Archivio per tag ‘Claudio-Scajola’

La caduta di stile dell’onorevole Claudio Scajola

11 commenti al post

L’ex parlamentare Claudio Scajola, in tribunale, si permette di fare battutine su Ivan Bracco, l’ispettore capo della Polizia Postale di Imperia.
Mi dispiace che l’onorevole abbia avuto questa caduta di stile. Bracco è un poliziotto, uomo dello Stato, molto di più di quanto lo sia Claudio Scajola, che, anche se probabilmente si crede un cittadino “più uguale” degli altri, forse dovrebbe avere un po’ più di rispetto per un servitore dello Stato, quindi di tutti noi.
Lo dico senza polemica e se dovessi scegliere tra lui e Ivan Bracco, non avrei alcuna titubanza.
Qui c’è la notizia.
Il Secolo XIX di oggi riporta:

[...] L’exparlamentare – che è anche imputato nel processo di Reggio Calabria per avere favorito la latitanza di Amedeo Matacena – non ha rinunciato, alla fine, a punzecchiare il poliziotto.Prima,in un momento in cui l’ispettore era uscito dall’aula,dicendo ironicamente «Bracco non c’è? È scappato?», quindi, alla fine della testimonianza dei due periti, rivolgendosi direttamente all’interessato, commentando quanto emerso proprio dalla doppia deposizione: «Le cose quando si fanno bisogna farle bene». Ricevendo una risposta asciutta e cortese: «Faccio il poliziotto e cerco di farlo bene, accerto dei fatti e li riferisco»[...]

Scritto da Angelo Amoretti

1 aprile, 2015 alle 12:40

Buzzi, al fresco per associazione mafiosa, a maggio difendeva Scajola

21 commenti al post

Questa è la lettera in difesa di Scajola che Salvatore Buzzi inviò lo scorso maggio a Il Tempo e che il Fatto Quotidiano ha ripubblicato ieri.
Salvatore Buzzi, iscritto al PD e presidente della cooperativa sociale 29 giugno, è al fresco per le note vicende di Mafia Capitale.
Essere difeso da uno così son soddisfazioni:

Caro Direttore, da giorni imperversa sulle prime pagine di tutti i giornali l’arresto di Claudio Scajola e Chiara Rizzo ma fino ad oggi sebbene abbia letto attentamente le cronache non riesco a capire il motivo per il quale sono stati arrestati. Facendo la doverosa premessa che sono elettore del centrosinistra ed anche un iscritto del PD per sgomberare il campo da equivoci politici, leggo che l’accusa che ha portato all’arresto di Scajola è tentato favoreggiamento nei confronti di Amedeo Matacena, attualmente latitante a Dubai, a seguito di una condanna per concorso esterno in associazione mafiosa, per tentare di farlo andare da Dubai in Libano.

Premesso che a Dubai non vi è trattato di estradizione con l’Italia mentre con il Libano esiste e pertanto il tentativo di Scajola sembrerebbe essere quello di far arrestare Matacena più che favorirne la latitanza – visto anche l’attuale arresto di Dell’Utri; premesso questo, non vedo quale sia il motivo che ha spinto la Procura a chiedere l’arresto ed il Gip a concederlo se in realtà è comunque un maldestro tentativo che se anche venisse provato, considerata l’età ed i precedenti, Scajola probabilmente verrebbe condannato ad una pena per la quale non varcherebbe mai le soglie del carcere.

E che dire di Chiara Rizzo, accusata dello stesso reato! Come tutti bene sanno, un congiunto diretto non commette reato se aiuta il marito durante la latitanza, così come non può testimoniargli contro. Il comportamento di Chiara Rizzo è, invece, da portare ad esempio, se nonostante le traversie del marito che lo hanno portato a fuggire dall’Italia gli è restata devota e si è fatta addirittura arrestare per chiarire la sua posizione. Chapeau per Chiara Rizzo e Fortunato Matacena ad avere una moglie così, che non è scappata al primo stormire di fronde, come altre volte abbiamo visto in circostanze analoghe.

Mi stupisco come mai queste mie osservazioni, fatte da molti, non siano apparse sulla stampa. L’arresto di Scajola sicuramente avrà soddisfatto quella parte politica che combatte l’avversario con fare giustizialista; per me, invece, che lavoro da 30 anni in una cooperativa sociale di reinserimento socio – lavorativo di detenuti, il garantismo è da sempre la stella polare, soprattutto in presenza di carcerazione preventiva. In un momento come questo, ove la politica è sempre più screditata e molta lotta politica avviene per via giudiziaria e dalla stampa si plaude sovente all’arresto di personaggi pubblici, ebbene in un contesto come questo, per quanto possa apparire impopolare, dobbiamo avere il coraggio di affermare che la libertà individuale è un valore assoluto e mai negoziabile e che non c’è un fine che possa giustificare il mezzo.”

Salvatore Buzzi
Presidente Cooperativa Sociale 29 Giugno

Scritto da Angelo Amoretti

11 dicembre, 2014 alle 18:38

I pm: Scajola subito a processo

3 commenti al post

Marco Menduni per il Secolo XIX

Caso Matacena, richiesta di rito immediato
I pm:«Scajola subito a processo»
Ma non per mafia
I difensori: è una mossa perché non torni libero

La procura antimafia di Reggio Calabria chiede il giudizio immediato per Claudio Scajola e per Chiara Rizzo, la moglie dell’ex deputato di Forza Italia Amedeo Matacena, riparato a Dubai per sottrarsi a una condanna, ridotta nelle scorse settimane dalla cassazione da 5 a 3 anni. Ma subito scoppia la polemica innescata dagli avvocati difensori.
Per i legali la scelta dei pm di accelerare la corsa verso il processo risponde a un disegno preciso: evitare che l’ex ministro e la bionda lady arrestata al suo rientro in Francia possano tornare in libertà dagli arresti domiciliari.
Tra pochi giorni (per Scajola il termine coincide con i tre mesi dall’arresto, avvenuto l’8 maggio) entrambi sarebbero ritornati in libertà. Se fosse invece accolta la richiesta di rito immediato, i termini tornerebbero di nuovo a decorrere. Una decisione ancor più contestata per il fatto che la procura non ha voluto più ascoltare Scajola dopo il primo interrogatorio in carcere, a regina Coeli, nonostante l’ex ministro in almeno tre occasioni l’abbia richiesto per chiarire ulteriori circostanze.
Ora il giudice ha cinque giorni davanti per decidere se dare il via libera alla richiesta della procura. Con il rito immediato si salta l’udienza preliminare e il processo inizia subito: la stessa formula utilizzata dai pm (con scarso successo, a constatare i risultati raggiunti a oggi) per Silvio Berlusconi nel caso Ruby. Occorre però l’evidenza della colpa e i pm ritengono che ci sia. Non attendono nemmeno ottobre, data nella quale si discuterà dell’aggravante “mafiosa” per gli imputati. Il gip, che pure aveva dato il via libera agli arresti, l’aveva negata: Scajola e la Rizzo non avevano aiutato la criminalità organizzata.
I pm non sono d’accordo e hanno deciso di far ricorso. Che cosa accadrà ora,non è chiarissimo nemmeno agli addetti ai lavori: è un caso anomalo che venga chiesto il giudizio immediato mentre ancora non è arrivata una decisione su una delle aggravati addebitate agli indagati. Al momento, comunque, questa non viene contestata.
Nella richiesta arrivata ieri mattina al giudice Barbara Bennato la circostanza è scomparsa, almeno per ora, dall’elenco dei reati. Scajola non è accusato di aver favorito la ‘ndrangheta, ma solo per procurata inosservanza della pena: tradotto, per i suoi tentativi di aiutare Matacena nella latitanza. Scajola, e per i pm è una circostanza evidente, si è attivato per spostare Matacena da Dubai, dove si era rifugiato dopo la condanna, in Libano, ritenuto un Paese più tranquillo per evitare l’estradizione. A confermarlo, sempre secondo l’accusa, ci sono tutte le telefonate tra lo stesso Scajola e Chiara Rizzo e i contatti dell’ex ministro con Vincenzo Speziali, nipote (e omonimo) dell’ex senatore del Pdl, indagato in un altro troncone dell’inchiesta. La Rizzo e il factotum dell’ex politico Martino Politi sono accusati anche di avere schermato i beni dello stesso Matacena allo scopo di sottrarli ad un eventuale sequestro.
La linea difensiva di Scajola sembra delineata. In realtà il suo interessamento per le sorti di Matacena non si è mai tradotto in nessuna azione concreta. Solo chiacchiere, qualche richiesta di informazioni, magari pure qualche millanteria per accaparrarsi la simpatia di Chiara Rizzo, ma nulla di più. Da far dire ai suoi avvocati Elisabetta Busuito e Giorgio Perroni: «Siamo fermamente convinti che dalle carte emerga la prova evidente della sua innocenza, che siamo fiduciosi di poter dimostrare se e quando potremo difenderci appieno dinanzi ad un Giudice terzo».

Scritto da Angelo Amoretti

30 luglio, 2014 alle 9:22

Considerazioni sull’arresto di Scajola

22 commenti al post

Da qualche giorno mi si chiede di scrivere qualcosa sull’arresto dell’On. Claudio Scajola e finalmente trovo un po’ di tempo per farlo.
Evito di scrivere tutto ciò che scrivono gli altri perché la stessa notizia che trovate su un portale o su un quotidiano online o cartaceo, proviene dall’Ansa o da altri quotidiani ed è un minestrone che a forza di girare stanca.
In verità non saprei neppure da che parte iniziare e non mi va di sparare sulla Croce Rossa, anche perché non è escluso che tra non molto, magari, ci sarà un ritorno trionfale del nostro statista e ad aspettarlo sul ponte dell’Impero ci saranno anche quelli che oggi gli danno addosso e domani lo chiameranno per intervistarlo.
E’ meglio sgombrare subito il campo da equivoci: di Scajola non mi fido e della Giustizia neppure. Lo dico con tutto il rispetto per giudici, magistrati e tutto ciò che le gira intorno.
Per capire cosa intendo dire provate a ripensare alla sentenza su Andreotti, alla vicenda Dell’Utri e a quella di Berlusconi, per non andare tanto lontano.
Non mi fido, ma rispetto le sentenze. E quella per Scajola deve ancora arrivare. Dal momento che ritengo questo Paese, il mio Paese, un Paese da terzo mondo non esprimo giudizi perché in campo politico e giudiziario ne ho viste già fin troppe.
Vorrei solo fare una riflessione e, seriamente, chiedo il vostro parere, giusto per confrontarlo e chiarirmi meglio le idee.
Il nostro concittadino è, quel che si dice dalle nostre parti, un tonno, tanto per cominciare. E lo dico senza cattiveria: mi domando come possa uno che è stato Ministro dell’Interno e poi presidente del Copaco, nel 2014, dopo tutto ciò che abbiamo letto sulle intercettazioni, che tra l’altro riguardavano anche lui, continuare allegramente a parlare con quello “strumento del cazzo” (come lui chiama il cellulare).
Ingenuità, spregiudicatezza, sentirsi immune e al di sopra di tutto? Non so rispondere, ma mi piacerebbe tanto poterlo fare.
Nelle cronache si parla anche di una eventuale appartenenza a una qualche loggia massonica, ma ho l’impressione che chi l’ha scritto abbia le idee poco chiare sulla Massoneria.
Non ce lo vedo, Sciaboletta, con i pantaloni tirati su, gli occhi bendati e il cappio al collo. Al limite lo vedo con i pantaloni tirati giù insieme a una bella ragazza bendata e con il cappio al collo.
Se fosse un “fratello” come mai è stato arrestato, per dire? Certo, anche i fratelli finiscono al fresco, qualche volta, ma Craxi e Berlusconi no.
Il pregiudicato dice che l’esclusione di Scajola dalle liste per le elezioni Europee non dipende dal fatto che sulla testa del nostro aleggiasse il tintinnio delle manette, ma dal fatto che, secondo certi sondaggi, avrebbe portato pochi voti.
Penso che sia una palla colossale. Su Sanremonews, nel giorno più nero del ponente ligure, prima c’era quella notizia, poi è comparsa quella dell’arresto.
Dunque: Berlusconi e Toti sapevano che le manette stavano arrivando. Scajola lo sapeva o no?
Uno che è stato Ministro dell’Interno e che ai suoi ebbe a dire: “So tutto di voi” ce l’avrà ancora qualche talpa da qualche parte o ce l’ha solo nella piantagione di asparagi? Forse è per questo che in quella che era una “baracca” teneva anche una doppietta: per sparare alla talpa?
E se lo sapeva, come mai non si è dato alla fuga? Ha sbagliato i tempi? Pensava di essere candidato, vincere e farla franca?
Come mai, ripeto, uno che è stato rivoltato come un calzino e, diciamolo, preso per il culo alla grande anche dalla polizia che va in cerca di anfore tanto per fare un sopralluogo, si fa trovare con dossier che neppure le piccole ditte che lavorano in nero tengono in casa? Come mai usava quel codice ridicolo [L. = Libano; B. = Beirut] ? Pensa che siano tutti abbelinati o un po’ lo è lui?
Se per parlare di questioni portuali si blindava nella stanza schermata (ricordate?) come mai per parlare di aiutare un mafioso (esterno) usava lo “strumento del cazzo” o gli altri ancora più cazzuti (Skype e Viber)?
Come mai mandava la scorta qua e là senza preoccuparsi che magari li avrebbero pinzati e che i contribuenti si sarebbero leggermente indignati?
Ecco, queste sono le domande che mi pongo e alle quali, con il vostro aiuto, spero di dare una risposta.

P.S. Se c’è qualche fratello che legge, magari con un nick tipo “Hiram”, “Stella del mattino” e via dicendo, può dirmi se il nostro è o non è massone, giusto per confortare la mia tesi?
P.S.2: di commenti inutili  faccio a meno perché ritengo che la questione sia seria.
Grazie.

Scritto da Angelo Amoretti

12 maggio, 2014 alle 17:57

Arrestato l’On. Claudio Scajola

32 commenti al post

L’ ex ministro è stato arrestato dagli investigatori della Dia in un noto albergo della capitale. Otto i provvedimenti eseguiti della Dia di Reggio Calabria, tra cui persone ritenute legate al noto imprenditore reggino ed ex parlamentare Amedeo Matacena, anch’egli colpito da provvedimento restrittivo insieme alla moglie Chiara Rizzo ed alla madre Raffaella De Carolis. Matacena è latitante, dopo una condanna definitiva per concorso esterno in associazione mafiosa.
[fonte: il Fatto Quotidiano.it]

Scritto da Angelo Amoretti

8 maggio, 2014 alle 9:32

Pubblicato in Politica

Tag:

Asparagi amari

34 commenti al post

Ecco le interviste a Claudio Scajola pubblicate ieri dal Corriere della Sera e Il Secolo XIX dalle quali si evince che probabilmente il nostro farà votare la lista  ”Cervo con Zeddapiras“.

CORRIERE DELLA SERA

L’escluso. L’ex coordinatore di FI: «Mi dedicherò alla famiglia»
L’ex ministro si ritira nell’orto
«Mi bastonano sempre. Volti nuovi? Leggete le liste»
«Chi usa la storia della casa è un infame»

«Io non ci sono».

Non è il numero di Claudio Scajola?

«Sono io, ma faccia conto che sta parlando con un fantasma».

Un fantasma?

«Sono nel mio giardino, cammino avanti e indietro e curo le piante. Sono impegnato con i miei asparagi ed è la cosa che mi dà più soddisfazione in questo momento».

Sono le 17.35 e l’ex ministro degli Interni, delle Attività produttive, dell’Attuazione del programma e dello Sviluppo economico con Berlusconi — già sindaco di Imperia, coordinatore
nazionale di Forza Italia, deputato, nonché presidente del Copaco — ha ormai la certezza di essere stato fatto fuori dalle liste azzurre per le elezioni Europee.

Silurato?

«Mancano tre ore alla chiusura e nessuno mi ha chiamato. Non sapendo nulla, arguisco di non essere in lista. Avevo dato la mia disponibilità, ma non è stata raccolta».

È deluso? Arrabbiato?

«Non è giornata, quindi sistemo gli asparagi. Ormai sono rodato a prendere bastonate dai miei. Non si offenda, la saluto e mi dedico alle piante».

Su Imperia cala il sole, le agenzie di stampa battono i nomi dei prescelti e Scajola non c’è.

Questa volta risponde al primo squillo: «Lei di certo sa che al tramonto l’orto si lascia quieto».

Appunto, lasciamo stare la botanica e parliamo di Forza Italia. È ancora il suo partito? Darà una mano in campagna elettorale o se ne va anche lei, dopo Bonaiuti?

«Adesso vorrei occuparmi della mia famiglia, che è per me la cosa più importante».

La sua esclusione non è ancora ufficiale…

«In queste cose l’ufficialità è data dalla non notizia. Ho fatto liste per tutta la mia vita politica. Liste inclusive, dove i territori erano rappresentati e anche la diverse anime di Forza Italia. Tutte, in modo equilibrato. Ecco, io sono rimasto a quella cultura lì».

Il capolista nel Nord Est è Giovanni Toti. Il consigliere politico di Berlusconi ed ex direttore del Tg4 ha detto che lei non può correre alle Europee, perché la vicenda della casa al Colosseo «pesa troppo».

«Si vede che le assoluzioni con formula piena non bastano più. Nelle motivazioni della sentenza di un tribunale della Repubblica c’è scritto, tra virgolette, “Scajola era all’oscuro di quello che gli veniva tramato alle spalle”».

La procura di Roma ha impugnato la sentenza.

«La storia della casa è un pretesto e chi lo utilizza è un infame».

C’è anche il tema del rinnovamento. Lei in effetti non è proprio un nuovo innesto…

«Ma le ha lette, le liste? Ha visto chi c’è al Sud? Raffaele Fitto, Clemente Mastella…»

Nuovissimi non sono, in effetti. E hanno anche qualche problemino con la giustizia.

«Non voglio esprimere giudizi, sono tutte belle persone. Io non ne ho mai voluto fare una questione personale, ho chiesto liste competitive per mobilitare gli elettori sul territorio».

Ha detto che la base, senza di lei in lista, non si mobiliterà. E che Forza Italia rischia di essere scavalcata da Grillo.

«Ho posto una questione politica. Adesso però devo andare. Mi stanno cercando tutti, anche se io non ho nessuna voglia di parlare».

Monica Guerzoni – Corriere della Sera

IL SECOLO XIX

L’intervista:

Scajola: «Io non in lista perché faccio ombra, ma resto in Forza Italia».

«Ho passato il pomeriggio a coltivare gli asparagi. Loro sì che danno soddisfazione, crescono bene e in fretta».

Quasi lo vedi, Claudio Scajola, nell’orto di Villa Nininaacurare gli ortaggi, che qualche volta (e per qualcuno spesso) danno più soddisfazioni degli uomini.
Scajola è fuori: niente candidatura alle Europee.
Le liste del collegio Nord Ovest sono state un cruccio fino all’ultimo giorno, per Forza Italia. Tira e molla, tira e molla. Poi il responso: niet, e nemmeno una telefonata dall’ex Cavaliere per indorare la pillola.
E così,camminando intorno alla villa di DianoCalderina,la sua fantasia sarebbe di impugnare il manico della zappae di romperlo in testa a qualcuno. Ma non va così: anche quando ha la mosca al naso, Scajola conta fino a dieci e poi smorza i toni.

«Chiariamoci subito. Io non ho chiesto niente. Non sono andato da nessuno con il piattino in mano. Io ho solo dato, anche per iscritto, tutta la mia disponibilità per queste elezioni Europee».

Mettersi a disposizione, come lei ha fatto, al netto del politichese vuol dire sollecitare una candidatura o almeno sperarci…

«No. Vuol dire dare il massimo contributo di esperienza per fare in modo che le liste siano davvero competitive, che possano vincere. E non solo perché c’è Scajola: ma perché ogni scelta dev’essere commisurata al risultato, bisogna selezionare gli uomini migliori».

Invece nulla.

«Invece non sono candidato e a questo punto posso dire soltanto una cosa: auguri».

Auguri e addio?

«Auguri e per l’intanto prendo mia moglie e insieme andiamo a farci una vacanza di quattro giorni per Pasqua».

Il che non vuol dire che Scajola lascia Forza Italia…

«Anche questa cosa dev’essere chiarita una volta per tutte. Io ho visto la nascita di Forza Italia, io non me ne vado. Sono girate tante ipotesi fantasiose, in questi ultimi giorni, persino che io mi sarei candidato con altre liste, sempre nell’ambito del centrodestra…».

I boatos sono girati eccome. Ha fatto anche capolino l’opzione Udc…

«Ecco, appunto. Tutte cose senza alcun fondamento. Da Forza Italia non me ne andrò».

La verità: Silvio Berlusconi si è fatto vivo?

«No».

Non ha nemmeno provato a cercarlo, magari senza ottenere risposta?

«Ho già detto che ho trascorso la giornata a coltivare asparagi e la mia risposta è chiarissima».

Perché lo stop a Scajola?

«Questo non credo di dover essere io a spiegarlo. So che io ho fatto, ma soprattutto “loro” hanno fatto, una serie di sondaggi.E il risultato era chiarissimo: avrei ottenuto un risultato elettorale brillante. Dico di più: non soltanto in Liguria, e la cosa sarebbe stata naturale, ma anche in Lombardia e in Piemonte. Molte, moltissime preferenze».

Allora Forza Italia è autolesionista?

«E non spetta a me parlare! Le analisi sono già state scritte, sono stati altri, gli esperti di politica, a spiegare la dinamica della mia esclusione. Magari avrei potuto mettere in ombra qualcuno? Non lo so, vedo che qualcuno lo scrive già da giorni».

D’accordo. Quel nome dalla bocca di Claudio Scajola non esce e non c’è verso. È quello di Giovanni Toti, il consigliere politico dell’ex premier Silvio Berlusconi, l’ex direttore del Tg4 nell’epoca post Fede .Sarà lui il capolista della circoscrizione Nord Ovest. È quello il punto debole ,il tallone di Achille di Scajola. Ancora di più ora che gli analisti politici scrivono, tutti a chiare lettere, del suo sacrificio per mettere in pista di lancio l’astro nascente degli Azzurri.

Avrebbe potuto scombussolare giochi già fatti?

«Non credo fossero già fatti, visto che il quadro della nostra circoscrizione è stato l’unico a rimanere aperto fino all’ultima giornata. Io constato solo che avrei potuto fare un ottimo risultato e tutti i test l’hanno confermato».

Il Cav, anzi, l’ex Cav, aveva espresso dei dubbi sulla sua candidatura qualche settimana fa. Aveva detto che la vicenda della casa al Colosseo avrebbe comunque pesato nell’immaginario dell’elettorato.

«Ma io da quella vicenda sono stato assolto, anche il giudice ha creduto alla mia innocenza. Anzi, questa sentenza sarebbe stata il miglior viatico per una candidatura. No, non credo sia questo il motivo di questa scelta».

Adesso che cosa succederà all’interno di Forza Italia, in Liguria?

«Ho già detto che parto per le vacanze. Soltanto al mio ritorno sarà il caso di fare qualunque altra valutazione,sicuramente non oggi. Oggi asparagi».

Ha dichiarato nelle scorse settimane che lei non avrebbe mai praticato il tradimento comearma di rivincita, nemmeno nel caso di una sua esclusione dalla corsa all’Europa.

«Infatti faccio a tutti i migliori auguri»

Marco Menduni – Il Secolo XIX

Scritto da Angelo Amoretti

18 aprile, 2014 alle 9:16

Claudio Scajola fuori dalle liste per le elezioni Europee

13 commenti al post

Adesso si scatenerà l’inferno: chi farà votare, Claudio Scajola?
Conoscendo il suo temperamento mi aspetto di tutto e scommetto che stanno già avvenendo accordi sotto traccia a nostra insaputa.
Cosa chiederà in cambio l’escluso eccellente?
Analizzata dal suo punto di vista: “Perché io no e tutta quella massa di “marroni”, come li definisce il Fatto, sì?”
Vedremo alle elezioni.

Scritto da Angelo Amoretti

16 aprile, 2014 alle 23:10

Toti [in tuta] brucia Scajola, ma lui non ci sta

9 commenti al post

Ieri, a seguito di questa notizia avevamo fatto tutti, chi per un verso, chi per l’altro, un salto sulla sedia: come?! Toti brucia Scajola?!!
E oggi, sul Corriere della Sera, c’è questo articolo che riporto:

Toti silura Scajola
Lui si sfoga: mi trattano come un appestato
«Altre forze vogliono candidarmi con loro»

Senza pensarci un attimo, tra decine di aggettivi Claudio Scajola sceglie «abnorme». Premette che no, «io Giovanni Toti non lo conosco, penso che si sia espresso in modo diverso, anche perché lui come me dovrebbe aver fatto tesorodella lezione garantista di Berlusconi». Poi, però, affonda: «Trovo abnorme che il consigliere politico del presidente possa esprimere un pensiero come questo. Perché è un pensiero che lo annovererebbe tra le Procure più persecutorie, invece che tra i cittadini che hanno rispetto non dico di me, madella sentenza di un tribunale».
Alle sei di ieri pomeriggio, i suoi collaboratori leggono all’ex ministro le parole che Toti ha affidato a un’intervista a Gad Lerner, in cui il consigliere politico del Cavaliere riconosce a Scajola di essere stato «uomo fedele» e «miglior coordinatore del partito». Ma in cui la porta delle elezioni europee viene di nuovo sbarrata. Con questa motivazione: «La storia della casa del Colosseo, nonostante l’assoluzione e quindi la sua innocenza, ha pesato troppo. Credo che sia suo interesse stare più coperto e aspettare». «Preferirei che a deciderlo fossero gli elettori con il loro voto», risponde di primo acchito Scajola. Che dissimuli o meno rabbia, non è dato saperlo. Di certo c’è che il suo tono è calmo. «Non ho ben capito se è un pensiero recondito che gli è scappato», scandisce. «E mi sembrerebbe strano il contrario, soprattutto dopo che per quella vicenda mi ero dimesso, per rispetto delle istituzioni e senza che nessuno me lo chiedesse. Perché ho aspettato tanto tempo che la verità venisse fuori. Ed è venuta fuori con una sentenza limpida e motivata».
Il fatto che Scajola ostenti una calma quasi extraterrestre non lo rende, evidentemente, immune dal demone del sospetto.
«Vede, io sto qui fermo da settimane. E leggo sui giornali delle strane frasi sulla mia candidatura, gente che dice “Scajola candidato? Si vedrà”… Quasi fossi un appestato. A questo punto mi viene il sospetto. E ogni tanto mi chiedo: ma non è che nel mio stesso partito c’è gente che sperava che fossi condannato per la casa al Colosseo, invece che assolto?».
A sentire Scajola, l’aria che tira nei suoi confronti fuori dai confini forzisti è persino migliore da quella che si respira in una parte del suo partito. «Autorevoli esponenti di altre forze politiche, di cui ovviamente non faccio il nome, mi hanno chiamato scandalizzati per quello che leggono sul mio conto. Mi hanno anche chiesto di candidarmi con loro…». Domanda: e lei, Scajola, che cosa ha replicato? Risposta: «Ho ringraziato ma ho detto di no. La mia disponibilità a candidarmi c’è ma vale per Forza Italia. Sono stato vicino e leale con Berlusconi anche nei momenti più bui. Pensi che alle scorse Politiche ho fatto un passo indietro rispetto alla candidatura. Ma ora che sono stato assolto sono qua, di nuovo disponibile a essere in campo per le Europee. La mia disponibilità c’è, piena. E mi rimetto alla decisione di Berlusconi, che continuo a considerare un uomo saggio, un uomo giusto».
L’amarezza umana di sentirsi considerato alla stregua di un «appestato», quella è sempre difficile da nascondere. «Mi dà dispiacere e sofferenza», spiega Scajola. Poi però il timbro di voce si fa squillante. E succede nel momento in cui racconta «di questo bel giro che ho fatto nel Nordovest. Ho avuto un’accoglienza forte e calorosa, sa? Decidessi io, obbligherei tutti quelli che sono forti sul territorio a candidarsi alle Europee».
Ma non decide lui. Lui si rimette alla decisione di Berlusconi. «Uomo saggio, uomo giusto», ripete.

Tommaso Labate – Il Corriere della Sera

Scritto da Angelo Amoretti

2 aprile, 2014 alle 17:08

Ricomincia il film?

7 commenti al post

Distribuito da Medusa e probabile candidato ai prossimi Oscar nella sezione “miglior film comico straniero”.

Verso le Europee. Claudio Scajola riparte da Imperia. Incontro oggi alla Camera di Commercio

L’attuale scenario politico, le problematiche da affrontare e risolvere nel Ponente, la vicenda della casa romana e la partecipazione alle Elezioni europee. Questi, in sintesi, gli argomenti che saranno affrontati oggi da Claudio Scajola (foto). L’occasione è offerta dall’appuntamento in programma alle 18 nell’auditorium della Camera di commercio di Imperia: l’ex ministro, incontrerà cittadini, simpatizzanti e amici, ovvero i rappresentanti di Forza Italia della Riviera. A un’analisi sulle criticità politiche del momento, si aggiungeranno le prospettive future di sviluppo del Ponente.
Mentre per quanto riguarda il candidato a sindaco di Sanremo, la prospettiva è quella delle primarie per arrivare a un nome condiviso, per le Europee, sembra ormai quasi sicura la candidatura di Claudio Scajola che, proprio oggi, facendo una scelta «affettiva», fa partire da Imperia, la sua corsa verso Bruxelles. E potrà valutare direttamente il grado di risposta di cittadini e fedelissimi.[M.BR.]
La Stampa, 9 marzo 2014

Non riesco a capire se si tratta di un comunicato stampa o di un articolo vero e proprio: in questo caso chi lo ha firmato è da candidare al Pulitzer 2014. Mica per altro: se sono un suo “fedelissimo” o  mi si invita via telefono ad andare a venerare l’uomo più amato del Ponente, è un po’ difficile che vada a dirgli di lasciar perdere.

Scritto da Angelo Amoretti

9 marzo, 2014 alle 17:18

Pubblicato in Politica

Tag:

Claudio Scajola prepara il ritorno

9 commenti al post

Siccome ci tengo moltissimo, penso sia opportuno fare il punto della situazione.
Su Il Secolo XIX di oggi il nostro noto statista dice che vuole sentire prima il parere dei suoi concittadini per decidere su un’eventuale sua candidatura alle prossime elezioni europee. Così, giusto per sapere se lo ritengono ancora utile al territorio [non all'Europa, chiaramente].
Quindi domani sera dovrebbe riunire i fedelissimi e i quadri del partito [un Carrega, due Fontana e un Pomodoro].
E, scusate, ma è più forte di me, già m’immagino il fedele Ranise che si chiede se si nota di più se ci va o se sta a casa.
Ma su un portale locale leggo che domenica 9 marzo il nostro concittadino “annuncerà la sua candidatura alle Europee all’Auditorium della Camera di Commercio“.
Probabilmente immagina già quello che gli dirà la sua gente: è un tipo avantissimo.
Nel frattempo ricordate il famoso “discorso della macelleria” in piazza San Giovanni? Sì, quello che, insieme a tutti i loro pacchetti di voti, avrebbe dovuto far vincere Annoni, Fossati e compagnia bella?


[foto: Il Secolo XIX]

Ebbene, si è portato avanti anche il macellaio: ha chiuso il locale e sta aspettando di affittarlo a qualcuno.
Aveva già capito tutto, quel giorno.

Scritto da Angelo Amoretti

26 febbraio, 2014 alle 19:16