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I nuovi dossi a Imperia

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Leggo su La Stampa di oggi che è in programma la posa di alcuni dossi dissuasori in svariate zone del Comune.
Le zone interessate sono: Corso Roosevelt (in corrispondenza con l’incrocio di Via delle Valli); Via Littardi (all’altezza della concessionaria Germauto) e la strada che conduce al Monte Calvario. “Valuteremo inoltre se prendere provvedimenti anche per Via Volpe-Cavassi che si trova nella frazione di Torrazza“, dice l’Assessore competente Antonio Gagliano.
Ora non voglio discutere su quelli di Corso Roosevelt e al Monte Calvario, ma due paroline su quello “da prendere in considerazione” e l’altro di Via Littardi, vorrei spenderle.
Con quale criterio si decide di mettere un dosso qua anziché là?
Per via delle lamentele delle persone?
Allora vorrei ricordare all’Assessore che le lamentele sono anche partite da Clavi, scritte e sottoscritte da svariati abitanti i quali si lamentano per la velocità con cui la maggior parte delle auto attraversano il borgo, dove, tra l’altro, girano bambini e anziani.
Quelli che si lamentano e che vedono esaudite le loro richieste sono cittadini speciali? Sono amici di amici particolari?
Se è così, quelli di Clavi che ne hanno fatto richiesta, sono tagliati fuori.
Se invece si usa un criterio diverso allora mi permetto di far notare che dalle parti di Germauto è difficile trovare qualcuno a piedi, che la strada è larga e che il dosso è pressoché inutile, a meno che non si voglia facilitare chi esce in macchina dalla suddetta concessionaria.
Strada Volpe-Cavassi è una vecchia strada interpoderale dove transitano si e no 30 macchine al giorno e che neppure Carlos Sainz riuscirebbe a percorrere a una velocità superiore ai 40 km all’ora.
Quindi è pressoché inutile anche questo o, perlomeno, molto meno utile di quelli che dovrebbero essere posti nel centro di Clavi, dove passa qualche macchina in più e a velocità ben più elevata di quella consentita.
Il Comune sta spendendo soldi per posare una pensilina (totalmente INUTILE) a Clavi, al bivio per Torrazza e mi chiedo: invece di mettere INUTILI cartelli di STOP che peraltro se ne vanno per terra dopo 24 ore, non sarebbe il momento di mettere tre dossi?
Leggo che nel prossimo consiglio comunale si parlerà del torrente Prino. Quasi quasi gli assessori Gagliano e Amoretti potrebbero fare un salto a Clavi, sedersi su una panchina della piazza del Comune per una decina di minuti e poi scendere a dare un’occhiata al torrente: in fondo si tratta di perdere non più di una mezzoretta.
Così poi, al limite, si potrà decidere cosa “prendere in considerazione“.

Scritto da Angelo Amoretti

28 novembre, 2011 alle 12:07

Piazza Dante sara’ senza i parcheggi?

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L’idea è stata lanciata dal Sindaco Paolo Strescino e dall’Assessore all’arredo urbano Emilio Broccoletti e in pratica si tratta di abolire i parcheggi nella piazza più importante del centro di Oneglia, lasciare spazio a dehors e area verde e spostare le due edicole.
L’idea, dal punto di vista puramente estetico, lo dico subito, mi piace perché anche io, che di centro destra non sono, sarei favorevole a pedonalizzare sempre di più i centri storici. Ma naturalmente c’è chi favorevole non è, come in tutte le cose, del resto. Ed è naturale che sia così. Però sarebbe utile che ogni tanto qualcuno mettesse da parte gli interessi personali e guardasse con occhio distaccato certi progetti.
Mi riferisco alla Federazione Pubblici Esercizi e alla Confcommercio.
A nome della prima il presidente Enrico Calvi definisce “inopportuna” la scelta dell’amministrazione comunale e aggiunge che tale iniziativa “Ha il sapore di un proclama propagandistico senza capo né coda, per dimostrare che l’amministrazione comunale è viva e operosa nell’interesse della collettività“.
Marco Gorlero, presidente di Confcommercio, aggiunge che la questione dovrebbe essere studiata meglio, essendo la piazza un punto nevralgico che interessa centinaia di operatori, invece “Broccoletti e Strescino intendono andare avanti per i fatti loro. Non è il metodo migliore per appianare i problemi e garantire un vero restyling del cuore pulsante e simbolo della città“.
E ogni volta è così. Si era già parlato di pedonalizzare Via Cascione, dalla galleria Gastaldi verso via XX Settembre e via San Maurizio, ma i commercianti non ci stanno.
C’era poi l’ammirevole desiderio di Emilio Varaldo – Pdl – di rendere Via Cascione una specie di cittadella universitaria che abbia un naturale stretto legame con l’Università di Via Nizza. Ma anche questo forse rimarrà un sogno.
Il problema è sempre lo stesso: i commercianti temono di vedersi svuotare i loro esercizi, ma i potenziali clienti non sono abituati a fare qualche centinaio di metri a piedi per entrarci. Siamo abituati a parcheggiare a due passi dal posto in cui dobbiamo andare e se non cambieremo mentalità, non cambieranno neppure le cose.

Scritto da Angelo Amoretti

7 ottobre, 2010 alle 12:38

Commissione viabilità

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Ieri c’è stata la prima riunione della nuova commissione e Giorgio Montanari ne traccia un bel resoconto.
Alla luce di quanto scrive mi sorgono spontanee due domande:

1) Nel caso li avesse, il Comune spenderebbe davvero 100.000 euro per una nuova rotonda?
Se così fosse ci sarebbe da vergognarsi.
Con tutti i problemi che hanno le strade della città e dell’entroterra, nel palazzo si discute su un pezzo di strada di circa cento metri che secondo me andava bene com’era prima e l’idea di cambiarla ha finito per complicare le cose e a dar vita a una serie di conseguenze di cui si poteva fare a meno.

2) Non mi si venga a raccontare la favoletta secondo cui è stato cambiato per agevolare l’uscita dei mezzi dei Vigili del Fuoco dalla nuova sede, perché sarebbe bastato un semaforo tipo quello che era nei pressi della vecchia caserma, che si accendeva e suonava la sirena nel momento in cui stava per uscire un loro mezzo.
Non si potrebbe smettere di perdere tempo ed eventualmente buttare soldi e semplicemente tornare al “vecchio” senso di marcia?

Scritto da Angelo Amoretti

22 giugno, 2010 alle 9:09

Stazione di Imperia-Oneglia

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Mi dicono che da giorni le macchinette distributrici di biglietti della stazione ferroviaria di Oneglia sono fuori servizio e che nonostante le segnalazioni alle FS e alla POLFER non sono state ancora riparate .
A causa di ciò, molti utenti hanno subito multe pesanti e una signora si è vista recapitare verbali per 400 euro.
Inoltre sul piazzale davanti alla stazione non è più possibile parcheggiare essendo gli spazi riservati ai mezzi pubblici.
Mi fanno anche notare che il parcheggio riservato all’auto di servizio della polizia ferroviaria è stretto e di forma triangolare: in pratica la macchina non ci sta e forse chi lo ha fatto disegnare ha sbagliato qualche calcolo.
Infine i mezzi parcheggiati nella corsia gialla nei pressi del sottopasso impediscono agli autocarri di entrare e uscire dallo scalo della stazione.
Si spera che siano presi provvedimenti in merito con urgenza.

Scritto da Angelo Amoretti

6 maggio, 2010 alle 12:29

Sosta selvaggia in via Cascione

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Un lettore mi ha inviato una mail corredata di foto scattate ieri mattina in Via Cascione:

Sosta selvaggia
Il fuoristrada è rimasto posteggiato in questo modo per circa tre ore ostacolando le manovre degli autobus costretti a salire sul marciapiede opposto, causando pericolo e intralcio.
Nonostante la presenza nel bar dell’Assessore alla viabilità di alcuni poliziotti e di un vigile urbano, è stata apposta la multa solamente a seguito della segnalazione di un privato cittadino che si è rivolto al vigile in procinto di andare via.

Scritto da Angelo Amoretti

24 marzo, 2010 alle 8:40

Sui parcheggi blu

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L’amico Bonifazio, che ringrazio, mi ha inviato questa mail che pubblico con piacere:

SONO LEGALI I PARCHEGGI BLU COSI COME SONO REALIZZATI A IMPERIA?
Una domanda sorge però spontanea: quando è possibile che sussistano le condizioni necessarie per farsi annullare una multa “da parcheggio blu”? Di seguito riporto alcune circostanze che purtroppo poche persone conoscono:
L’art. 7 del Codice della Strada attribuisce ai Comuni la potestà di regolamentare, per mezzo di ordinanze del Sindaco, la circolazione all’interno dei centri abitati.
Tra i vari obblighi, divieti e limitazioni che il Sindaco ha facoltà di istituire vi è anche la sosta a pagamento sul suolo pubblico, e specificamente il comma 1 lettera f) dispone che è possibile “stabilire, previa deliberazione della giunta, aree destinate al parcheggio sulle quali la sosta dei veicoli è subordinata al pagamento di una somma da riscuotere mediante dispositivi di controllo di durata della sosta”.
Un elemento fondamentale di tale disposizione, che però sfugge alla maggior parte delle amministrazioni comunali che la attuano, è il fatto che è possibile istituire la sosta a pagamento solo in apposite “aree destinate al parcheggio”.
A questo punto, a scanso di equivoci, e opportuno ricordare che spesso il Legislatore chiarisce preventivamente le definizioni ed i significati della terminologia utilizzata, cosa che per quanto riguarda l’area di parcheggio fa con l’art. 3 c. 1 n°34 C.d.S., dove la stessa viene definita come “area o infrastruttura posta fuori della carreggiata, destinata alla sosta regolamentata (o non) dei veicoli”.
E ancora, nell’art. 2 c. 3 C.d.S., lett. E ed F, in cui si definiscono rispettivamente le “strade urbane di scorrimento” e le “strade urbane di quartiere”, vengono previste apposite aree “esterne alla carreggiata” per la sosta dei veicoli, con immissioni ed uscite concentrate e relativa corsia di manovra.
Ad una lettura approssimativa di tali disposizioni sembrerebbe quasi che nei centri abitati il Codice della Strada non ammetta la sosta se non fuori dalla carreggiata, in contrasto con quanto stabilito dall’art. 157 c. 2 C.d.S., dove si afferma invece che la sosta si effettua posizionando il veicolo “il più vicino possibile al margine destro della carreggiata, parallelamente ad esso e secondo il senso di marcia”.
Così, per sanare tale apparente discrasia, alcuni disattenti interpreti del Codice della Strada sostengono che i veicoli parcheggiati secondo le modalità descritte nell’art. 157 C.d.S. siano fuori dalla carreggiata, rifacendosi forzatamente alla definizione di carreggiata data nel già citato art. 3 C.d.S.. Ma la “carreggiata” è in realtà tutta la “parte della strada parte destinata allo scorrimento dei veicoli”, comprendendo tra le attività complessive che definiscono la scorrimento del flusso veicolare non solo la marcia, ma anche le sue eventuali interruzioni più o meno protratte nel tempo, e definite dall’art. 157 c. 1 C.d.S.. Con tale definizione essa viene distinta concettualmente e funzionalmente dal “marciapiede”, che è invece quella parte della strada destinata esclusivamente al transito dei pedoni (art. 3 c. 1 n°33 C.d.S.).
E per ribadire e rafforzare ulteriormente tale distinzione, nel comma 6 del succitato art. 7 C.d.S. il Legislatore enuncia espressamente che “le aree destinate al parcheggio devono essere ubicate fuori della carreggiata, e comunque in modo che i veicoli parcheggiati non ostacolino lo scorrimento del traffico”.
Giovanni Bonifazio

Scritto da Angelo Amoretti

20 marzo, 2010 alle 18:44

Le mille strisce blu di Antonio Gagliano

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Antonio Gagliano, l’assessore alla viabilità, si è messo in testa di emulare Domenico Modugno, solo che invece di dipingersi le mani e la faccia, dipinge di blu le strisce dei parcheggi, e il cittadino sborsa.
Modugno, nella canzone “Nel blu dipinto di blu”, pietra miliare della psichedelia italiana, volava nel cielo infinito più in alto del sole, Gagliano rischia di volare (metaforicamente) dalla finestra del secondo piano del palazzo Comunale.
Pare infatti che stavolta alcuni imperiesi non abbiano gradito la sua ultima trovata e che chiedano addirittura l’intervento del Gabibbo.
Dovrò andare a controllare di persona il cambiamento avvenuto in via Don Abbo, perché dall’articolo linkato non sono riuscito a capire un granché. Una cosa è certa: i posteggi liberi diminuiscono, quelli a pagamento aumentano in tutti i sensi (si parla di cifre che vanno da 1 euro a 1 euro e mezzo).
Come se non bastasse leggo su La Stampa di oggi che torna a pagamento anche il primo solettone sotto il Palazzo della Provincia, in piazza Roma. Dove, tra l’altro, la Riviera Trasporti , forse perché non può farlo la Provincia, ha adottato un metodo più sbrigativo vendendo direttamente posti auto, sottraendoli così ai dipendenti che ne fanno solitamente uso.

Scritto da Angelo Amoretti

26 gennaio, 2010 alle 17:38

Assessore Lanteri, più segnali per tutti?

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L’Assessore alla viabilità Sergio Lanteri, dopo le proteste dei genitori di Vittoria Falbo (la ragazzina morta nell’incidente di viale Matteotti, investita da un’auto che percorreva il corso contromano), e a seguito dei servizi de Il Secolo XIX e La Stampa, ha preso carta e penna e ha scritto un comunicato in cui francamente si capisce poco di ciò che intenderà fare il Comune in tema di viabilità. In verità non si capisce neppure se sia un comunicato, una conferenza stampa o un’intevista, visto che dappertutto si leggono le stesse cose, ma non importa.
Bisogna dargli atto di aver ammesso che “gli interventi finora messi in atto si stanno rivelando insufficienti” ma non è chiaro quali saranno i prossimi perché “non si può procedere per tentativi, modificando continuamente la segnaletica.“, anche se “il mio impegno è al massimo“.
Infatti: non si può. Si deve studiare un piano e poi metterlo in atto definitivamente. E’ ridicolo che il giorno dopo l’incidente mortale venga aggiunto un cartello di senso unico e qualche settimana dopo, allo stesso, venga appeso uno di quei lampeggianti che si usano nei cantieri.
L’idea che ha l’Assessore delle vie e di chi le percorre, poi, è piuttosto bizzarra: a un certo punto scrive che il senso unico in viale Matteotti esiste da trent’anni (a me sembrano meno) e si chiede se forse è il caldo dell’estate a rendere tutti più distratti.
Non credo proprio che sia una questione di temperatura: il problema è che in estate le vie sono più trafficate e che, come ho letto ieri sui quotidiani, non c’è niente da fare: arrivati alla pensilina si ha l’istinto di proseguire dritti, vista la tipologia della strada.
Se molti non lo fanno è perché piano piano si sono abituati a scendere per via Siffredi.
E se pensiamo a qualche guidatore nuovo delle nostre strade, viene addirittura da dire che sia un miracolo se gli incidenti non siano più frequenti, e non basta dire che ogni tanto anche in autostrada, pur essendo i cartelli ben visibili, qualcuno si sbaglia e va in contromano.
Intervenire ovunque con la massima sollecitazione possibile, ma anche con la necessaria moderazione” serve a poco, anzi, dà l’idea di scarsa competenza. Magari sarebbe meglio intervenire con meno sollecitazione, ma con idee più chiare.
A mio parere l’unica soluzione che potrebbe essere efficace, in viale Matteotti, consiste nell’installare uno di quei cartelli che attraversano, a tre o quattro metri di altezza, tutta la carreggiata, posto appena dopo la semicurva del bar Vittoria, per intenderci.
E per capire come funzionano basterebbe fare un salto a Mentone, se proprio non si vuole andare fino a Nizza, dove i cartelli per imboccare i mini tunnel, per esempio, sono grandi, chiari e ben visibili, di giorno e di notte.

Scritto da Angelo Amoretti

22 agosto, 2008 alle 9:59

Vittoria è clinicamente morta

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La sedicenne vittima dell’incidente del 14 luglio scorso in viale Matteotti è stata dichiarata clinicamente morta.
I genitori hanno consentito l’espianto dei suoi organi, ad eccezione degli occhi.
La notizia mi rattrista molto e non aggiungo altro se non le condoglianze alla famiglia della povera Vittoria.

Scritto da Angelo Amoretti

21 luglio, 2008 alle 15:53

Non c’è rosa senza spine, né spine con Lanteri

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Sarà un caso: finché aveva la macelleria al Five Points (Piazza San Giovanni, per dire), l’assessore alla viabilità Sergio “The Butcher” Lanteri, di parcheggi a spina di pesce non voleva proprio sentir parlare.
Ora che ha deciso di chiudere i battenti della macelleria più famosa di Oneglia, si è sbizzarrito subito.
Lo ha fatto per accontentare i residenti e i frequentatori della Marina, creando una serie di parcheggi a spina di pesce proprio sul lungomare Vespucci, lato mare.
L’intenzione era buona, ma si stanno già lamentando in molti per la pericolosità di quei parcheggi.
Al momento di uscire, infatti, la manovra si rivela assai pericolosa perché esiste il serio rischio di essere centrati dalle macchine che arrivano dal suggestivo borgo.
Primo perché essendoci un piccolo dosso all’altezza del passaggio a livello, la visibilità è quasi nulla, e secondo perché chi arriva lo fa in maniera un po’ troppo veloce.
Si potrebbero mettere dei cartelli all’altezza dell’ex Sairo, per fare un esempio, che indichino bene la prossimità di una strettoia (eh già, la carreggiata per forza di cose si è ristretta) con limiti di velocità severi.
Ma il problema sarebbe risolto in parte. Infatti chi cerca posteggio ovviamente rallenta, guarda, risponde al cellulare e cose così, per cui si forma un tappo con relativa coda fino al bivio per la piscina.
Urge rimediare. La via di scorrimento più veloce della città è diventato un altro punto di ingorgo.
Torniamo alle fettine e lasciamo perdere le spine di pesce.
Per una cosa un po’ così, ce n’è una che invece ha già avuto l’ammirazione di tutti: la fontana De Andreis (sì, la chiamerò così. Cribbio, a Roma c’è la fontana di Trevi, qua perché dovremmo avere una fontana anonima?) nei giardini Dante Novaro al Prino.
Aggiungo, anche se un po’ in ritardo, pure la mia: lo spiazzo, ora, è davvero suggestivo.
Applausi sinceri (però mettiamo un po’ a posto la spiaggetta accanto).

Scritto da Angelo Amoretti

9 luglio, 2007 alle 11:31

Pubblicato in Ambiente

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