Archivio per tag ‘Claudio-Scajola’

Vicende Porto turistico

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Il Dirigente Comunale del settore Porti e Demanio, Pierre Marie Lunghi ha firmato il diniego alla proroga che aveva richiesto la Porto di Imperia SpA.
Acquamare, non ho capito se per ripicca o altro perché non sono pratico di queste cose, sospende le attività di commercializzazione delle opere a terra e a mare.
La moglie di Claudio Scajola acquista due posti barca con sconto a insaputa del marito.

Commentate pure.

Scritto da Angelo Amoretti

15 marzo, 2012 alle 19:56

Arresto Caltagirone: le dichiarazioni di Claudio Scajola

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Un amico mi ha inviato le prime dichiarazioni di Claudio Scajola rilasciate all’Ansa questo pomeriggio:

”Ho sempre considerato l’attività politica come il modo per contribuire alla crescita della mia comunita’ – afferma Scajola che ha diffuso una dichiarazione.
I cittadini di Imperia sono testimoni dell’impegno, quasi ossessivo, che ho profuso per lo sviluppo della mia città natale. Il porto, voluto con determinazione fin dai primissimi anni della mia lunga vita amministrativa, è un sogno e un segno che ho inseguito con la passione e la fatica di chi vuole credere nel futuro della propria comunità per un’opera strategica, ai fini della crescita della città e della regione”.
”Quanto accaduto negli ultimi due anni – prosegue l’ex ministro – mi amareggia. La magistratura, sono certo, avrà modo di definire con precisione i contorni della vicenda e confido che questa importante, grande e bella opera possa comunque essere conclusa nel tempo più breve a beneficio degli imperiesi”.
Quindi Scajola annuncia querele nei confronti del Secolo XIX: ”Proprio l’amore per la mia terra, la determinazione a realizzare quel sogno e soprattutto il rispetto della verità mi hanno oggi indotto a conferire incarico ai miei legali per denunciare il giornalista Fabio Pin. E’ infatti destituita di ogni fondamento la gravissima dichiarazione pubblicata dal Secolo XIX, che scrive: ‘Su sua (di Scajola, ndr) precisa indicazione, l’amministrazione comunale guidata da Luigi Sappa, aveva accuratamente evitato una gara di pubblica evidenza, cioè niente appalto’ ”.

Scritto da Angelo Amoretti

6 marzo, 2012 alle 18:10

Le interviste all’on. Scajola sul caso Ventimiglia

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IL SECOLO XIX

IL LEADER LIGURE DEL PDL CONFERMA LA FIDUCIA NELL’EX SINDACO: «NON HO PERCEZIONE DI UNA SUA RESPONSABILITÀ DIRETTA»
SCAJOLA: «ALLORA MEZZO NORD È MAFIOSO»
L’ex ministro: io difendo gli amministratori. La malavita ha interessi qui come in altri comuni ma non è padrona

«Intanto chiariamo una cosa. Io non ho mai detto che la mafia in Riviera non esiste, come del resto non ho mai pronunciato la frase “a mia insaputa”, ho avuto modo di spiegarlo più volte, che se c’era stato qualcosa sulla mia casa di Roma aldilà di quello che io dicevo, era avvenuto senza che io lo sapessi. Sul discorso della mafia ho sempre detto, e continuo a sostenerlo oggi, che il territorio del ponente ligure non è nelle mani della mafia. Lo dico e lo confermo, anche per la mia esperienza di Ministro dell’Interno e di presidente del Comitato sui servizi. Nel ponente ligure la mafia non è padrona».

L’ex ministro dell’Interno Claudio Scajola affronta il “day after” dello scioglimento del Consiglio comunale di Ventimiglia «per forme di condizionamento della criminalità organizzata», deciso dal Consiglio dei Ministri venerdì pomeriggio su proposta dell’attuale Ministro dell’Interno, Annamaria Cancellieri. «La conosco bene, ha lavorato con me, ci siamo sentiti proprio ieri. Ha fatto il suo dovere a proporre lo scioglimento, poi le verifiche verranno fatte con il tempo».

Onorevole, lei allora pensa che sia stato giusto sciogliere il Comune di Ventimiglia?

«Guardi, chi legge, chi ascolta è in genere portato a semplificare: rispondo di nuovo che se qualcuno osasse dire che questo angolo di Liguria è in mano alla ’ndrangheta, allora bisognerebbe avere il coraggio di dire che tutto il Nord Italia è in mano alla mafia, e allora che bisognerebbe sciogliere la metà dei Comuni. Mi chiedo invece: è possibile che nel Nord Italia siano stati sciolti solamente due Comuni della stessa provincia?».

Però non si può negare che in questa zona ci siano stati episodi gravi, come attentati a colpi di pistola, incendi, minacce.

«Che ci siano degli episodi di criminalità organizzata che destano preoccupazione è assolutamente vero, per due motivazioni. La prima è che ormai da tempo, perlomeno da un decennio, i capitali della mafia si spostano dai territori tradizionali al Nord Italia. Se dovessimo dire addirittura una frase giornalisticamente ad effetto, oggi i capitali della mafia sono maggiormente presenti nelle grandi regioni del Nord, e fra queste certamente c’è la Liguria. La seconda motivazione è che il territorio del ponente ligure è un territorio di confine. Negli accordi che feci qui a Imperia con Sarkozy, quando anche lui era Ministro dell’Interno, avevamo evidenziato la necessità di una più forte collaborazione tra la zona di frontiera francese e quella italiana. Anzi, con una certa insistenza da parte mia affinché le autorità francesi attuassero un forte contrasto alla criminalità nel Nizzardo».

Quindi il problema della presenza della criminalità organizzata nel ponente è legato prevalentemente alla vicinanza con la Francia?

«Come allora, anche adesso posso pensare che ci sia un’attività di utilizzo del territorio transfrontaliero, ma da qui a sostenere che questo è un territorio mafioso c’è di mezzo il mare, significherebbe affermare una cosa falsa».

Le indagini che hanno portato allo scioglimento indicano però come “di stampo mafioso” determinati episodi avvenuti nel ponente.

«Ci sono alcune caratteristiche precise delle attività della ‘ndrangheta, in particolare nel caso specifico, e non pare dai risultati delle operazioni di polizia degli ultimi anni, e da quelle già andate a sentenza, che si possano riscontrare queste caratteristiche, nelle sentenze non è mai emerso nulla che sostenga fatti di mafia o ‘ndrangheta in questo territorio».

Nelle relazioni dell’Antimafia vengono indicati due casi specifici: quello dell’ex vicesindaco Moio, che avrebbe chiesto voti per la figlia, e del dipendente comunale Giuseppe Barilaro, figlio di un presunto boss della ‘ndragheta.

«Mi sembra che Scullino abbia interrotto i rapporti con Moio, la cui figlia, oltretutto, era candidata nella lista Burlando, quanto al signor Barilaro, a parte che è stato assunto da un altro sindaco: ma in entrambi i casi, trovo intollerabile, assurdo che se qualcuno ha un parente che può avere sbagliato debba pagarne le colpe».

A che cosa si deve allora lo scioglimento prima del Comune di Bordighera, poi di quello di Ventimiglia?

«In genere lo scioglimento per pericolo di infiltrazioni nelle amministrazioni viene inteso dall’opinione pubblica con il significato “gli amministratori sono dei mafiosi”. Il passaggio è diretto, e questo mi preoccupa, perché né a Bordighera nè a Ventimiglia vengono imputati dei reati agli amministratori, o delle accuse di n’dragheta, mafia, collusione o altro. È una procedura che conosco bene, come Ministro dell’Interno ho sciolto io stesso molti Comuni. In entrambi i casi siamo davanti ad un possibile condizionamento esterno, che limita o può limitare l’azione amministrativa secondo legalità. E allora, davanti al rischio di una contaminazione, è meglio preservare anche gli stessi amministratori da questo rischio, ed è meglio preservare la città, sciogliendo il Comune».

Che cosa pensa dell’operato di Scullino, dopo quanto accaduto?

«L’ho visto ieri (venerdì ndr), oltre a manifestargli la mia vicinanza ho cercato di spingerlo a interrogarsi su che cosa potesse essere successo, non ho avuto alcuna percezione di una sua responsabilità diretta».

Pensa che Scullino abbia fatto il bene di Ventimiglia?

«È stato un sindaco molto operativo, tutta l’opinione pubblica di Ventimiglia dice due cose di Scullino: che gestiva in modo molto sanguigno, e che per Ventimiglia ha fatto molte cose egregie, con una passione e una forza tremende, incredibili, riconosciute da tutti. Lo scioglimento del suo Comune non significa doverlo criminalizzare, nè criminalizzare gli altri amministratori. I fatti parlano».

Eppure tanti cittadini hanno festeggiato lo scioglimento del Comune, e molti politici hanno avuto parole dure per l’amministrazione.

«Penso che gioire per lo scioglimento sia barbaro, incivile come sventolare le bandiere davanti al Comune. È un atteggiamento forcaiolo. Quanto ai politici, ho letto polemiche pretestuose, invettive, si deve andare oltre e interrogarsi tutti insieme: la legalità non può essere patrimonio di una parte sola»

Paolo Isaia – Il Secolo XIX, 5 febbraio 2012

LA STAMPA

UN MONITO: “NON BISOGNA FARE CONFUSIONE FRA AMMINISTRAZIONE E AMMINISTRATORI”
“Mai detto che la mafia in provincia non esiste”
Lo sfogo dell’ex ministro Claudio Scajola, leader del Pdl in Liguria

“E’ bene che si faccia chiarezza una volta per tutte: non ho mai detto che la mafia in provincia di Imperia non esiste. Così come non ho mai pronunciato la famosa frase “a mia insaputa” per la vicenda del Colosseo: tutte invenzioni”
Dice così l’ex ministro e attuale deputato Claudio Scajola, leader del Pdl in Liguria ma soprattutto della provincia di Imperia, all’indomani del secondo scioglimento di un consiglio comunale per condizionamento mafioso. Sullo stesso divano nella sua villa ai Pini del Rosso dove una decina di anni fa sedeva con Sarkozy parlando di sicurezza pubblica, oggi Scajola, con calma e fermezza, precisa: “Posso affermare con serenità che il territorio del ponente non è in mano alla mafia”.

E rincara:
Nella nostra provincia la mafia non è la padrona.

E Scajola spiega scientificamente le ragioni della sua affermazione:

Da almeno un decennio i capitali della mafia vengono spostati dai loro tradizionali territori al Nord Italia. Oggi i soldi della ‘ndrangheta sono presenti soprattutto nelle grandi regioni del Settentrione e tr queste la Liguria. C’è poi un secondo aspetto: il Ponente è territorio di confine e quando io ero ministro degli interni, proprio qui, in questa casa, con l’allora mio omologo Sarkozy, discutevo della necessità che soprattutto in Francia si facessero controlli più serrati specie nel Nizzardo: avevo già da allora la sensazione che la criminalità organizzata potesse usare il territorio transfrontaliero. Ma da tutto questo a dire che la provincia di Imperia è in mano alla mafia ci passa il mare.

L’ex ministro non si ferma:

Non pare proprio che dalle operazioni di polizia, ma soprattutto dalle condanne di questi anni, si possa evincere la presenza mafiosa. Certo, ci sono casi che debbono essere analizzati, valutati ed esaminati con la massima attenzione. Parlo di Bordighera e Ventimiglia. E’ vero, i due Consigli sono stati sciolti per condizionamento mafioso esterno. Che cosa vuol dire?

Riflette, Scajola, mentre il taccuino si riempie di parole

Possiamo soprattutto dire ciò che non vuol dire. E cioè che non bisogna fare confusione fra Amministrazione e Amministratori. Qua nessuno è stato accusato di mafia. Men che meno Scullino che è stato invece un sindaco esemplare e non lo dico io ma la gente. Un conto sono i Consigli sciolti perché in qualche modo, forse, condizionati nella loro attività, un conto è acusare di collusione chi amministra. Sono due cose molto ben distinte.

Un fiume in piena

Se per i due comuni alcuni organi dello stato hanno proposto relazioni che suggeriscono lo sciogliemento dei Consigli, io non posso che stare dalla parte degli organi dello Stato. Però debbo anche aggiungere, e lo dico anche da ex Ministro dell’Interno, che sarebbe opportuno che venissero fatti gli stessi controlli anche per le altre migliaia di Comuni del Nord Italia. Bisogna alzare la guardia perché il fatto che in tutto il Nord gli unici Comuni sciolti per sospetti di continuità mafiosa siano solamente Ventimiglia e Bordighera mi lascia veramente perplessa.

Scajola si indigna

Ho letto in questi giorni vergognosi commenti di politici che quasi si dicevano contenti di quanto è successo. Ma si rendono conto del danno di immagine che la provincia di Imperia subisce? E questo varrebbe anche se i consigli sciolti fossero di centrosinistra. Non ha importanza.

Poi Scajola sottolinea il suo personale disappunto di fronte al fatto che “per esempio l’ex vice sindaco Moio avesse avuto il padre sospettato di mafia. Le colpe dei genitori debbono ricadere sui figli? Bisogna precludere loro la strada dell’onestà se per caso i familiari si sono macchiati di colpe anche gravi? E non soltanto. Oggi c’è la tendenza a tacciare di contiguità con la criminalità chiunque sia di origine meridionale. E’ accettabile? No. Se è davvero così siamo in un Paese barbaro.

Giulio Geluardi – La Stampa, 5 febbraio 2012

L’articolo su Il Secolo XIX è a pagina 6 dell’edizione nazionale. Ciò che non possono leggere coloro che stanno da Andora in là e cioè quello che è scritto nelle pagine locali, potrei offrirvelo come bonus track di questa colonna sonora rotta, ma vi risparmio frasi del tipo “..nella splendida villa di Imperia…” o “..Villa Ninina, panorama mozzafiato sul golfo di Oneglia..” perché vi voglio bene.

Scritto da Angelo Amoretti

6 febbraio, 2012 alle 9:41

Scajola: “In questo territorio escludo legami diretti tra mafia e politica”

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In una intervista pubblicata lunedì scorso da La Stampa, l’on. Claudio Scajola, parlando del caso del maltrattamento degli anziani alla Casa di riposo Borea di Sanremo, ha dichiarato, tra l’altro:

Si equivoca facilmente parlando di rapporti tra istituzioni e criminalità organizzata. Va certemente perseguita, e le forze dell’ordine stanno lavorando bene in questa direzione, ma per la mia esperienza in questo territorio escludo legami diretti tra mafia e politica. Che poi ci siano, o ci possano essere, problemi nelle istituzioni comunali è un altro paio di maniche.

Rimane impressa la frase in cui, quello che sembra vivere in una realtà parallela, dice di escludere legami diretti tra mafia e politica. Quella finale dovrebbe spiegarla meglio, ma ormai lo conosciamo: gli piace condividere pensieri che solo lui riesce a decifrare.
Alla replica della Federazione Provinciale di Rifondazione Comunista non c’è molto da aggiungere, se non che di recente ho riletto “Il giorno della civetta”, di Leonardo Sciascia “il primo e il più grande fra i romanzi che raccontano la mafia” come recita la quarta di copertina.
A un certo punto vi si legge:

C’era anche, nel fascicolo, un rapporto relativo a un comizio dell’onorevole Livigni: che circondato dal fiore della mafia locale, alla sua destra il decano Don Calogero Guicciardo, alla sua sinistra il Marchica, era apparso al balcone centrale di casa Alvarez; ed a un certo punto del suo discorso aveva testualmente detto: “mi si accusa di tenere rapporti coi mafiosi, e quindi con la mafia: ma io vi dico che non sono finora riuscito a capire che cosa è la mafia, se esiste; e posso in perfetta coscienza di cattolico e di cittadino giurarvi che in vita mia non ho mai conosciuto un mafioso” al che dalla parte di via La Lumia, al limite della piazza, dove di solito i comunisti si addensavano quando i loro avversari tenevano comizio, venne chiarissima la domanda “e questi che sono con lei che sono, seminaristi?” e una risata serpeggiò tra la folla mentre l’onorevole, come non avesse sentito la domanda, si lanciava a esporre un suo programma per il risanamento dell’agricoltura.

Scritto da Angelo Amoretti

25 gennaio, 2012 alle 9:44

L’inchiesta infinita sul Porto turistico di Imperia

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E’ stata prorogata di altri sei mesi l’inchiesta sulla vicenda del Porto Turistico di Imperia e quattro nuovi avvisi di garanzia sono stati notificati a Francesco Bellavista Caltagirone, responsabile di Acquamare srl che costruisce il porto; Delia Merlonghi, direttore dei lavori nel porto; Paolo Calzia, ex Presidente della Porto di Imperia SpA e Carlo Conti ex diettore della stessa SpA. L’accusa è: truffa ai danni dello Stato.
Proroga di accertamenti richiesta e concessa anche per il reato di associazione a delinquere che vede tra gli indagati, il sempre presente Francesco Bellavista Caltagirone, Paolo Calzia, Domenico Gandolfo e l’ex ministro Claudio Scajola che augurando buone feste da Imperia TV [il video è sparito dal sito] diceva che tutto sarebbe finito bene.
Approfitto per chiedere a chi ne sa più di me, come mai i video sul sito della prestigiosa tv locale, a un certo punto spariscono, si autodistruggono nel giro di pochi giorni.

Scritto da Angelo Amoretti

18 gennaio, 2012 alle 12:40

Sparizione de la Repubblica: svelato il mistero

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Leggendo il blog di Giorgio Montanari ho capito perché sabato mattina non si trovava la Repubblica nelle edicole del centro della nostra città.
Non so se sia successa la stessa cosa anche domenica. Nel dubbio, a beneficio degli affezionati del quotidiano di Eugenio Scalfari, riporto l’articolo di Vittorio Coletti.
“I giornalisti raccontano i fatti” – diceva il procuratore Cavallone – e Travaglio parlava della “scomparsa dei fatti”. Ma nel caso i fatti siano raccontati e non spariscano, basta far sparire i giornali che li riportano.

L’ onore di Scajola

Ora che è stato rinviato a giudizio per la faccenda della casa, Claudio Scajola dovrebbe far causa al suo avvocato. Infatti, col comportamento processuale che gli ha suggerito, non ha evitato il processoe in compenso ha distrutto la sua immagine. Nella memoria difensiva dell’ ultimo minuto Scajola fa qualche ammissione che, se fatta all’ inizio, a viso aperto, non gli avrebbe forse evitato il processo cui oggi viene rinviato, ma certo avrebbe molto giovato alla sua immagine pubblica. Scajola doveva andare subito dai magistrati, dire la verità, qualche che essa sia, e magari avrebbe potuto cavarsela meglio anche sul piano giudiziario. Di sicuro ne avrebbe guadagnato su quello personale. È singolare come il tatticismo giudiziario degli avvocati possa fare più danni che benefici all’ assistito, specie quando questi è un uomo pubblico, per il quale il giudizio della collettività è più pesante di quello di un tribunale. S i tratta di una delle tante patologie della nostra cosiddetta giustizia. L’ ufficio del pubblico ministero è considerato un luogo nemico, da cui non solo il colpevole ma persino l’ innocente deve girare al largo. Magari, purtroppo, è in parte davvero così, perché spesso i pm paiono accanirsi nelle loro accuse anche quando risultano visibilmente infondate e respinte dagli stessi collegi giudicanti. Personalmente, ho dei dubbi persino sull’ opportunità dell’ appello da parte delle procure, perché se lo Stato (la procura) accusa uno di essere colpevole e lo Stato stesso (la corte) lo assolve, lo Stato se ne dovrebbe stare e non reiterare l’ accusa che ha appena giudicato infondata. In ogni caso, se si pensa alla procura come al luogo in cui la comunità indaga per verificare se qualcuno ha commesso (o non ha commesso) un crimine, allora un bravo cittadino, specie se si sente senza colpe, dovrebbe avvertire lui per primo il bisogno di esservi ricevuto e ascoltato. Chi è innocente o pensa in buona fede di non aver commesso un reato invoca il magistrato. Ma anche l’ onesto che lo ha commesso involontariamente, o senza accorgersene, o per una momentanea debolezza o necessità, lo reclama, e ammette le sue colpe, chiedendo di essere giudicato con clemenza. Qualche mese fa a Sanremo, il conducente di un Suv ha invaso la corsia opposta e ucciso tre ragazze di vent’ anni. L’ uomo, un avvocato, ha fatto sapere di essere moralmente distrutto dall’ incidente provocato. C’ è da credergli. Ma perché non si è presentato al magistrato che lo aveva subito convocato? Certo, il procuratore avrebbe potuto contestargli imprudenza nella guida e accusarlo di un reato giuridicamente più grave; ma chi ammazza tre ragazze, per fatalità o tragico errore, può calcolare i vantaggi e gli svantaggi di una sua deposizione o dovrebbe correre in procura ad assumersi tutte le sue responsabilità, quali che esse siano? Nel savonese, un chirurgo ha tolto l’ unico rene sano a un paziente che doveva operare alla milza. Prima di decidersi ad affidare al suo avvocato qualche parola di chiarimento, ha rifiutato di andare dal magistrato e, singolarmente, quando ha parlato, più che chiedere scusa del suo errore, ha cercato di giustificarlo. Il fatto è che il senso dell’ onore, come tutela non del proprio orgoglio ma della propria rispettabilità, sta sparendo o viene dopo troppe altre cose. Tra difendere la propria onorabilità e un posto di potere i più hanno già scelto. Non c’ è figura più eloquente di questo decadimento morale della delega alle procedure giudiziarie del compito di accertare l’ onestà di una persona. Le procedure giudiziarie (pubblici ministeri, avvocati, udienze ecc.) accertano la sua posizione legale, ma quella morale non saranno le astuzie di un avvocato a garantirla, come non la compromette un’ eventuale condanna se affrontata a viso aperto e riconoscendo le proprie responsabilità. Oggi lo scrupolo morale e il senso dell’ onore si sono così affievoliti che si fanno coincidere con le risultanze di un processo, di manovre spesso burocratiche e cavillose (prescrizioni, legittimi impedimenti, ricusazioni, ecc.). Per cui, persino uno che ha stroncato in un istante tre giovani vite calcolai proei contro del suo comportamento processuale, piuttosto che il peso morale della sua colpa involontaria. Le sottigliezze avvocatesche prevalgono così su tutto e l’ esito giuridico tiene il luogo di un giudizio morale. Col risultato, che se uno, come Scajola, finisce sotto processo e poi viene condannato, ha perduto non solo la causa, ma anche l’ onore. Mentre questo, cui pure, dimettendosi da ministro (tra i pochi ad averlo fatto), aveva mostrato di tenere, poteva salvarlo con un umile gesto di sincerità e rispetto della legge.

Vittorio Coletti, la Repubblica – 18 dicembre 2011

Scritto da Angelo Amoretti

20 dicembre, 2011 alle 17:27

Pubblicato in Politica

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Il caro estinto

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Si tratta del reato contestato all’on. Scajola quattro anni fa. L’onorevole, con la finezza di un Conte Max de noartri, aveva definito Claudio Porchia, allora segretario provinciale della CGIL “il capo di un gruppo parassitario che non conta un tubo e non prende un voto” perché aveva fatto qualche esternazione sul costruendo porto più bello del mediterraneo [qui c'è il video].
Stando a quanto riporta Il Secolo XIX di oggi, molti iscritti al sindacato si erano sentiti offesi e la CGIL aveva deciso di querelare l’onorevole. Correva l’anno 2007.
Nel frattempo c’era stato il famoso duello al sole tra i due contendenti.
Nel frattempo Claudio Scajola è tornato a essere Ministro.
Nel frattempo Claudio Porchia ha lasciato la CGIL e ora si occupa di altre cose.
Nel frattempo il tempo è passato e il reato è stato estinto.
Nel frattempo ci hanno preso per il culo e non avevamo dubbi. E va tutto bene, madama la Marchesa.

Scritto da Angelo Amoretti

1 dicembre, 2011 alle 12:29

Il Presidente Scajola e la cura dell’ambiente

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Sul sito della Fondazione Cristoforo Colombo, il Presidente Claudio Scajola, visto l’aria che tira in tema di temporali, oggi scrive:

Per anni, sotto il martellante tamtamdell’ambientalismo integralista, abbiamo voluto credere che amare la natura fosse non toccare nulla. Abbiamo così dimenticato la saggezza dei nostri nonni e dei nostri padri, che ben sapevano che i boschi necessitano ordine, che l’alveo dei fiumi deve essere mantenuto pulito, che le aree golenali non possono essere invase ma devono essere lasciate libere, che, insomma, l’uomo è parte della natura e che quindi deve impegnarsi a mantenerne l’equilibrio attraverso un lavoro quotidiano impegnato e rispettoso.

Il Ponte di San Martino sul Prino

Veduta del Ponte di San Martino sul Prino

Sono belle parole, ma se gli ambientalisti integralisti non hanno battuto ciglio su quei 2 o 300 metri di alvei puliti alle foci (e un tantinello un po’ più in su) dei torrenti della sua città, pensa che si farebbero saltare in aria se un po’ di pulizia fosse fatta un chilometro o due più a monte?

Scritto da Angelo Amoretti

9 novembre, 2011 alle 16:58

L’on. Claudio Scajola a “La Zanzara”

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Ultimamente lo cercano tutti, ma i suoi fan possono stare tranquilli: non si tratta di carabinieri o altri tutori dell’ordine, bensì di giornalisti. Parlo dell’on. Claudio Scajola che dopo aver rilasciato interviste su svariati quotidiani, ieri è stato cercato (e trovato) da Giuseppe Cruciani, colui che oltre a voler fortemente il ponte sullo stretto di Messina e la Tav in Val Susa, che non ama nessun tipo di manifestazione di piazza e che farebbe un blitz in Brasile per riportare in Italia Cesare Battisti, conduce, insieme al simpatico David Parenzo, la mia trasmissione radiofonica serale preferita: La Zanzara.
Durante la trasmissione, che si può riascoltare sul sito di Radio24, ha detto una serie di cose interessanti. Tipo che quella dei ministeri distaccati che vogliono i leghisti, è una “boutade” per ribadire, alla francese, quello che aveva detto a proposito il ministro Galan: “E’ una puttanata intercontinentale“. Poi ha parlato del partito dell’amore, di come riorganizzarlo e delle primarie. Da buon democristiano è riuscito a non farmi capire una beneamata cippa di come vorrebbe il Pdl.
Poi l’estremista Cruciani gli ha chiesto se gli piacerebbe fare il vice presidente della Camera e il nostro concittadino ha risposto simpaticamente che “non so cosa significhi“. Gli applausi sono partiti anche da casa mia.
E parlando della vicenda della casa in cui abitava Tremonti fino a pochi giorni fa, ha detto che a un ministro può capitare di inciampare sulla casa, visto che ha tante cose a cui pensare.
Il commento lo lascio a quelli de il Fatto Quotidiano di oggi che potete leggere qua sotto.

Mi spiace solo dover registrare che un radioascoltatore, dopo l’intervista, abbia detto: “Se fossi un familiare di Marco Biagi, a Scajola avrei cambiato i connotati“. Per il resto è stata una simpaticissima chiacchierata.

Scritto da Angelo Amoretti

12 luglio, 2011 alle 16:42

A domanda, rispondo

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Esempi di come si fa una intervista in modo che il lettore non capisca se chi domanda (e chi risponde) c’è o ci fa:

Sindaco, ma non è stato lei a richiamare in giunta a fine gennaio una vecchia volpe della politica per tenere la rotta dopo le dimissioni dell’assessore Lanteri?
«E’ vero, ho nominato Rodolfo Leone vicesindaco, ma con un mandato a tempo per le questioni del porto e del bilancio. La vicenda della decadenza della concessione demaniale è superata e il bilancio andrà in approvazione lunedì…».
Quindi Leone andrà a casa?
«Esauriti i compiti per i quali è stato nominato valuterò».

Intervista a Paolo Strescino – Il Secolo XIX, 4 luglio 2011

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Se non fosse stato per la storia dell’appartamento con vista Colosseo, oggi al posto di Angelino ci sarebbe lei.
Di questa storia non parlo. E poi io sto benissimo dove sono. Nella squadra, anche da gregario. Meglio se con una maglia da titolare.

Intervista a Claudio Scajola – la Repubblica, 3 luglio 2011 [Qui]

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Poi c’è il programma. Alfano ha detto che il Pdl deve essere il partito degli onesti. E accanto aveva mezza P3 e P4. Lei stesso è stato indagato, e si è dimesso da ministro.
Dobbiamo essere garantisti. Ma il garantismo non è impunità, il garantismo non può essere inteso come copertura di ogni nefandezza.

Intervista a Claudio Scajola – La Stampa, 3 luglio 2011 [Qui]

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Ma il partito degli onesti,come lo ha chiamato Alfano, non deve prendere posizione contro chi è accusato di aver fatto promesse alla ’ndrangheta in cambio di voti?
«Faccio una premessa: prima di lanciare strali bisogna conoscere le carte.E questo vale pertutti. Lo dissi anche quando fermarono il presidente Claudio Burlando contromano».
Detto questo?
«Detto questo non è che si sia sottovalutato il problema della mafia: l’abbiamo sempre combattuta. Ma già nelle carte sul caso di Bordighera non ho visto motivazioni così forti da giustificare lo scioglimento del consiglio comunale.Ne ho parlato con il ministro Roberto Maroni qualche giorno prima e gli ho detto: se tu ritieni che sia un percorso da compiere, non mi metterò di traverso. Però non mi piace fare di ogni erba un fascio.
Qualcuno ha strumentalizzato la vicenda che si è sviluppata a Bordighera: in quel caso non emergono da nessuna parte connivenze fra gli amministratori e la criminalità organizzata».

Intervista a Claudio Scajola – Il Secolo XIX, 4 luglio 2011

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C’è infine da segnalare un piccolo caso politico, tutto di casa nostra.
Su la Riviera uscita in edicola venerdì scorso c’è un articolo in cui si legge che Claudio Scajola avrebbe detto: “Prendete in considerazione l’ipotesi di dimettervi” al Sindaco Paolo Strescino e al Presidente della Provincia Luigi Sappa, entrambi del Pdl.
Non credo che i tre non sappiano dell’articolo perché di sicuro, come peraltro accade con i blog e gli altri ben più visitati portali locali (la notizia è riportata anche da Sanremonews e Riviera24), se non lo hanno letto, lo avrà fatto qualcun altro per conto loro. Eppure, nel momento in cui scrivo, nessuno ha ancora smentito la notizia.
Il che lascia pensare che probabilmente sotto sotto qualcosa di vero ci sia.
In fondo, fonti vicine a Viale Matteotti, (che detta così fa molto più fine, tipo “fonti vicine a Palazzo Grazioli” per intenderci) dicono che a breve, nella nostra città, a livello politico e giudiziario succederà qualcosa di assai eclatante.
Restiamo in attesa fiduciosi con ansia.

Scritto da Angelo Amoretti

4 luglio, 2011 alle 9:03