SAD CITY – di E. Stark – Undicesima puntata

senza commenti

Il tempo era splendido. Non ne ero certo, ma con ogni probabilità l’onorevole avrebbe fatto il suo solito giro in bicicletta del sabato mattina.
Era diventata un’abitudine ormai e quando tornava a casa, quasi tutte le settimane, prendeva la bicicletta e usciva per le vie di Sad City. Aveva la scorta, naturalmente, e quando passava lui sembrava di assistere a una gara ciclistica perchè c’erano staffette davanti e dietro.
Mi ero appostato su una piazzetta che offriva una panoramica di almeno cinquecento metri sul tragitto che avrebbe percorso e aspettai. L’attesa non fu lunga perché dopo una mezzoretta ecco laggiù la carovana che stava andando verso ovest. Sapevo che entro pochi minuti avrebbe svoltato e rifatto il percorso all’indietro.
Non volevo far troppo male e speravo che Frank non avesse esagerato con la potenza dell’esplosivo. Lasciai che i due poliziotti passassero vicino al tombino e quando l’onorevole fu a cinque o sei metri diedi l’input col cellulare.
Ci fu un botto incredibile, tipo quello che causò la morte di Carrero Blanco in Spagna. Come in quell’occasione tutti pensarono che si fosse trattato di una fuga di gas. Da quello che rimaneva del tombino, infatti, si sprigionò il classico odore del metano e inoltre un tubo dell’acqua, nello scoppio, in pochi minuti stava allagando il buco provocato dall’esplosione, cancellando per sempre qualche eventuale traccia di esplosivo.
Qualche minuto dopo ci fu un viavai incredibile di pompieri, polizia e ambulanze. La bicicletta dell’onorevole era finita su una palma, a circa venti metri dal tombino esploso. Lui fu trovato nel negozio vicino alla strada. Lo spostamento d’aria l’aveva letteralmente sbattuto dentro, fracassando la vetrina. Credo sia stato proprio il gestore del negozio a chiamare i primi soccorsi. Le macchine si erano fermate tutte: c’era gente che urlava e qualcuno stava portando i primi soccorsi. Metà della strada era una voragine almeno larga quattro metri e profonda due. Cazzo, Frank aveva un po’ esagerato! Approfittando della confusione, scesi per i vicoli per andare a raggiungere la mia macchina. Incontrai una vecchietta che mi chiese cosa fosse successo. Non mi fermai, ma senza guardarla in faccia, tutto concitato, risposi che avevo sentito un’esplosione e che stavo andando a vedere.
Salito in macchina, presi la direzione verso est e me ne tornai a casa. Non c’erano posti di blocco perché tutti pensavano che l’esplosione fosse stata causata da una fuga di gas.
Lasciai passare qualche giorno, seguendo gli sviluppi delle indagini attraverso i giornali locali e nazionali.
Ogni mattina, come al solito, scendevo al bar e la gente non parlava d’altro. C’era chi sosteneva che si fosse trattato di un attentato, magari della mafia, e chi diceva che sicuramente non c’entravano nè mafia nè terroristi perché probabilmente era stata la fuga di gas a provocare quel macello.
Nessuno era morto, per fortuna. I poliziotti della scorta che stavano dietro all’onorevole avevano riportato ferite serie agli arti e leggeri traumi cranici.
Quello che stava peggio era l’onorevole: apparentemente aveva perso l’uso della parola e non ricordava niente.
Il tempo passava, c’erano stati molti controlli tra i gruppi più scalmanati di Sad City e qualche mafioso. Qualcuno fu portato in galera, ma nessuno venne incriminato.
L’onorevole si era ripreso, ma non riusciva a camminare senza l’aiuto di qualcuno. Aveva perso completamente la memoria e quando parlava diceva frasi sconnesse. La famiglia gli stava vicino e la domenica mattina qualcuno lo portava a fare una passeggiata sul lungomare. Le persone che lo incontravano, lo salutavano con cordialità e lui rispondeva con un sorriso, ma non riusciva mai a formulare un pensiero compiuto. Dal punto di vista politico, la sua carriera era finita e dopo un po’ anche quelli che gli erano stati vicini quando era in politica, non andarono più a trovarlo.
Dopo sei mesi presi un aereo per il Costa Rica e lasciai Sad City al suo destino.

Scritto da Angelo Amoretti

27 novembre, 2005 alle 9:49

Pubblicato in Racconti



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