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A proposito di alluvioni

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Alberto Gabrielli, responsabile territorio e ambiente di Rifondazione Comunista di Imperia, mi ha inviato una mail contenente un sunto di considerazioni e spunti, in tema di alluvioni e cambiamenti climatici, per un eventuale discussione da svolgersi eventualmente anche sul mio blog e la pubblico con piacere.

(A)
L’atmosfera che rende unico il pianeta terra è come una pellicola sottilissima di domopack (pochi km di spessore) che avvolge un’ arancia (12.000 km di diametro).
Da svariati decenni abbiamo verificato che i consumi/sprechi di energia ne hanno modificato la composizione, in particolare a favore dei gas ad effetto serra.
L’ effetto serra determina un accumulo di energia che sconvolge gli equilibri termodinamici dell’ atmosfera: possenti trasformazioni di energia coinvolgono l’acqua atmosferica e provocano l’ improvvisa condensazione di enormi masse di vapore in acqua liquida in contemporanea con violenti spostamenti di masse d’ aria.
Il clima, dunque, è cambiato: “fenomeni” come le tempeste tropicali, i monsoni, i tornado, si sono intensificati, in frequenza e violenza, nella fascia intertropicale, e si sono estesi alle fasce temperate, per milioni di anni caratterizzate da una distribuzione delle precipitazioni su 10-11 mesi con due picchi (primaverile ed autunnale). Anche in queste zone lunghi periodi di marcata siccità e temperature elevate, si alternano a periodi di precipitazioni e tempeste intense.
Punto.

(B)
Il territorio (Italiano, in particolare) con la rivoluzione agricola dell’ anno mille è stato affidato alla gestione dei contadini con la sovraintendenza, spesso, di sovrani illuminati (Medici, Borboni o Savoia che fossero). La conoscenza contadina ha così accumulato saperi teorici e pratici in grado di offrire la maggiore sicurezza alle persone, agli animali, alle colture, pur con i pochi mezzi e la semplice tecnologia disponibile: ponti, strade, acquedotti, villaggi e città hanno attraversato indenni le avversità naturali (talora persino i terremoti), mentre soccombevano alla demenza delle guerre e degli stermini. In liguria, in particolare, si è fabbricato per secoli al sicuro dai corsi d’ acqua lasciati liberi di esondare in aree dove la vegetazione riparia rallentava la velocità dell’ acqua e quindi l’ erosione. Persino i Mulini ed i Frantoi, per definizione obbligati a stare presso i corsi d’ acqua, si mantenevano a distanza di sicurezza approvvigionandosi dell’ acqua con le necessarie canalizzazioni. Poi abbiamo cominciato a intubare, tombinare, canalizzare, coprire, strozzare, rii, ruscelli, fiumi e torrenti e ci abbiamo costruito sopra via Ferreggiano o Viale Brigate Partigiane, come tutte le vie di tutte le città ed i paesi della costa Ligure, dove nessun corso d’ acqua minore è più visibile e dove, con incredibile stupidità, abbiamo spaventosamente ristretto gli alvei proprio dove la logica imporrebbe il loro massimo ampliamento, cioè le ultime centinaia di metri prima della foce.

(C)

(A)+ (B) = (C): Morti, distruzioni, miliardi di € di danni ogni anno.

(D)

Perché ? “E’ il mercato, bellezza, non dirmi che non te lo avevano detto…”
Facile fare il tiro al piccione dando la colpa alla politica, ai sindaci, ai commissari, ai prefetti,…. : ahimè non è così semplice. Certamente, però, è colpa di quella politica e di quei politici che hanno affidato le sorti dell’ umanità alle “logiche” del mercato. E di quei moltissimi cittadini che piangono i loro danni… ma mai che passi loro per la testa di fare una scelta contro il capitalismo e contro il mercato. Nel peggiore dei casi si affidano a chi scientificamente persegue l’ obiettivo di aumentare i profitti privati contro l’ interesse collettivo, quella destra pericolosa, criminale e volgare dei Piani casa, delle lottizzazioni, delle grandi opere, dei condoni, delle Varianti delle Varianti ai piani urbanistici; nell’ altro caso (impossibile chiamarlo “migliore” anche solo per contrapporlo al primo), si affidano a chi ideologicamente ritiene che il mercato capitalistico e la sua crescita infinita di consumi – e di suolo in primis -, sia il modello unico possibile: quella sedicente “sinistra” dei porticcioli, delle TAV, delle centrali nucleari (do you remember Renzi ?) ; quella “sinistra” sinistra cui al solo sentir nominare Marx, o la lotta di classe, o il Comunismo, viene l’ orticaria, preferendo parlare di “violenza” per l’ esasperazione di piazza e di “improprie pratiche di mercato” per le transazioni a brevissimo di enormi liquidità di denaro; di essenziali corridoi logistici per le grandi opere e di “facinorosi” che vi si oppongono; quei sinistri che invitano alla delazione degli indignati verso gli arrabbiati, mentre strizzano l’ occhio ai progetti di copertura del torrente Impero (per restare nella mia città).

E con tale strizzata d’ occhio il cerchio si chiude, con le prossime alluvioni, i prossimi morti, le prossime condanne dei “violenti” i prossimi inviti alla delazione, i prossimi piani regolatori, i prossimi piani di regolazione del mercato, facendo finta di non sapere che esso – il mercato – è il braccio armato del capitalismo finanziario, cioè delle alluvioni.

Alberto Gabrielli
Responsabile territorio e ambiente Partito della Rifondazione Comunista
Federazione Provinciale di Imperia

Imperia 5 novembre 2011

Ci aggiungo una cosa che ho letto qui perché ogni territorio ha aspetti diversi: a Genova e alle Cinque Terre ci sono stati morti per colpa del cemento, ma anche per l’incuria del terreno. Da noi cementificazione selvaggia significa anche deturpazione del terreno e se tutto  rimanesse come è adesso e dovesse piovere come ha piovuto nel Levante, chissà quali danni ci sarebbero. Ecco perché ho il chiodo fisso della pulizia dei torrenti.

Nel 1933, dieci giorni dopo essersi insediato alla Casa Bianca, Franklin Delano Roosevelt predispose, per uscire dalla “grande crisi” del 1929, un ampio progetto per impiegare un esercito di giovani disoccupati al lavoro nelle foreste. Nell’estate del dello stesso anno 300mila americani, celibi, dai 18 ai 25 anni, figli di famiglie assistite, erano nei boschi, impegnati nei lavori di difesa del suolo che da molti anni erano stati trascurati.
Negli anni successivi, in varie campagne, due milioni di giovani lavoratori, complessivamente, piantarono 200 milioni di alberi, ripulirono il greto dei torrenti, prepararono laghetti artificali per la pesca, costruirono dighe, scavarono canali per l’irrigazione, costruirono ponti e torri antincendio, combatterono le malattie dei pini e degli olmi, ripulirono spiagge e terreni per campeggi. Nell’aprile 1935 fu creato il Soil Conservation Service col compito di difendere il suolo, anche se era di proprietà privata, per conto della collettività.

Chi vuole schiarirsi le idee faccia un giro in Caramagna e in Valle Prino e non ci sarà bisogno di aggiungere altro.

Scritto da Angelo Amoretti

6 novembre, 2011 alle 10:58

Pulizie dei torrenti in ritardo per colpa della burocrazia

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A seguito delle segnalazioni dell’ecologista Giuseppe Franciosi (che saluto con affetto) ieri sera il TG3 Liguria delle 19.30 ha dedicato un servizio sullo stato in cui versa il torrente Caramagna.
E’ stato intervistato anche l’Assessore all’ambiente, Giovanni Amoretti, che ha detto:

Abbiam dovuto aspettare gli equilibri di bilancio che sono arivati purtroppo in estate inoltrata. Questo ha causato un ritardo succeduto dal fatto che abbiamo dovuto espletare una gara d’appalto perché comunque gli importi superavano i 100.000 euro e quindi siamo arrivati a questo punto.

Ma stiamo comunque rispettando gli obiettivi, precisa Amoretti. Il Rio Allende è stato appena pulito ai Piani di Imperia e la settimana prossima toccherà al Caramagna” aggiunge l’inviata  Lucia “Indiana Jones” Pescio (che saluto con stima).

Lucia Pescio

Ora vorrei che qualcuno mi spiegasse dove è di preciso il Rio Allende perché non riesco proprio a trovarlo.
L’Assessore Amoretti, invece, dovrebbe spiegare che tipo di pulizia è stata fatta al Torrente Prino ai Piani.
E’ stato gentilissimo nello spiegare i perché dei ritardi, ma ci sarebbe bisogno di più chiarezza per quanto riguarda i tratti che sono stati puliti e quelli che ancora devono esserlo.
L’anno scorso aveva raccontato una bugia, forse a causa del fatto che non conosce bene la zona, affermando che il Torrente Prino era stato pulito fino al Ponte di Clavi, invece le canne erano state tagliate per un tratto fino al Ponte dei Coppi Rossi: un tantino più a valle.
Ci sarebbe poi da segnalare il degrado del Rio Ciapà, affluente di destra all’altezza del ponte dei Coppi Rossi, che qualche anno fa si era portato via mezza casa di due anziani signori che abitano lì. Da allora ogni anno le canne venivano tagliate: quest’anno, nisba.

Scritto da Angelo Amoretti

31 ottobre, 2011 alle 14:00

Pulire il torrente Impero è impresa ardua

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A volte si è talmente stanchi di chiedere di intervenire in una certa maniera sul territorio a questo o a quell’assessore , che si arriva al punto di dire: “Facciamolo noi”, così come alcuni abitanti di Castelvecchio hanno fatto per l’asfalto e quelli di Clavi per la storica fontana, per fare due esempi recenti. Anche perché qualcuno potrebbe dire che si è solo capaci di mugugnare, ma quando si tratta di passare dalle parole ai fatti molti si tirano indietro.
Così, tempo fa, una lettrice aveva lasciato un commento in un post proponendo di mettere insieme una squadra di volonterosi per fare un po’ di pulizia  alla foce del torrente Impero.
Qualcuno aveva accettato e lei ha cominciato a informarsi su come affrontare la questione dal punto di vista burocratico tenendomi  aggiornato sugli sviluppi della situazione perché le avevo promesso che una volta definito il tutto, avrei scritto un post per lanciare una specie di appello per reclutare altri eventuali volonterosi.
Con il suo permesso, pubblico le mail che mi ha mandato di recente.

Ciao, ieri sono andata dalla forestale sotto ad acqua e farina; il signore con cui ho parlato ha detto:
1) che devo andare a parlare con i colleghi in piazza Roma dal centro per l’impiego;
2) che se si pulisce dall’immondizia va bene in qualsiasi momento, per lo sfalcio ora non si può per motivi ecologico-ambientali
3) sempre per lo sfalcio bisogna aspettare settembre e non si può bruciare assolutamente (ci arrivavo anche io)
4) possiamo chiedere una mano alla protezione civile, sempre a settembre, perchè ora sono impegnati con gli incendi
5) Dobbiamo contattare il comune settore ecologia (e qui rido, pensando allo sguardo di disprezzo che mi lancerà il segretario quando gli andrò a parlare)
6) sono pronti ad aiutarci, ma non rilasciano direttamente nessuna autorizzazione, per evitare guai anche loro si limitano a controllare che non vengano commesse infrazioni.
Se vi interessa, il signore, molto gentile, si chiama Lanteri.
Lunedi passo in Piazza Roma, e se riesco, in Comune.
Ciao, a presto

L’amica non si arrende e continua a girare per uffici per informarsi meglio, nel frattempo le canne crescono e la sporcizia aumenta:

La foce del torrente Impero

Ciao,
lunedi sono andata in piazza Roma e ho parlato con l’ingegnere dei piani di bacino, mi ha detto che per loro basta una planimetria e un piano della pulizia che si intende fare e rilasciano autorizzazione in tempi brevi, 2 o 3 giorni. Se invece si programma di fare l’azione di pulizia con una certa regolarità ci vuole un piano più organizzato, ma quello è ancora da vedere, cerchiamo di pulire almeno una tantum, poi si vedrà. Il signore ha anche detto che il Comune sta già investendo molti soldi nella pulizia dei torrenti, l’ho guardato senza trovare una risposta che diplomaticamente intendesse che l’investimento non si vede affatto…
Quando me la sentirò, dopo accurata preparazione psicologica, andrò a parlare con Giuseppe Enrico, assessore all’ecologia. Dopodiché contatto Legambiente, con tutte le informazioni che ho raccolto e vi informo.

L’ultimo passo, per ora, è stato il Comune:

Ciao, oggi sono andata in comune, non ho parlato con l’assessore ma con la segretaria e un’altra dipendente che mi hanno detto:
- che l’assessore non sarebbe stato in sede per la settimana e la segretaria non sapeva quando sarebbe stato disponibile ad un appuntamento
- che i soldi per lo sfalcio sono in fase di stanziamento
- che dello sfalcio si occupa una ditta dopo essersi aggiudicata l’appalto
- che il comune non dovrebbe rilasciare autorizzazione, solo la provincia lo fa (mi puzza un po’)
- che se vediamo rifiuti nel fiume dovremmo comunicarlo alla ecoimperia per il recupero. Abbiamo fatto notare che da mesi ci sono rifiuti ingombranti nell’Impero (una macchina per bambini, dei pneumatici completi di cerchi, ecc e la segretaria ha risposto che potrebbero sorgere problei perchè dentro ci possono essere i nidi degli animali (sè)
- Che la stiamo facendo troppo facile perchè ogni volta che provano a pulire gli ambientalisti fanno una gran cagnara per gli animali.
Al che ho fatto presente che ho contattato anche la Legambiente proprio per avere il loro supporto e ho nominato tutti gli enti a cui mi sono rivolta, “per agire nel massimo rispetto della legalità ed evitare polemiche come quando della pulizia si sono occupate le maestre con i bimbi delle elementari” testuali parole.
Ho lasciato il mio numero per essere da loro ricontattata e fissare un appuntamento con l’assessore che non si sa quando torna.
Quanto scommettiamo che non mi chiamano?
A presto

Secondo voi, riusciremo nell’impresa?

Scritto da Angelo Amoretti

25 luglio, 2011 alle 9:01

Miasmi dal torrente Impero

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Ieri pomeriggio diverse famiglie abitanti nei pressi degli argini hanno dovuto abbandonare le abitazioni a causa di malori dovuti alle esalazioni provenienti dal torrente Impero, in zona Barcheto.
Ho avvertito del grave problema 118 – 112 – polizia urbana – corpo forestale – vigili del fuoco, a distanza di ore il problema continua a persistere, gli abitanti di barcheto sono sempre più abbandonati dalle istituzioni che dovrebbero vigilare e verificare sulle attività della zona e sempre più preoccupati per la loro salute.
PS: Allego alcune foto dei liquami maleodoranti che sostituivano l’acqua del torrente Impero, scaricandosi nel mare lordando le spiagge cittadine.

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Giovanni Bonifazio

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Scritto da Angelo Amoretti

5 maggio, 2010 alle 0:57