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Sondaggi d’epoca

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La Stampa, 4 settembre 2010

Da notare che l’indagine di mercato era stata commissionata dalla Porto di Imperia SpA a un pool di professionisti (sicuramente seri).
Sarebbe interessante sapere chi avevano interpellato e se gli stessi, oggi, sarebbero di uguale parere.

Scritto da Angelo Amoretti

10 aprile, 2012 alle 17:01

Esercizi di lettura

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Per cominciare vi invito a leggere il post di Marco Preve:
Vale Tudo: sport olimpico di Imperia
Gian Franco Gaggero, 48 anni, vera sorpresa con i suoi 693 voti” [La Stampa, 16-6-2004]
Senza nulla togliere al geometra, vi sembra normale il suo percorso politico/amministrativo? Vi sembra che se nel 2009 i voti salirono a 831 fosse dovuto solo alle sue competenze politiche?

La seconda cosa che vi invito a leggere, nel caso ancora non lo aveste fatto, è la lettera di Giovanni Barbagallo al Sindaco Paolo Strescino:
“Lei è figlio di una certa Logica!”.
Io per primo ero rimasto favorevolmente stupito dal suddetto intevento, ma anche dopo la risposta di Strescino, qualche dubbio mi è venuto, forse per aver mangiato troppo cioccolato: e se quello di Barbagallo fosse una specie di messaggio cifrato del tipo: “Stai attento a quello che dici e fermati lì sennò rischi di tirare dentro anche noi“? Come sapete i lavori del porto sono potuti partire anche grazie al Decreto Burlando che infatti era alla posa della famosa prima pietra e che, ormai lo sanno anche gli scogli, con l’altro Claudio, per quanto riguarda i porticcioli nel ponente, tanto in disaccordo non è.
Il terzo e ultimo consiglio di lettura, riguarda la lettera di Gabriella Badano sempre sulla questione del porto turistico.
Sono sostanzialmente d’accordo su quanto scrive, un po’ meno sulle domande finali. Dove sta scritto che a deciderlo saranno gli stessi personaggi che ci sono oggi?
E’ venuto il momento di cambiare e cambiare significa anche lasciare a casa gli assessori e i consiglieri (tutti) amici degli amici: insomma, persone che non siano in debito con qualcuno, che non siano ricattabili, che abbiamo la coscienza a posto e la schiena dritta. Sarà difficile trovarne quaranta, ma basterebbe trovarne una decina e certi ingranaggi potrebbero cominciare a saltare.

Scritto da Angelo Amoretti

9 aprile, 2012 alle 21:21

Manifestazione di sabato 7 aprile

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Io ci sarò, a titolo personale.

SABATO 7 APRILE. Concentramento ingresso parco urbano. ore 10.00

IL PORTO ALLA CITTA’
UN ALTRO PORTO E’ POSSIBILE…SE LA CITTA’ CAMBIA!!

Le vicende emerse dalle indagini della Procura di Imperia sul porto turistico hanno spinto associazioni, movimenti, partiti e singoli cittadini a riunirsi in Comitato per organizzare una manifestazione con la quale i cittadini possano esprimersi sulla gravissima situazione svelata dall’indagine riguardante il porto turistico e la crisi politica dell’Amministrazione Comunale.
Una manifestazione per richiedere il cambiamento nella nostra città, contro il malgoverno, il malaffare e il malcostume emerso in queste settimane in modo clamoroso. Le responsabilità politiche e morali che vanno emergendo dai fatti a carico della compagine che per oltre dodici anni ha tenuto la maggioranza e il governo del Comune (PdL e Lega Nord) sono pesantissime. Gli esiti delle fatte scelte per lo sviluppo della portualità cittadina sono sotto gli occhi di tutti: scelte sbagliate nel loro disegno squilibrato e discutibili sul piano della legittimità, i cui effetti perversi ricadono oggi, inesorabilmente, su una intera città e il suo territorio. La città di Imperia, oltre ad aver subito l’ipotizzata truffa da parte del gruppo di Caltagirone, si trova oggi ad avere un’opera incompiuta (mancano ad oggi le opere infrastrutturali a terra previste a favore della città ed il sistema fognario), con abusi e opere realizzate con evidenti difetti costruttivi (il capannone abusivo, i parcheggi che si allagano, la “spiaggia” sotto il parco urbano creata con riporto di materiale di scarto) con forti problematiche per le imprese che operano nel porto (sia nella cantieristica che nelle costruzioni) e con un potenziale enorme contenzioso che rischia di impedirne il completamento.
Il fallimento dell’azione amministrativa posta in essere da ben tre amministrazioni di Centrodestra si manifesta anche nella contestuale progressiva riduzione del welfare locale e delle principali prestazioni sociali (un esempio su tutti riguarda la vicenda sulla privatizzazione del servizio delle mense scolastiche). Per questo, riteniamo necessaria una mobilitazione democratica che obblighi il ceto politico dominante ad interrogarsi sulle responsabilità che ha avuto ed ha nella gestione del potere amministrativo nella città. Proprio in uno dei momenti più complessi e gravi della propria storia, Imperia ha bisogno che le sue energie migliori si impegnino a ripensare il modello dello sviluppo locale, finalmente centrato sulle priorità di un benessere collettivo, di un turismo eco-sostenibile, di un razionale e più umano dimensionamento della portualità turistica, di una rivitalizzazione delle sue industrie tradizionali e dei suoi commerci più qualificati, di un adeguamento a servizio dei cittadini della macchina amministrativa, di una politica di innovazione nel campo della cultura, della socialità e della solidarietà. E’ necessario ricostruire i presupposti necessari per la creazione di buona occupazione e credibili sbocchi lavorativi per le nuove generazioni.
Non sarà facile, per Imperia, risollevarsi dalla pesantissima situazione in cui è stata precipitata da decenni di affermazione di una ideologia del governo locale che sempre più apertamente ha manifestato il proprio carattere di fondo: una radicata arroganza del potere, nella convinzione che chi riceve il consenso dagli elettori può fare sostanzialmente ciò che crede, senza mai farsi venire dubbi e sottoporrre a verifica il proprio operato.
E’ per questa ragione che è necessario che gli Imperiesi tornino, come in altri momenti della storia di questa terra, a farsi protagonisti del proprio destino e delle scelte per il futuro della nostra comunità. Per realizzare questo rinnovamento, non ci può affidare a scorciatoie di Palazzo o rimescolamenti di sorta, occorre invece mettere mano ad una vera e propria ricostruzione collettiva che sia, oltre che sociale ed economica, civile, se vogliamo che il Comune torni ad essere un Comune di tutti, dei cittadini e dei loro bisogni e la città di Imperia torni a a far parlare di sè per le cose buone e giuste che sa fare.

COMITATO “UN ALTRO PORTO E’ POSSIBILE …. SE LA CITTA’ CAMBIA”

Scritto da Angelo Amoretti

5 aprile, 2012 alle 9:50

Il sogno continua

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C’è confusione nel PDL imperiese.
Marco Scajola, in qualità di coordinatore provinciale del partito dell’amore, i giorni scorsi ha chiesto le dimissioni del Sindaco.
Si era ventilata anche l’ipotesi di dimissioni in massa dei consiglieri comunali del PDL (area Scajola) in modo da far saltare il baraccone. Ma l’area Minasso (i fedelissimi di Strescino: Parodi, Pugi, Montesano e Mattioli) non ci sta. Anche l’area Adolfo non ci sta: Benedetto e Ida Acquarone, stando a quanto si legge sui quotidiani di oggi, sono sulla stessa linea dei minassiani, mentre Pastorelli e Martini sembrano “rientrati nei ranghi“.
Piera Poillucci, diventata famosa per aver portato Arturo, il suo cane, in consiglio comunale, chiede le dimissioni di tutto il consiglio comunale, eventuali cani compresi, se accompagnati.
Il vice coordinatore provinciale del PDL Marcello Pallini non è d’accordo con il coordinatore provinciale.
Strescino se ne frega di quello che dice Marco Scajola (”Il suo parere non conta niente“) e tira avanti. Mancano svariate dichiarazioni, ma se parlano tutti nessuno ci capisce più niente.
Ho visto le foto della conferenza stampa di Marco Scajola: in una campeggia il manifesto che un domani potrebbe essere messo all’asta su eBay come reperto storico, quello del fotomontaggio del nuovo porto con su scritto: “Il sogno continua, andiamo avanti”.
Stanno ancora sognando e per fortuna non soffrono di sonnambulismo perché ci sarebbe il rischio di trovare la Aimo, tanto per fare un nome a caso, che cammina addormentata sul molo con il rischio di finire in acqua. Ci si potrebbe fare un racconto: “La bella addormentata sul molo” che viene salvata in extremis da Pugi, tanto per fare un nome a caso, che la prende in braccio e la riporta a casa.

Scritto da Angelo Amoretti

2 aprile, 2012 alle 10:01

Vicenda porto di Imperia: intervento di Pasquale Indulgenza (PRC)

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Pasquale Indulgenza, capogruppo di Rifondazione in consiglio comunale, interviene sulle recenti vicende del porto di Imperia

A leggere gli stralci delle intercettazioni apprese dagli organi di informazione, l’amarezza è grande, pari alla consapevolezza del disastro che è stato causato a danno della città e della sua gente.
Quale allegorico riferimento si può evocare, oggi, per rappresentare non solo la cruda sostanza della vicenda ma anche la drammaticità della condizione vissuta soggettivamente da chi ha inteso opporsi lungo questo disgraziato decennio dominato dalla Destra – nel contesto di una ’società civile’ che, se non era eccitatissima dall’avventura con cui è stata titillata o accondiscendente con la ‘rotta’ seguita dai prodi ‘navigatori’ al comando, era prevalentemente assente – dopo aver appreso di essere ritenuti dei “baluba”? Dopo aver appreso, attòniti, un pezzetto della trivialità senza ‘peli sullo stomaco’ usata, nel considerare con tono svalutante le questioni poste da noi come meramente “politiche”, e quindi de facto ininfluenti, dagli ’scafatissimi’ interlocutori (i quali, pubblicamente, amano presentarsi o come ferventi cristiano/cattolici, o come liberali di pura osservanza “Old England”, o come pragmatici riformisti ’socialisti’)?
Quale allegorico riferimento può soccorrerci, nel ricordare che eravamo già stati baldanzosamente ‘proposti’ sulla pubblica piazza per essere buttati “a mare” e, al contempo, nel considerare l’altro, enorme danno procurato da simili circostanze e parole: quello recato alla Politica e alla sua dignità.
In mente ci vengono, quali metaforici, rimbombanti echi, le celebri, icastiche parole usate da Cicerone nella Catilinaria: “o tempora, o mores! Senatus haec intellegit. Consul videt; hic tamen vivit. Vivit? immo vero etiam in senatum venit, fit publici consilii particeps, notat et designat oculis ad caedem unum quemque nostrum. Nos autem fortes viri satis facere rei publicae videmur, si istius furorem ac tela vitemus”. Ad mortem te, Catilina, duci iussu consulis iam pridem oportebat, in te conferri pestem, quam tu in nos [omnes iam diu] machinaris.
(”Questi i tempi! Questo il malcostume! Il Senato conosce e comprende l’affare. Il Console lo vede; e tuttavia costui vive. Vive? Anzi, si presenta anche in Senato, prende parte alle pubbliche sedute, marchia con lo sguardo ciascuno di noi e lo designa alla strage. Noi, uomini forti, riteniamo di aver fatto abbastanza per la salvezza della Repubblica, se eviteremo la furia e i pugnali di costui. Era necessario, o Catilina, che tu fossi già da tempo condannato per ordine del Console, e che contro di te fosse ritorta quella rovina che tu ordisci quotidianamente contro noi tutti”).
Ma, al di là di citazioni allegoricamente pregnanti, il punto vero, ora, è un altro, e merita essere chiarito ancora una volta, proprio in un momento così delicato.
Le parole del Sig. Caltagirone dicono meglio di qualunque altro discorso le due cose fondamentali che non bisognerà mai più dimenticare. Esse esprimono una sorta di agghiacciante coerenza, allorché chiariscono imperiosamente la natura e la portata del business, urlando che la società in questione è una “società privata” e il Comune si deve allineare e basta. Le stesse cose che, in buona sostanza, abbiamo detto criticamente, dall’ Opposizione, per tutti questi anni, venendo irrisi ad ogni denuncia, e cioè:
1) che la società “Porto di Imperia”, nell’assetto concepito e costruito per l’affaire del porto turistico, è una mostruosità che non si doveva fare e approvare assolutamente;
2) che il porto turistico progettato e approvato dal Consiglio Comunale era insopportabilmente sovradimensionato (già nel progetto preliminare del 2002, che il PRC aveva contestato pubblicamente), di impatto spaventoso, e, come tale, pronto ad accogliere in sè e a ingigantire esplosivamente tutte le ‘magagne’ insite nella balorda operazione societaria concepita a monte, annessi e connessi (facilmente immaginabili da tutti).
Di questo, coloro che avevano ruoli istituzionali ed hanno votato a favore, hanno la responsabilità morale e politica, indelebile.

Pasquale Indulgenza – capo gruppo P.R.C. al Comune di Imperia

Scritto da Angelo Amoretti

17 marzo, 2012 alle 21:05

Vicenda porto di Imperia: il PD rompe il silenzio

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Duro intervento di Giuseppe Zagarella, capogruppo del Partito Democratico in consiglio comunale, a seguito delle ultime vicende sul porto turistico di Imperia e della pubblicazione di alcuni stralci dell’ordinanza del Gip Colamartino:

La lettura degli stralci di intercettazione pubblicate dai giornali mostra, ahimé, in tutta la sua cruda, brutale e volgare realtà quello che temevamo da tempo.
La politica, intesa come dedizione e servizio alla comunità, a quanto pare era da un lato pressata ed etero diretta da interessi ben lontani da quelli collettivi, e dall’altro direttamente amministrata da una classe dirigente che prendeva altrove le sue decisioni, che riteneva di non dover rispondere all’assemblea del Consiglio Comunale, che guardava al ruolo pubblico di controllo come ad una inutile e disturbante interferenza.
Il quadro che da queste svilenti comunicazioni sembra svilupparsi è doloroso e mortificante, e restituisce l’immagine di un Primo Cittadino al quale viene dettata la “linea politica difensiva” da tenere proprio da coloro che secondo le accuse della magistratura stavano truffando la città.
Sembrerebbero esservi amministratori di primissimo piano intenti a occultare le informazioni a chi doveva assumere le scelte con votazioni, amministratori incapaci di comprendere e amministratori infedeli, dirigenti compiacenti, imprenditori che nulla avrebbero a che spartire con la logica del mercato e della concorrenza ma conterebbero sulla filiera di “amicizie” per operare indisturbati.
Ci vorrà sicuramente ancora tempo affinché la magistratura possa ultimare tutti gli accertamenti necessari a delineare con completezza il quadro delle eventuali responsabilità penali e giudiziarie, ma il disgusto è stato inevitabile e immediato.
A poco serve dire che abbiamo provato a lanciare l’allarme alla città, magra soddisfazione oggi se non quella in coscienza di aver tentato di fare il nostro dovere, anche a costo di passare per “baluba” o “rompic….” o “nemici della città” o che so io.
Quel senso di malessere e di amarezza profonda ti resta dentro. Leggere che coloro che cercavi di convincere con le argomentazioni più dettagliate possibile, con ragionamenti tecnici, in ogni sede, erano, a quanto pare, le stesse persone che si dedicavano incessantemente a sviare l’attenzione, mistificare la realtà, lanciare spot e messaggi mediatici volti solo ed esclusivamente a minare la credibilità nostra e di chi osava dissentire, utilizzando allo scopo tutta la “potenza di fuoco” dei ruoli loro proprio attribuiti da quel “pubblico” così profondamente offeso, è cosa che non lascia indifferenti.
E chi da questa storia esce davvero con le ossa rotte è Imperia che nel frattempo è male amministrata e con parametri economico sociali da allarme rosso.
Il Primo Cittadino chieda scusa a Imperia, chiarisca se ha davvero ancora un residuo di quell’autonomia necessaria a fare lo stretto indispensabile per evitare il tracollo finanziario della città, e se ne vada.
Altrimenti consegni il tutto ad un commissario da subito.
Senza se e senza ma.
Lo deve alla città, a se stesso, a tutti noi.

Giuseppe Zagarella – Capogruppo gruppo PD – Consiglio Comunale Imperia

Scritto da Angelo Amoretti

17 marzo, 2012 alle 20:39

Il Sindaco di Lucinasco (IM) scrive a Strescino

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Domenico Abbo, Sindaco di Lucinasco, ridente paesino dell’entroterra imperiese, noto per l’olio di Lucinasco e il laghetto di Lucinasco, ha scritto una lettera a La Stampa che condivido in pieno per cui la pubblico sotto forma di immagine perché oggi la mia impiegata si è presa un giorno di ferie e non ho tempo di ricopiarla.
Preciso che non conosco Domenico Abbo e che non so di che colore sia la lista civica che lo appoggia:

Tra tutti i commenti che ho letto in giro (pochi, troppo pochi) a mio parere questo è una spanna sopra a tutti.

Scritto da Angelo Amoretti

13 marzo, 2012 alle 12:55

Lo scrittore Marino Magliani aveva scritto sul Porto turistico gia’ nel 2009

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Nel suo romanzo dal titolo “La tana degli alberibelli“, edito nel 2009 da Longanesi, lo scrittore Marino Magliani scriveva già, seppur in maniera romanzesca, della “nebbia” sul Porto turistico di Imperia. La città che chiama Santaleula e che si affaccia sul mare, altro non è che Imperia dove un agente sotto copertura di un Bureau Antifrode straniero deve scoprire il dirottamento di fondi europei per la costruzione del nuovo porto turistico.
Ne riporto un passo che mi sembra significativo:

Cercò tra il materiale ricevuto da Echevarria, tra titoli e ordini del giorno che aveva già letto all’infinito.
Oggetto: Progetto definitivo del porto turistico di Santaleula
Compromissione del carattere pubblico.
Si nota che la regola della fruizione e del carattere pubblico delle opere previste non viene osservata:
Uno – dalla realizzazione di campi da tennis in riva al mare.
Due –
Tre –
andò oltre.
incertezza su costi riguardanti l’approvvigionamento idrico
Cercava altro.
Ecco, sottolineato:
illegittimità procedura di appalto per costruzione e gestione, scorrettezza dell’iter individuato per inserimento di nuovi partner privati nella società Porto di Santaleula Spa
In riferimento, non ottemperanza delle direttive UE… e con la corrispondente legislazione nazionale in materia, in particolare con le vigenti norme di diritto societario, diritto della concorrenza e salvaguardia della trasparenza.
Si rileva:
A) La concessione demaniale, così come rilasciata dal Comune di Santaleula, diventa un contratto di appalto per realizzare un’opera… il cui corrispettivo viene ad essere il diritto di gestione a tempo determinato.
Discliplina UE. La Corte di Giustizia europea ribadisce che l’affidamento diretto di attività senza gara si può concedere solo in caso di partecipazione totale enti pubblici.
House providing. Gestione servizi.
Direttive lavori pubblici. OBBLIGO di affidamento pubblica gara appalto.
Difetto di preferenza…
Dirottamento di fondi UE.
Notizie cerchiate.
Secondo testo.
Materiale sul campo pratica. Campi da tennis.
Il cursore si fermò su un’intervista. Giunta e opposizione si davano battaglia. Prescrizioni. Le foto dei politici, accanto a quelle dei signori del porto che tranquillizzano: rispetteremo le scadenze.
L’attesa, anche per loro. Due idee, due mondi, spaccati, in mezzo le società, due per due porti.
Una che realizza il porto turistico, piena di membri, di nomi. L’altra che si occuperà del porto commerciale. Entrambe le società composte da decine di microsocietà, circoli, ditte, ma esattamente dallo stesso materiale umano, dagli stessi uomini che detenevano quote diverse.
Tremila nomi di ingegneri, geometri, procuratori, assessori all’urbanistica.
Era dunque tra quei tremila nomi il contatto che aveva incontrato Pangloss? Forse la chiave era davvero in uno di quei nomi.
“Forse sei sulla strada giusta…” si disse.
Il torrente delle parole.
Lesse:
Relativamente ai profili…
Impatto ambientale. Altre valutazioni. Atti convenzionali riferibili e non riferibili ai contesti di interessi.
Opere già esistenti nel bacino portuale. Studio per rilascio di nuove concessioni. Mancanza di garanzia. Fruizione pubblica.
Relativamente al trasferimento di attività produttive.
Individuazione dei sedimi demaniali per mq 11.862 da destinare ad attività non commerciali.
Verifica ottemperanza alle prescrizioni apposte.
Documentazione riguardante i rilievi tecnici e profili inerenti la concessione demaniale.
La relazione tecnica. Totale di 2800 mq di parcheggio… Incompatibilità paesaggistica.
Autorità per la Vigilanza sui Lavori pubblici.
A seguito del trasferimento ai comuni delle funzioni amministrative in materia di demanio marittimo, ivi comprese quelle relative ai porti di rilevanza regionale, legge regionale n. 13/ 1999, come modificata dalla legge regionale n. 1/2002, Porto di Santaleula ha confermato al Comune istanza di concessione demaniale in precedenza presentata.
L’intervento…
saltò a:
Costituzione di società mista denominata «Porto di Santaleula Spa» con capitale sociale pari a lire 300.000.000 inizialmente detenuto dal Comune nella misura del 46% e da Virosantaleula per la quota di maggioranza del 52%
Dopodiché Virosantaleula spariva.
Convenzione regolatrice dei rapporti Comune/Virosantaleula. Statuto. Oggetto sociale…
Fin dove:
L’individuazione del socio privato di maggioranza non richiede l’espletamento di una procedura selettiva. Perché Virosantaleula è già presente e quindi si configura come partner obligato.
Aprì il terzo file.
Il 22/03/2000 Virosantaleula Srl cede quasi l’intera propria partecipazione alla Toscani Spa i cui soci a loro volta cedevano in toto le proprie quote a Porto di Santaleula Spa, senza che il Comune in entrambi i casi esercitasse diritto di prelazione.
Il 15/10/2005 l’assemblea dei soci della Porto di Santaleula Spa ha deliberato un aumento di capitale.
Il 12/12/2005 ha fatto ingresso nella Porto di Santaleula Spa, la Principo Srl, facente parte della società Univega Spa, con sottoscrizione dell’aumento di capitale.
Si passò una mano sulla faccia.
Nuovo stop per il porto di Santaleula.
L’authority sui lavori pubblici ha fatto richiesta di altri documenti.

Scritto da Angelo Amoretti

9 marzo, 2012 alle 9:26

La vicenda del porto si complica ancora

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Pare che gli ex forzisti e fedelissimi di Scajola vorrebbero concedere la proroga di 29 mesi richiesta dalla SpA del Porto, mentre gli ex AN e Lega Nord vorrebbe accorciare i tempi e ricominciare tutto daccapo.
Come si legge sul Secolo XIX di oggi, “la componente ex forzista si gioca anche la faccia, visto che durante i dieci anni dell’mministrazione Sappa l’azione amministrativa ha fatto perno sulla realizzazione del porto turistico” e l’elettorato potrebbe non gradire in vista delle prossime elezioni amministrative.
Tutto si gioca tra i cosiddetti “minassiani” – gli ex AN tra cui è passato anche l’Assessore Emilio Broccoletti – e gli “scajoliani“, tutti gli assessori, tranne lui, insieme ad altri consiglieri tra cui Marino Arimondi, Angela Ardizzone, Pino Camiolo e altri vorrebbero allungare i tempi, gli ex AN e Lega Nord no.
Sono partite interne che forse, e sottolineo forse, potrebbero essere semplici mosse in vista delle elezioni e a rimetterci sarebbe la città, in tutti i sensi e non vorrei che la storia del porto diventasse come quella della Salerno-Reggio Calabria, per intenderci.
Tra l’altro non ho capito una cosa: se gli ex AN sono passati con i “minassiani“, il Sindaco Strescino, che è un ex AN pure lui, ma fortemente voluto da Scajola , da che parte sta?
Vedremo gli sviluppi, ma le premesse non lasciano ben sperare.

Scritto da Angelo Amoretti

27 febbraio, 2012 alle 12:40

Sono Wolf e risolvo problemi*

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“Noi lavoriamo per risolvere i problemi”.

Alessandro Gazzano – Consigliere PDL – La Stampa, 20 gennaio 2012

A naso direi che i problemi li creano, poi, dal momento che non si possono distruggere, cercano di risolverli, a quando pare senza il minimo di coordinamento.
Ma il Pdl oltre a un corso di politica non farebbe meglio a farne uno anche di comunicazione? No, perché ultimamente mi pare di vedere grave carenze in tema.
Si naviga a vista e qualche volta, volendo fare l’inchino, si va a sbattere contro gli scogli e si causano ingenti danni.

*Pulp Fiction [Quentin Tarantino - 1994]

Scritto da Angelo Amoretti

20 gennaio, 2012 alle 12:37