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Le interviste all’on. Scajola sul caso Ventimiglia

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IL SECOLO XIX

IL LEADER LIGURE DEL PDL CONFERMA LA FIDUCIA NELL’EX SINDACO: «NON HO PERCEZIONE DI UNA SUA RESPONSABILITÀ DIRETTA»
SCAJOLA: «ALLORA MEZZO NORD È MAFIOSO»
L’ex ministro: io difendo gli amministratori. La malavita ha interessi qui come in altri comuni ma non è padrona

«Intanto chiariamo una cosa. Io non ho mai detto che la mafia in Riviera non esiste, come del resto non ho mai pronunciato la frase “a mia insaputa”, ho avuto modo di spiegarlo più volte, che se c’era stato qualcosa sulla mia casa di Roma aldilà di quello che io dicevo, era avvenuto senza che io lo sapessi. Sul discorso della mafia ho sempre detto, e continuo a sostenerlo oggi, che il territorio del ponente ligure non è nelle mani della mafia. Lo dico e lo confermo, anche per la mia esperienza di Ministro dell’Interno e di presidente del Comitato sui servizi. Nel ponente ligure la mafia non è padrona».

L’ex ministro dell’Interno Claudio Scajola affronta il “day after” dello scioglimento del Consiglio comunale di Ventimiglia «per forme di condizionamento della criminalità organizzata», deciso dal Consiglio dei Ministri venerdì pomeriggio su proposta dell’attuale Ministro dell’Interno, Annamaria Cancellieri. «La conosco bene, ha lavorato con me, ci siamo sentiti proprio ieri. Ha fatto il suo dovere a proporre lo scioglimento, poi le verifiche verranno fatte con il tempo».

Onorevole, lei allora pensa che sia stato giusto sciogliere il Comune di Ventimiglia?

«Guardi, chi legge, chi ascolta è in genere portato a semplificare: rispondo di nuovo che se qualcuno osasse dire che questo angolo di Liguria è in mano alla ’ndrangheta, allora bisognerebbe avere il coraggio di dire che tutto il Nord Italia è in mano alla mafia, e allora che bisognerebbe sciogliere la metà dei Comuni. Mi chiedo invece: è possibile che nel Nord Italia siano stati sciolti solamente due Comuni della stessa provincia?».

Però non si può negare che in questa zona ci siano stati episodi gravi, come attentati a colpi di pistola, incendi, minacce.

«Che ci siano degli episodi di criminalità organizzata che destano preoccupazione è assolutamente vero, per due motivazioni. La prima è che ormai da tempo, perlomeno da un decennio, i capitali della mafia si spostano dai territori tradizionali al Nord Italia. Se dovessimo dire addirittura una frase giornalisticamente ad effetto, oggi i capitali della mafia sono maggiormente presenti nelle grandi regioni del Nord, e fra queste certamente c’è la Liguria. La seconda motivazione è che il territorio del ponente ligure è un territorio di confine. Negli accordi che feci qui a Imperia con Sarkozy, quando anche lui era Ministro dell’Interno, avevamo evidenziato la necessità di una più forte collaborazione tra la zona di frontiera francese e quella italiana. Anzi, con una certa insistenza da parte mia affinché le autorità francesi attuassero un forte contrasto alla criminalità nel Nizzardo».

Quindi il problema della presenza della criminalità organizzata nel ponente è legato prevalentemente alla vicinanza con la Francia?

«Come allora, anche adesso posso pensare che ci sia un’attività di utilizzo del territorio transfrontaliero, ma da qui a sostenere che questo è un territorio mafioso c’è di mezzo il mare, significherebbe affermare una cosa falsa».

Le indagini che hanno portato allo scioglimento indicano però come “di stampo mafioso” determinati episodi avvenuti nel ponente.

«Ci sono alcune caratteristiche precise delle attività della ‘ndrangheta, in particolare nel caso specifico, e non pare dai risultati delle operazioni di polizia degli ultimi anni, e da quelle già andate a sentenza, che si possano riscontrare queste caratteristiche, nelle sentenze non è mai emerso nulla che sostenga fatti di mafia o ‘ndrangheta in questo territorio».

Nelle relazioni dell’Antimafia vengono indicati due casi specifici: quello dell’ex vicesindaco Moio, che avrebbe chiesto voti per la figlia, e del dipendente comunale Giuseppe Barilaro, figlio di un presunto boss della ‘ndragheta.

«Mi sembra che Scullino abbia interrotto i rapporti con Moio, la cui figlia, oltretutto, era candidata nella lista Burlando, quanto al signor Barilaro, a parte che è stato assunto da un altro sindaco: ma in entrambi i casi, trovo intollerabile, assurdo che se qualcuno ha un parente che può avere sbagliato debba pagarne le colpe».

A che cosa si deve allora lo scioglimento prima del Comune di Bordighera, poi di quello di Ventimiglia?

«In genere lo scioglimento per pericolo di infiltrazioni nelle amministrazioni viene inteso dall’opinione pubblica con il significato “gli amministratori sono dei mafiosi”. Il passaggio è diretto, e questo mi preoccupa, perché né a Bordighera nè a Ventimiglia vengono imputati dei reati agli amministratori, o delle accuse di n’dragheta, mafia, collusione o altro. È una procedura che conosco bene, come Ministro dell’Interno ho sciolto io stesso molti Comuni. In entrambi i casi siamo davanti ad un possibile condizionamento esterno, che limita o può limitare l’azione amministrativa secondo legalità. E allora, davanti al rischio di una contaminazione, è meglio preservare anche gli stessi amministratori da questo rischio, ed è meglio preservare la città, sciogliendo il Comune».

Che cosa pensa dell’operato di Scullino, dopo quanto accaduto?

«L’ho visto ieri (venerdì ndr), oltre a manifestargli la mia vicinanza ho cercato di spingerlo a interrogarsi su che cosa potesse essere successo, non ho avuto alcuna percezione di una sua responsabilità diretta».

Pensa che Scullino abbia fatto il bene di Ventimiglia?

«È stato un sindaco molto operativo, tutta l’opinione pubblica di Ventimiglia dice due cose di Scullino: che gestiva in modo molto sanguigno, e che per Ventimiglia ha fatto molte cose egregie, con una passione e una forza tremende, incredibili, riconosciute da tutti. Lo scioglimento del suo Comune non significa doverlo criminalizzare, nè criminalizzare gli altri amministratori. I fatti parlano».

Eppure tanti cittadini hanno festeggiato lo scioglimento del Comune, e molti politici hanno avuto parole dure per l’amministrazione.

«Penso che gioire per lo scioglimento sia barbaro, incivile come sventolare le bandiere davanti al Comune. È un atteggiamento forcaiolo. Quanto ai politici, ho letto polemiche pretestuose, invettive, si deve andare oltre e interrogarsi tutti insieme: la legalità non può essere patrimonio di una parte sola»

Paolo Isaia – Il Secolo XIX, 5 febbraio 2012

LA STAMPA

UN MONITO: “NON BISOGNA FARE CONFUSIONE FRA AMMINISTRAZIONE E AMMINISTRATORI”
“Mai detto che la mafia in provincia non esiste”
Lo sfogo dell’ex ministro Claudio Scajola, leader del Pdl in Liguria

“E’ bene che si faccia chiarezza una volta per tutte: non ho mai detto che la mafia in provincia di Imperia non esiste. Così come non ho mai pronunciato la famosa frase “a mia insaputa” per la vicenda del Colosseo: tutte invenzioni”
Dice così l’ex ministro e attuale deputato Claudio Scajola, leader del Pdl in Liguria ma soprattutto della provincia di Imperia, all’indomani del secondo scioglimento di un consiglio comunale per condizionamento mafioso. Sullo stesso divano nella sua villa ai Pini del Rosso dove una decina di anni fa sedeva con Sarkozy parlando di sicurezza pubblica, oggi Scajola, con calma e fermezza, precisa: “Posso affermare con serenità che il territorio del ponente non è in mano alla mafia”.

E rincara:
Nella nostra provincia la mafia non è la padrona.

E Scajola spiega scientificamente le ragioni della sua affermazione:

Da almeno un decennio i capitali della mafia vengono spostati dai loro tradizionali territori al Nord Italia. Oggi i soldi della ‘ndrangheta sono presenti soprattutto nelle grandi regioni del Settentrione e tr queste la Liguria. C’è poi un secondo aspetto: il Ponente è territorio di confine e quando io ero ministro degli interni, proprio qui, in questa casa, con l’allora mio omologo Sarkozy, discutevo della necessità che soprattutto in Francia si facessero controlli più serrati specie nel Nizzardo: avevo già da allora la sensazione che la criminalità organizzata potesse usare il territorio transfrontaliero. Ma da tutto questo a dire che la provincia di Imperia è in mano alla mafia ci passa il mare.

L’ex ministro non si ferma:

Non pare proprio che dalle operazioni di polizia, ma soprattutto dalle condanne di questi anni, si possa evincere la presenza mafiosa. Certo, ci sono casi che debbono essere analizzati, valutati ed esaminati con la massima attenzione. Parlo di Bordighera e Ventimiglia. E’ vero, i due Consigli sono stati sciolti per condizionamento mafioso esterno. Che cosa vuol dire?

Riflette, Scajola, mentre il taccuino si riempie di parole

Possiamo soprattutto dire ciò che non vuol dire. E cioè che non bisogna fare confusione fra Amministrazione e Amministratori. Qua nessuno è stato accusato di mafia. Men che meno Scullino che è stato invece un sindaco esemplare e non lo dico io ma la gente. Un conto sono i Consigli sciolti perché in qualche modo, forse, condizionati nella loro attività, un conto è acusare di collusione chi amministra. Sono due cose molto ben distinte.

Un fiume in piena

Se per i due comuni alcuni organi dello stato hanno proposto relazioni che suggeriscono lo sciogliemento dei Consigli, io non posso che stare dalla parte degli organi dello Stato. Però debbo anche aggiungere, e lo dico anche da ex Ministro dell’Interno, che sarebbe opportuno che venissero fatti gli stessi controlli anche per le altre migliaia di Comuni del Nord Italia. Bisogna alzare la guardia perché il fatto che in tutto il Nord gli unici Comuni sciolti per sospetti di continuità mafiosa siano solamente Ventimiglia e Bordighera mi lascia veramente perplessa.

Scajola si indigna

Ho letto in questi giorni vergognosi commenti di politici che quasi si dicevano contenti di quanto è successo. Ma si rendono conto del danno di immagine che la provincia di Imperia subisce? E questo varrebbe anche se i consigli sciolti fossero di centrosinistra. Non ha importanza.

Poi Scajola sottolinea il suo personale disappunto di fronte al fatto che “per esempio l’ex vice sindaco Moio avesse avuto il padre sospettato di mafia. Le colpe dei genitori debbono ricadere sui figli? Bisogna precludere loro la strada dell’onestà se per caso i familiari si sono macchiati di colpe anche gravi? E non soltanto. Oggi c’è la tendenza a tacciare di contiguità con la criminalità chiunque sia di origine meridionale. E’ accettabile? No. Se è davvero così siamo in un Paese barbaro.

Giulio Geluardi – La Stampa, 5 febbraio 2012

L’articolo su Il Secolo XIX è a pagina 6 dell’edizione nazionale. Ciò che non possono leggere coloro che stanno da Andora in là e cioè quello che è scritto nelle pagine locali, potrei offrirvelo come bonus track di questa colonna sonora rotta, ma vi risparmio frasi del tipo “..nella splendida villa di Imperia…” o “..Villa Ninina, panorama mozzafiato sul golfo di Oneglia..” perché vi voglio bene.

Scritto da Angelo Amoretti

6 febbraio, 2012 alle 9:41

Le interviste all’on. Scajola sul caso Bordighera

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Riporto le due interviste rilasciate dall’on. Claudio Scajola a La Stampa e al Secolo XIX lo scorso 12 marzo

IL SECOLO XIX

L’ex Ministro, uomo forte del PDL nel Ponente Ligure
Scajola, messaggio a Maroni: Bordighera? Mancano le prove
«L’azione della ’ndrangheta non è dimostrata»

Stavolta il governatore l’ha tirato tanto per la giacchetta fin quasi a strappargliela. Claudio Scajola parla dopo la tempesta su Bordighera. E parla
dopo l’affondo del presidente della Regione Claudio Burlando. Che ieri, al SecoloXIX, ha dichiarato: «Per il peso che ha, penso che l’ex ministro dovrebbe parlare e dire che, se c’è stato davvero qualcosa, si deve fare pulizia».

Onorevole Scajola, la bufera si è abbattuta su quello che è sempre stato considerato il suo “regno”. E con ripercussioni pesanti: un’amministrazione a lei legata era fortemente infiltrata dalla criminalità.

«Io sono consapevole di una cosa. Conosco personalmente il sindaco Bosio da anni. Lo considero una persona di assoluta correttezza e trasparenza. Mi pare d’altra parte che nessuno lo metta in dubbio».

Però il governo, un governo di cui lei ha fatto parte e nel quale intende rientrare, ha sentenziato così: la mafia a Bordighera c’era e condizionava gli amministratori. E non da ieri.

«Lo scioglimento del consiglio comunale di Bordighera è una brutta pagina, poiché mi pare che non ci sia dimostrazione di infiltrazioni della malavita organizzata nell’amministrazione comunale».

Con questa affermazione vuole affermare che il ministro RobertoMaroni ha preso una decisione così importante e così forte senza che ce ne fossero i presupposti?

«Non conosco le carte, ma sono certo che Maroni avrà agito con alto senso di responsabilità. Questo è un punto fermo. Tutto il resto, però, è strumentalizzazione. Una brutta strumentalizzazione».

Quale interpretazione dà a questa decisione choc?

«Credo che lo scioglimento del consiglio sia in qualche modo un monito per tante realtà, anche nel Nord Italia, a tenere alta la guardia. Ci sono stati segnali d’allarme ripetuti negli ultimi mesi e questo è stato il modo per riaffermare che la vigilanza delle istituzioni è altissima».

Il presidente della Regione Claudio Burlando le chiede parole nette.

«Sicuramente tutte le forze politiche hanno come primo dovere quello di garantire che i propri esponenti siano persone trasparenti. Questo non lo dico da oggi e nemmeno da ieri. Ma ribadisco: questa provincia non è terra di malaffare, non è un covo di delinquenti. Ci sono situazioni molto delicate che vanno tenute d’occhio e sulle quali non ci si deve stancare di tenere alta la guardia. Ma ogni generalizzazione è inaccettabile».

Questa volta non si può dire che quel che è accaduto a Bordighera possa esser conseguenza di una visione pregiudizialmente ostile al Pdl. I carabinieri, la magistratura, il governo stesso hanno concluso nella stessa maniera.

«Non mi stancherò mai di dire quanto sia importante per la nostra sicurezza il lavoro delle forze dell’ordine e della magistratura. Come è altrettanto importante che gli esponenti politici non strumentalizzino a fini di parte».

Il Secolo XIX – 12 marzo 2011

LA STAMPA

“La provincia non è in mano alla criminalità organizzata”
L’ex ministro Scajola: ma rispetto la decisione del ministro Maroni

«Questa provincia non è in mano alla criminalità organizzata».
L’ex ministro Claudio Scajola ci tiene a ribadire il concetto che conferma le dichiarazioni da lui espresse in passato. Nel delicato momento che la giunta Bosio sta affrontando, lui prende tempo un giorno e poi, sollecitato, interviene nel segno della continuità.
«Non credo che la provincia di Imperia sia diventata dominio della ‘ndrangheta o territorio di conquista della mafia», aveva detto nel dicembre scorso, quando il tema delle infiltrazioni della criminalità organizzata nel Ponente, ormai era già argomento clou del dibattito politico, creando tensioni e irrequietezza.
Ora siamo di fronte a un dato di fatto: il Consiglio comunale di Bordighera è stato sciolto sulla base di indagini che hanno rivelato «il sostegno dato all’amministrazione dalla criminalità calabrese alle elezioni 2007». Lei cosa pensa del sindaco?

«Io ho grande stima nei confronti dell’architetto Bosio. Lui con i suoi consiglieri ha lavorato bene a Bordighera. Capisco tutta la sofferenza che Bosio possa provare in questo momento. Credo che nessuno debba strumentalizzare su questa questione».

Il provvedimento estremo si basa però su accuse pesanti

«Ci vuole rispetto per le forze dell’ordine, per lamagistratura e anche il riconoscimento per il lavoro difficile che fanno. Però non ci sto a criminalizzare
nessuno. Questa provincia non è in mano alla criminalità organizzata».

Eppure abbiamo assistito a fatti criminosi che possono far pensare diversamente

«Se ci sono, come ci sono, fenomeni allarmanti di criminalità tutti dobbiamo agire perchè non si radichino in questa operosa terra».

Il ministro dell’Interno ha valutato la situazione e si è mosso di conseguenza. Secondo lei ha esagerato?

«Rispetto la decisione di Maroni. Credo vada anche intesa come un forte segnale a tutte le comunità del Nord Italia. Forse anche al di là del
caso specifico di Bordighera. Nessuno, però, strumentalizzi».

Rispetto a quello che aveva già detto non mi sembra abbia avuto dei ripensamenti, alla luce di quanto successo a Bordighera…

«Credo che le mie dichiarazioni confermino esattamente le mie affermazioni del passato».

La Stampa, 12 marzo 2011

Scritto da Angelo Amoretti

14 marzo, 2011 alle 9:33

Pubblicato in Politica

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