio Pin – Il Secolo XIX, 6 settembre 2011

Scritto da Angelo Amoretti

6 settembre, 2011 alle 12:53

Strescino: la sinistra ostacola le opere del nuovo porto

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Mi sto sempre più convincendo che il nostro Sindaco non sia del tutto al corrente dell’intera vicenda del nuovo porto turistico.
Recentemente leggo dichiarazioni che mi lasciano un po’ perplesso e dal momento che lo reputo persona intelligente, penso che neppure lui sappia come si sono svolte le manovre, prima ancora di diventare Sindaco.
Prendete per esempio l’intervista pubblicata su La Stampa di ieri, che riporto integralmente più sotto.
Nonostante tutto ciò che sta succedendo, cerca di convincerci che è la sinistra a voler fermare i lavori. Nello stesso tempo dà piena fiducia alla magistratura che secondo come andrà, i lavori li fermerà lei. Credo che il nostro Sindaco stia attraversando un periodo difficile e se fossi al suo posto me ne starei al balcone a vedere cosa succede perché le parole sono importanti e quelle scritte rimangono.
Sempre ieri, fatalmente, sul Secolo XIX, appariva questo articolo e su Sanremonews Diego David scrive che “sembra ormai appurato che la Porto di Imperia abbia dato in sub concessione l’area alla Acquamare senza avvisare il Comune“. Ma il Comune di Imperia ha un terzo di quote nella Porto di Imperia SpA, come è possibile che non ne sapesse nulla? Se è vero che tra la Porto di Imperia SpA e il Comune c’è piena collaborazione, come mai adesso viene fuori che lo scorso marzo la suddetta SpA avrebbe dato in subconcessione il porto, a insaputa del Comune?
Sarà per questo che tempo fa qualcuno si era un po’ inalberato riguardo le decisioni prese dalla Porto di Imperia SpA?
C’è o non c’è qualcosa che non quadra? Sono tutti di sinistra quelli che sospettano che le cose non siano del tutto chiare?
Il fatto è che in questa storia ci sono un po’ troppi “non lo sapevo“. E allora se uno non lo sa, non farebbe meglio a evitare di dire inesattezze?
Invece al nostro Sindaco non “sta affatto bene che si chiedano le dimissioni di amministratori soltanto perché raggiunti da avviso di garanzia“.
Sul significato dell’avviso di garanzia sono perfettamente d’accordo con lui, e l’ho scritto più di una volta. Ma personalmente preferirei non riceverne e in democrazia credo che le dimissioni di qualcuno si possano chiedere. Poi al limite si respingono al mittente.
Di seguito l’articolo apparso su La Stampa di ieri:

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Scritto da Angelo Amoretti

14 dicembre, 2010 alle 9:06

Imperia: dopo le notizie del Secolo XIX “blindata” la Procura

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Uffici della Procura e della Polizia giudiziaria del Palazzo di Giustizia di Imperia, da questa mattina sono off-limit a tutti i giornalisti. La decisione di interdire l’accesso ai rappresentanti di tutte le testate giornalistiche è del procuratore capo facente funzione, Alessandro Bogliolo, che ha comunicato il divieto di accedere al terzo piano (sede della Procura) a qualunque giornalista. Il provvedimento sarebbe, secondo quanto precisato dal procuratore, un atto dovuto in conseguenza di una presunta violazione del segreto istruttorio nell’ambito di un’indagine preliminare che riguarda il porto turistico in costruzione a Imperia. Sul Secolo XIX di oggi si parla dei rapporti fra l’ex ministro Claudio Scajola e il costruttore Francesco Bellavista Caltagirone, che sono al centro di una serie di interrogatori di testimoni eccellenti. Torna così alle origini l’inchiesta giudiziaria sul porto turistico di Imperia, che accelera con l’arrivo dei due nuovi Pm, Alessandro Bogliolo e Maria Antonia Di Lazzaro. Sono già stati ascoltati politici, amministratori locali e imprenditori. Tra loro l’ex sindaco Luigi Sappa, oggi presidente della Provincia, l’amministratore delegato del Porto, Carlo Conti, gli ex presidenti Pietro Isnardi e Gianfranco Carli e diversi altri personaggi. I procuratori ritengono di poter concludere l’indagine entro la fine dell’anno. Questa notizia ha provocato la reazione di Bogliolo, che ha blindato gli uffici.«Ancora un grave atto di intolleranza si registra nei confronti della libertà di informazione - afferma il Consigliere nazionale Unione Cronisti Italiani (Unci), Natalino Famà -. Oggi a Imperia sono stati censurati i rapporti con i cronisti presso la procura della Repubblica. La disposizione, che vieta ogni contatto, anche all’esterno, con i magistrati requirenti, verrà ufficializzata, come assicurato dal procuratore, con un ordine di servizio emesso dallo stesso procuratore ed esteso alle sezioni di polizia giudiziaria. Di fatto d’ora in poi saranno proibiti i rapporti con le fonti di informazione giudiziaria».
Il Secolo XIX – 19 ottobre 2010

Scritto da Angelo Amoretti

19 ottobre, 2010 alle 18:41

Consiglio comunale monotematico sul Porto di Imperia

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Ormai dovrebbe essere certo: a settembre ci sarà un consiglio comunale monotematico sulla questione del porto di Imperia.
L’hanno già scritto e detto da tutte le parti, perciò s’avrà da fare.
E’ una buona idea perché finalmente l’intera cittadinanza potrà essere aggiornata sugli ultimi sviluppi e possibilmente avere le idee più chiare per quanto riguarda il futuro prossimo.
Da quanto ho capito il Sindaco Strescino e l’Assessore Lanteri non ci stanno più alla sudditanza psicologica (e non solo) di Gaetano Bellavista Caltagirone.
Lanteri ha recentemente dichiarato che la nomina del nuovo direttore dei lavori non deve più dipendere da Caltagirone e Strescino ha detto, senza mezze parole, che il Comune farà valere la propria quota societaria (il 33%) nella Porto di Imperia SpA. Si deve dedurre che fino a pochi giorni fa il Comune contava come il due di picche, nella suddetta società?
E’ probabile che durante il colloquio di ieri del Sindaco e Carlo Conti (l’A.D. della SpA) con l’ex ministro Scajola, si sia proprio parlato di questo. Forse si sono accorti che a lasciare le cose completamente in mano di altri potrebbe essere controproducente sia per la città che per l’amministrazione.
Attendiamo quindi con ansia il consiglio comunale di settembre, nella speranza che non sia l’8.
Per scaramanzia.

Scritto da Angelo Amoretti

18 agosto, 2010 alle 16:52

Pasticcio all’acqua di mare

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Non è una ricetta culinaria estiva, ma quello che mi è venuto in testa dopo aver letto questo articolo.
Da quanto ho capito c’è un nutrito gruppo di imprese creditrici verso la Porto di Imperia SpA che si è riunito dal Sindaco perché la Save Group, una ditta a cui Acquamare ha dato gli appalti per le opere a mare, gli deve un bel po’ di milioni: in parole più semplici, sono andati a batter cassa.
Il Sindaco dice che l’incontro si è reso necessario per tutelare prima di tutto le imprese, anche se “esula dalle dirette competenze del Comune di Imperia“.
Ma della Porto di Imperia SpA che, guarda caso, ha la sede legale in Viale Matteotti 157, dove ha sede il Comune, fa anche parte al 33% proprio il Comune di Imperia che di conseguenza “esula” fino a un certo punto.
Gli altri due soci, sempre al 33%, sono la Imperia Sviluppo Srl e Acquamare Srl. E dunque mi chiedo come mai all’incontro non ci fossero i rappresentanti di queste due Società perché se è la Porto di Imperia SpA a dover sbolognare tutti quei milioni, al portafoglio dovrebbero mettere mano anche:

1) Imperia Sviluppo srl, con capitale sociale di 1 milione e 180 mila euro, è così composta:

Beatrice Cozzi Parodi
Final srl
Emilio Mancinelli e Rosella
Pietro Isnardi
Bianchi Partecipazioni srl
Desiderio Srl
Guatelli Immobiliare
Riccardo Guatelli
Ilio Littardi

e

2) Acquamare Srl

Forse mi è sfuggito, ma direi che al tavolo con il Sindaco Strescino, non ci fosse nessuno dei sopracitati soci.
L’altra domanda che mi è sorta spontanea è come mai in una impresa con tre soci alla pari, gli appalti vengono dati da uno solo?

Scritto da Angelo Amoretti

6 agosto, 2010 alle 12:14

Gli X-Files di Strescino & C.

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Del blitz in Comune effettuato dalla Polizia Postale, sono tutti contenti: il Sindaco e Bellavista Caltagirone.
Il primo cittadino ha detto: “Da tempo chiedo che venga rimosso quel cumulo di terra“, Bellavista e Acquamare sono “estremamente tranquilli, anzi ben lieti che siano svolti tutti i controlli necessari a proposito della costruzione del nuovo porto turistico. Il solo fatto che presso la sede di Acquamare non ci sia stata nessuna ispezione rappresenta l’estraneità assoluta della società” [Il Secolo XIX, 2 agosto 2010].
Quel cumulo di terra è quello che ispirò l’on. Scajola, quando era Ministro: gli venne l’idea di usarlo per coprire il depuratore e farne una specie di vulcano.
Ma c’è un piccolo problema [qui, come nel resto del Paese, i problemi vengono fuori a puntate e alla fine si farà il riassuntone]: nel nostro porto lavorava la ditta Pellegrino che oggi come oggi è più popolare del Sanbittèr perché è al centro della famosa inchiesta per infiltrazioni mafiose e dunque non si escludono eventuali colpi di scena nel futuro prossimo, cosette tipo avvisi di garanzia, per capirci.
Di una cosa sono contento pure io: stavolta che è la Polposte a mettere il naso negli x files del Comune, nessuno ha potuto dire che c’è qualcuno che rema contro, che una parte della città non vuole il porto e bla bla bla. E’ già un buon passo in avanti.

Scritto da Angelo Amoretti

2 agosto, 2010 alle 12:00

Io, tu e le pose

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Francesco Bellavista Caltagirone

La Stampa di oggi, 3 settembre 2008, dedica una pagina a Francesco Bellavista Caltagirone (1) e dell’intervista di Chiara Berie di Argentine due cose mi hanno colpito.
La prima riguarda la posa della prima pietra del Porto Turistico di Imperia.
Caltagirone a un certo punto dice:

“[...] Dopo anni d’attesa ho promesso alla gente di Imperia, il porto sarà prima di tutto loro, tempi rapidi; finiremo nel 2010. Per la posa della prima pietra, nel 2007, c`erano il presidente della Regione, Claudio Burlando e Claudio Scajola, oggi di nuovo ministro. Diversi schieramenti, unico obiettivo: rilanciare dopo anni di torpore questa bellissima zona. La Costa Azzurra ormai è supercostruita, non ci sono più posti barca; ho amici che già vengono qui per mangiare nei ristoranti del Ponente, i migliori della costa.”

Forse è un errore di stampa perché la posa della prima pietra avvenne il 25 marzo del 2006, come si evince anche dal sito di Acquamarcia. (2)
All’epoca l’imprenditore romano disse che avrebbe terminato l’opera in quaranta mesi e dal momento che nell’intevista di oggi dice che il porto sarà pronto nel 2010, i conti non tornano più neppure per i termini di consegna: diciamo che probabilmente ci sarà un ritardo, peraltro comprensibile, di qualche mese.
L’altra cosa che mi ha colpito è la frase in cui si intuisce senza ombra di dubbio che il nostro concittadino di adozione ha una relazione con la nostra celebre conterranea, la signora dei porticcioli, Beatrice Cozzi Parodi:

[...]Passate le vacanze sul suo yacht «The One», 73 metri, con figli, amici e Beatrice Cozzi Parodi («E` la mia nuova compagna. Ha la forza della semplicità»), la giovane imprenditrice ligure, neovincitrice del premio Bellisario, che capeggia la cordata d`imprenditori locali suoi alleati con il Comune d`Imperia per il nuovo porto, Bellavista Caltagirone sostiene con forza l`operazione Fenice [...]

Beatrice Cozzi Parodi

Lui sessantanove anni, lei trentanove (3), ma in amore, si sa, non è l’età che conta. Probabilmente tra una posa di prima pietra e l’altra, tra i due è sbocciato l’amore e questo mi riempie di gioia, alla faccia di coloro che non credono che l’amore sia cieco.
Ormai i Vip annunciano direttamente tramite ufficio stampa le loro relazioni. E’ il caso della fidanzata del Ministro Frattini che per evitare paparazzate e gossippate, ha diramato un comunicato con tanto di foto allegate per annunciare la sua relazione con il nostro Ministro degli Esteri.
Caltagirone ha preferito dirlo teneramente tra le righe, ma l’ha detto e ai due innamorati vanno i miei sinceri auguri, ovviamente.

(1) fonte
(2) fonte
(3) La Stampa, 24 febbraio 2007

Scritto da Angelo Amoretti

3 settembre, 2008 alle 17:05

Anche l’occhio vuole la sua parte

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Riporto l’articolo di Giulio Geluardi, apparso su La Stampa di oggi:

In tutto saranno 120. Verranno sistemate una ogni 5 metri e mezzo, dalla base del molo lungo fino alla cima – un percorso di circa 670 metri – dando un tocco esotico all’intera zona del porto. Stiamo parlando delle palme, in via di piantumazione sulla banchina di Porto Maurizio dove al massimo, nel corso degli anni, si era visto qualche vaso con piante striminzite poi subito seccate per mancanza d’acqua: alla base del molo lungo sopravvivono miracolosamente le buganvillea, esotiche (per l’esattezza sudamericane) ma molto decorative. Ora invece, affacciate sul nuovo bacino a godersi futuri mega yacht e maestosi tre alberi ci saranno – per quanto potranno resistere – le africanissime palme, anche se quelle che verranno sistemate a Imperia arrivano dalla Spagna. Dal punto di vista estetico, poco da dire: fa molto Costa Azzurra avere una raffica di palme sui lungomare o sui moli. Diverso è invece valutare se sia stata una scelta oculata.
Anche se politici, amministratori, direttori, manager e chi più ne metta, sono interessati quasi esclusivamente ai problemi di economia e immagine, tanto da rimanerne accecati, esiste anche un’altra realtà. E questa realtà è che mentre si sprecano fiumi di inchiostro per lanciare l’allarme su un aggressivo coleottero asiatico il cosiddetto «punteruolo rosso» (il famigerato Rhynchophorus ferrugineus) che si sta allegramente divorando tutte le palme di Bordighera e dintorni, a Imperia si piantano gli stessi tipi di alberi che con tutta probabilità sono destinati alla stessa triste fine dei «cugini» bordigotti. Una scelta decisamente infelice oltre che antieconomica. Spiega Carlo Conti, direttore della Porto di Imperia spa: «La decisione è stata presa in relazione a uno studio fatto da un architetto di Genova». «In ogni caso l’obiettivo – aggiunge Conti – è di fare in modo che per il prossimo Raduno di Vele d’epoca il pubblico possa avere già un’idea, almeno stilizzata, dei contorni del nuovo porto». Se la scelta delle palme sul molo si rivelerà comunque a rischio, ben diversa è stata quella fatta dal Comune di Imperia sul parco urbano. In questo caso le piante sono tutte autoctone, cioè del luogo secondo la ormai consolidata linea dei Paesi più moderni, ben attenti ai problemi ambientali. Chi volesse dare un’occhiata alla pista ciclabile non ancora disponibile e che farà parte della più lungo tracciato del genere in Europa, si accorgerebbe che ci sono pini marittimi (anch’essi per la verità attaccati in passato da un altro parassita asiatico il Matsucoccus feytaudi) e qualche esemplare di tamerici, una classica pianta mediterranea di cui Corso Garibaldi a Porto Maurizio è disseminato. Mettere anche sul molto le tamerici, non soltanto avrebbe rispettato la biodiversità, ma avrebbe evitato il rischio di infezioni agli alberi e soprattutto avrebbe dato un tocco di eleganza tutta mediterranea. Anzi imperiese. La palma in Costa Azzurra è démodé.
La Stampa, 27 agosto 2008 – Giulio Geluardi

Dunque si piantano 120 palme che probabilmente hanno già il destino segnato – anche se si spera di no – perché lo ha deciso un architetto, anche se appena eletto direttore della Porto di Imperia Spa, Conti aveva solennemente dichiarato:

«Il nuovo porto è l’emblema della trasformazione della città. L’architetto che l’ha progettata è l’ex ministro Scajola»

Con tutto il rispetto per la categoria, forse sarebbe stato meglio chiedere consigli a un esperto di botanica.
E si mettono le palme affinché il pubblico, al prossimo Raduno delle Vele d’Epoca, “possa avere già un’idea, almeno stilizzata, dei contorni del nuovo porto“.
Bel colpo! In momenti di crisi come questi forse, per dare un’idea, si poteva escogitare qualcosa di più economico e in seguito, magari, individuare le piante da mettere sul molo, come giustamente dice Geluardi.

Scritto da Angelo Amoretti

27 agosto, 2008 alle 16:05