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C’è demenza e demenza

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Non parliamo di quella senile perché leggo su Imperiapost che l’ex dirigente del settore ambiente Beppe Enrico (oggi trasferito a Sport e Cultura che, sia detto per inciso, dalle nostre parti sono due settori assai affini) ha denunciato per diffamazione a mezzo stampa il sindacalista della Uil Luigi La Marca per aver detto che l’appalto Tradeco era stato predisposto da “dementi”.
Detto che questo fatto mi ricorda la denuncia della CGIL nei confronti di Claudio Scajola quando disse all’altro Claudio (Porchia) che contava meno di zero, con tutto il rispetto per chi dovrà giudicare, penso che la marca male per La Marca perché secondo me coloro che hanno predisposto l’appalto in questione, erano ultralucidi e nella loro strapiena facoltà mentale.
Nel frattempo pare che da levante stia per arrivare una bomba, non credo d’acqua, ma di qualche altro liquido un po’ più puzzolente: il prossimo 12 settembre Beppe Grillo andrà a fare un giretto alla discarica di Collette Ozotto e Imperia sarà di nuovo sulle prime pagine dei giornali

Scritto da Angelo Amoretti

28 agosto, 2014 alle 12:50

Si stava meglio quando si stava peggio? [II]

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Diego David per il Secolo XIX

L’EX PRESIDENTE DELLA SOCIETÀ PARTECIPATA INTERVIENE SULL’EMERGENZA-RIFIUTI
«Che errore liquidare Ecoimperia»
Faraldi: ci dicevano che eravamo superati. Dietro il caos di oggi una gara d’appalto nata male

Massimo Faraldi è stato presidente di Ecoimperia, la partecipata che la scorsa estate ha lasciato il testimone del servizio di igiene urbana alla Tradeco (oggi più che mai nell’occhio del ciclone), dal 2005 al 2011, chiamato dall’allora sindaco Luigi Sappa,e fino al 2013 vicepresidente con funzioni esecutive.
Faraldi vuole dire la sua in merito al caos rifiuti che si è creata in città.

Di chi è la colpa secondo lei,Faraldi?

«Giovanni Amoretti, che sul vostro giornale si è addossato la responsabilità, da assessore ha colpe fino a un certo punto. Per me, il vero responsabile è l’ex dirigente del settore Ecologia Beppe Enrico che ha curato la gara d’appalto e che si è fidato a sua volta di quello che gli diceva il “superconsulente” Fabbri di Cesena, che, poi, si è limitato a copiare il capitolato da quello di Rapallo.
Amoretti ha preso per oro colato le opinioni di loro due.Caso mai è responsabile per questo, essersi ritrovato a guidare un settore senza la necessaria esperienza».

A Ecoimperia non è stato neppure permesso di partecipare alla gara. Se lo è spiegato il motivo?

«Hanno inserito la clausola dei 70 milioni di fatturato nei tre anni precedenti che di fatto ci tagliava fuori. Poi, se c’è stata una motivazione politica io non ho prove per affermarlo».

Si riferisce alla guerra tra l’ex ministro Claudio Scajola e i Pizzimbone alleati con Dell’Utri?

«Lo ha detto lei, non io. Sta di fatto, però, che nella gara d’appalto c’era scritto a chiare lettere che l’asta sarebbe stata valida anche se a partecipare fosse stata una sola azienda. Altro che, come si è sentito dire in giro, appalto scritto perché non partecipasse nessuno e per salvare Ecoimperia e con essa la compartecipazione al quarantanove per cento dei fratelli Pizzimbone. Evidentemente, gli obiettivi erano altri. A noi proprio Fabbri aveva detto che eravamo un’azienda che non era proiettata nel futuro. Se il futuro è quello che tutti i giorni vediamo sotto ai nostri occhi, allora, fate voi. Quello che voglio dire è che è stato creato un danno enorme alla città sbarazzandosi di Ecoimperia».

Anche Ecoimperia, però, non era proprio esente da critiche…

«Guardi, dal 2005 al 2012 la società ha sempre chiuso i bilanci in attivo con importi interessanti. Degli utili, però, per volontà dell’amministrazione comunale, all’Ecoimperia non è stato lasciato un solo euro da investire per migliorare il servizio. È vero, dirigentie lavoratori di Ecoimperia sono stati criticati e io dico ingiustamente perché non ci è stato permesso di poter dotare le maestranze dei mezzi di cui avevano bisogno. E comunque il risultato che si è ottenuto esternalizzando è be npeggiore. Sa qual’è l’unica innovazione che ci era stata concessa?».

Dica…

«L’esperimento nel quartiere delle Ferriere che anticipava in un certo qual modo le attuali isole ecologiche con le chiavi elettroniche per aprire i cassonetti. Si era rivelato un fiasco, i sacchetti venivano lasciati fuori come avviene ora, quindi l’esperienza negativa c’era. Lo abbiamo fatto presente, ma appunto, ci hanno risposto che eravamo superati, antichi».

E in tutto questo, la Tradeco non ha, forse, qualche responsabilità?

«Questo mio sfogo non deve essere interpretato come un atto di accusa verso la Tradeco che si è ritrovata a gestire una situazione di cui non conosceva fino in fondo la complessità.
E poi non dimentichiamo che nel bando era prevista l’assegnazione da parte del Comune dell’isola ecologica di Artallo che costituirebbe già un bello sfogo. Non vedo perché un cittadino di I mperia che paga la Tari a Imperia debba andare a San Bartolomeo o nell’entroterra di San Lorenzo per conferire un divano. Non capisco francamente perché il Comune, a questo punto, non velocizzi le pratiche per consegnare finalmente l’area a Tradeco».

Come se ne esce secondo lei?

«Se continua così la Tradeco va incontro alla rovina certa e la città è destinata ad essere sempre più sporca. L’unica via di uscita è che Comune e Tradeco si mettano intorno a un tavolo e insieme, se sono d’accordo, con certino le variazioni in quei punti dove l’appalto è evidente che non può funzionare, oppure si vada a una risoluzione del contratto. Su un altro aspetto non sono in sintonia con Amoretti. Non è vero che il “porta a porta” è non è adatto per la conformazione morfologica e territoriale di Imperia. Per me è l’unico modo, magari un po’ dispendioso all’inizio, per garantire una raccolta differenziata seria e produttiva».

Scritto da Angelo Amoretti

24 luglio, 2014 alle 12:46

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Intervista all’ex assessore Amoretti (F.I.) sui problemi del traffico

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Giovanni Amoretti che, per il suo bene, non è mio parente, ha rilasciato un’intervista al Secolo XIX in cui racconta di come andò l’accordo con la Tra.de.co. all’epoca in cui era assessore all’ambiente
Secondo me l’intervista è un po’ depistante: del resto lo dice lui stesso, e la cosa è grave, che “in quel periodo” ha avuto paura.
A questo proposito esorto tutti (come se le mie esortazioni servissero a qualcosa…) a non avere paura e a mettere al corrente la cittadinanza di ciò che succede nelle stanze del Palazzo.
E siccome in tanti non hanno ancora capito, altri fanno finta, e qualcuno rosica, mi piacerebbe tanto che il Sindaco, o chi per lui, indicesse una sorta di convegno, o incontro, chiamatelo come volete, in cui venga spiegata ai cittadini, senza raccontare bugie e nulla tralasciare, l’operazione “Ci siamo ripresi il porto e siamo tutti felici e contenti”.

Diego David per il Secolo XIX del 19-7-2014

PARLA L’EX ASSESSORE ALL’AMBIENTE DELLA GIUNTA STRESCINO (QUEST’ULTIMO È IN SILENZIO STAMPA)
«La città è una discarica? Mi prendo io la colpa»
Amoretti: l’azienda non ci speculi, conosceva le condizioni

«Mi assumo oggettivamente la responsabilità di quanto sta accadendo in città». Giovanni Amoretti, membro della giunta municipale dal 2009 all’aprile del 2012 con delega all’Ecologia nella prima amministrazione Strescino, è stato l’assessore che ha dato il via alla gara d’appalto per il servizio di igiene urbana nel capoluogo e negli altri 34 centri del comprensorio imperiese aggiudicata un anno fa, quale unica azienda partecipante, allaTradeco di Altamura oggi al centro di polemiche.
Un po’come Felipe Scolari, il commissario tecnico del Brasile dopo l’,1-7 patito nella semifinale dei Mondiali dalla Germania, Amoretti, che oggi non ricopre più alcun ruolo politico né amministrativo, di fronte al disastro in cui versano le strade cittadine ingombre di rifiuti, fa autocritica ma non ci sta a fare l’agnello sacrificale.

«Mi prendo la responsabilità, ma voglio essere chiaro -incalza l’ex assessore forzista– Chi vuole speculare sulla vicenda e strumentalizzarla sta sbagliando indirizzo».

Chi è che vuole speculare?

«Rimango basito davanti a certe dichiarazioni dei dirigenti della Tradeco che sostengono di essere stati raggirati dal Comune. Ricordo che il bando di gara i tecnici dell’azienda pugliese se lo sono soppesato e guardato in lungo e in largo. Per potersi rendere conto della complessità dell’appalto sono stati accompagnati dagli operatori comunali a compiere una approfondita visita sul territorio.
Anche altre ditte interessate avevano chiesto questo tipo di accesso ai luoghi,mapoi si sono tirate indietro.
La Tradeco no, ha ritenuto di avere elementi sufficienti per formulare l’offerta. Ora, mettere con le spalle al muro l’amministrazione, dopo la massima trasparenza che gli è stata riservata, se qualche calcolo algoritmico che stabilisce le percentuali di differenziata non è perfettamente corretto mi pare esagerato. Ma non solo».

Ma alla luce del disastro che poi si è rivelata per la città e i dintorni l’applicazione dell’appalto, rifarebbe le stesse scelte, come per esempio quella di escludere Ecoimperia dalla gara?

«Venivano da vent’anni di proroghe, c’erano restrizioni che imponevano la gara di appalto. Il socio privato di Ecomperia (la Ponticelli dei fratelli Pizzimbone, ndr) era stato scelto senza evidenza pubblica. Non si poteva proseguire oltre. Ma se mi trovassi nelle stesse condizioni di allora ridarei gli stessi indirizzi politici, che tra l’altro, mi furono riconosciuti anche dall’estrema sinistra che in consiglio comunale si astenne».

La sinistra contestava la mancata previsione del porta a porta per la differenziata

«Rimango convinto che morfologicamente il territorio imperiese non sia adatto per il porta a porta».

E quali sarebbero dovute essere i vantaggi per la città?

«Intanto la comprensorialità, la limitazione dei costi, 190 mila euro all’anno risparmiati solo per il trasporto a Collette Ozzotto, l’introduzione degli scarrabili, l’ecomobile, innovazioni assolute per il nostro territorio. Poi, da utente, purtroppo ho verificato che la Tradeco non ha messo in pratica adeguatamente il contenuto dell’appalto».

Ci sono, secondo lei, responsabilità dell’amministrazione Capacci?

«L’assessore Podestà sta gestendo una situazione complicata, ma non mi sento di metterlo in croce. Se fosse costretto a ricorrere a un altro bando gli consiglierei di condividerlo con tutte le forze politiche come facemmo noi. In certi momenti quando è in gioco l’interesse della città bisogna saper mettere da parte le casacche politiche».

Ci furono anche momenti di tensione con sindacati e lavoratori. Oggi che non ricevono lo stipendio cosa si sente di dire loro?

«I conti eseguiti da professionisti pagati dal Comune non potevamo metterli in discussione. A ogni buon conto con Strescino attivammo la procedura antimafia. E le assicuro di aver avuto in quel periodo anche paura, avendo due f gli piccoli e ed essendo andato a toccare un comparto, quello dei rifiuti, non propriamente santificato».

Scritto da Angelo Amoretti

20 luglio, 2014 alle 11:44

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La storia dell’appalto Tra.de.co.

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Diego David – [Il Secolo XIX - 17-7-2014]

La storia di un’appalto voluto dall’ex Sindaco Strescino e disegnato da Beppe Enrico
Gara “benedetta” dal Prefetto
Così Fiamma Spena diede il via libera all’offerta unica dell’azienda pugliese

Poco più di un anno fa, da parte del commissario prefettizio Sabatino Marchione, l’assegnazione dell’appalto di igiene urbana (un affare da 93 milioni di euro per sette anni) nel capoluogo e nei trentacinque centri del comprensorio imperiese alla Tradeco.
Ma il percorso che ha portato una società del profondo Sud, unica partecipante al bando, a subentrare all’Ecoimperia e alle altre aziende che operavano nelle località vicine è stato lungo e tortuoso, con tanto di inchiesta della Procura di Imperia che a seguito delle indagini svolte dalla Guardia di Finanza, ha aperto un fascicolo per turbativa d’asta.
L’avvio del procedimento è datato 2010 quando sulla poltrona di primo cittadino sedeva Paolo Strescino e l’assessore all’Ambiente era Giovanni Amoretti. Occorreva superare la partecipata Ecomperia, 51 per cento in mano al Comune e 49 per cento alla Ponticelli (proprietaria dell’omonima discarica) dei fratelli Giovanbattista e Pierpaolo Pizzimbone, società mista nata nel 1993 e in scadenza nel 2013. Il primo colpo di scena fu l’esclusione dalla possibilità di partecipazione alla gara pubblica della stessa Ecoimperia, essendo prevista la clausola dei 70 milioni di fatturato negli ultimi tre anni che l’azienda presieduta da Davide Ghiglione non poteva vantare.
I lclima politico era quello dello scontro all’interno del Pdl tra l’exministro ClaudioScajola e Marcello Dell’Utri “padrino” politico dei Pizzimbone.
Il capitolato d’appalto venne elaborato dall’ufficio Ecologia di Palazzo civico allora diretto da Beppe Enrico (oggi trasferito alla Cultura) con la consulenza degli avvocati dello studio Tosetto/ Weigmann diTorino. Nella primavera del 2012 in piena bufera amministrativa conseguente agli arresti eccellenti nell’ambito dell’inchiesta sul porto turistico, il sindaco Strescino, inviò l’offerta della Tradeco, l’unica pervenuta, alla Prefettura di Imperia per le verifiche antimafia. Fatti i controlli il prefetto Fiamma Spena diede il via libera.
Ma intanto,i sindacati cominciavano ad esprimere agli organi politici e alla commissione esaminatrice presieduta da Beppe Enrico e composta anche dai docenti del Politecnico di Torino Giuseppe Genon ed Eugenio Piovano, le loro perplessità su numero di addetti e tipologia del servizio con tanto, in seguito, di sit-in di protesta sotto al Comune (diventata poi una abitudine) e minacce di non far transitare la Milano-Sanremo. Enrico bloccò in un primo tempo l’offerta perché considerata “anomala”, in quanto unica e per l’eccessivo ribasso, il 5,6 per cento proposto dall’azienda pugliese. Ma dopo un confronto con la proprietà e lo stuolo di avvocati assoldati daTradeco, anche quest’ultimo scoglio venne superato.

Scritto da Angelo Amoretti

17 luglio, 2014 alle 8:45

Pubblicato in Ambiente, Attualità

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Fuochino [II]

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Sempre a proposito di rifiuti – scusate, ma ritengo che il problema sia molto più importante rispetto a un senso unico in città o a un po’ di muffa in piscina (traduzione per chi non mi conosce: non fatevi fuorviare da coloro che fanno sceneggiate e pensano di essere più furbi di noi) –  su Sanremonews di ieri c’è una intervista a Pasquale Lomurno della Tra.de.co. [se non si è autodistrutta potete leggere cliccando qui] che mi ha fatto sobbalzare sulla sedia.
In un passaggio si legge:

Nessuno si interroga sul fatto che temporaneamente in virtù di una delibera della Provincia, i rifiuti che fanno parte dell’organico finiscono in discarica.

Dunque, cominciamo a interrogarci: significa che qualcuno ci chiede di fare la differenziata e la Provincia dice che poi può andare tutto nello stesso mucchio?
Chi ci sta prendendo per i fondelli: la Tra.de.co., il Comune, la Provincia o tutti e tre?
Sarebbe il caso di chiarirlo. Il passo dal Comune alla Provincia è breve e oltretutto se non sbaglio in consiglio comunale siede il “vice” del dirigente provinciale all’ambiente che potrebbe fare da tramite per aiutarci a capire meglio.

Scritto da Angelo Amoretti

23 giugno, 2014 alle 11:28

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Fuochino

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Tra le tante sceneggiate dei politici nostrani viste in questi ultimi tempi, Alessandro Casano [La Svolta] e Piera Poillucci [F.I.] si sono distinti per aver detto cose sensate.
Di uno pensavo si preoccupasse solo del Parasio, dell’altra che sparasse alla cieca sulla maggioranza, così, tanto per fare, con frasi fatte che starebbero bene su una pagina dal titolo “Luoghi comuni”, ma devo momentaneamente ricredermi.
Elencare le sceneggiate sarebbe cosa utile solo a chi le inscena, per cui preferisco sorvolare.

Piera Poillucci, in un intervento pubblicato su La Stampa lo scorso 17 giugno, a proposito di Tra.de.co., rumenta e affini, forse inconsapevolmente, tocca un tasto che, se fosse considerato seriamente dagli altri dell’opposizione, potrebbe generare un bel requiem per qualcuno:

Ho rilevato il problema della mancanza del servizio di raccolta di fronde, fogliame e scarti del giardinaggio in genere perché, in un’ottica del riciclo dei “rifiuti preziosi” quali quelli biologici, anche quelli cosiddetti “umidi” lo ritengo una grave mancanza da parte del soggetto appaltatore del servizio, la Tra De Co. Il disservizio -l’ennesimo – ha come conseguenza che il materiale biologico e riciclabile finisca, invece,per essere classificato come “rifiuto indifferenziato” e, quindi, smaltito in discarica. Ciò comporta non solo un significativo aggravio di costi (i cittadini pagano molto salato e a peso ciò che va in discarica), ma anche un danno per l’ambiente.
E’ notizia di questi giorni che la Dia di Genova ha aperto un’inchiesta che coinvolge i titolari della discarica di Collette Ozzotto per quanto riguarda lo smaltimento dei rifiuti dell’alluvione, rifiuti analoghi a quelli derivanti dal giardinaggio, e a quelli “umidi” domiciliari. La puntuale osservanza del contratto di appalto, certamente, non agevolerebbe – come invece sta avvenendo-chi gestisce la discarica: la differenziata è, oltre che rispettosa dell’ambiente, economicamente favorevole per i cittadini che pagano lo smaltimento dei rifiuti con le salatissime Tares e Tasi e quant’altro ed economicamente sfavorevole per chi gestisce le discariche.
E’ quindi fondamentale che il Comune di Imperia vigili e pretenda la puntuale esecuzione del contratto dalla Tradeco, cosa finora non avvenuta, affinché non si agevoli chi guadagna dalla discarica, a scapito delle tasche dei cittadini contribuenti.

Alessandro Casano, sempre a proposito della Tra.de.co. e del suo voto contrario alla mozione di sfiducia presentata dal M5S nei confronti di Podestà, assessore all’ambiente, lo scorso 18 giugno ha dichiarato:

[...] Il fatto è, giova ripeterlo, che questo capitolato d’appalto è inapplicabile e qualcuno dovrebbe avere il coraggio di fare i nomi e i cognomi di chi lo ha redatto e di chi lo ha ritenuto idoneo alle nostre esigenze. Questo è il punto. Tutto il resto è politica, nella peggiore accezione.

Imperiapost ha realizzato un bel reportage sulla raccolta e la discarica dei rifiuti, a bordo di un camion della Tra.de.co.
Alla fine del viaggio al termine della notte è venuto fuori che sono stati scaricati 71 quintali di rumenta indifferenziata a Collette Ozotto.
Piano piano ci avviciniamo al domandone finale: chi l’ha pesata?
Alla luce di questi piccoli indizi, peraltro sotto gli occhi di tutti, gli investigatori di maggioranza e minoranza, appoggiatori esterni, autori di letterine e gente che non può giudicare perché “ero fuori”, sono capaci a capire come funziona e, se ne hanno voglia, renderci edotti?
E’ anche una piccola questione di euri: si parla di 10 milioni all’anno e, con quelli che avanzerebbero, sai quanti Buondì Motta si potrebbero comprare per i bambini delle scuole?!

Scritto da Angelo Amoretti

23 giugno, 2014 alle 8:11

La Monesi Young batte cassa

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Mi fido di quello che leggo sui portali nostrani, quindi, se sbaglio, è perché sono andato dietro a una falsa notizia o a una notizia incompleta.
Mi riferisco, in questo caso, alla questione Tradeco/Monesi Young.
E ricapitolo.
La Provincia ha sovvenzionato il progetto della Monesi Young per 7.500 euro.
I volontari della Monesi Young avevano il compito di sensibilizzare i cittadini sul tema della raccolta rifiuti.
I volontari della Monesi Young si lamentano perché la Tra.de.co. è in ritardo con i pagamenti [650 euro al mese per ogni volontario, e sono 24].
Due domandine, anzi, tre:
1) Se sono volontari e la Monesi Young è un’associazione senza scopo di lucro, perché vengono pagati?
2) I 7.500 euro della Provincia a chi sono andati?
3) Se è la Tra.de.co. che deve sborsare, è lecito avere la vaga sensazione che i soldi vengano presi dalle nostre tasche?
Ecco, penso che i cittadini abbiano diritto di sapere qualsosina di più in merito.

Scritto da Angelo Amoretti

24 marzo, 2014 alle 11:29

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Si stava meglio quando si stava peggio?

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GARA PER LA RACCOLTA RIFIUTI A IMPERIA: DDA E PROCURA DI BARI APRONO FASCICOLO
Mafia, sotto inchiesta la ditta del maxi appalto
Gli inquirenti sospettano collegamenti con la criminalità organizzata

La Direzione distrettuale antimafia e la Procura di Bari hanno avviato un’indagine sulla società Tra.de.co srl di Altamura che si è appena aggiudicata in provincia di Imperia il mega appalto relativo alla gara di affidamento del servizio di nettezza urbana del capoluogo e che riguarda anche i comuni del subambito.
Un affaire da 93milioni di euro (appalto della durata di 7 anni) e che ha, appunto, visto come unica azienda offerente, proprio la Tra.de.co, finita più volte in Puglia nel mirino degli inquirenti.
L’indagine riguarda soprattutto i presunti rapporti che legherebbero la società che fa capo a Carlo Dante Columella, già coinvolto in altre inchieste giudiziarie con la malavita organizzata. Si cercano elementi a conferma dei sospetti.
La Tra.de.co più volte, anche indirettamente, è stata sottoposta ad indagini, non ultima quella condotta in questi giorni dai carabinieri del Noe su ordine del sostituto procuratore della Dda Desireée Digeronimo. I militari si sono recati, infatti, in Comune ad Altamura, come sottolinea La Gazzetta del Mezzogiorno, comune per il quale laTra.de.co opera come appaltatrice del settore rifiuti. Sarebbe stata acquisita una nutrita documentazione relativa all’appalto rifiuti che ha preso il via il 30gennaio del 2002 ed è scaduto il 17 febbraio scorso.Indirettamente laTra.de.co era finita nel ciclone giudiziario anche il 21 maggio del 2008 quando lo stesso magistrato Digeronimo dispose gli arrestidomiciliari per due degli esponenti principali della società Viri, che all’epoca faceva parte del gruppo Tra.de.co. E le accuse mosse nei loro confronti riguardavano turbativa d’asta, corruzione, rivelazione di segreti d’ufficio, falsità materiale in atti pubblici.
I carabinieri del Noe,come detto, si sono recati negli uffici comunali di Altamura per acquisire atti predisposti dall’amministrazione del sindaco Mario Stacca per la gestione dei rifiuti pubblici.Gestione che ha spaccato di recente lo stesso gruppo politico del sindaco mentre il centrosinistra ne ha chiesto le dimissioni.
La Tra.de.co, dal cantosuo, ha diffidato il Comune avviando un contenzioso. In pratica la società contesta all’amministrazione Stacca di non aver rispettato alla data di scadenza il contratto stipulato con i lComune di Altamura che le consentiva di proseguire il servizio «per un periodo di sei mesi» alle stesse condizioni vigenti qualora il Comune alla scadenza contrattuale non avesse aggiudicato di nuovo l’appalto. Il servizio non è stato ancora riaffidato, ma il Comune ha deciso di prorogare alla Tra.de.co per soli 60 giorni l’appalto, ma anche di riassegnare l’incarico per un anno, in attesa di un nuovo appalto, alla ditta che farà l’offerta più bassa. E sono cinque le imprese che hanno chiesto di partecipare, ma il loro nominativo è tenuto segreto per evitare una turbativa d’asta.
Fatto è che la questione rifiuti e i presunti legami della Tra.de.co con personaggi sopra le righe appaiono poco chiari alla Dda che ha inviato a palazzo i carabinieri che già stavano monitorando la Tra.de.co.
Tutto questo mentre il sindaco di Imperia Paolo Strescino ha anticipato la commissione, che si riunirà il 15 marzo per valutare se l’offerta della Tra.de.co rispetta i criteri imposti dal Comune, ed ha avviato l’applicazione del protocollo della legalità.Toccherà ora alla Prefettura valutare la documentazione relativa al mega appalto dei rifiuti e verificare la posizione degli imprenditori pugliesi.

Questo articolo, firmato da Loredana Demer, uscì su Il Secolo XIX del 28 febbraio 2012 e Paolo Strescino, che all’epoca era Sindaco, dalle pagine dello stesso quotidiano, dichiarava: “Assumeremo tutte le informazioni relative alla società faremo in maniera trasparente tutti i passaggi necessari per garantire alla città la miglior soluzione possibile“.
Il giorno dopo il titolare della Tra.de.co., Carlo Dante Columella, in una intervista rilasciata alla Demer, diceva che la società non ha alcun legame con la malavita organizzata e visto che oggi la Tra.de.co. si occupa della raccolta della rumenta, se ne deduce che le indagini della Prefettura diedero buon esito.
Ma il punto è un altro: non riesco a trovare una dichiarazione in merito da parte di chi era in consiglio comunale o in Giunta e che oggi sbraita tanto per far vedere che c’è.
Qualcuno sa indicarmi un link o una fonte che possa essermi di aiuto?
Grazie.

Scritto da Angelo Amoretti

18 febbraio, 2014 alle 18:01

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Tra.De.Co., Monesi Young e la “formazione”

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Imperia è una città blindatissima e piena di misteri o, se volete, di curiosità alle quali non so dare spiegazione.
L’ultimo riguarda la Tra.De.Co. e la Monesi Young.
Della Tra.De.Co. più o meno sappiamo, della Monesi Young confesso che, non essendo amante della neve, non sapevo nulla.
Sul sito dell’Associazione Sportiva Dilettantistica si legge che “è un’associazione senza fini di lucro che si pone l’obiettivo di organizzare eventi e attività sportivo formative“.
Solo che la formazione, tra una ciaspolata e l’altra, nel caso che mi capita sotto gli occhi, riguarda studenti e cittadini di Imperia e si occupa, detta in soldoni, di sensibilizzarci sul tema “raccolta rifiuti”.
Questa “formazione”, stando a quanto leggo su Puntoimperia, avrebbe dovuto essere a cura e a spese della Tra.De.Co. e invece la Provincia sovvenzionerà il progetto, peraltro interessante, per carità, con la cifra di euro 7.500.
Ecco, quello che mi chiedo è perché non se ne occupa la Società e come mai la Monesi Young?
A chi è venuta l’idea? E perché?
Mi piacerebbe tanto sapere, sempre per avere un quadro chiaro della situazione, come si è svolto l’iter della faccenda perché, sia detto con il massimo rispetto per i ragazzi dell’Associazione, sono un po’ stufo di brancolare nella nebbia, di vedere che un “compito” è stato assegnato a qualcuno anziché, si fa per dire, a un altro.
Io continuo ad avere l’impressione di vivere in una gigantesca presa per il culo e sono un po’ stanchino.
Per esempio: oggi Puntoimperia riporta gli stipendi dei dirigenti provinciali e, alla luce di quanto si è detto fino a poco tempo fa, non suona anche per voi come una leggera presa per i fondelli?

Scritto da Angelo Amoretti

10 gennaio, 2014 alle 18:23

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Lo Sceriffo con le carte in regola

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A parte la telenovela degli ascensori che ormai sono diventati una barzelletta, oltre che un’ottima arma di distrazione di massa, a me quello che incuriosisce è la storia del controllore, colui che in sostanza dovrà controllare l’operato della Tra.De.Co.
Lo scorso 30 novembre su Imperiapost si leggeva che il Comune “ha stilato un avviso per la predisposizione di un elenco di soggetti idonei all’espletamento delle funzioni di direttore per l’esecuzione del contratto per il servizio di igiene ambientale nel comprensorio imperiese (35 Comuni). Il corrispettivo è di 96 mila euro per l’intera durata del contratto, dal dicembre 2013 al marzo 2015“.
E di seguito erano elencati i requisiti necessari [col senno di poi mi verrebbe da dire che mancavano: altezza del soggetto e colore degli occhi].
Sul Secolone del 1 dicembre c’era una pagina dedicata alla faccenda con il titolo: “Il bando di concorso riguarderà il servizio garantito su tutto il comprensorio. Uno sceriffo per vigilare su Tradeco“.
Nell’articolo si leggeva  ”bando di concorso” e che “finora le candidature pervenute a palazzo civico sono state meno di cinque“.
Siccome Giuseppe Fossati, attento consigliere di opposizione di Imperia Riparte, aveva detto in consiglio comunale: “[...] un’amministrazione che, invece di mettere mano a una revisione delle tariffe, si attiva per nominare “persone di fiducia” nella commissione ambientale (il giorno stesso dell’insediamento il sindaco si è informato come fare) [...]” (come tutti noi comuni mortali non poteva ancora sapere chi sarebbe stato il vincitore, nda), il Sindaco, per sgombrare il campo da equivoci e strumentalizzazioni, aveva messo le mani avanti (e forse anche dietro: diciamo che avrà gesticolato così sono contenti sia il davanti che il di dietro) dichiarando che “La decisione è stata del dirigente (l’ing. Giuseppe Enrico, responsabile del dipartimento ecologia e ambiente, ndr)“.
Aggiungeva che secondo lui ce ne vorrebbero addirittura due, di sceriffi, visto il compito delicato e il comprensorio ampio. E faceva notare che la spesa di 96.000 euro sarà suddivisa tra le varie amministrazioni.
Quindi, un comune mortale comune come me era portato a pensare che l’ing. Enrico avesse deciso per tutti  e che tutti fossero d’accordo, dal momento che non mi risulta esserci stata una qualche lamentela da parte degli altri Sindaci.
E’ qui che ho cominciato a capirci poco e, da qualche giorno, niente.
Sì, perché dal cilindro è uscito il nome: Alessandro Barla, che è un funzionario del Comune e che, a rigor di logica, ha battuto gli altri “meno di cinque” che avevano probabilmente presentato il curriculum per vincere la gara (o il bando, non so) e acchiappare la stella da sceriffo.
Apprendo dal Secolo XIX dello scorso 3 gennaio che lo sceriffo è stato nominato dal Sindaco e che “ha già maturato una esperienza nel settore ambientale e dei rifiuti come dirigente in Provincia prima della nomina di Enrico Lauretti“.
Infatti, tra le altre cose,  è stato rinviato a giudizio nel 2012, quando era dirigente provinciale dell’Ato.
E come mai il “Pat Garrett de noartri” è stato rinviato a giudizio?
Mah, per belinate che sicuramente finiranno nel dimenticatoio: reato ambientale per quella storia di Ponticelli che vede alla sbarra anche Gianni Giuliano (l’ex Presidente della Provincia) e Alberto Bellotti (Assessore provinciale) insieme a qualche altro dirigente.
Quindi il curriculum del nostro sceriffo è perfetto perché ormai si sa: in Italia se non sei indagato o processato, non vai da nessuna parte.
Buon lavoro!

Scritto da Angelo Amoretti

7 gennaio, 2014 alle 12:27