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Intervista alla scrittrice Tecla Pasqualini

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Ho fatto quattro chiacchiere con Tecla Pasqualini, l’autrice di “Tacchi sulla sabbia” e questo è ciò che ne è venuto fuori.

I.P.: Pare che il tuo romanzo, “Tacchi sulla sabbia”, stia avendo un buon successo e tu una buona notorietà. Ti ha intervistata il Secolo XIX e Pierantonio Ghiglione ha scritto una bella recensione su La Riviera. Come sta andando in realtà il romanzo?
T.P.: Sta andando bene. Pensavo che qualcuno potesse giudicarlo volgare, ma noto che è stato accolto in maniera giusta. In ogni caso se ne sta parlando e questo è positivo. La distribuzione per il momento è a livello locale, ma mi ritengo soddisfatta.

I.P.: Venerdì presentarai il romanzo al Touky e per la prima volta ti ritroverai davanti a un pubblico tuo. Che sensazioni provi?
T.P.: Ti confesso che all’inizio ero un po’ in ansia, ma adesso mi sto caricando di adrenalina.


Illustrazione di Linda Azzarone tratta dal romanzo

I.P.: Vivi la notte, come si dice. La vivi come la Sabrina del romanzo?
T.P.: Dipende dai momenti perché ciò che faccio mi piace farlo con tutta me stessa e allora ci sono volte in cui esco, vado a ballare con le mie amiche e mi lascio andare completamente. Altre volte stacco il cellulare e mi eclisso perché preferisco starmene per conto mio.
Sono un po’ l’amalgama delle quattro amiche del romanzo: Sabrina, Barbara, Miki e Mara, ma in fondo sono Tecla.

I.P.: Dici di essere cresciuta a pane e libri. Sei stata influenzata da qualche autore specifico?
T.P.: Non c’è un autore in particolare che mi abbia influenzata, ma Chiara Palazzolo mi piace molto. Ho letto molti classici dell’800 e del ‘900 e mi piacciono Chuck Palahniuk, Stephen King, Alessandro Baricco e tanti altri. Spazio molto, come nel cinema: adoro Kubrick, ma non disdegno i film di Almodovar o Francis Ford Coppola, per esempio. Sono una tipa aperta.

I.P.: Allora ti faccio una domanda a bruciapelo: stai indossando calze autoreggenti o i collants?
T.P.: Autoreggenti: sono più comode. (e Tecla scoppia a ridere)

I.P.: E sono più sexy…Lo immaginavo. Andiamo avanti che è meglio! Nel romanzo citi i Maroon 5. Cosa ascolti, in genere?
T.P.: Ovviamente Vasco Rossi e Ligabue, ma anche nella musica spazio molto: mi piacciono i Qeen e i Rolling Stones, Angelo Branduardi e i Negramaro.

I.P.: Cosa pensi dei ragazzi di Imperia?
T.P.: Come tutti i giovani d’oggi si lasciano influenzare troppo dalla TV. Quasi tutti vestono alla stessa maniera e si comportano allo stesso modo, ma lo fanno perché vogliono essere accettati. Se ti notano, riesci a far capire chi sei in realtà.
A Imperia secondo me manca il confronto e l’incontro: ci sono tanti gruppi, ma sono divisi e evitano di comunicare tra loro. Qua poi ho notato che molti si lamentano sempre: dovrebbero vedere la vita più positiva. Alla fine è inutile lamentarsi sempre, i problemi li abbiamo tutti, solo che una volta individuati bisognerebbe fare un passo avanti e cercare di risolverli.

I.P.: Cos’è per te l’erotismo?
T.P.: L’erotismo è una cosa soggettiva, una situazione mentale. Nel film “Padrona del suo destino” di Marshall Herskovitz, una cortigiana (Catherine McCormack) seduce un uomo con lo sguardo. Nel romanzo l’erotismo tra Sabrina e Samuele comincia con la parola, più che con i gesti. Dunque per me l’erotismo deve prima colpirti in testa, poi al cuore. Trovo erotico il talento di una persona: che stia suonando la chitarra o recitando un monologo a teatro non c’è differenza, per capirci.

I.P.: Hai qualcosa di nuovo nel cassetto?
T.P.: Sì, qualcosa c’è, ma preferisco aspettare e che i tempi siano maturi.

I.P.: So che vorresti essere chiamata da Costanzo per il suo show. Notizie da Maurizio?
T.P.: No, nessuna, per il momento, ma ci spero.

I.P.: Grazie per il tempo che mi hai concesso, Tecla. Ti faccio tanti auguri per il romanzo e arrivederci a venerdì.
T.P.: Grazie a te e ai lettori del tuo blog. A venerdì.

Scritto da Angelo Amoretti

7 novembre, 2007 alle 23:29

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La Riviera intervista ImperiaParla

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Il nuovo corso di ImperiaParla continua in modo soddisfacente con l’intervista che il bravo Diego David mi dedica su La Riviera di questa settimana.
Pur essendo venerdì 17, direi che non mi posso lamentare.
Ringrazio La Riviera e Diego David per l’attenzione che mi hanno rivolto.
Chi non ha letto l’intevista in formato cartaceo, può trovarla qui in formato Pdf.

Scritto da Angelo Amoretti

17 novembre, 2006 alle 10:52

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Capogiro

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Alessando Lupo e Daniele Minasso
foto tratta da Gap

Alcuni giorni fa questo post mi ha incuriosito, così sono andato a fare quattro chiacchiere con i gestori del Capogiro, tanto per saperne di più.
Ho parlato con Daniele Minasso che con Alessandro Lupo ha inaugurato questo “living bar” il 9 giugno scorso, in via Armelio 50, alle Ferriere.
Daniele giocava nell’Imperia Calcio e dopo una parentesi come dipendente in una società produttrice di olio d’oliva, ha deciso di intraprendere una nuova attività con Alessandro, rilevando il bar.
Il locale, aperto tutti i giorni, è accogliente e ben arredato e si differenzia dagli altri bar della città perché ogni giovedì, dalle 18 alle 22 c’è musica dal vivo, prevalentemente jazz: una sorta di aperitivo musicale “lungo”.
Alla domenica, durante lo stesso orario, c’è il dj Andrea Introvigne che intrattiene i frequentatori mettendo dischi di rock “leggero”.
Com’è facile immaginare, nel giro di pochi mesi Capogiro è diventato punto di riferimento fisso per molti imperiesi (giovani e meno giovani) che evidentemente percepiscono il bisogno di qualcosa di diverso per passare il tempo libero.
E come è altrettanto facile immaginare, la faccenda sta dando fastidio a qualcuno che si è fatto promotore di una raccolta di firme, cercando di aizzare gli abitanti del quartiere contro il Capogiro.
“Noi abbiamo i permessi necessari e tutto è in regola. A onor del vero ti confesso che l’unica sera in cui siamo usciti fuori dalle regole è stata quella della vittoria dell’Italia ai mondiali di calcio, ma credo che sia successo un po’ dappertutto” mi dice Daniele, che continua volentieri la conversazione.
“In questi giorni stiamo coprendo una parte del giardino per cercare di dare meno disturbo possibile e paradossalmente ieri si è presentato l’amministratore di condominio di un palazzo qua vicino, per lamentarsi del rumore che fanno gli operai”.
“Questa è Imperia proiettata nel terzo millennio col porto turistico da favola”, gli dico.
“Appunto. Prova a immaginare i turisti che da settembre a fine maggio troveranno un mortorio, pensi che ritorneranno?” mi chiede.
Gli domando quale sarà il futuro di Capogiro e lui mi risponde che è fiducioso perché la maggior parte degli abitanti del quartiere è favorevole alle iniziative del locale, e anche se una piccola minoranza vuole mettere i bastoni fra le ruote a lui e al suo socio, l’attività continuerà regolarmente.
E con l’augurio che tutto possa andare per il meglio, per il bene di Capogiro e della nostra ridente città, lo saluto e lo lascio ai suoi impegni.
Esco dimenticando di pagare il cappuccino, ma spero che mi perdonerà.

Scritto da Angelo Amoretti

26 ottobre, 2006 alle 11:13

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Intervista esclusiva a Ilaria Gazzano

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Ilaria Gazzano Ilaria Gazzano è uno di quei rari talenti imperiesi che bisogna tenere d’occhio.
Laureata in economia, classe 1978, Ilaria è impiegata comunale e ha una grande passione per il canto.
Dopo averla sentita cantare, il 29 settembre scorso, le ho chiesto di fare quattro chiacchiere.

ImperiaParla: Da quando hai la passione per il canto?
Ilaria Gazzano: Diciamo che la passione per il canto mi accompagna da quando ero piccolissima. Ho iniziato cantando le sigle dei cartoni animati, poi alle recite dell’asilo, poi nel coro in chiesa e in alcuni spettacoli musicali organizzati dalla parrocchia, così via fino a quando ho sentito la necessità di avere un gruppo tutto mio… Fin da piccola quindi la musica è stata una mia grande amica e compagna; mia mamma teneva sempre la radio accesa e mio padre si divertiva a farmi cantare e a registrare la mia voce…da qualche parte devo avere ancora la mia prima “incisione” su nastro dove a tre anni mi esibivo in “Dolce Remì”, “Anna dai capelli rossi” e “On my own” di Nikka Costa!

ImperiaParla: Che musica ascolti, in genere, e quale preferisci?
Ilaria Gazzano: Sono onnivora di musica! Mi piace ascoltare tutta la bella musica, dai brani anni 60/70, ai pezzi di oggi, sia in inglese che in italiano e ultimamente anche in spagnolo! Mi piace provare a cantare, mettendomi alla prova, qualsiasi genere che non siano pezzi lirici (non mi piacciono e forse non sarei neanche in grado di cantarli) o pezzi rappati (non è cantare!). Ultimamente sto riscoprendo il genere blues e jazz.

ImperiaParla: Quale voce ti ha influenzata in modo particolare?
Ilaria Gazzano: Nel corso degli anni ho cambiato spesso punto di riferimento vocale. Ricordo, all’inizio della mia “carriera musicale” di essermi ispirata ad esempio ad Alanis Morrissette, ma anche alla magica voce di Jeff Buckley, alla grande Mia Martini. Eva Cassidy e Petra Magoni sono le cantanti donne a cui oggi mi ispiro maggiormente.

ImperiaParla:Quali sono i tuoi cantanti preferiti?
Ilaria Gazzano: Come ho detto prima ascolto di tutto! Come cantante preferita donna straniera, non tanto per la voce, ma per l’immagine di dolcezza e semplicità, ma anche di grinta che ispira sul palco, è Natalie Imbruglia che sono andata a vedere in concerto a Milano lo scorso anno. Come cantante uomo straniero, il primo che mi viene in mente è proprio Jeff Buckley per la splendida voce e per la strabiliante estensione vocale. Cantante donna italiana certamente Mia Martini, poiché rappresenta per me il principale esempio di tecnica ed intensità vocale. Come cantante uomo italiano Battisti, perché comunque è e rimarrà sempre un’icona della canzone italiana.

ImperiaParla: Nel tuo repertorio ci sono anche pezzi degli anni sessanta e settanta: come li hai scoperti?
Ilaria Gazzano: In ogni gruppo in cui ho cantato mi è capitato di interpretare dei pezzi anni sessanta e settanta. Alcuni li conoscevo già, perché da sempre sentiti; altri li ho scoperti proprio provando a cantarli.

Ilaria Gazzano ImperiaParla: Qual’è stato il periodo più creativo nella storia del rock, secondo te?
Ilaria Gazzano: Credo non ci sia un periodo più o meno creativo nella storia del rock. Ogni periodo ha visto una propria evoluzione musicale in base allo stile di vita e ai costumi del tempo. La storia cambia e con essa, a mio avviso, anche l’unico vero linguaggio universale e la più immediata e popolare arte espressiva quale è la musica. Sarà per questo che adoro pressoché ogni genere di musica perché ognuno rappresenta un periodo, ha una propria storia, una propria intensità e magia.

ImperiaParla: Hai un gruppo fisso attualmente?
Ilaria Gazzano: Sì. Ho un gruppo ad Albenga da circa tre anni con cui faccio pezzi dance e pop rock; poi voglio considerare gruppo fisso, visto gli ultimi successi, anche il trio “Olivonero” con Simone Mazzone e Lorenzo Lajolo. Nel prossimo futuro credo, e spero vivamente, si concretizzerà anche una ulteriore collaborazione con un altro gruppo, ma al momento non svelo nulla!

ImperiaParla: Hai già inciso qualche CD?
Ilaria Gazzano: Sì, ma sempre a livello per così dire “casalingo”! A parte piccole cose, non ho mai avuto modo di realizzare un CD vero e proprio in sala di incisione.

ImperiaParla: Ne hai in progetto?
Ilaria Gazzano: Certo, è sempre bello avere dei sogni e dei progetti!

ImperiaParla: Se sì, conterrà solo cover o anche canzoni inedite?
Ilaria Gazzano: Mi piacerebbe fare un po’ e un po’.
ImperiaParla: Dove ti esibirai prossimamente?
Ilaria Gazzano: Giovedì 26 ottobre 2006 alle “Grotte”.

Grazie Ilaria e in bocca al lupo. Ti saluto alla maniera di Massarini ai tempi di PopOff: rock on, keep on rollin’!
Ulteriori notizie su Ilaria Gazzano sono visibili qui.

Scritto da Angelo Amoretti

11 ottobre, 2006 alle 16:20

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Intervista esclusiva allo scrittore Marino Magliani

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Marino Magliani Marino Magliani è nato a Dolcedo, in provincia di Imperia, il 30 luglio del 1960. Scrittore e traduttore, ha pubblicato i romanzi Molo Express, Prove tecniche di solitudine (Centro editoriale imperiese) e L’estate dopo Marengo (Philobiblon). Vive e lavora a IJmuiden, sulla costa olandese. Almeno una volta all’anno ritorna nella sua Valle Prino e quest’anno ha presentato il suo nuovo romanzo “Quattro giorni per non morire“, edito da Sironi, alla Fiera del Libro di Imperia e a San Biagio della Cima. Il prossimo 7 luglio, alle 22, lo presenterà al Parasio, nell’ambito della seconda edizione di Mare Noir.
Ho incontrato Marino Magliani al Baretto di Oneglia e questa è l’intervista che ne è scaturita.

ImperiaParla: Che sensazioni prova quando torna nella sua Valle?
Marino Magliani: “Se non dovessi mai più tornare, sappiate che non sono mai partito”. Da qualche parte ho letto qualcosa di simile. Credo che sia la Bibbia dell’emigrante. Sono nato a Dolcedo, in un posto che un tempo era ospedale e ora è un ricovero per anziani, però la mia infanzia l’ho trascorsa a Prelà. Accompagnavo mia madre negli uliveti e vagavo per le terrazze. Non era un’epoca in cui vivevano a Prelà altri bambini della mia età. E così c’erano tutte le condizioni per passare il tempo a inventare storie. In terza elementare ho convinto mia madre a mandarmi in un collegio dove avevo sentito dire che vivevano altri bambini e dove c’erano campi di calcio e di pallacanestro. E’ stata la prima volta che mi sono allontanato da solo dalla Valle e non sono mai più tornato.

ImperiaParla: Quali sono state le Sue letture da ragazzo?
Marino Magliani: Non ero un gran lettore, non ce n’era bisogno, troppo preso dal resto: mi sembrava che gli affabulatori della Valle bastassero e avanzassero. Erano vecchi, seduti sui gradini del carruggio, un orologio che rantolava nella sacrestia e il respiro del Prino, e i vecchi che narravano la magia di una Liguria andata. Raccontavano di partigiani che scendevano dai monti e di bisce grandi quanto il braccio che si nutrivano di bambini e di un mondo che per un soffio ho fatto in tempo a conoscere. Inevitabilmente tutto ciò che sentivo sarebbe confluito nei miei romanzi.

ImperiaParla: E’ questo il motivo per cui la Liguria è sempre presente nei suoi romanzi?
Marino Magliani: Credo di sì, la mia regione narrativa è la Valle Prino. Ora vorrei davvero raccontare altro, ne sento il bisogno.

ImperiaParla: Mi pare di capire che Lei abbia già in cantiere un nuovo romanzo.
Marino Magliani: In realtà ho ancora qualche storia ligure con la quale sto trafficando, quando parlo di bisogno è proprio per dire che vorrei scappare anche sulla carta dalla Liguria e non farmi tentare, come spesso mi succede, da personaggi che poi mi chiedono di fare un salto da queste parti. Vorrei una storia olandese: vivo accanto al mare in un posto di dune e boschi. Mi piacerebbe descrivere quel mondo e quel popolo, raccontare la nebbia e i canali, magari costruire dei paralleli con la Liguria, ecco vede che non posso stare senza raccontare di nuovo la Liguria…

ImperiaParla: Allora, da imperiese purosangue, mi sorge spontanea una domanda: che tipo di amore, se di amore si tratta, sente per la Sua Valle?
Marino Magliani: La Liguria è una delle più emoziananti fra le terre emerse, ha scritto Dario Voltolini nell’introduzione di “Quattro giorni per non morire”. Sento esattamente un’emozione incredibile, quando dai miei orti, la sera, ascolto il Prino, ma poi so che non potrebbe durare, perché in Liguria non riesco a scrivere, progetto, leggo, scendo al mare, ma il tempo per scrivere lo trovo solo nella mia stanza in Olanda.

ImperiaParla: E’ rimasto soddisfatto dell’accoglienza avuta alle recenti presentazioni del Suo ultimo romanzo?
Marino Magliani: Moltissimo, ho presentato il romanzo a San Biagio della Cima, tempio di biamontiana memoria, e alla Fiera del Libro di Imperia. Avevo già presentato il romanzo all’Istituto Italiano di Cultura di Amsterdam per il quale collaboro.

ImperiaParla: A parte la produzione letteraria, mi puo’ dire qualcosa a proposito della sua attività di traduttore?
Marino Magliani: Sono interprete e traduco per alcune agenzie, occupandomi anche di traduzioni letterarie. In questo periodo sto lavorando alla traduzione di alcuni testi di un bravissimo poeta e narratore argentino, Carlos Vitale.

ImperiaParla: Spero di rivederla presto e di leggere qualcos’altro di Suo.
Marino Magliani: Lo spero anch’io e chissà che non possa essere molto presto. Sicuramente, in previsione di una mia nuova uscita editoriale, sarei felice di parlarne di nuovo con ImperiaParla.

Ringrazio Marino Magliani per la disponibilità e ricordo ai visitatori che il 7 luglio alle 22 lo scrittore sarà presente a Mare Noir.

Scritto da Angelo Amoretti

15 giugno, 2006 alle 16:35

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