Archivio per la categoria ‘Cronaca’

Forti con i deboli

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A Imperia stanno aprendo un sacco di “Compraoro” e stando a quanto leggo su La Stampa di oggi, molti anziani si vendono i gioielli per pagarsi l’affitto.
Nel caso non si fosse capito ancora bene i poveri stanno aumentando. Fino a un anno/due fa si parlava di molte persone che non riuscivano ad arivare alla quarta settimana, poi alla terza. Infine, saltandone direttamente due, in molti non arrivano neppure all’inizio del mese.
I dati della Caritas sono sconcertanti: la fila di chi va a chiedere un pasto caldo giornaliero si allunga sempre di più.
In questo panorama disarmante, succede che a poche centinaia di metri dal porto turistico più bello del mondo, ci siano accampati, sotto il ponte dell’Impero, una diecina di clochard. Lo spettacolo non è bello a vedersi e addirittura stare accampati là può essere pericoloso perché “se arriva una piena?” inoltre “si ubriacano con vini della peggiore qualità per vincere il freddo“.
Ma che i fascisti si vantino di aver fatto sgomberare il campo m’infastidisce alquanto.
Dovremmo piuttosto chiederci qualche perché. E dovremmo sapere se, una volta fatti andare via di là, andranno a “occupare” qualche altro posto oppure se qualcuno dell’Amministrazione ha in mente di trovare una sistemazione un tantino più decorosa: un prefabbricato in legno, posto in un angolo nascosto alla vista di chi potrebbe scandalizzarsi, forse non sarebbe una gran spesa.
E ai fasci di cui sopra auguro di non trovarsi mai in quelle condizioni perché invece di arrivare una ruspa, potrebbe arrivare sul serio una piena.

Scritto da Angelo Amoretti

13 gennaio, 2012 alle 18:09

Sul Porto di Imperia è in arrivo uno tsunami?

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Porto di Imperia a Caltagirone il pm interroga i giudici del Tar

Il tribunale amministrativo aveva ridato la concessione all´imprenditore

La sentenza aveva annullato la revoca decisa su iniziativa di un dirigente del Comune

Tre giudici del Tar, il Tribunale Amministrativo Regionale della Liguria, sono stati interrogati nei giorni scorsi, in gran segreto, come persone informate dei fatti, in procura a Imperia nell´ambito dell´inchiesta sulla realizzazione del nuovo porto turistico che vede indagati, per associazione a delinquere finalizzata alla turbativa d´asta, manager e politici tra i quali l´ex ministro Claudio Scajola e il costruttore romano Francesco Bellavista Caltagirone.
I tre magistrati sentiti dal pm Maria Antonia Di Lazzaro (che coordina l´inchiesta con il collega Alessandro Bogliolo) sarebbero Enzo Di Sciascio, Oreste Mario Caputo e Davide Ponte.
Un vero e proprio colpo di scena sui cui contorni non filtrano indiscrezioni, anche se è probabile che i tre magistrati siano stati sentiti per alcuni chiarimenti riguardanti una loro recente sentenza. Quella con cui avevano annullato la revoca della concessione alla Porto di Imperia (Comune di Imperia, più imprenditori locali più Bellavista Caltagirone) e ad Acquamare, società dei Bellavista incaricata della realizzazione dell´opera.
Il 4 marzo, nonostante il Tar dovesse pronunciarsi solo sulla sospensiva richiesta da Porto Imperia, entrò subito nel merito annullando la revoca. Secondo i giudici, Pierre Marie Lunghi, il dirigente del Comune che prese la decisione attirandosi critiche e attacchi personali (il sindaco Paolo Strescino è stato addirittura indagato per minacce) da parte di tutta l´amministrazione comunale, non era titolato a farlo.
La sentenza del Tar, seppur dettagliatamente motivata, era stata accolta anche da alcune critiche di opportunità da esponenti del centrosinistra imperiese.
In particolare per il doppio ruolo di uno dei giudici, Davide Ponte. Il magistrato, infatti, tra i tanti incarichi ricopre dal 2009 anche il ruolo di capo dell´Ufficio Legislativo del ministro del Turismo Michela Brambilla (compenso di 61mila euro). Poltrona che a dicembre, come raccontato da Repubblica, aveva sollevato le perplessità di associazioni ambientaliste.
E che dopo la sentenza sul porto sono state rinfocolate dai rapporti di amicizia tra il ministro Brambilla (che ha nominato Ponte) e il costruttore Bellavista Caltagirone. I due, lo scorso anno, erano stati al centro di un inesistente gossip nato da foto di una cena a due. L´imprenditore aveva poi spiegato che si trattava di una cena d´affari riguardante il turismo.
Il doppio ruolo di Ponte è nuovamente stato oggetto di discussione pochi gironi fa, quando il presidente del Tar, Santo Balba, nella sua relazione di apertura dell´anno giudiziario ha detto: «I giudici devono fare i giudici e non tante altre cose. Devono essere ben retribuiti per non essere sensibili alle lusinghe degli incarichi extragiudiziari e delle carriere parallele».
Marco Preve – la Repubblica – 15 aprile 2011

C’è allarme tsunami e l’acqua entrerà inesorabilmente anche in casa di chi non se l’aspetterebbe mai. Prepariamo i gommoni e le tre caravelle.

Scritto da Angelo Amoretti

15 aprile, 2011 alle 10:48

Aggredito e picchiato dai fascisti un ragazzo de la Talpa e l’Orologio

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Avevamo sottovalutato il clima, le voci, forse troppo impegnati nel nostro intenso lavoro politico. Domenica cinque settembre la cruda realtà ci si è presentata davanti senza mezzi termini. Un attivista storico de La talpa e l’orologio ha subito un’aggressione in pieno giorno, alla Spianata Borgo Peri. La prassi, abbiamo scoperto in seguito, essere tristemente usuale. Alcune domande: “sei della talpa? Sei antifascista?” E poi le botte. Pugni in pieno volto che non meritano giustificazione e mostrano un clima senza precedenti. A seguito di nessuna provocazione, di una innocua passeggiata con il cane, identificato e raggiunto addirittura dalla parte opposta della strada. Dopo alcune indagini tra di noi sono emersi particolari anche peggiori, si tratta di fatti che vanno avanti da mesi. Tramite giri di conoscenze abbiamo raccolto in poche ore testimonianze di ragazzi e genitori. Basta appunto una maglia, un taglio di capelli non conforme ai loro canoni per far scattare l’azione squadrista. Svariate testimonianze raccolte parlano di intimidazioni a scapito addirittura di minorenni: minacce, pestaggi a mani nude e non solo, più volte l’ausilio di coltelli e oggetti contundenti.
Ci chiediamo a questo punto se sia possibile che Imperia sia diventata una città dove non si possa avere le proprie idee, indossare la maglietta che più piace. Ci chiediamo se non si abbia più la libertà di camminare in strada senza guardarsi le spalle. Se essere antifascista sia diventato un motivo valido per essere picchiati.
Non è nostra intenzione lasciarci andare alle guerriglie di strada, cadere nel gioco malsano della guerra di bande! Francamente noi, e sottolineiamo NOI, abbiamo altro da fare.
La nostra risposta a questo sarà politica, sarà sociale, senza la paura di dire pubblicamente quello che siamo e quali sono le nostre idee.
Non permetteremo che tali azioni passino inosservate cadendo in un cono d’ombra.
Ci auguriamo che chi ha subito in questi mesi minacce o qualcosa di più grave trovi la forza di renderlo pubblico.
CHIAMIAMO A RACCOLTA TUTTE LE FORZE SOCIALI E POLITICHE LIBERE E DEMOCRATICHE. CI APPELLIAMO AD OGNI SINGOLO CITTADINO, A CHIUNQUE NON INTENDA TOLLERARE QUESTO CLIMA DI CRESCENTE VIOLENZA. INTENZIONATI A DARE CON LORO UNA RISPOSTA CAPACE DI SENSIBILIZZARE LA CITTA’.
C.S.A. LA TALPA E L’OROLOGIO

Piena e incondizionata solidarietà al ragazzo e al Centro Sociale la Talpa e l’Orologio!

Scritto da Angelo Amoretti

8 settembre, 2010 alle 12:26

Palazzo di Giustizia di nuovo allagato

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Questa struttura e’ costata meno del previsto, e’ stata finita prima di quanto ci si aspettasse, e’ stata recuperata un’area di alto pregio storico, da anni abbandonata e che ora non solo e’ stata riportata agli onori del mondo ma trasmette anche vitalita’ all’intero quartiere. Come cittadino e come amministratore non posso che essere soddisfatto e contento.
Sindaco Luigi Sappa, La Stampa, 19 marzo 2003

Il concetto di capoluogo e’ ancorato ai suoi edifici simbolo. Accade che alcuni di essi divengano con il tempo fatiscenti, ma qualche volta si inverte la tendenza: e in questo caso sono state recuperate felicemente le antiche ex-caserme Siffredi, in abbandono dal ‘66.
Sindaco Luigi Sappa, La Stampa, 19 marzo 2003

Allagato per la pioggia il tribunale di Imperia inaugurato nella prima metà del 2000
L’ingresso del tribunale di Imperia e’ rimasto allagato, questo pomeriggio, a causa della pioggia. L’acqua ha interessato anche l’ingresso dell’aula ‘Trifuoggi’ della Corte di Assise, ma per fortuna non ha provocato danni ingenti. Non e’ la prima volta che il Palazzo di Giustizia, inaugurato, alla prima meta’ del 2000, si allaga, anche a causa di un foro nel soffitto. Piu’ volte e’ stato chiesto alle autorita’ di correre ai ripari, ma finora nessuno si e’ mosso, con la conseguenza che ogni volta che piove il tribunale rischia di allagarsi.
Riviera24 – 19 febbraio 2010

Nell’articolo di Riviera24 c’è un piccolo refuso: il nuovo Palazzo di Giustizia era stato inaugurato in pompa magna nel marzo del 2003 alla presenza del Ministro leghista Castelli, dell’onorevole Claudio Scajola, del Sindaco Luigi Sappa e del Presidente della Provincia Gianni Giuliano, tutti e tre di Forza Italia.
Hanno fatto, o stanno facendo, tutti carriera, meno Castelli che oggi è viceministro: Scajola è diventato Ministro, Sappa è candidato Presidente della Provincia e Giuliano corre per il consiglio regionale.
Se rimettono mano al nuovo (per così dire) palazzo di giustizia, c’è la possibilità che diventino ministri già dalla prossima legislatura.

Scritto da Angelo Amoretti

19 febbraio, 2010 alle 22:25

Chi fa la spia non è figlio di Maria

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Ogni tanto esco dai confini e stavolta lo faccio per una questione che ha dell’incredibile.
E’ una storia di delazione. L’ho trovata talmente triste che voglio condividerla con chi mi segue, anche se probabilmente la conosce già.
Si tratta di quello che è avvenuto ieri a Gazzo, una frazione di Pieve di Teco: Kamel Hadjersi, un nordafricano di 43 anni, è stato arrestato perché privo di documenti. Viveva là da 17 anni e ora, tra l’altro, non può prendersi cura della sua compagna che è costretta a stare su una sedia a rotelle perché colpita da un ictus, tempo fa.
Qualcuno si è preso la briga di fare la spia e lo ha fatto arrestare.
Io non conosco Kamel, ma pare che non abbia mai commesso reati, neppure una multa per divieto di sosta, per dire. Non conosco neppure il tipo che lo ha denunciato e non so come mai abbia deciso di farlo.
Forse è soddisfatto della sua azione e stanotte dormirà sonni tranquilli. Io non so se ci riuscirò. Perché la legge è legge e va rispettata e fatta rispettare, ma se così è, questo squallido episodio sta a dimostrare che certe leggi sarebbero da rivedere, perché portano a queste situazioni che a dire paradossali è poco.
In Italia si sta creando una brutta situazione che rischia di degenerare. Tra ronde e delatori l’atmosfera comincia a ricordarmi troppo un periodo che per fortuna non ho vissuto e che vorrei nessuno dovesse mai vivere: il ventennio fascista. Sembra che ci sia la voglia di fare chissà quali pulizie: gli extracomunitari non in regola; i gay; i “barboni”. Poi toccherà agli ebrei e ai rom e infine ai non allineati? Non va per niente bene e, ripeto, vorrei che chi ci governa riflettesse sulla questione.
Questo tipo che ha fatto la spia, o, a seconda dei punti di vista, il “suo dovere”, è inconsapevolmente il frutto di questo meccanismo perverso che se non si fermerà finirà per dare risultati non previsti.
La legge è uguale per tutti, quindi qualcuno potrebbe anche chiedersi perché per Kamel deve essere diversa, ma io spero che l’avvocato Mario Leone che lo difenderà il prossimo 1 settembre, riesca a convincere il giudice Varalli a “usare il buon senso”, come riportato da Riviera24 che ha anche pubblicato una lettera scritta in proposito da Matteo Lanteri, che riporto:

Caro Direttore volevo esprimerle la mia personale riflessione sulla notizia sulla “cattura”, a Gazo, di un “pericoloso” latitante, il 43enne nordafricano. La pratica della delazione è dura a morire, anche nella nostra Provincia molti partigiani e molti ebrei ne sono stati vittime, gli uni davanti ad un muro, gli altri passati per una camino.In questa occasione c’è, se possibile, una aggravante in più, è stato fatto gratis. Vergogna per i cattivi maestri.
Voglia ricevere i miei cordiali saluti
Matteo Lanteri

Sarebbe bello trovarsi tutti davanti al Palazzo di Giustizia, senza bandiere, né striscioni. Essere presenti in silenzio giusto per far capire che così non va bene. E non va bene per nessuno.

Scritto da Angelo Amoretti

28 agosto, 2009 alle 1:07

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Il blitz sulle spiagge di Imperia

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Il blitz sulle spiagge di Imperia è stato un mezzo fallimento, sotto tutti i punti di vista. Un film comico.
La sceneggiatura è stata scritta dal comitato di sicurezza e ordine pubblico, convocato dal Prefetto che probabilmente è stato anche il regista.
Gli attori protagonisti: inizialmente si è parlato di una trentina di persone impegnate sul set, ma su La Stampa del 15 agosto leggo che c’erano cinque uomini della Guardia Costiera, cinque della Polizia di Stato e due della Polizia municipale. Uomini di terra e di mare. Mancavano quelli dell’aria.
Tanto rumore per nulla perché i risultati sono stati scarsi: un probabile clandestino fermato perché senza documenti; vario materiale contraffatto posto sotto sequestro e nient’altro.
Alcuni venditori abusivi sono riusciti a darsi alla fuga, uno è stato catturato: vendeva cocco. Complimenti!
Strescino può fare tutti i giri di parole che vuole e dovrò abituarmi al mal di testa quando leggo le sue dichiarazioni, ma ripeto, il blitz, a mio modo di vedere, è stato un flop. Anche io sono dalla parte delle forze dell’ordine che, come dice il Sindaco “in pieno agosto, sotto il sole, stanno sulle spiagge in divisa“, ma il punto è: chi ce li vuole e cosa ci fanno?
Non si può da una parte fare i buonisti e poi, dall’altra, lamentarsi del fatto che lo Stato è latitante perché ci hanno rubato il portafogli in spiaggia” ha dichiarato il giorno dopo.
Lo Stato latita altrove, ma può darsi che il Sindaco non se ne sia ancora accorto. Sulle spiagge qualche portafoglio è sempre sparito e trent’anni fa, come giustamente ricorda Carla Nattero de La Sinistra per Imperia, c’era già chi passava a vendere angurie e ghiaccioli.
Strescino ha pure aggiunto che queste operazioni di “prevenzione” “vengono puntualmente utilizzate come pretesto per far demagogia e innescare polemiche sterili da parte di consiglieri comunali d’opposizione“, ma probabilmente non tutti i bagnanti increduli e indignati che gridavano “vergogna!” hanno votato per il centro sinistra. Non credo fosse loro intenzione contestare i tutori dell’ordine (due dei quali arrivati via mare con le fiammanti Yamaha 1000 Fx da circa 17.000 euro cadauna, presentate lo scorso giugno), ma piuttosto il modo con cui l’operazione è stata svolta. Il Sindaco stesso ha detto che la prossima volta dovrà essere usata più “discrezione” e i giovani democratici del Pd, come tanti altri, non hanno gradito la spettacolarizzazione.
Forse qualche attore del film comico venuto male penserà il contrario, ma credo che scene del genere non facciano bene neanche al turismo e all’immagine della città. Insomma, si è fatto lo sbarco in Normandia dei poveri mica per arrestare un terrorista di Al Qaeda, ma per catturare un probabile clandestino che vendeva merce contraffatta. Non era droga tagliata male, neppure antrace: erano false griffes, probabilmente di provenienza Casal di Principe dove pare si produca anche per conto delle grandi firme. Leggere il libro di Saviano per credere.
Non bisogna certo eccedere con il buonismo, come dice il Sindaco, ma credo che non sia neppure il caso di esagerare in senso opposto. Lo sappiamo che i venditori abusivi fanno parte di un ingranaggio grande, ma perché bisogna sempre partire dal pezzo piccolo per scardinarlo?
E’ quello che si chiede anche Giulio Geluardi su La Stampa del 14 scorso e visto che qualche tempo fa ci eravamo un po’ scandalizzati per un suo articolo, mi congratulo con lui perché stavolta si è tolto i guanti.

Scritto da Angelo Amoretti

17 agosto, 2009 alle 9:43

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Ancora un cortocircuito?

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Il Secolo XIX
Caramagna
Rogo distrugge box spogliatoio

Un incendio improvvisamente divampato in un campetto comunale di calcio in via Saponiera a Caramagna, ha completamente distrutto un box adibito a spogliatoio bagno. Il fuoco è divampato intorno alle 16,30 ed è stato notato da alcuni ragazzini che si sono allontanati immediatamente dal posto. Gli abitanti e i passanti della zona, notato il fuggi fuggi e il fumo fuoriuscire dal piccolo prefabbricato, hanno dato l’allarme. Sul posto sono giunti imezzi dei vigili del fuoco, rientrati da poco da un incendio di un’auto a Pieve di Teco, i carabinieri della radiomobile di Imperia e gli agenti della polizia municipale di Imperia. Il fuoco, nonostante la pioggia battente, ha completamente devastato la piccola struttura, gemella di un’altro prefabbricato adiacente (lo spogliatoio principale), sfuggito però alle fiamme. Al termine delle operazioni di spegnimento carabinieri e vigili del fuoco hanno iniziato gli accertamenti per ricostruire la dinamica e stabilire le origini. Secondo una prima stima potrebbe essere anche dolosa lamatrice. Ma non si esclude neppure il corto circuito o un’altra accidentale ipotesi. Non è dato sapere almomento se vi fossero prese per la corrente all’interno. Il fuoco ha trovato facile diffusione tra le strutture in plastica del box. Recentemente pare che l’opera, curata e voluta dal Comune, fosse stata oggetto di critiche da parte di alcuni abitanti.

La Stampa
L’inquietante episodio accaduto ieri pomeriggio
Rogo al campo sportivo – distrutto un bungalow

Un bungalow, in plastica e lamiera, adibito ai servizi igienici presso un campetto da calcio in terra battuta, è stato completamente distrutto da un incendio divampato ieri pomeriggio intorno alle 17, mentre pioveva, in via Palmoriere a Caramagna, una frazione di Imperia.
Sul posto, allertate dalla popolazione preoccupata (un’alta nuvola di funmo nero è stata avvistata, e seguita con preoccupazione, anche dal Parasio di Porto maurizio, dove alcune persone hanno seguito l’evolversi della situazione dal tetto della palestra M;aggi), si sono precipitate tre squadre dei vigili del fuoco, una pattuglia di carabinieri e una degli agenti della Polizia municipale.
Ma l’intervento è stato inutile, perchè, in pochi minuti, le fiamme hanno devastato la struttura comunale, situata accanto ad un’altra, analoga, che viene invece utilizzata dai giovani del paese come spogliatoio in occasione delle partitelle di calcetto, tra squadre di sette giocatori. Per fortuna, nessun danno alle persone: a causa della pioggia, nessuno, in quel momento, si trovava sul campo.
Sulle cause del rogo è stata aperta un’inchiesta. Al momento, ogni ipotesi è al vaglio degli inquirenti, dal corto circuito all’impianto elettrico ad un gesto teppistico e, quindi, doloso. Secondo una testimonianza, sarebbe stato visto allontanarsi in fretta un ragazzino: ma la circostanza potrebbe anche essere spiegata con il fatto che, dopo aver visto il fuoco, si è spaventato ed è fuggito.

Scritto da Angelo Amoretti

30 marzo, 2009 alle 9:31

Bullismo rosa

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Leggo su la Stampa di oggi, 6 febbraio 2009:

Aggredita, minacciata, percossa e rapinata in pieno centro. Ma la circostanza che rende l’episodio, se possibile, ancora più grave è che, innanzitutto, le responsabili sono tutte ragazzine praticamente coetanee della vittima, studentessa di appena 15 anni; e poi che assurdamente nessuno si è accorto di nulla nonostante le disperate grida della giovane.
Il fatto, tuttora al vaglio della polizia alla quale si è subito rivolto il padre della ragazza, sarebbe accaduto l’altro pomeriggio intorno alle 16, in piazzetta dell’Olmo, alla quale si accede da una traversa di via dell’Ospedale a Oneglia.
Secondo quanto raccontato in lacrime dalla ragazza al papà, versione poi ripetuta agli agenti della Squadra Mobile, tutto sarebbe avvenuto nel giro di pochi minuti. La giovane era uscita con alcune amiche. Così come fanno praticamente tutte le ragazze imperiesi a quell’età, era andata sotto i portici facendo poi un giro per le vie di Oneglia. Una giornata come tante altre. Poi, poco prima delle 16, la ragazza aveva deciso di tornare a casa. Le amiche l’avevano accompagnata fino all’inizio di via dell’Ospedale e qui l’avevano lasciata. La giovane ha quindi proseguito da sola. Secondo ciò che ha raccontato, l’incubo sarebbe cominciato poco dopo.
Percorse poche decine di metri, è arrivata proprio in coincidenza con la breve traversa che porta in piazzetta dell’Olmo, un cortile interno delimitato dagli antichi palazzi, durante l’estate utilizzato per concerti di musica da camera. Una zona scarsamente frequentata durante gli altri periodi dell’anno. E’ proprio qui che si è sentita energicamente prendere sotto le braccia da qualcuno che evidentemente la seguiva. E’ stata spinta nella piazzetta e trascinata contro un muro dietro l’angolo. Ha visto quattro giovani con la testa coperto dal cappuccio dei giubbotti, con occhiali neri e sciarpe sulle facce. Tre la tenevano da dietro. La quarta, quella che si atteggiava a «capo», ha cominciato a insultarla e frugare nei vestiti alla ricerca del portafogli. La vittima, terrorizzata e ammutolita, ha provato a liberarsi.
La giovane di fronte a lei, italiana con accento imperiese, le ha così sferrato uno schiaffo e un calcio al ventre. Quando nelle tasche ha trovato il portafogli con 20 euro, non soddisfatta ha voluto anche il cellulare. Ma siccome la vittima faceva ancora resistenza, il «capo» del branco l’ha minacciata gravemente: ha chiesto a una delle altre ragazze di porgerle un affilato taglierino. Nel tentativo di prendere il cellulare, il telefono è però caduto e si è rotto. Soltanto a questo punto la vittima sarebbe riuscita a divincolarsi e fuggire, inseguita dagli insulti delle ragazze: «Coniglia» e altro ancora. Nessuno, incredibilmente, ha sentito nulla.
La vittima è corsa a casa, trafelata. Ad accoglierla il padre, medico, che dopo il drammatico racconto per prima cosa l’ha visitata per vedere se ci fossero lesioni: appena due giorni prima i chirurghi dell’ospedale le avevano tolto i punti dalla ferita per un’operazione di appendicite. Ma nè sul ventre nè sulla faccia ha riscontrato nulla. Quindi la corsa fino alla polizia.
[Giulio Geluardi]

Era già successo qualcosa di analogo come raccontato da L’Espresso il 25 gennaio scorso qui e se ne deduce, quindi, che il problema non è affatto da sottovalutare perché se due “bad girls” sono già state individuate e interrogate dai Carabinieri, queste altre quattro sono a piede libero e c’è rischio che continuino a delinquere.
Dal momento che questa incresciosa storia è tutta imperiese e che i romeni e gli extracomunitari non c’entrano nulla, spero che le telecamere, una volta installate nei punti strategici di Imperia, riescano a inquadrare e immortalare anche chi delinque con accento inequivocabilmente imperiese e che chi ha visto parli, a prescindere dalla nazionalità dei malviventi.

Scritto da Angelo Amoretti

6 febbraio, 2009 alle 12:16

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Sul fallito attentato al Tribunale [III]

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Ho trovato questo articolo interessante su La Stampa del 16 marzo 2003:

Ci sono state le «grandi manovre» in questi giorni, intorno al Tribunale di Imperia, in via XXV Aprile. Sopralluoghi, operai che si sono occupati delle rifiniture (le scritte sulle targhette davanti alle porte, ad esempio), dipendenti della società dei telefoni chiamati a migliorare i collegamenti interni. Dopodomani, martedì, è il gran giorno: si inaugura ufficialmente la nuova e moderna struttura che ha soppiantato l’edificio ormai vetusto e inadeguato di piazza de Amicis, andato giustamente in pensione (la cerimonia prescinde dall’operatività vera e propria, raggiunta qualche settimana fa). A tagliare simbolicamente il nastro sarà il Ministro di Grazia e Giustizia Roberto Castelli, a cui faranno corona le autorità locali, politici e magistrati. Gli onori di casa saranno competenza del presidente Giuseppe Squizzato, del procuratore capo Bruno Novella, del sindaco Luigi Sappa. Il guardasigilli verrà in città, con scorta al seguito, per ammirare una struttura bella, spaziosa, realizzata tutto sommato in tempi record che, però, ancora qualche piccola pecca la mostra (dettagli dirà qualcuno). Per citare un problema su tutti: in questi giorni ci sono state infiltrazioni d’acqua nei sotterranei dov’è sistemato l’archivio. E qualche difetto di organizzazione è stato segnalato dai dipendenti e dai componenti delle forze dell’ordine. Qualcuno, tra loro, ha storto il naso di fronte alla decisione di riservare un’intera area a parcheggio per le auto degli avvocati, provvisti di telecomando e codice segreto. Un privilegio che in altri tribunali, pare, non si riscontri. A Torino e Milano, chi entra con la macchina è sottoposto a controlli spietati, anche se è un pubblico ufficiale e non si sognano certo di avere un telecomando a disposizione. A Savona invece questo problema non esiste: le auto non le fanno proprio entrare. Dettagli, comunque, questioni che saranno accantonate momentaneamente martedì: arriva il Ministro.
La Stampa, 16 marzo 2003

Scritto da Angelo Amoretti

6 novembre, 2008 alle 16:10

Sul fallito attentato al Tribunale [II]

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Clamorosa indiscrezione quella emersa oggi in merito alle indagini sull’attentato non andato a buon fine di ieri mattina, a Imperia. Pare ormai certo, proprio perchè confermato sia da fonti della procura sia da parte degli agenti che stanno compiendo tutti gli accertamenti, che le telecamere a circuito chiuso del palazzo di giustizia ieri non fossero in funzione.
Sanremonews, 3 novembre 2008

Le telecamere a circuito chiuso piazzate proprio in direzione della porta carraia del tribunale avrebbero potuto riprendere tutta l’azione degli attentatori. Se l’impianto di registrazione delle immagini fosse stato in condizioni di efficienza. E invece, a rendere tutto più facile per i responsabili del blitz a palazzo di giustizia che comunque ben difficilmente hanno deciso di agire a volto scoperto si è aggiunto anche un difetto nella memorizzazione. Così di quell’inquietante azione notturna non risulta traccia alcuna sui nastri.
Il Secolo XIX, 4 novembre 2008

Sì, le telecamere c’erano ma non hanno catturato nessuna immagine per un difetto nell’impianto di registrazione. Dall’apparato video di cui si è munito il Tribunale non arriveranno aiuti agli investigatori impegnati a scoprire quale mano ci sia dietro il misterioso e grave attentato messo in atto nella notte tra sabato e domenica, quando qualcuno ha posteggiato all’interno del Palazzo di giustizia, entrando dal cancello sul retro, una Punto con un ordigno formato da due bombole a gas, due taniche di benzina e una miccia.
La Stampa, 4 novembre 2008

Un’invenzione di qualche giornalista che invito a verificare la fondatezza delle notizie, prima di trascriverle. Le telecamere funzionavano e i filmati sono in mano alla polizia scientifica di Genova che li sta esaminando.
Procuratore Bernardo Di Mattei – Riviera24, 4 novembre 2008

C’è qualcosa che non quadra?

Scritto da Angelo Amoretti

4 novembre, 2008 alle 22:57