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Emilio Varaldo: rilanciare il verde

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E’ il “Piano del verde” quello che ha in mente il consigliere comunale del PDL Emilio Varaldo. La sua iniziativa è ancora in fase di studio, ma in linea di massima prevede di obbligare a chi sradica piante per costruire a rimetterne di nuove, come avviene da anni nella vicina Costa Azzurra dove “le case in collina si vedono solo dall’alto” mentre dalle nostre parti “se si va sul molo lungo di Oneglia e di Porto si vede tutta una serie di ferite aperte“.
Varaldo ha in mente così di indire un concorso fra giovani architetti (o per tesi di laurea) affinché si individui dove piantare gli alberi e quale tipo di pianta mettere a dimora; la ricerca di contributi regionali e europei; la concessione di un maggiore indice di edificabilità solo a chi si impegna a piantare alberi e, infine, le convenzioni con i vivai. Varaldo porterà la sua proposta nelle commissioni competenti e chiede maggiori controlli nei confronti di chi sradica piante per costruire senza sostituirle con nuove.
A tal proposito, racconta che lo scorso inverno “durante una notte di pioggia, è caduto un grosso albero, che faceva da cornice al complesso della galleria Isnardi, sul lato di via De Sonnaz. Per fortuna non ha provocato danni e per questo la sua morte non ha colpito più di tanto i passanti. Sarebbe stato così anche per me se non l’avesse fatto piantare un secolo fa mio bisnonno con altre varietà di piante costituenti una delle zone verdi, se non l’unica, in pieno centro cittadino. Ovunque si costruisca eliminando piante è raro che ne vengano messe a dimora altrettante e anche quando la legge lo impone mancano i controlli“.
Si spera che l’idea possa andare a buon fine perché basta guardarsi intorno, appena fuori città e nell’immediato entroterra, per rendersi conto che presto i fabbricati supereranno le piante in quantità.
fonte: La Stampa

Scritto da Angelo Amoretti

12 aprile, 2010 alle 9:16

Comune al verde [II]

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Il Comune intende vendere Villa Carpeneto per la modica cifra di 2 milioni di euro, forse in comode rate.
Così una villa storica di 460 metri quadrati, con annesso parco di circa 3.000, rischia di chiudere ai cittadini che potranno vederla risistemata, ma “dal buco della serratura”.
Franca Rambaldi, consigliere di maggioranza che in quel parco è diventata grande, ha detto:«Mi fa male il cuore, ma la villa e il parco sono in un degrado indescrivibile. Infatti non vi si vedono più i bambini giocare.»
Siamo d’accordo, ma di chi è la responsabilità del degrado?
Non è l’Amministrazione che dovrebbe farsi carico della manutenzione dei parchi e dei beni pubblici?
Si è avvertita una strana sensazione al Consiglio comunale, come evidenziato dai consiglieri di opposizione: a qualcuno, che ha le idee chiarissime, fa comodo lasciare cadere in degrado certi beni di tutti per poi svenderli e farli diventare di qualcuno.
Lorenzo Lagorio, a un certo punto, rivolgendosi a chissà chi della maggioranza (è cambiata l’emittente televisiva che trasmette i consigli, ma la regia, con tutto il rispetto, è rimasta quella tristissima di sempre), ha esclamato: «Ridi, cretino, che la mamma ha fatto i gnocchi!»
C’era aria di festa e si è lasciato un po’ andare.
Avrebbe potuto dire, alla Totò:«Lei è un cretino, s’informi.»

Scritto da Angelo Amoretti

12 giugno, 2007 alle 10:25

Pubblicato in Ambiente

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Comune al verde

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A me questa storia delle aiuole sponsorizzate da privati piace fino a un certo punto.
Tanto per cominciare una cosa è ovvia: l’arredatrice è al verde e con questa operazione cerca di far mantenere il verde pubblico da aziende o privati che con il pubblico, per l’appunto, hanno poco da spartire.
E poi c’è un altro punto: mettiamo che in una rotonda, non importa quale, né dove, venga posto il cartello di uno sponsor che a me sta antipatico, per modo di dire. Devo vedermelo negli occhi solo perché l’anima pia si è offerta di farle la manutenzione? E la rotonda di Via Nizza, tanto per fare un esempio, non è già un “dono” della Conad? Cos’ha donato la Conad? E il Vivaio Siccardi?
Se sarà possibile porre due cartelli in un’aiuola, gli sponsor che faranno: divideranno per due le spese oppure ognuno pagherà la quota stabilita?

Scritto da Angelo Amoretti

4 giugno, 2007 alle 12:28

Pubblicato in Ambiente

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