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fonte: sanremonews.it

Scritto da Angelo Amoretti

18 aprile, 2009 alle 0:11

Il pescatore

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E’ martedì sera e sto aspettando che inizi la proiezione all’Arci Camalli del film “Machuca” in ricordo del golpe fascista in Cile del 1973. Faccio due passi sulla splendida banchina del porto e mi fermo a fare due chiacchiere con un tipo che sta pescando.
Lui abita qui da cinque anni e gli manca poco alla pensione. E’ un tipo che, a suo dire, non riesce a stare più di sei o sette anni nello stesso posto per cui adesso sta cercando casa in Toscana, solo che i prezzi sono saliti perché c’è molta richiesta.
Ha messo il suo appartamento in vendita su internet e ha ricevuto già svariate telefonate. Una in particolare l’ha colpito. Chi voleva acquistare gli ha chiesto se a Imperia abbiamo un depuratore e lui, in tutta onestà, ha dovuto rispondere di no, ma che presto partirà il secondo lotto dei lavori per completare l’opera.
A domanda: “Ma quando termineranno i lavori di completamento?” non ha saputo rispondere e l’interlocutore ha detto che non ha intenzione di acquistare un appartamento al mare in una città che non ha il depuratore.
Cerco di capire come vede questa faccenda dei porti che si stanno costruendo e mi risponde che i porti sono una scusa per chi cementifica nelle immediate vicinanze.
Gli faccio notare che però nella ex Sairo verrà costruito l’incubatore d’impresa che darà nuovi posti di lavoro, ma prevede che probabilmente dopo quattro o cinque anni diranno che l’incubatore non sarà servito a nulla per cui al suo posto sorgerà un hotel (se qualcuno lo permetterà) o altri appartamenti. Poi, quando la speculazione sul mare sarà finita, ne inizieranno una nuova in collina. Dove ora non si può costruire, qualcuno acquisterà i terreni, poi faranno nuove varianti al piano regolatore e sorgeranno villette a schiera.
«Eppure la ripresa ci sarà e Imperia diventerà di nuovo meta di turisti, altro che Saint Tropez!» gli dico io.
E lui invece è convinto che si stia pianificando una città a misura di pensionati lombardo/piemontesi. Quelli che hanno messo da parte un po’ di soldi e potranno comprare un appartamento qua perché il clima è mite e la città tranquilla, tutto sommato.
«E i giovani?» lo incalzo io.
«Dei giovani non frega niente a nessuno, mi risponde. Un giovane non spende, passa la serata del venerdì al Prino, beve una birra e spacca la bottiglia.
Un pensionato invece va a fare la spesa, a comprare qualcosa in qualche negozio perché se lo può permettere. Ci sono solo due sale da cinema? E chi se ne frega. Loro stanno a casa a guardare la TV.»
Poi parliamo della pulizia della città e di come sia poco aperta proprio ai turisti.
«Questa banchina è bella ordinata e pulita, ma se passi in piazza De Amicis la domenica mattina ti volti dall’altra parte per via della spazzatura ammucchiata e sparpagliata per la piazza. Se cerchi un bar dove prendere un caffé non ne trovi uno aperto manco se piangi arabo.
I nostri amministratori e i consiglieri comunali, cosa credi, che non conoscano Mentone? Lo conoscono eccome, ma non gliene importa nulla: a loro va bene così.»
«Insomma a parlare con lei non si ha una bella prospettiva della città.»
«Niente affatto, risponde. Solo che sarà una città per pensionati. I giovani se ne stanno andando e torneranno, se torneranno, solo quando saranno in pensione anche loro.
Tira su uno scorfano da due etti e mi dice: «Vuoi vedere un bel pesce? Vai da quello là. Ha preso un branzino di sei chili, tra poco andrà a venderlo a 25 euro al chilo al ristorante e domani, dove pesca lui adesso, ci sarà pieno di gente con la canna.»
Lo saluto e vado via, il film sta per iniziare.

Scritto da Angelo Amoretti

12 settembre, 2007 alle 18:18

Pubblicato in Ambiente

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