Asparagi amari

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Ecco le interviste a Claudio Scajola pubblicate ieri dal Corriere della Sera e Il Secolo XIX dalle quali si evince che probabilmente il nostro farà votare la lista  ”Cervo con Zeddapiras“.

CORRIERE DELLA SERA

L’escluso. L’ex coordinatore di FI: «Mi dedicherò alla famiglia»
L’ex ministro si ritira nell’orto
«Mi bastonano sempre. Volti nuovi? Leggete le liste»
«Chi usa la storia della casa è un infame»

«Io non ci sono».

Non è il numero di Claudio Scajola?

«Sono io, ma faccia conto che sta parlando con un fantasma».

Un fantasma?

«Sono nel mio giardino, cammino avanti e indietro e curo le piante. Sono impegnato con i miei asparagi ed è la cosa che mi dà più soddisfazione in questo momento».

Sono le 17.35 e l’ex ministro degli Interni, delle Attività produttive, dell’Attuazione del programma e dello Sviluppo economico con Berlusconi — già sindaco di Imperia, coordinatore
nazionale di Forza Italia, deputato, nonché presidente del Copaco — ha ormai la certezza di essere stato fatto fuori dalle liste azzurre per le elezioni Europee.

Silurato?

«Mancano tre ore alla chiusura e nessuno mi ha chiamato. Non sapendo nulla, arguisco di non essere in lista. Avevo dato la mia disponibilità, ma non è stata raccolta».

È deluso? Arrabbiato?

«Non è giornata, quindi sistemo gli asparagi. Ormai sono rodato a prendere bastonate dai miei. Non si offenda, la saluto e mi dedico alle piante».

Su Imperia cala il sole, le agenzie di stampa battono i nomi dei prescelti e Scajola non c’è.

Questa volta risponde al primo squillo: «Lei di certo sa che al tramonto l’orto si lascia quieto».

Appunto, lasciamo stare la botanica e parliamo di Forza Italia. È ancora il suo partito? Darà una mano in campagna elettorale o se ne va anche lei, dopo Bonaiuti?

«Adesso vorrei occuparmi della mia famiglia, che è per me la cosa più importante».

La sua esclusione non è ancora ufficiale…

«In queste cose l’ufficialità è data dalla non notizia. Ho fatto liste per tutta la mia vita politica. Liste inclusive, dove i territori erano rappresentati e anche la diverse anime di Forza Italia. Tutte, in modo equilibrato. Ecco, io sono rimasto a quella cultura lì».

Il capolista nel Nord Est è Giovanni Toti. Il consigliere politico di Berlusconi ed ex direttore del Tg4 ha detto che lei non può correre alle Europee, perché la vicenda della casa al Colosseo «pesa troppo».

«Si vede che le assoluzioni con formula piena non bastano più. Nelle motivazioni della sentenza di un tribunale della Repubblica c’è scritto, tra virgolette, “Scajola era all’oscuro di quello che gli veniva tramato alle spalle”».

La procura di Roma ha impugnato la sentenza.

«La storia della casa è un pretesto e chi lo utilizza è un infame».

C’è anche il tema del rinnovamento. Lei in effetti non è proprio un nuovo innesto…

«Ma le ha lette, le liste? Ha visto chi c’è al Sud? Raffaele Fitto, Clemente Mastella…»

Nuovissimi non sono, in effetti. E hanno anche qualche problemino con la giustizia.

«Non voglio esprimere giudizi, sono tutte belle persone. Io non ne ho mai voluto fare una questione personale, ho chiesto liste competitive per mobilitare gli elettori sul territorio».

Ha detto che la base, senza di lei in lista, non si mobiliterà. E che Forza Italia rischia di essere scavalcata da Grillo.

«Ho posto una questione politica. Adesso però devo andare. Mi stanno cercando tutti, anche se io non ho nessuna voglia di parlare».

Monica Guerzoni – Corriere della Sera

IL SECOLO XIX

L’intervista:

Scajola: «Io non in lista perché faccio ombra, ma resto in Forza Italia».

«Ho passato il pomeriggio a coltivare gli asparagi. Loro sì che danno soddisfazione, crescono bene e in fretta».

Quasi lo vedi, Claudio Scajola, nell’orto di Villa Nininaacurare gli ortaggi, che qualche volta (e per qualcuno spesso) danno più soddisfazioni degli uomini.
Scajola è fuori: niente candidatura alle Europee.
Le liste del collegio Nord Ovest sono state un cruccio fino all’ultimo giorno, per Forza Italia. Tira e molla, tira e molla. Poi il responso: niet, e nemmeno una telefonata dall’ex Cavaliere per indorare la pillola.
E così,camminando intorno alla villa di DianoCalderina,la sua fantasia sarebbe di impugnare il manico della zappae di romperlo in testa a qualcuno. Ma non va così: anche quando ha la mosca al naso, Scajola conta fino a dieci e poi smorza i toni.

«Chiariamoci subito. Io non ho chiesto niente. Non sono andato da nessuno con il piattino in mano. Io ho solo dato, anche per iscritto, tutta la mia disponibilità per queste elezioni Europee».

Mettersi a disposizione, come lei ha fatto, al netto del politichese vuol dire sollecitare una candidatura o almeno sperarci…

«No. Vuol dire dare il massimo contributo di esperienza per fare in modo che le liste siano davvero competitive, che possano vincere. E non solo perché c’è Scajola: ma perché ogni scelta dev’essere commisurata al risultato, bisogna selezionare gli uomini migliori».

Invece nulla.

«Invece non sono candidato e a questo punto posso dire soltanto una cosa: auguri».

Auguri e addio?

«Auguri e per l’intanto prendo mia moglie e insieme andiamo a farci una vacanza di quattro giorni per Pasqua».

Il che non vuol dire che Scajola lascia Forza Italia…

«Anche questa cosa dev’essere chiarita una volta per tutte. Io ho visto la nascita di Forza Italia, io non me ne vado. Sono girate tante ipotesi fantasiose, in questi ultimi giorni, persino che io mi sarei candidato con altre liste, sempre nell’ambito del centrodestra…».

I boatos sono girati eccome. Ha fatto anche capolino l’opzione Udc…

«Ecco, appunto. Tutte cose senza alcun fondamento. Da Forza Italia non me ne andrò».

La verità: Silvio Berlusconi si è fatto vivo?

«No».

Non ha nemmeno provato a cercarlo, magari senza ottenere risposta?

«Ho già detto che ho trascorso la giornata a coltivare asparagi e la mia risposta è chiarissima».

Perché lo stop a Scajola?

«Questo non credo di dover essere io a spiegarlo. So che io ho fatto, ma soprattutto “loro” hanno fatto, una serie di sondaggi.E il risultato era chiarissimo: avrei ottenuto un risultato elettorale brillante. Dico di più: non soltanto in Liguria, e la cosa sarebbe stata naturale, ma anche in Lombardia e in Piemonte. Molte, moltissime preferenze».

Allora Forza Italia è autolesionista?

«E non spetta a me parlare! Le analisi sono già state scritte, sono stati altri, gli esperti di politica, a spiegare la dinamica della mia esclusione. Magari avrei potuto mettere in ombra qualcuno? Non lo so, vedo che qualcuno lo scrive già da giorni».

D’accordo. Quel nome dalla bocca di Claudio Scajola non esce e non c’è verso. È quello di Giovanni Toti, il consigliere politico dell’ex premier Silvio Berlusconi, l’ex direttore del Tg4 nell’epoca post Fede .Sarà lui il capolista della circoscrizione Nord Ovest. È quello il punto debole ,il tallone di Achille di Scajola. Ancora di più ora che gli analisti politici scrivono, tutti a chiare lettere, del suo sacrificio per mettere in pista di lancio l’astro nascente degli Azzurri.

Avrebbe potuto scombussolare giochi già fatti?

«Non credo fossero già fatti, visto che il quadro della nostra circoscrizione è stato l’unico a rimanere aperto fino all’ultima giornata. Io constato solo che avrei potuto fare un ottimo risultato e tutti i test l’hanno confermato».

Il Cav, anzi, l’ex Cav, aveva espresso dei dubbi sulla sua candidatura qualche settimana fa. Aveva detto che la vicenda della casa al Colosseo avrebbe comunque pesato nell’immaginario dell’elettorato.

«Ma io da quella vicenda sono stato assolto, anche il giudice ha creduto alla mia innocenza. Anzi, questa sentenza sarebbe stata il miglior viatico per una candidatura. No, non credo sia questo il motivo di questa scelta».

Adesso che cosa succederà all’interno di Forza Italia, in Liguria?

«Ho già detto che parto per le vacanze. Soltanto al mio ritorno sarà il caso di fare qualunque altra valutazione,sicuramente non oggi. Oggi asparagi».

Ha dichiarato nelle scorse settimane che lei non avrebbe mai praticato il tradimento comearma di rivincita, nemmeno nel caso di una sua esclusione dalla corsa all’Europa.

«Infatti faccio a tutti i migliori auguri»

Marco Menduni – Il Secolo XIX