Ancora sul raddoppio

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Anche La Riviera in edicola oggi si occupa di raddoppio ferroviario e del porto di Oneglia.
Nel suo fondo Andrea Moggio, che parla di appalti e di discariche e che vi invito a leggere tutto, a un certo punto scrive:

[...]Ora, con la presa di posizione di Forza Italia, la politica, senza neppure un minimo di autocritica, cavalca incredibilmente la tigre e fa proclami e ci vuole far credere che con Scajola ancora al Governo a quest’ora la ferrovia sarebbe già stata terminata, il mare sarebbe più pulito e il cielo più terso.
Almeno il Presidente Giuliano ha l’onestà intellettuale di ammettere che, in effetti, si è arrivati proprio con l’acqua alla gola nell’individuare le discariche. Del resto siamo o non siamo il paese dello scaricabarile?

A pagina 27 c’è un’altra perla di saggezza (cose rare dalle nostre parti) a firma Mattia Mangraviti dal titolo “Senza Claudo Scajola siamo persi. Il Vangelo secondo Ranise.”
Lo riporto tutto perché ritengo ne valga la pena.

Lunedì, durante la conferenza stampa indetta da Forza Italia per prendere posizione sulla vicenda del blocco del raddoppio ferroviario, è intervenuto anche il coordinatore provinciale del partito Antonello Ranise.
Circondato da un’aureola tricolore e da una soave fragranza di incenso, ha indicato la via della salvezza: Claudio Scajola. Panacea di tutti i mali. Sì, proprio lui, l’uomo che disceso dal cielo, passando per Palazzo Chigi, ha portato Imperia sulle vette dell’Olimpo. Da quando è ritornato tra noi umani, perdendo le angeliche ali della casa delle libertà, la nostra città non è più la stessa. Solo con il suo ritorno, preannunciato nel Vangelo di Antonello, si potrà intravedere nuovamente la luce. Senza Claudio insomma siamo persi e come ha spiegato Ranise, in ginocchio sui ceci, con il viso rivolto verso Roma e rigato dalle lacrime, “Se ci fosse stato lui…”
Con Scajola sarebbe stato tutto diverso, i lavori della ferrovia sarebbero proseguiti e magari avremmo anche ottenuto sconti sui biglietti per i prossimi cento anni. Peccato però che Claudio Scajola non sia più al governo e indipendentemente dal fatto che la nostra città non ne tragga un vantaggio, sarebbe ora che i nostri amministratori cominciassero a camminare con le proprie gambe, senza piangersi addosso per la perdita di un “politico di rilievo nazionale”.

Letto questo non ho più dubbi: i compagni hanno occupato la Riviera.

Scritto da Angelo Amoretti

28 settembre, 2007 alle 18:53