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Il dilemma del Comune: vendere o no

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Oggi il Sindaco è tornato a parlare, a mezzo quotidiani di carta e elettronici, dell’eventualità, da parte del Comune, di vendere il 33% delle quote della Porto di Imperia Spa in suo possesso e non si capisce bene se è per far cassa o altro. Fatto sta che è stato affidato l’incarico al “super partes” prof. Federico Fontana affinché stabilisca, con uno studio appropriato, il valore delle quote da vendere.
Il fatto è che quando dal Palazzo parte un comunicato, una volta giunto nelle redazioni, generalmente subisce qualche taglio o qualche variazione. Immagino che il tutto, ovviamente, sia dovuto a questioni di spazio e impaginazione.
Su Il Secolo XIX oggi in edicola, sta scritto: “Sullo scalo raggiunto il nostro obiettivo. Ora serve un bilancio sano“, mentre su La Stampa, sempre di oggi: “Il bilancio del Comune di Imperia è del tutto sano“.
Viene subito da chiedersi: è sano o sta poco bene? Mi riferisco al bilancio, naturalmente.
E poi, su Il Secolo XIX, si legge:

Stiamo ragionando, in giunta, sulla possibilità di vendere le nostre quote. Lo studio affidato al dottor Fontana ci dirà se e come procedere in questa direzione. Noi siamo pronti…d’altro canto, una volta che la realizzazione del nuovo porto turistico sarà compiuta o quasi, l’obiettivo del Comune di Imperia sarà pienamente raggiunto: che vantaggio potrebbe portarci mantenere le quote, a quel punto? Comunque, la decisione ultima sul da farsi la prenderà la giunta. Poi andremo in consiglio comunale.

e su La Stampa:

Sia ben chiaro: questo non vuol dire che non consideriamo strategico il nuovo porto. Anzi, tutt’altro: pensiamo sia alla base dello sviluppo della città. Bisognerà vedere però se vale la pena mantenere l’attuale pacchetto di quote, pari al 33,33%.

Letto questo, comincia a venirti il mal di testa perché con certi giri di parole non si riesce quasi mai a capire dove si voglia andare a parare.
Temo infatti, e spero di sbagliare, che se il porto è alla base dello sviluppo della città, forse se passerà totalmente in mano ai privati diventerà strategico per loro stessi.
Tant’è vero che il Sindaco lo dice chiaro e tondo su Il Secolo XIX:

Il Comune è entrato nella società per concretizzare il sogno degli imperiesi: riuscire finalmente a dotare la città di un porto turistico degno di questo nome. Da solo non avrebbe mai potuto realizzarlo. Ribadisco: se avremo la possibilità di monetizzare…lo faremo. Vogliamo avere un bilancio in ordine. Qualunque provvedimento prenderemo, ci tengo a dirlo, non sarà una scelta politica ma una decisione attuata nell’interesse della città e dei suoi cittadini. Qualcuno storcerà il naso? Pazienza.

Si è portati a pensare che il bilancio, attualmente, non sia in ordine e che colui che storcerà il naso sarà magari uno che non gradisce la vendita ai privati di cui, forse, si fida poco per quel che riguarda lo sviluppo della città.
La matassa si aggroviglia. Rodolfo Leone ha detto ripetutamente che il bilancio è in ordine, ma terminato il suo mandato ha ringraziato e salutato; Alessandro Natta, dirigente ai Servizi Finanziari, sembrava volesse lasciare il posto.
Infine, riguardo l’intervista, il Sindaco ci comunica che “quello che più conta, per gli imperiesi, è che tra due anni, due anni e mezzo, il nuovo porto sarà pronto” che significa che ce ne andremo nel 2012, alla faccia degli iniziali famosi quaranta mesi previsti, alla posa della prima pietra, dall’ing. Francesco Bellavista Caltagirone, che a onor del vero, aveva poi allungato un po’ il tiro.
Ma sarà il porto più grande del Mediterraneo e a costo zero.

Scritto da Angelo Amoretti

5 agosto, 2009 alle 12:35

Legambiente: bandiera nera alla Porto di Imperia SpA

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Ogni estate Legambiente con Goletta Verde, assegna le bandiere nere ai cosiddetti “nuovi pirati”: sindaci, amministrazioni locali e regionali, imprenditori, società private e autorità portuali che si sono distinti per azioni od omissioni ai danni all’ambiente marino e costiero.
E quest’anno purtroppo anche Imperia – nella fattispecie la Porto di Imperia SpA – si è vista assegnare la bandiera nera.
Ecco le motivazioni, dal sito di Legambiente:

Alla “Porto di Imperia Spa” per aver realizzato uno degli approdi più grandi della Liguria.
Oltre 1000 posti barca, una mega speculazione che ha prodotto un pesante danno al territorio costiero e all’ambiente marino. Su denuncia della Capitaneria di porto è stata aperta anche un’indagine della magistratura per presunti abusi edilizi. In particolare l’inchiesta riguarda il capannone per la cantieristica, costruito in area demaniale in modo difforme rispetto al progetto depositato e approvato. Sono indagati il presidente della società, nonché segretario generale del Comune, il progettista e i rappresentanti delle altre due società che insieme al Comune di Imperia compongono il Gruppo. La Porto di Imperia Spa aveva fatto richiesta di variante, ma aveva continuato con la realizzazione del manufatto senza attenderne l’approvazione, quindi in mancanza di autorizzazione. La Conferenza dei servizi, mentre scriviamo, non ha ancora approvato la variante, in compenso c’è stata la sanatoria da parte della Soprintendenza.
Legambiente – Marenostrum 2009

Tutto il resto, per chi fosse interessato, è visibile qui [.pdf]

Scritto da Angelo Amoretti

27 giugno, 2009 alle 11:47

Comune mon amour

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Riporto per intero l’articolo di Marco Preve pubblicato da Repubblica di Genova in edicola oggi, 26 giugno 2009:

Imperia, il porto delle “meraviglie” il Comune è moroso con se stesso

L´opera voluta da Scajola rischia di naufragare per un puffo

Se non sarà pagata un´altra rata del canone decadrà la concessione demaniale
Il contenzioso con una amministrazione pubblica non gli ha impedito di essere scelto dai sindaci imperiesi per un nuovo ruolo di vertice
Sullo sfondo della vicenda anche il caso dei fondi Fas 320 milioni per le aree sottoutilizzate

Come fa un Comune ad essere moroso (non nel senso di innamorato) con sé stesso? Ancora una volta riesce in un´impresa a dir poco ardua, l´amministrazione comunale di Imperia. E lo scenario non poteva che essere il costruendo porto, quello che sarà il più grande del Mediterraneo, ma che nell´attesa ha già permesso alla giunta dell´allora primo cittadino Luigi Sappa di commettere un abuso edilizio attraverso i propri rappresentanti e poi multarsi allo stesso tempo.
L´ultimo capitolo è contenuto in una lettera con cui il Comune, a marzo, ha comunicato all´Agenzia del Demanio di attivarsi, anche con la riscossione coattiva (leggi pignoramento), nei confronti della società Porto di Imperia spa la quale, titolare della concessione demaniale, non avrebbe pagato il canone relativo al 2008 per una cifra pari a 438mila 128,57 euro, cui vanno aggiunti alti 43mila 812,86 euro di tassa regionale.
La particolarità della vicenda è che la società appartiene per un terzo proprio al Comune di Imperia che ha sollecitato il pagamento, e se non bastasse il presidente della spa è Paolo Calzia, che è pure direttore generale del Comune appena riconfermato dal neo eletto sindaco ed è uno dei quattro indagati per abusi edilizi dal pm Paola Marrali.

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Scritto da Angelo Amoretti

26 giugno, 2009 alle 12:27

Manufatto al Porto: quattro avvisi di garanzia

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Premessa: l’avviso di garanzia non è una faccenda di cui andar fieri e neppure una condanna. E’ semplicemente un avviso che ti arriva a casa in cui ti si comunica che si stanno facendo indagini sul tuo conto e su come ti sei comportato in merito a una determinata questione, dandoti la possibilità di tutelarti.
Detto questo: sono partiti quattro avvisi di garanzia per quanto riguarda il famoso manufatto (o il capannone, chiamiamolo come vogliamo) del porto. E sono arrivati a Paolo Calzia, presidente della Porto di Imperia Spa; all’architetto Emilio Morasso, il progettista e direttore dei lavori; a Delia Marlonghi, amministratore unico di Acquamare Srl; e a Mariassunta Longo, che rappresenta un’altra società del gruppo.
Ne ha dato notizia per primo Il Secolo XIX di ieri, 14 giugno, e oggi è stata confermata da La Stampa, usando il condizionale.
Per Loredana Grita de Il Secolo XIX, “[...] a scatenare il putiferio attorno al capannone della cantieristica era stato un esposto denuncia presentato nel bel mezzo della campagna elettorale (il grassetto è mio nda) dal candidato sindaco del Pd Paolo Verda e dal consigliere dello stesso partito Giuseppe Zagarella“.
Stefano Delfino, che con La Stampa è arrivato il giorno dopo, scrive: “Caso-capannone dentro il nuovo maxi-porto turistico: ci sono quattro indagati. La notizia era nota da un paio di settimane, ora dal Palazzo di Giustizia sono filtrati i nomi“.
Sorge spontaneo, allora, chiedersi perché, se la notizia era nota da un paio di settimane, diciamo nel bel mezzo della campagna elettorale, i quotidiani l’hanno riportata a elezioni avvenute?
A chi era nota la notizia?
Cosa s’intende dire quando si scrive: “La notizia era nota da un paio di settimane“?
Sono certo che l’abuso sia stato fatto in buona fede e che una volta che il Comune si sarà automultato (sì perché come ben saprete il Comune è parte della Porto di Imperia SpA), tutto rimarrà così com’è, anche se continuo a rimanere dell’idea che quel “manufatto” è un pugno nello stomaco al buongusto.
Spero che al limite qualcuno studi un modo per “mimetizzarlo” un po’. Staremo a vedere.

Scritto da Angelo Amoretti

15 giugno, 2009 alle 13:10

La CGIL di Imperia è viva e lotta con noi!

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A questo post del 16 maggio scorso, Ballesecche chiedeva in un commento: “Percheccavolo la CGIL non stampa qualche manifesto da appiccicare in giro per la città? Forza Garibaldi” linkando un pezzo su Sanremonews [che riporto perché non so fino a quando funzionerà]:

Imperia: porto, compagnia Maresca auspica delega a Regione

La segreteria provinciale Filt Cgil (Gianpiero Garibaldi) e la Rsu della compagnia portuale ‘L. Maresca’ (Giovanni Zecchini), a seguito della diatriba tra Comune di Imperia e Regione Liguria sulla costruzione del capannone situato a San Lazzaro nel nuovo bacino turistico, tiene a sottolineare quanto segue:

“Da più di dieci anni la compagnia portuale ribadisce l’importanza di un magazzino coperto per le merci deperibili, indispensabile per il rilancio del porto commerciale di Oneglia. Da più di dieci anni la compagnia portuale fa richiesta al Comune perchè costruisca nel porto di Oneglia un magazzino dieci volte più piccolo di quello costruito a San Lazzaro da dare in gestione dietro concessione per le operazioni commerciali di carico e scarico.
Da più di dieci anni la compagnia portuale si vede obbligata a rifiutare commesse di lavoro quali la cellulosa, le nocciole, le fave di cacao, il legname, etc. perchè il Comune si rifiuta, non solo di costruire, ma perfino di progettare detto capannone indispensabile per le merci deperibili.
Vedere oggi la velocità con cui il capannone di Porto Maurizio è stato costruito e la tenacia con cui l’amministrazione difende anche la variante – a tutt’oggi abusiva – della copertura, incolpando la regione di scorrettezze elettorali, ci lascia a dir poco perplessi.
Questa amministrazione comunale da oramai dieci anni ha fatto la sua scelta esclusivamente turistica per il porto di Imperia ed ha deciso di rinunciare alla risorsa che rappresenterebbe l’ulteriore sviluppo del bacino commerciale di Oneglia per l’economia della città.
Tutto ciò conferma in noi la convinzione che solo il ripristino della delega, relativa al porto di Imperia, alla Regione Liguria possa riportare condizioni oggettive di sviluppo armonico del bacino di Imperia, come d’altra parte prevede il vigente piano regolatore portuale, con specifico riferimento alla multivocazionalità dello scalo”.
A. Gu. – Venerdì 22 Maggio 2009 ore 14:07

La risposta poteva in parte celarsi in questo post di Marco Preve, al quale oggi ha inviato una risposta esauriente Renzo Miroglio, il Segretario Generale Cgil Liguria.
Se poi si volessero cercare risposte a livello nazionale, si può sempre leggere questo interessantissimo libro.

Scritto da Angelo Amoretti

25 maggio, 2009 alle 21:49

Sul “manufatto” irregolare al Porto

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Riporto l’articolo di Marco Preve pubblicato su Repubblica di oggi:

Denunciati i responsabili della società. Condono a tempo di record per un capannone destinato alla cantieristica
Imperia, il porto dello scandalo inchiesta per abusi urbanistici
Dossier della Capitaneria, ma l´assessore ribatte “Ci abbiamo pure guadagnato”
Il Comune, socio della spa, è anche il controllore. E finisce per pagare la multa a sé stesso.

Con l’apertura di un fascicolo penale da parte del pm Paola Marrali e la denuncia per abusi urbanistici fatta dalla Capitaneria nei confronti dei responsabili della società proprietaria, il costruendo porto di Imperia, in attesa di diventare il più grande del Mediterraneo, per ora può sicuramente fregiarsi del titolo di porto delle nebbie. Solo una spessa coltre di nubi a livello del terreno, a meno di pensar male, può aver impedito agli amministratori e funzionari comunali di commettere un clamoroso abuso edilizio nella loro veste di soci di una spa, e poi di condonare se stessi con una multa di 30 mila euro, diecimila dei quali dovranno sborsarli proprio i cittadini di Imperia. A meno di non voler vedere il bicchiere mezzo pieno come fa l´assessore all´urbanistica Luca Lanteri: «E´ vero che 10 mila saranno a nostro carico, ma se tutto si ferma alla matematica, il Comune ne incasserà venti dai privati, quindi siamo sopra di dieci».
Fosse solo questione di finanza creativa, Lanteri diventerebbe l´idolo delle società partecipate di tutta Italia. Il fatto è che a Imperia, nonostante l´ingombrante presenza “du ministru” Claudio Scajola, qualcuno prova ancora a protestare. Come i consiglieri Pd Paolo verda e Giuseppe Zagarella oltre al consigliere regionale della sinistra Franco Bonello.
La questione si può così riassumere. Il progetto del maxi porto un anno e mezzo fa viene modificato per la zona a terra. Si inizia a discutere una variante che contiene anche nuove altezze e volumi diversi per un capannone destinato alla cantieristica navale. Prima di partire con i lavori si dovrebbe attendere l´approvazione in conferenza dei servizi indetta dalla Regione. Ma la Porto di Imperia, dove i soci oltre al Comune sono i costruttori locali Riccardo Guatelli, Beatrice Cozzi Parodi e il romano Francesco Bellavista Caltagirone, parte in anticipo. Quando ci si accorge che la variante non era ancora stata approvata tutti ammettono l´errore e si va al condono. «Il 19 maggio in ogni caso ci sarà la conferenza dei servizi e la variante sarà approvata – dice Lanteri -. La Soprintendenza ha già dato il suo assenso».
«Curioso che il Soprintendente in persona Giorgio Rossini abbia approvato in soli due giorni una modifica così impattante per il paesaggio – sottolinea Zagarella -. Per opere assai meno grandi ci vogliono mesi. Mi chiedo come sia possibile che non si siano accorti che il capannone è più alto e stravolge la visuale sulla collina di Porto Maurizio».
Zagarella e Verda avevano presentato un esposto in procura al quale nel frattempo si è aggiunta la denuncia proveniente dalla Capitaneria, che ha rilevato una serie di irregolarità enunciate in un rapporto consegnato al pm Marrali. La stessa domanda sul ruolo della Soprintendenza (in questi giorni tra l´altro è assente da Imperia l´architetto referente della Soprintendenza, che si trova in Abruzzo per l´emergenza terremoto) se la stanno facendo anche in Regione. Soprattutto il presidente Claudio Burlando il quale, nonostante sia stato un sostenitore del porto di Imperia, ha invitato gli uffici di via Fieschi alla massima attenzione su una pratica che, specie con la svolta penale, potrebbe diventare scottante. Con quell´incredibile situazione di un presidente del cda, Paolo Calzia, che è pure direttore generale del Comune: caso unico di controllore che non riesce a controllare sé stesso e alla fine si multa. Ma i dubbi della Regione secondo Lanteri sono «solo speculazione politica». D´altra parte, per l´assessore l´abuso è stato un affare vantaggioso per il Comune.
Marco Preve – Repubblica, 16 maggio 2009

Negli articoli correlati, qua sotto, trovate parte della vicenda.

Scritto da Angelo Amoretti

16 maggio, 2009 alle 13:09

Stop della Regione al “manufatto” irregolare

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A seguito dell’esposto dei due consiglieri del Pd, Paolo Verda e Giuseppe Zagarella, e a quello del consigliere regionale Franco Bonello, la Regione ha stoppato i lavori al capannone in costruzione sul nuovo porto di Imperia.
Della faccenda si erano occupati anche Marco Preve (autore, insieme a Ferruccio Sansa, de “Il partito del cemento”) e Marco Ballestra, sui loro rispettivi blog.
Oggi Il Secolo XIX scrive, senza mezzi termini: “Bufera per un capannone (irregolare) destinato alla cantieristica nell’area di San Lazzaro” e come didascalia alla foto, stavolta c’è scritto: “Il capannone abusivo destinato ai cantieri navali nell’area del porto turistico“.
L’Assessore all’urbanistica Luca Lanteri, che ha bloccato i lavori, assicura che “molto probabilmente chiuderemo la vicenda del porto non oggi, ma la prossima settimana” e che “il fermo riguarda esclusivamente i lavori relativi alla realizzazione del capannone destinato alla cantieristica per il quale è stata già presentata istanza di sanatoria“.
Se ne potrebbe dedurre che una volta sanato, quel muro di cemento non subirà alterazioni.


PS. Non ricordo davvero dove abbia preso questa foto e se il proprietario lo riterrà opportuno, la rimuoverò senza esitare

Scritto da Angelo Amoretti

27 aprile, 2009 alle 12:41

Brutture temporaneamente illegali

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Abbiamo analizzato e fotografato il fronte mare da Capo Berta a Barbarossa, evidenziando diversi punti critici dovuti a brutture. La più grossa è, storicamente, il palazzo dei dipendenti delle Poste al Prino. Uno scoglio difficile da affrontare, anche se, col tempo, si potrebbero trovare soluzioni anche a questo. Abbiamo notato anche altri edifici minori malamente inseriti nel contesto del paesaggio. Ci sono però pure delle situazioni che potrebbero essere migliorate semplicemente con una tinteggiatura o una migliore cura del verde»
Assessore Luca Lanteri – La Stampa, 3 luglio 2008 [fonte]

Tale dichiarazione aveva meravigliato il consigliere Pasquale Indulgenza, ma entrambi non avevano potuto vedere questa bruttura perché non c’era ancora [foto pubblicata oggi da Il Secolo XIX]:

L’aveva fatta notare Giovanni Bonifazio con un comunicato a Riviera24, lo scorso 9 marzo.
Anche i consiglieri del Pd, Verda e Zagarella, si sono accorti che qualcosa non va e ieri hanno presentato un esposto in quanto l’opera non corrisponderebbe al progetto originario.
L’Assessore Lanteri, che non ama le brutture, ha dichiarato: “Una volta finito, il manufatto rimarrà mimetizzato da una collinetta verde alle sue spalle che lo renderà esteticamente gradevole“.

Paolo Strescino è categorico: “Se la Porto di Imperia spa, realizzando in anticipo la copertura prevista dalla variante, ha sbagliato pagherà le sanzioni che saranno stabilite al riguardo”.
Sanremonews, 18 aprile 2008

E il 30% verrà pagato dal Comune, visto che nella Porto di Imperia Spa ha un trenta per cento delle quote.

Scritto da Angelo Amoretti

18 aprile, 2009 alle 17:28

Muri

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Un muro di cemento alto 25 metri e lungo 150 sarà costruito nella zona delle ex Ferriere, nell’ambito del nuovo porto. Questa costruzione, tra l’altro, impedirà la vista del mare.
Il caso è stato portato alla ribalta dal Partito Socialista Europeo e dalla Uil che pur ritenendosi d’accordo sul progetto del porto, criticano con fermezza la realizzazione del suddetto muro, “una grossa preoccupazione che dovrebbe coinvolgere tutti” e propongono “un sensibile contenimento della cementificazione a terra, in particolare del residenziale, o, quantomeno, il dimezzamento delle altezze dei fabbricati, sviluppandoli in orrizontale, anche verso il mare, senza penalizzare le aree di verde pubblico”.
PSE e Uil propongono inoltre di partire da una moderna logica turistica che non prevede più seconde case, bensì strutture ricettive: in sostanza, più alberghi e meno case.
A giudizio del PSE e della Uil “il mantenimento del commerciale e la salvaguardia del comparto pesca con annesso mercato ittico, unitamente ad un’adeguata cantieristica, sono assolutamente compatibili ed altresì funzionali alla scelta turistica di fondo del sistema-porto d’Imperia nel suo insieme”.
Al momento non ci sono reazioni.

Scritto da Angelo Amoretti

25 febbraio, 2008 alle 8:31