A Clavi non ci sono più le panchine di una volta

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A Clavi, ridente frazione di Imperia dove vivo, sono sparite due panchine dalla piazza del Comune, quella che con un po’ di fortuna si riesce a vedere dietro i cassonetti della spazzatura arrivando da Piani.

Non sono le punkine della foto, sono due panchine di ferro, color verde-panchina-di-ferro. Qualche volta mi ci sedevo, per respirare il profumo che esce dai cassonetti e farmi pungere da quei simpatici moscerini che più sono ini, più danno fastidio.
Al posto di una hanno messo una yucca [non so se ci sia stato bisogno di sbolognare 1.000/1.500 euro a un agronomo per una eventuale consulenza], al posto dell’altra, nulla.
Ce ne sono rimaste quattro di legno che bastano e avanzano, visto che gli anziani non ci si siedono più [ce ne sono pochi e attraversare la strada è un tentativo di suicidio bello e buono] e i bambini sono due o tre che giocano altrove; la piazza, in verità, è stata rimessa un po’ a posto, ma adesso vi dico qual è il punto.
In tanti anni ho sempre cercato di evitare di parlare di cose personali sul mio blog: per fortuna non ho processi in corso, nessuno mi ha ancora querelato e gli affari miei preferisco tenerli fuori da qua.
Una piazza comunale non è propriamente un affare mio: è del Comune, cioè di tutti, ma siccome in questa storia mi ci sono trovato un po’ in mezzo, ora la metto in piazza.
Che le frazioni siano trascurate, senza specificare quali e senza esclusioni, lo ripeto da anni, cosicché, un po’ di tempo fa, ho deciso di andare in Comune per esporre i problemi di quella in cui vivo, a voce.
Erano anni che non mettevo piede in Comune. L’ultima volta fu quando andai a salutare l’allora sindaco Sappa che, con estrema gentilezza, mi regalò il fondamentale “Manifesti elettorali nell’antica Pompei” su Bur Rizzoli. Più che altro feci in modo che me lo regalasse: “Che bello…deve essere interessante…cercherò di trovarne una copia..“, sapete come va e con la faccia che ho riesco spesso a farmi dare le cose che desidero (a parte una o due).
Quel giorno parlai con la Arnaldi, che, come sapete, io chiamo amorevolmente “Boccuccia di Rosa” e che mi ascoltò con molto interesse.
Le chiesi solo di far prendere in considerazione al Sindaco l’idea di ricavare, su metà piazza, quattro o cinque posti auto, motivando la richiesta con due o tre argomenti:
1) Ce n’è urgente bisogno;
2) Nessuno usa più la piazza, quindi nessuno dovrebbe lamentarsi;
3) I costi sarebbero irrisori: spostare una panchina (eccola!), coprire di ghiaino, fare una piccola rampetta per accedervi là dove c’era la cabina del telefono e ora c’è una scandalosa piazzola di cemento.
Tralascio altre due o tre idee che le esposi per rendere più attraente il borgo con poca spesa.
Alcuni giorni dopo fui contattato dal consigliere comunale geom. Alessandro Savioli [sul sito del Comune continua a esserci scritto così] che in seguito venne al borgo, prima da solo, poi accompagnato dall’Assessora Dott.ssa Maria Teresa Parodi [idem].
Ripetei a loro ciò che avevo detto a BDR e parvero assai interessati alle mie proposte.
Dissi loro che quello era il piano “A” e, nel caso, sarei passato al piano “B”.
Ora al posto della panchina c’è la yucca e questo è il piano “B”.