Un signore senza cravatta

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Ogni foto racconta una storia e un’immagine vale più di mille parole.
Mi sono soffermato sulla foto a pagina 39 de Il Secolo XIX, quella che immortala il momento dell’inaugurazione di OlioOliva col taglio del nastro da parte del Sindaco Luigi Sappa insieme al Presidente della Camera di Commercio, Giovanni Danio e e all’Assessore regionale Giancarlo Cassini.
A reggere il nastro, gli Assessori Marco Scajola da una parte e Claudio Baudena dall’altra.
Devo confessare che il primo pensiero che ho avuto, riguardo Danio, è stato: “Una cravatta poteva anche mettersela”.
Poi ho riflettuto, rendendomi conto che era proprio un pensiero sciocco.
Giovanni Danio è di Dolcedo e evidentemente, senza uno scopo preciso, ci tiene a mantenere vive le tradizioni dell’entroterra. E nell’entroterra la cravatta la mettevamo (noi, i nostri genitori e i nostri nonni) quando c’era un matrimonio. Qualcuno la domenica per andare a messa o alla festa patronale.
Non so se Danio intenda dare questo segnale (o se semplicemente non sopporta le cravatte), ma io lo recepisco così e lo stimo molto.
Non a caso, nella lettera che ha inviato al Decimonono, pubblicata a pagina 37, ci tiene a sottolineare che l’olio proviene dal lavoro dei contadini dell’entroterra e che i visitatori di OlioOliva che acquisteranno l’olio esposto alla Fiera, porteranno nelle loro case un pezzo di Liguria.
Già, i contadini lavorano la terra con la schiena piegata per gran parte dell’anno per ricavare l’olio che poi verrà venduto a qualche azienda in città. Non è cambiata di molto la storia.
E quando i contadini si vestivano “bene” per scendere a vendere il loro prodotto, ammettiamolo, erano guardati un po’ dall’alto al basso, dai villici.
I quali villici però, che avevano giacca e cravatta, in tempo di guerra, per togliersi la fame si facevano ospitare da qualche parente o conoscente dell’entroterra perché almeno la domenica mangiavano coniglio, o uccelletti in casseruola.
La nostra è una città che può puntare da una parte sulla ricchezza offerta dal mare, dall’altra sui prodotti della terra” dice l’Assessore Marco Scajola con la cravatta.
Se per ricchezza offerta dal mare si riferisce alle barche che presto verranno a ormeggiare nel nuovo porto è un conto, se si riferisce alla ricchezza naturale vorrei fargli notare che l’orata senza olio d’oliva vale poco. Ci rifletta, ogni volta che ne gusta una.
Noi dell’entroterra facciamo anche a meno dell’orata: abbiamo le trote.
E’ per questo che l’altro assessore con la cravatta, quello alla Cultura, Claudio Baudena, alla sua frase: “Una festa che esalta la storia, la cultura e le tradizioni della città” avrebbe dovuto aggiungere: “..e dell’entroterra”.
Ed è per questo che temo che Giovanni Danio non verrà rieletto Presidente della Camera di Commercio: perché purtroppo, senza cravatta, al giorno d’oggi si va poco lontano.
Ma si può essere signori anche senza e Danio lo è.
Per questo gli auguro di essere rieletto, chiedendogli di non dimenticare mai le sue origini.

Scritto da Angelo Amoretti

25 novembre, 2006 alle 11:26

Pubblicato in Attualità, Personaggi



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