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Onorevoli Scajola

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Devo confessare che oggi, leggendo le notizie, ho avuto un momento di sbandamento. Tutta colpa dei fratelli Scajola, o perlomeno, di chi ha parlato di loro.
Fatto sta che oggi il nome Scajola ha rubato la scena a molti altri, qui, dalle nostre parti.
E’ stato presentato il libro “Oltre l’orizzonte – Dal passato al futuro nell’avventura politica di Claudio Scajola”, scritto dal giornalista Rino Di Stefano, e pubblicato da De Ferrari Editore, di Genova, per la collana Controtempo (286 pagine, 16 Euro).
“Il libro racconta passo passo tutti gli eventi della vita pubblica dell’onorevole Scajola fino ad oggi, tracciando uno spaccato della società italiana di questi anni. E conclude prospettando il suo impegno per il futuro, quale punto di riferimento dei moderati di Forza Italia” sta scritto su Sanremonews.
Fin qui tutto bene.
Poi arriva l’altra notizia: l’onorevole Alessandro Scajola lascia la Segreteria Generale della Camera di Commercio di Imperia, per il raggiungimento dei limiti d’età. Sarà sostituito da Giorgio Marziano.
Onorevole?! Cribbio, pensavo ce ne fosse solo uno di Onorevole Scajola! Quindi, io che amo abbreviare, d’ora in avanti dovrò scrivere “Onorevole Alessandro Scajola” e “Onorevole Claudio Scajola”?
Non mi piace, vado a controllare e scopro che Alessandro Scajola è stato Deputato alla Camera per due legislature, dal giugno 1979 al giugno 1987. Fine dell’ansia perché al limite è un “ex”. Quindi Claudio Scajola è un onorevole, Alessandro Scajola è un ex onorevole.
Ora va bene che in Italia sono tutti dottori e non so come funzioni con gli onorevoli, ma per quel che mi riguarda, uno che in Parlamento non c’è più sarà pure dottore, ma onorevole no.
Qui possiamo vedere l’onorevole Claudio Scajola quando era ex Ministro dell’Interno e Ministro delle attività produttive, al G8 Energy Ministerial Meeting del 15 e 16 marzo scorsi, a Mosca.
Si capisce poco, ma è lo stesso.

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Scritto da Angelo Amoretti

27 ottobre, 2006 alle 10:18

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Il ponte romanico di Clavi

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Domenica scorsa sono andato a visitare il Ponte Romanico di Clavi, dopo averne letto in settimana sui quotidiani locali.
Anni fa, all’entrata di Clavi, c’era un bel cartello giallo, immagino posto dalla Provincia, che indicava il Ponte.
Ora non c’è più. Come non c’è più il cartello che indica che il paese che si sta raggiungendo è Clavi.
Via Fontana, quella che dalla strada principale porta al torrente, è in uno stato pietoso: il cemento si sta sgretolando lasciando residui pericolosi per gli anziani abitanti che ancora oggi scendono a prendere l’acqua alla fontana. Le numerose buche potrebbero provocare cadute per chi percorre a piedi la via e questo, oltretutto, non è un bel biglietto da visita per chi vuole andare a vedere il ponte.
Lo stato del monumento, purtroppo, in pochi anni è visibilmente peggiorato.
Pare che finalmente si stia facendo qualcosa di concreto e spero sia fatto in fretta perché è un punto veramente suggestivo che potrebbe dare lustro al nostro Comune.
Oltre al restauro del ponte, sarebbe auspicabile un’adeguata pulizia degli argini del torrente, invasi dai canneti e dalle sterpaglie.
Anni fa si parlava di creare, nei pressi del ponte, una sorta di oasi faunistica, magari con la posa di due panchine e due lampioni. Chissà se gli amministratori attuali hanno ripreso l’idea in considerazione.
In ogni caso, le immagini, mai come in questo caso, valgono più delle parole.

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Scritto da Angelo Amoretti

16 maggio, 2006 alle 9:03

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