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“Il partito della Polizia” a Imperia

con 4 commenti

L’Associazione Culturale ImperiaParla! organizza per venerdì 9 maggio alle ore 21, presso il circolo Arci Guernica di via Mazzini 15, Imperia- P.M., un incontro con Marco Preve, giornalista di “la Repubblica” per presentare il suo libro di recente pubblicazione: “Il partito della Polizia“, edito da Chiarelettere, in cui descrive  ”il sistema trasversale che nasconde la verità degli abusi e minaccia la democrazia“.

Il partito della Polizia

Dalla prefazione:

Imputati. Condannati. Premiati. Nessun abuso può essere commesso contro cittadini inermi. Se non è così, i responsabili devono saltare. In Italia ciò non è avvenuto. E continua a non avvenire, dai tempi delle torture alle Br fino alle morti di Cucchi, Aldrovandi, Uva e molti altri: la polizia non garantisce la sicurezza, la politica non sorveglia, la stampa non sempre denuncia, la magistratura non sempre indaga. Perché questa anomalia? Come rivela Filippo Bertolami, poliziotto e sindacalista, “negli ultimi anni si è assistito al paradosso di un sistema capace da un lato di coprire e premiare i colpevoli di violenze e insabbiamenti, dall’altro di punire chi ha ‘osato’ mettersi di traverso”. Vince la paura. Il partito della polizia è troppo forte. troppe protezioni politiche a destra e a sinistra. Da Berlusconi a Prodi, Violante, Renzi. De Gennaro, ora presidente di Finmeccanica, e i suoi collaboratori non si toccano. Troppe onorificenze. Troppe amicizie. Anche tra i media. Intanto le auto rimangono senza benzina e gli agenti continuano ad avere stipendi da fame mentre vengono assegnati appalti miliardari. Il partito della polizia è anche il partito degli affari. “Se non c’è una cultura del diritto in chi orienta il pensiero collettivo – sostiene il criminologo Francesco Carrer – mi chiedo come possa nascere in un corpo di polizia i cui vertici sono più attenti ai desiderata dei politici che alle esigenze di chi è in prima linea.”

L’autore:

Marco Preve, giornalista, è nato nel 1963 a Torino. Cresciuto a Savona, vive a Genova dove è cronista di giudiziaria, ma non solo, della redazione locale de “la Repubblica”. Ha seguito le indagini sul serial killer Donato Bilancia, il giallo della contessa Agusta, le principali inchieste in tema di corruzione e soprattutto il G8 di Genova del 2001 e tutti i processi che ne sono seguiti. Collabora con “l’Espresso” e “MicroMega”. Ha un blog intitolato “Trenette e mattoni”, e ha scritto due libri, sempre con Chiarelettere: Il partito del cemento, nel 2008, con Ferruccio Sansa; La colata, nel 2010, con Ferruccio Sansa, Andrea Garibaldi, Antonio Massari e Giuseppe Salvaggiulo.

Scritto da Angelo Amoretti

7 maggio, 2014 alle 15:39

Chiudi la porta che entra aria puzzolente

con 38 commenti

Ci sono cose conosciute e cose sconosciute, in mezzo ci stanno le porte della percezione
Aldous Huxley

Ricordate la Porta del Mare ideata da Colussi? Cliccando qui, qui e qui, potete rinfrescarvi la memoria (e in un commento avevo scritto: “Ti dicono che fanno una cosa, poi ne faranno un’altra”).
E vi prego di notare i cambiamenti eccitanti che sono stati fatti nel corso del tempo: la multisala è diventata due salette, il museo dei cetacei è andato a farsi benedire e via dicendo.
Ma Colussi ha ripresentato il progetto al nostro Sindaco Carlo Capacci, già con le varianti, ovviamente.
Capacci giustamente dice che sarebbe un folle a far aprire nuovi uffici, ma io mi domando se non è folle costruire nuovi appartamenti, dal momento che già i tanti, tantissimi che sono nati di recente, sono disabitati. Forse significa che non c’è richiesta, ma non capisco di mercato, quindi non discuto. Di cemento capisco un po’ di più (anche perché ci vuole poco: basta guardarsi intorno) e speravo che ci fosse una tregua, con il vento che era girato, ma niente.
Strano che l’amica degli animali all’opposizione, non abbia ancora detto nulla, ma forse è perché il progetto era nato in era Sappa. La signora si scalda per un autista e una segretaria, ma a quanto pare non su nuove, possibili colate di cemento.
Giuseppe Zagarella, del Partito Democratico, all’epoca esponente della Margherita all’opposizione, chiese: “che fine abbiano fatto gli elementi più affascinanti e di preminente interesse pubblico di cui si era parlato nei primi incontri con l’imprenditore: il polo fieristico, il museo dei cetacei, la multisala“, per concludere chiedendo “che il Sindaco faccia il Sindaco e riferisca al più presto in Consiglio Comunale”. Chissà che avrà da dire, oggi?
Nel frattempo qualcosa hanno detto Carla Nattero di SEL (clicca qui per leggere) e Gian Franco Grosso di Imperia Bene Comune, che dalle pagine del Secolo XIX dichiara:

«La giunta Capacci non è altro che un diverso modo di centrodestra di governare la città. Lo dimostra ampiamente la questione Porta del Mare: non si guarda al bene pubblico come priorità, ma si guarda, invece, all’imprenditoria locale non come volano di sviluppo per il lavoro e l’occupazione, bensì come modello di rendita. Mi sarebbe piaciuto che Capacci rivisitasse il progetto chiedendo a Colussi di realizzare uno spazio vero per l’agroalimentare, colmando il vuoto della precedente amministrazione. Ma se n’è ben guardato.
Questa è una gravissima lacuna non solo casuale, ma ch eaffonda le sue ragioni nella visione padronale che il sindaco ha della città, molto probabilmente coincidente con quella del suo mentore Strescino, la sua ombra. Credo proprio che coloro chehannocreduto che il vento girasse debbano cominciare a recitare il mea culpa un’altra volta.
Ciò che però mi lascia di sasso è il ruolo che il Pd sta esercitando in questa amministrazione, praticamente da comprimario e completamente asservito al potere, con il solo fine di occupare qualche poltrona. Credo che il Pd stia veramente perdendo quella poca credibilità politica e progettuale che già gli era rimasta agli occhi dei suoi ancora increduli elettori».

Ottimista.
Gli fa eco Rifondazione Comunista, circolo Stenca-Binon:

«La vicenda del progetto Colussi costituisce una cartina di tornasole, in gioco c’è il modello di sviluppo della città. La variante approvata a suo tempo (con la nostra opposizione) fu una generosissima concessione di “sostenere” così la “voglia” di Colussi di rimanere in produzione a Imperia, in realtà senza esigere e ottenere alcuna contropartita occupazionale e di sviluppo dell’Agnesi e del distretto agroalimentare».

Scritto da Angelo Amoretti

13 agosto, 2013 alle 12:37

Grave mancanza di fosforo

con 8 commenti

Ricevo e pubblico con piacere, con una sola piccola premessa: visto che siamo una città di mare e che forse qualche pesce a bagno c’è, a qualcuno che era in consiglio comunale negli anni scorsi, forse un po’ più di fosforo non farebbe male.
E a proposito di Emilio Broccoletti direi che ci vorrebbe un po’ più di moderazione nell’uso della politica: può dare dipendenza.
Giorni fa, infatti, aveva ammesso al Secolo XIX di “essere un drogato della politica“, che è disponibile a candidarsi alle prossime comunali, ma deve “trovare un’alleanza e un programma in cui riconoscermi“.
Se si pensa che prima era un socialista, poi è stato eletto nella lista Dini e quindi nel PDL – (che ha abbandonato dopo la caduta di Strescino), “riconoscersi” la vedo grigia, ma sono certo che per quanto riguarda alleanza e programma, non avrà problemi.

LETTERA APERTA AI CITTADINI IMPERIESI

Da vari mesi, ma in certe parti della città, lo sapevano da qualche anno, abbiamo un problema in più fra quelli che ci affliggono: l’Aurelia Bis. Caldeggiata dai politici, da chi giustamente lamenta problemi di mobilità cittadina, da chi pensa, con quella realizzazione, di guadagnare dei soldi, o di risparmiarli su canoni demaniali, o altre cosette da poveri.
Ci sarebbe da pensare quali vantaggi economici abbia portato alla città la realizzazione della nuova ferrovia, quello che è certo, finora, è che è aumentato il degrado. Il degrado lo vediamo ovunque: tutte quelle saracinesche abbassate in via XXV Aprile, l’area ex Italcementi, l’area ex Cinema Odeon, l’area ex Renzetti, il depuratore, l’area ex Italsider, il porto, ecc… L’unica cosa che ad Imperia viene finanziata e va a buon fine sono i progetti. Per i progetti i soldi si trovano, per concretizzarli mancano, siamo la città delle 11 incompiute.
Ci si chiederà, ma finora per l’Aurelia Bis, ad Imperia, non si è speso nulla. Ebbene, non è vero, perché fra progetto preliminare, definitivo, trivellazioni, riunioni, ecc… la spesa ha ormai superato i 10 milioni di Euro.
Ed è un’opera obsoleta, che così come concepita non serve a nulla, perché siamo nel 2013. Il primo progetto risale al 2002.
Il preventivo di spesa col primo progetto era di 334 milioni di Euro, quello risultante dal definitivo 638 milioni di euro, ma è incongruo, in realtà per la realizzazione occorreranno 2 miliardi di Euro…se basteranno….
Si ha la ferma volontà di creare un’opera che non serve, impatterà molto e costerà moltissimo.
Ci spieghino i nostri amministratori dove pensano di far smaltire lo smarino (materiale da scavi e demolizioni). Già per la ferrovia si è arrivati a portare il materiale in Piemonte.
Sono consci i nostri amministratori che ci sarà qualche milione di metri cubi da smaltire?
Ora, per una parte di smarino, pare si sia individuata la regione Ciapasso a Diano Marina, ma il Sindaco di Diano Marina, On.le Chiappori dice di non saperne nulla.
Ci continuano a dire che soldi non ce ne sono, neanche per realizzare un lotto, ma il progetto va avanti e così certi vantaggi, per ora li hanno solo i progettisti.
Una domanda ci si deve porre, pensano i cittadini imperiesi che sarà una grande opera, una strada a scorrimento veloce?
Assolutamente no! Sarà un’opera, nella migliore delle intenzioni, volta a snellire il traffico urbano in qualche zona della città. Una strada da percorrere a 40 – 50 Km. orari nei momenti migliori perché da Imperia Ovest a Imperia Est ci saranno minimo 6 rotonde, ma le rotonde sono essenziali per connettere le frazioni e non per fare viadotti.
Tornando al degrado, in data 13 luglio 2012, relativamente al paesaggio e all’impatto ambientale, il comune di Imperia scriveva, e citiamo le testuali parole:

Tratto 5 (torrente Impero)

Il territorio interessato dal nuovo tracciato si estende dal precedente tratto alla sponda sinistra del torrente Impero dov’è posizionata la Strada Statale 28. L’area in oggetto è inserita in un contesto ambientale densamente urbanizzato e antropizzato (sponda destra del Torrente Impero) e non risulta sottoposta a vincoli di tutela paesaggistica. Analizzando la progettazione della nuova viabilità, non emergono sotto il profilo prettamente ambientale e paesaggistico particolari problematiche, anzi si rileva che tale soluzione progettuale potrebbe mitigare una situazione di degrado della zona.
……….

Ha ragione il Comune di Imperia, sostituiamo le polveri di pietre e inerti provenienti dalla ICEMS con polveri sottili, rumore, scarichi di fumo, una genialata unica!
E chi ha scritto questo sono funzionari stipendiati coi i nostri soldi!
E ci permettiamo di suggerire……..perché non realizziamo nell’area ICEMS anche un centro commerciale?
La zona dell’Argine Destro come terreno non è tanto stabile, molte case soprastanti si creperanno, ma ci è stato detto che è un problema tecnico trascurabile.
E per quanto riguarda Oliveto, nella stessa lettera il comune di Imperia dice:

Tratto 6 (Imperia Est)

Il territorio interessato dal nuovo tracciato attraversa la vallata percorsa da Rio Oliveto per congiungersi con il raccordo autostradale di Imperia Est e proseguire in galleria verso località Lagoni. L’area in oggetto è inserita in un contesto già densamente urbanizzato e percorso da viabilità comunale e autostradale.
Analizzando la progettazione della nuova viabilità emerge che il tratto di strada previsto di collegamento con il raccordo autostradale risulta essere realizzato in quota su viadotti che creerebbero sicuramente un ulteriore impatto visivo in un contesto già pesantemente compromesso. Tale tratto meriterebbe un approfondimento in relazione a ulteriori opere di mitigazione. Tale osservazione vale anche per il tratto che attraversa località Lagoni.

……………………

E nonostante questo si va avanti, mettiamo gli abitanti di Oliveto in zona d’ombra con delle belle colate di cemento e sottoponiamoli a ulteriori rumori, polveri sottili ecc…, che andranno ad aggiungersi a quelli di autostrada e ferrovia. Nel giro di qualche anno la gente comincerà a morire, ma si avrà un’opera faraonica degna di una metropoli.
E viste queste imponenti 6 rotonde, speriamo che a qualcuno non venga in mente di seppellirci qualcosa sotto, tanto poi sotto le rotonde non ci va più a scavare nessuno.
Si continua a dire che, per respirare, occorrono gli alberi, ad Imperia pare occorra il cemento.
Più volte abbiamo chiesto ai vari ex amministratori chi aveva votato a favore dell’ Aurelia bis, nessuno ne sapeva niente.
Lo abbiamo saputo oggi:

Durante il consiglio comunale dell’aprile del 2004 il progetto preliminare passò all’unanimità, anche con i voti di chi oggi dichiara il proprio dissenso alla variante.!

LA COMPOSIZIONE DEL CONSIGLIO COMUNALE DEL 23 APRILE 2004

Presenti:

Forza Italia: Marco Scajola; Emilio Varaldo; Angela Ardizzone; Mirco Martini; Pino Camiolo; Rinaldo Gallesio; Massimo Faraldi; Marino Arimondi; Nello Giannini; Paolo Corio; Antonio Di Marco; Alberto Alonzo; Davide Ghiglione; Stefano Gandolfo; Agostino Morchio; Sandro Corrado; Angelo Pastorelli.

Centro Cristiano Democratico: Claudio Ghiglione; Luca Volpe, Sergio Lanteri.

(I tre sono passati a Forza Italia nel corso della legislatura).

Alleanza Nazionale: Paolo Strescino; Bruno Santini.

Lista Dini: Emilio Broccoletti.

Democratici di Sinistra:

Carla Nattero; Antonio De Bonis; Giovanni Trucco; Rinaldo Paglieri; Sergio Barbagallo; Gian Franco Grosso.

Partito Popolare: Ida Acquarone; Brunella Ricci.

Lega Nord: Roberto Guasco.

Assenti:

Forza Italia: Paolo Re

Centro Cristiano Democratico: Angelo Musso (Passato a Forza Italia nel corso della legislatura).

Indipendenti Ulivo: Gian Marco Dulbecco;

Democratici di Sinistra: Davide Berio; Giovanni Rainisio; Piero Denegri

Verdi: Gabriella Badano (Inizialmente presente, è uscita al momento della votazione).

E fra i favorevoli ci sono anche quelli che non ne sapevano niente!!
E poi non lamentiamoci se, in quanto a vivibilità, questa città è agli ultimi posti della classifica.

Comitato Aurelia bis Oliveto/Barcheto

Scritto da Angelo Amoretti

16 marzo, 2013 alle 9:11

Il “Libro bianco sul porto di Imperia” del PD

con 25 commenti

E’ stato finalmente stampato il tanto da me atteso “Libro bianco sul porto di Imperia” a cura del Partito Democratico di Imperia.
Il libro, composto di 62 pagine e stampato in 18.000 copie, verrà inviato nei prossimi giorni ai capi famiglia del comune, ma è già possibile scaricarlo in formato .pdf sul blog di Giorgio Montanari.
Si tratta di un documento fondamentale perché aiuta a capire meglio l’operazione Porto e mi auguro vivamente che a leggerlo siano in molti.
Detto questo, occorre aggiungere due cosine che mi pare di non aver letto.
Abbiamo voluto concentrarci il più possibile sugli aspetti politici della vicenda.. si legge nella premessa. E il DPR 509/97 è il cosiddetto “Decreto Burlando” che stabilisce che “Chiunque intenda occupare zone del demanio marittimo o del mare territoriale o pertinenze demaniali marittime o apportarvi innovazioni allo scopo di realizzare le strutture dedicate alla nautica da diporto di cui all’articolo 2, lettere a) e b), deve presentare domanda al capo del compartimento marittimo competente per territorio, dandone comunicazione al comune“.
In sostanza, per sveltire le pratiche, quando Claudio Burlando era ministro dei trasporti nel governo Prodi, emanò il decreto per facilitare la costruzione di porti e porticcioli. Nel Libro bianco, ad ogni modo, si sottolinea che nonostante l’amministrazione di centrodestra abbia sempre sostenuto di essersi attenuta a quel DRP, “si presentano una serie di aspetti dalla dubbia regolarità“.
Nel Libro bianco del PD si consiglia anche di leggere Il Partito del cemento, scritto da Marco Preve e Ferruccio Sansa per Chiarelettere.
In quel libro, presentato anche a Imperia, si parla neanche tanto velatamente di accordi trasversali tra i due Claudio (Burlando e Scajola) per cementificare la Liguria.
Tutto ciò che è scritto nel libro non è mai stato smentito, anzi, i due autori auspicavano perlomeno qualche richiesta di rettifica, invece furono circondati dal silenzio totale e quando si arriva alla fine della lettura c’è rischio forte che passi la voglia di votare per il PD.

Scritto da Angelo Amoretti

27 giugno, 2012 alle 17:04

A proposito di alluvioni

con 27 commenti

Alberto Gabrielli, responsabile territorio e ambiente di Rifondazione Comunista di Imperia, mi ha inviato una mail contenente un sunto di considerazioni e spunti, in tema di alluvioni e cambiamenti climatici, per un eventuale discussione da svolgersi eventualmente anche sul mio blog e la pubblico con piacere.

(A)
L’atmosfera che rende unico il pianeta terra è come una pellicola sottilissima di domopack (pochi km di spessore) che avvolge un’ arancia (12.000 km di diametro).
Da svariati decenni abbiamo verificato che i consumi/sprechi di energia ne hanno modificato la composizione, in particolare a favore dei gas ad effetto serra.
L’ effetto serra determina un accumulo di energia che sconvolge gli equilibri termodinamici dell’ atmosfera: possenti trasformazioni di energia coinvolgono l’acqua atmosferica e provocano l’ improvvisa condensazione di enormi masse di vapore in acqua liquida in contemporanea con violenti spostamenti di masse d’ aria.
Il clima, dunque, è cambiato: “fenomeni” come le tempeste tropicali, i monsoni, i tornado, si sono intensificati, in frequenza e violenza, nella fascia intertropicale, e si sono estesi alle fasce temperate, per milioni di anni caratterizzate da una distribuzione delle precipitazioni su 10-11 mesi con due picchi (primaverile ed autunnale). Anche in queste zone lunghi periodi di marcata siccità e temperature elevate, si alternano a periodi di precipitazioni e tempeste intense.
Punto.

(B)
Il territorio (Italiano, in particolare) con la rivoluzione agricola dell’ anno mille è stato affidato alla gestione dei contadini con la sovraintendenza, spesso, di sovrani illuminati (Medici, Borboni o Savoia che fossero). La conoscenza contadina ha così accumulato saperi teorici e pratici in grado di offrire la maggiore sicurezza alle persone, agli animali, alle colture, pur con i pochi mezzi e la semplice tecnologia disponibile: ponti, strade, acquedotti, villaggi e città hanno attraversato indenni le avversità naturali (talora persino i terremoti), mentre soccombevano alla demenza delle guerre e degli stermini. In liguria, in particolare, si è fabbricato per secoli al sicuro dai corsi d’ acqua lasciati liberi di esondare in aree dove la vegetazione riparia rallentava la velocità dell’ acqua e quindi l’ erosione. Persino i Mulini ed i Frantoi, per definizione obbligati a stare presso i corsi d’ acqua, si mantenevano a distanza di sicurezza approvvigionandosi dell’ acqua con le necessarie canalizzazioni. Poi abbiamo cominciato a intubare, tombinare, canalizzare, coprire, strozzare, rii, ruscelli, fiumi e torrenti e ci abbiamo costruito sopra via Ferreggiano o Viale Brigate Partigiane, come tutte le vie di tutte le città ed i paesi della costa Ligure, dove nessun corso d’ acqua minore è più visibile e dove, con incredibile stupidità, abbiamo spaventosamente ristretto gli alvei proprio dove la logica imporrebbe il loro massimo ampliamento, cioè le ultime centinaia di metri prima della foce.

(C)

(A)+ (B) = (C): Morti, distruzioni, miliardi di € di danni ogni anno.

(D)

Perché ? “E’ il mercato, bellezza, non dirmi che non te lo avevano detto…”
Facile fare il tiro al piccione dando la colpa alla politica, ai sindaci, ai commissari, ai prefetti,…. : ahimè non è così semplice. Certamente, però, è colpa di quella politica e di quei politici che hanno affidato le sorti dell’ umanità alle “logiche” del mercato. E di quei moltissimi cittadini che piangono i loro danni… ma mai che passi loro per la testa di fare una scelta contro il capitalismo e contro il mercato. Nel peggiore dei casi si affidano a chi scientificamente persegue l’ obiettivo di aumentare i profitti privati contro l’ interesse collettivo, quella destra pericolosa, criminale e volgare dei Piani casa, delle lottizzazioni, delle grandi opere, dei condoni, delle Varianti delle Varianti ai piani urbanistici; nell’ altro caso (impossibile chiamarlo “migliore” anche solo per contrapporlo al primo), si affidano a chi ideologicamente ritiene che il mercato capitalistico e la sua crescita infinita di consumi – e di suolo in primis -, sia il modello unico possibile: quella sedicente “sinistra” dei porticcioli, delle TAV, delle centrali nucleari (do you remember Renzi ?) ; quella “sinistra” sinistra cui al solo sentir nominare Marx, o la lotta di classe, o il Comunismo, viene l’ orticaria, preferendo parlare di “violenza” per l’ esasperazione di piazza e di “improprie pratiche di mercato” per le transazioni a brevissimo di enormi liquidità di denaro; di essenziali corridoi logistici per le grandi opere e di “facinorosi” che vi si oppongono; quei sinistri che invitano alla delazione degli indignati verso gli arrabbiati, mentre strizzano l’ occhio ai progetti di copertura del torrente Impero (per restare nella mia città).

E con tale strizzata d’ occhio il cerchio si chiude, con le prossime alluvioni, i prossimi morti, le prossime condanne dei “violenti” i prossimi inviti alla delazione, i prossimi piani regolatori, i prossimi piani di regolazione del mercato, facendo finta di non sapere che esso – il mercato – è il braccio armato del capitalismo finanziario, cioè delle alluvioni.

Alberto Gabrielli
Responsabile territorio e ambiente Partito della Rifondazione Comunista
Federazione Provinciale di Imperia

Imperia 5 novembre 2011

Ci aggiungo una cosa che ho letto qui perché ogni territorio ha aspetti diversi: a Genova e alle Cinque Terre ci sono stati morti per colpa del cemento, ma anche per l’incuria del terreno. Da noi cementificazione selvaggia significa anche deturpazione del terreno e se tutto  rimanesse come è adesso e dovesse piovere come ha piovuto nel Levante, chissà quali danni ci sarebbero. Ecco perché ho il chiodo fisso della pulizia dei torrenti.

Nel 1933, dieci giorni dopo essersi insediato alla Casa Bianca, Franklin Delano Roosevelt predispose, per uscire dalla “grande crisi” del 1929, un ampio progetto per impiegare un esercito di giovani disoccupati al lavoro nelle foreste. Nell’estate del dello stesso anno 300mila americani, celibi, dai 18 ai 25 anni, figli di famiglie assistite, erano nei boschi, impegnati nei lavori di difesa del suolo che da molti anni erano stati trascurati.
Negli anni successivi, in varie campagne, due milioni di giovani lavoratori, complessivamente, piantarono 200 milioni di alberi, ripulirono il greto dei torrenti, prepararono laghetti artificali per la pesca, costruirono dighe, scavarono canali per l’irrigazione, costruirono ponti e torri antincendio, combatterono le malattie dei pini e degli olmi, ripulirono spiagge e terreni per campeggi. Nell’aprile 1935 fu creato il Soil Conservation Service col compito di difendere il suolo, anche se era di proprietà privata, per conto della collettività.

Chi vuole schiarirsi le idee faccia un giro in Caramagna e in Valle Prino e non ci sarà bisogno di aggiungere altro.

Scritto da Angelo Amoretti

6 novembre, 2011 alle 10:58

Indulgenza (consigliere comunale di Rifondazione) all’Arci Camalli

con 20 commenti

Ieri sera, alla riunione che si è tenuta nella sede dell’Arci Camalli di Imperia, il consigliere comunale di Rifondazione Comunista, Pasquale Indulgenza, ha parlato a ruota libera di svariati problemi che andrebbero affrontati con urgenza e ha parlato della questione Seris, di EcoImperia (i cui circa 100 dipendenti rischiano seriamente di essere licenziati), di Porto, di Mafia e del progetto “Dal Parasio al Mare”.
Per metter piede all’Arci non viene richiesta la patente di comunista e neppure la tessera di iscrizione, per cui chiunque avrebbe potuto esserci e rivolgergli delle domande: in fondo rispondeva da uomo e da cittadino che ha a cuore il futuro della nostra città.
Mi riferisco a quelli che,  per esempio, gli rivolgono domande attraverso il mio blog: ecco, quella di ieri sera sarebbe stata una ghiotta occasione per loro, ma se la sono persa. Peccato.
Pasquale, mi permetto di chiamarlo per nome perché lo conosco da anni e credo non si offenderà, ha parlato a 360° e quelli del partito dell’amore non ci crederanno: ha fatto anche autocritica su come fu concepito e poi realizzato, il Piano Regolatore.
A parte ciò ha raccontato della famosa giunta “Croce e Martello” confessando di aver solo con il tempo capito cosa stava dietro a quella insolita coalizione: in pratica quello che ci stiamo portando dietro ancora oggi.
Non ho preso appunti, ma qualcosa mi è rimasto impresso. A un certo punto ha affermato che, dopo aver partecipato a Milano, ad uno stage con i massimi studiosi del fenomeno Mafia, ha constatato che altri, più competenti di lui, sostengono che nel Ponente Ligure non c’è il pericolo di infiltrazione mafiosa perché la mafia è oltremodo infiltrata da tempo.
Alla fine gli ho chiesto cosa intende fare: che so, un documento da discutere e votare in consiglio comunale o altro. Mi ha risposto che bisognerebbe che tutti quanti si incominciasse a ragionare sui punti che aveva elencato in un suo comunicato diramato dai media locali.
L’ho ritrovato e lo ripropongo perché sarebbe interessante sapere cosa ne pensate anche voi, lettori del mio blog.

Le idee/forza che a noi sembrano dirimenti e su cui torniamo a chiedere – a distanza di quattro mesi da quando le esponemmo per la prima volta – una verifica tempestiva, sono rappresentate nei seguenti sei punti:
1) La messa in discussione dell’abnorme societarizzazione nella gestione di servizi pubblici, per contrastare la commistione crescente tra pubblico e privato, la tendenza ad imporre gestioni con regimi privatistici usando capitali e beni pubblici, (che portano poi, immancabilmente, a privatizzazioni sempre più spinte) e i costi sociali via via più elevati che comportano tali società – tra grandi e piccole, più di ventimila, in Italia! -, nei termini di inevitabile aumento delle tariffe per i cittadini e di crescita, a lungo andare, del debito pubblico reale;
2) Un impegno caratterizzante e incisivo che qualifichi il Comune di Imperia come presidio democratico nella lotta alla corruzione pubblica e privata e alla crescente penetrazione e ramificazione della criminalità di stampo mafioso nel territorio, con l’attivazione di prime misure fondamentali, quali quelle contemplate nel “Codice dei contratti pubblici” (detto anche degli appalti) di lavori, servizi e forniture (ad esempio, con lo Sportello dei contratti pubblici e l’istituzione del Profilo del committente), la piena valorizzazione della misure previste dalla Legge 136/10 in materia di trasparenza e tracciabilità dei flussi finanziari, e un recepimento conseguente, nelle concrete scelte dell’Ente, del portato degli articoli 117 e 118 della Costituzione, che hanno accresciuto il potere regolamentare dei Comuni e riconosciuto ad essi, in determinate materie, funzioni amministrative proprie di quelle statali e e regionali.
3) Un ridimensionamento della parte residenziale prevista nel porto turistico in costruzione e la riprogettazione di più ampi spazi per la cantieristica, per dare sbocchi produttivi e qualificati all’economia locale; contestualmente, l’assicurazione del mantenimento e del’incentivazione di funzioni diversificate all’interno della portualità cittadina;
4) Una scelta chiara e tempestiva, nel rispetto della volontà popolare espressasi col recente referendum nazionale, a favore di una gestione pienamente pubblica del servizio idrico, con la costituzionalizzazione dello stesso nello Statuto del Comune;
5) Il rigetto della privatizzazione e della esternalizzazione dei servizi sociali e la scelta strategica di puntare all’ampliamento e al potenziamento della rete territoriale di protezione e sicurezza sociale, con la contestuale salvaguardia e riqualificazione dell’assistenza ospedaliera esistente nell’ambito del territorio comunale;
6) Una azione costante e coerente, nella politica urbanistica, contro l’abnorme consumo del suolo e delle altre risorse naturali ed ambientali, a favore di un miglioramento della qualità di vita e di un sano e lungimirante sviluppo socio/economico.

Il confronto, scrive Indulgenza, è aperto a tutti perché su certe tematiche non bisognerebbe fare distinzioni di colore politico.
Purtroppo all’Arci non ho visto nessun politico al di fuori di lui: forse l’incontro non è stato sufficientemente pubblicizzato, forse qualcuno non ha avuto tempo. Ma mi permetto di dire a tutti che il tempo stringe e che, nonostante tutto, non abbiamo ancora visto niente.
Vi faccio un esempio su tutti: pare che in Comune, a breve, verrà costituita una commissione di “esperti” composta da geometri, architetti e gente del ramo, con “qualche consigliere comunale” che si occuperà di varianti al Piano Regolatore e problematiche che riguardano il cemento, per capirci. Così che qualche eventuale delibera non passerà neppure più in discussione in consiglio comunale.

Scritto da Angelo Amoretti

30 settembre, 2011 alle 21:47

Pubblicato in Politica

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Porto di Imperia: cattedrale nel deserto o rara opportunità?

con 17 commenti

Sulla questione del porto l’opposizione e la maggioranza giocano al “di chi è la colpa” e quelli del PD giocano con più stile, occorre dirlo.
Sarebbe interessante invece sapere se il Sindaco c’è o ci fa quando continua a battere il tasto de “l’opposizione è contraria al porto“. Evidentemente non ha letto abbastanza perché ormai non è più solo scritto su “Il partito del cemento” di Preve e Sansa che Burlando e Scajola “le due C” erano d’accordo sul costruirlo.
E’ ora che i cittadini lo sappiano: smettiamola tutti di giocare e cerchiamo di informare seriamente gli elettori, i cittadini e tutti quelli che pagano le tasse.
Ultimamente ho riflettuto assai sulla decadenza della concessione per il porto e lì per lì, come credo sia successo alla maggioranza dei miei concittadini, la prima cosa che ho pensato è stata: “Speriamo che non rimanga una cattedrale nel deserto“.
Poi ci ho ragionato meglio e sono arrivato alla conclusione che, invece, quella è una grossa opportunità offerta alla città e cercherò di spiegarlo, dopo aver fatto una breve premessa.
Non conosco l’ing. Lunghi e non ho mai avuto il piacere di incontrarlo, lo dico a scanso di equivoci.
Mi sono meravigliato che del suo provvedimento si sia detto che è “abnorme” e mi è parso di capire che Lunghi abbia fatto nient’altro che il suo dovere di serio dirigente: ha riscontrato delle irregolarità e ha agito di conseguenza.
Il fatto è che ognuno la presenta a modo suo, guardandosi bene dal dire che invece di essere un disastro per la città, potrebbe essere manna caduta dal cielo.
Caltagirone è servito: ha ultimato le opere a mare, gli rimarrà un pugno di mosche in mano, ma considerata la situazione in cui si trova , l’unico problema che avrà, a parte quelli eventuali con la giustizia, saranno i creditori che andranno a rincorrerlo a Piombino o da qualche altra parte in cui deciderà di costruire un porto più bello del Mediterraneo. Anche l’Atlantico va bene, più lontano è, più i forconi rimarranno lontani dalla nostra città.
A quanto pare, al momento, si dice che quella che ci sta rimettendo sia la sua fidanzata. Ma sono affari di famiglia in cui non voglio mettere il naso.
La Porto di Imperia Spa sta perdendo pezzi e sarebbe da rottamare completamente, visto che è stato anche detto, da chi c’è dentro, che “si sono fatti degli errori“.
Dunque, vediamo lo scenario, a prescindere dalla politica: abbiamo le opere a mare terminate e il Comune che potrà ultimare quelle a terra con una gara d’appalto regolare, magari usufruendo di contributi europei, per esempio.
Il movimento a Porto Maurizio potrebbe essere gestito dalla Imperia Yacht e a Oneglia, che manterrebbe le tre funzionalità (commerciale, turistica e peschereccia) dalla Compagnia Maresca. Se tutti ci mettessero un po’ di buona volontà, si potrebbe fare. Il porto potrebbe iniziare a funzionare e a mettere in moto la macchina che dovrebbe dare opportunità e posti di lavoro anche se sul numero sparato inizialmente da Caltagirone preferisco stendere un velo pietoso: un terzo andrebbe già bene, visto che si parlava di 7.000.
Perché non lo dicono, il Sindaco e il PD?
Il Partito Democratico ha fatto un gran lavoro di ricerca e, checché ne dica il Sindaco, è servito a mettere in evidenza diversi aspetti poco chiari. Non è questione di volersi sostituire alla magistratura o fare gli investigatori: è semplicemente fare opposizione rendendo dotti i propri elettori e i cittadini. Punto.
Il guaio è che si sono fermati lì, dove in fondo era naturale che arrivassero: il capannone, lui sì, abnorme, era sotto gli occhi di tutti e un minimo di disappunto di fronte ai loro elettori doveva esserci.
Ma fatto questo, e visti gli sviluppi successivi, come mai il PD non dice che questa è una grossa opportunità per la città e che il Comune avrebbe tutto da guadagnarci e poco da perdere?
I maligni potrebbero pensare che se nel business c’è qualche privato, magari si possono soddisfare desideri “altri“, io non lo so e potrei anche sbagliare perché forse mi è sfuggito qualcosa, ma credo che sarebbe opportuno, per il bene della città, discutere sui fatti citati e cercare di informare correttamente la cittadinanza.

Scritto da Angelo Amoretti

1 febbraio, 2011 alle 0:33

La crisi infinita dell’IdV imperiese

con 24 commenti

Paolo Balloni, vice coordinatore provinciale dell’Idv e già candidato alle scorse elezioni regionali, ha deciso di lasciare il partito del gabbiano.
Ieri sul Secolo XIX si poteva leggere quanto segue:

Balloni critico con Cascino sbatte la porta e lascia l’Idv

Proseguono le fuoriuscite illustri dall’Italia dei Valori: ieri ha rassegnato le dimissioni il vice coordinatore provinciale Paolo Balloni. L’ex consigliere provinciale e attuale consigliere comunale di Riva Ligure ha lasciato in piena rotta di collisione con l’assessore regionale e coordinatore provinciale Gabriele Cascino.
«Dopo nove anni di permanenza nell’Italia dei Valori – afferma Balloni – non mi riconosco più in questo partito e non voglio restarci nemmeno un minuto in più. Perciò ho dato le dimissioni irrevocabili da vicecoordinatore provinciale, da componente del coordinamento e da iscritto. E in consiglio comunale a Riva Ligure cancellerò il simbolo Idv e come capogruppo di minoranza rimarrò nella lista civica indipendente.
Le motivazioni che mi hanno spinto a questo gesto sono molteplici
».
Balloni è un fiume in piena: «Per prima cosa contesto la condotta verticistica del partito, sia a livello nazionale che in particolar modo a livello locale. Non c’è democrazia a sufficienza, c’è poco dialogo e poca chiarezza, le decisioni prese dal coordinamento difficilmente trovano un riscontro positivo».
Balloni si rivolge direttamente a Cascino: «Dopo l’elezione del coordinatore provinciale ad assessore regionale sarebbe stato giusto un suo passo indietro nell’ambito locale, lasciando spazio ad altre persone che avrebbero sicuramente avuto più tempo per svolgere il mandato di coordinatore provinciale.
Ho accettato la carica di vicecoordinatore provinciale, ma le mie proposte sono risultate vane: ho combattuto contro i mulini a vento
».
La goccia che ha fatto traboccare il vaso secondo Paolo Balloni è a seguito di una sua dichiarazione su “Il Secolo XIX”: «Il giorno successivo il coordinatore provinciale mi ha fatto una filippica che non finiva più. Non accetto lezioni da nessuno, tanto meno da chi inaspettatamente è diventato assessore regionale senza metterci la faccia. Nell’ultimo anno altri tre importanti dirigenti dell’Idv hanno dato le dimissioni: Sergio D’Aloisio, Luigi Depaulis e Mauro Delucis».
Gabriele Cascino respinge le accuse di Balloni: «Avere ottenuto l’assessorato regionale per l’Italia dei Valori in provincia di Imperia è un risultato storico, frutto del lavoro, dell’impegno, dei nostri ideali e valori. Alle elezioni regionali della scorsa primavera abbiamo raggiunto un’alta percentuale, attorno al 6% in provincia e all’8% in tutta la Liguria. Siamo il secondo partito della coalizione nella nostra regione. Sono dispiaciuto per le dimissioni di Balloni, lo ringrazio per il lavoro svolto, ma evidentemente da parte sua c’era un certo malumore per essere stato il primo dei non eletti. Inoltre per il ruolo di coordinatore provinciale ci vuole consenso».
Gabriele Cascino non vede l’Idv in difficoltà dopo le recenti dimissioni: «Ci sono numerosi nuovi iscritti, tra cui i consiglieri comunali di Perinaldo Paola Embriaco e Alessandro Roggero».
Il Secolo XIX – 28 gennaio 2011

e oggi rincara la dose con questa intervista a Sanremonews.
Le cose non vanno propriamente come speravo neppure a Genova: basta leggere l’articolo di Ferruccio Sansa su Il Fatto Quotidiano di oggi, su carta e online.
Gabriele Cascino “non vede l’IdV in difficoltà“. Forse, tra un impegno e l’altro, una visita dall’oculista non farebbe male, prima che sia troppo tardi.

Scritto da Angelo Amoretti

29 gennaio, 2011 alle 12:21

Istanze di stampo commerciale?

con 4 commenti

Il Secolo XIX di ieri ha riportato la ricostruzione fatta dalla magistratura sulle vicende del nuovo porto di Imperia.
Voglio sperare che gli accertamenti che stanno venendo alla luce, non si limitino solo al fatto che non è stata Beatrice Cozzi Parodi a presentare Francesco Bellavista Caltagirone a Claudio Scajola e bla bla bla sennò basterebbe riprendere in mano e rileggere per bene il libro di Marco Preve e Ferruccio Sansa “Il Partito del Cemento”: era già più o meno tutto scritto lì, di quello che si conosce ad oggi.
Oppure, se si vuol fare una lettura un po’ più leggera dal punto di vista investigativo, bisognerebbe leggere anche “La tana degli alberibelli”: qualche traccia si trova anche lì, sebbene frutto della fantasia del romanziere Marino Magliani.
Detto questo, ancora non riesco a non meravigliarmi quando leggo una frase del genere:

La sera del 26 marzo 2006 in un dibattito tv, Scajola racconta come si è giunti a “scovare” l’imprenditore.
«Caltagirone? – rivela – Era in elicottero con Fiorani quando abbiamo fatto il giro sulla città.
Poi Fiorani, al quale abbiamo detto no per il progetto di 300 appartamenti nell’ex Italcementi, non si è più fatto vivo. Caltagirone, invece, ci ha pensato un po’ e ora ha accettato la scommessa, onerosa, di questo grandissimo porto».

E adesso si ripete la solita litania che era già stata messa in onda ai tempi del manufatto: se si bloccano i lavori, molte imprese perderanno il lavoro.
Ieri, infatti, si sono presentati dal magistrato gli avvocati di Caltagirone che pare abbia intenzione di collaborare con la Giustizia giusto per affrettare i tempi. Ma come era prevedibile, cosa hanno detto?

Il motivo della visita al pm (fissata l’altro ieri) sarebbe una proposta o un’offerta di piena disponibilità a collaborare con la magistratura per fornire le documentazioni necessarie a fare chiarezza su tutta la vicenda e le contestazioni mosse a Caltagirone, ovvero il suo concorso nell’associazione per delinquere, nel falso in documento e ideologico, e nell’abuso d’ufficio. L’offerta avrebbe come unico scopo quello di accelerare il più possibile le indagini in maniera che, se ravvisate, emergano le responsabilità. E comunque l’inchiesta proceda spedita. Un’istanza di chiaro stampo commerciale: l’attività del porto turistico imperiese e il completamento delle opere nel bacino possono procedere ma solo se Acquamare riesce a “vendere” tutti e 1238 i posti barca. Oppure il rischio che corre la società a medio termine è la chiusura del cantiere e, inattesa, il progressivo licenziamento delle maestranze.
[Il Secolo XIX - 12-11-2010]

A me lo stampo sembra diverso dal carattere commerciale.
I difensori a oltranza dell’opera saranno pronti a dire che se qualcosa si fermerà sarà per colpa della magistratura e dell’opposizione: se me lo potessero risparmiare mi farebbero un favore, ma lo farebbero soprattutto all’intelligenza degli imperiesi.
C’è dunque da augurarsi, come mi ha detto anche un autorevole componente del Pdl, che se c’è da arrestare qualcuno, lo si faccia pure, ma che l’opera sia portata a termine. Perché ormai ci hanno portato a questo paradosso: siamo tutti a pregare che il più grande porto del mediterraneo non rimanga un’opera nel deserto, non per colpa dei magistrati e dell’opposizione, ma di qualche furbetto del caruggio che voleva la fetta di torta più grande possibile.

Scritto da Angelo Amoretti

12 novembre, 2010 alle 13:03

I pirati dell’Iva

con 42 commenti

E’ da stamattina che aspetto di vedere online l’interessante articolo di Ferruccio Sansa su Il Fatto Quotidiano di oggi e finalmente l’ho trovato.
Ve lo segnalo perché a suo tempo, in vari post e commenti, ho sempre sostenuto che gli yacht e i maxi yacht portano in sé, alla città e alle casse dello Stato, ben poco beneficio e questo articolo lo dimostra.
Ferruccio Sansa, ve lo rammento, ha scritto “Il partito del cemento” con Marco Preve .

Scritto da Angelo Amoretti

4 giugno, 2010 alle 17:33