Riflessioni per un futuro migliore

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E’ da qualche giorno che ho in mente questo post, ma per un motivo o per l’altro, non sono riuscito a scriverlo.
Anche perché non so da che parte iniziare e rischia di essere un po’ disordinato, perciò vi chiedo scusa fin d’ora.
Si tratta comunque di una riflessione sul dopo voto e su cosa farei, a livello locale, in vista dei prossimi appuntamenti elettorali, comprese le elezioni politiche.
Partiamo da un presupposto: probabilmente molti di voi che mi leggono mi hanno votato alle scorse elezioni provinciali, altrettanti non hanno potuto farlo perché in collegi diversi.
Il mio appello è rivolto a voi che probabilmente, a parte coloro che hanno votato per l’Italia dei Valori in sé, mi avete dato la vostra preferenza perché mi avete conosciuto anche attraverso il blog.
Adesso è venuto il momento di voltare pagina e guardare avanti. Come sapete ero nelle liste dell’IdV come indipendente, quindi vi prego di leggermi con lo stesso spirito con cui mi avete letto fino a un mesetto prima delle elezioni. Questo per dirvi che non dovete farvi influenzare dal fatto che per un mese vicino alla mia faccia ci sia stato il simbolo dell’IdV. Sia chiaro: sono orgoglioso di aver fatto parte di quella compagine ed è stata una bella esperienza che mi ha permesso di conoscere meglio Dario Dal Mut, Mauro Delucis, gli altri candidati e gli iscritti del circolo Falcone e Borsellino di Cervo.
L’appello che intendo fare è rivolto a tutti, anche a chi, tra chi mi segue, non ha votato né me, né l’IdV.
Per tutti intendo quelle persone che non riescono più a trovare un partito che le rappresenti totalmente, come per i meno giovani poteva essere il PCI degli anni 70/80, per capirci.
Anche io mi trovo in questa situazione e visti gli ultimi sviluppi, sono dell’idea che occorra superare, almeno temporaneamente, l’idea dell’appartenenza a questo o a quel partito. Ovviamente mi riferisco a quelli del centrosinistra, spero che questo sia chiaro.
Credo che sia venuto il momento in cui, come si dice, non bisogna più cercare il pelo nell’uovo, ma unire le idee e le forze delle persone democratiche, progressiste e antifasciste per cercare di far fronte a questa ondata di destra che sta cercando di rendere legittima l’illegittimità.
Per farmi capire meglio vi porto tre esempi.
Lo scorso 27 marzo, su La Stampa locale, Giulio Geluardi ha scritto un articolo riguardo ai cartelli che indicano le vie e mi ha colpito il fatto che alcuni siano stati sostituiti e, guarda caso, su quello dedicato a Domenico Moriani, partigiano ucciso dai nazisti il 24 ottobre 1944, c’è rimasto solo il nome [qui], mentre, ri-guarda caso, su quello che indica i martiri delle foibe, c’è perlomeno la data.
Io non so se questo colpo di genio lo ha abbia avuto il responsabile della toponomastica, e non so neppure se qualcuno, in commissione, lo sappia e si sia indignato, fatto sta che la parola “partigiano” non c’è più. E trovo che la cosa sia assai grave. E a chi pensa, ma so che non è la maggioranza di voi, che “..ma sei sempre lì con la Resistenza?!“, rispondo semplicemente che la Resistenza, insieme agli alleati, ha sconfitto il nazifascismo e poi sono venute la Democrazia e la Costituzione. Forse sarebbe stato fuori luogo parlarne qualche anno fa, ma purtroppo i tempi sono quelli che sono e ditemi voi se non è il caso di tenere a mente certe cose. Se il ministro Gelmini intende cancellarla dai libri delle scuole superiori, una ragione ce l’avrà, non vi pare?
L’altro esempio riguarda la lettera che qualche giorno fa il Capo della Polizia Antonio Manganelli ha inviato al procuratore della Repubblica Roberto Cavallone con le congratulazioni anche per la Polizia Postale che sta indagando sugli scandali del Casinò. Avete idea di cosa voglia significare?
Io l’ho preso come un chiaro segno di incoraggiamento a continuare nelle indagini e nello stesso tempo una presa di posizione contro chi, eventualmente, vorrebbe mettere i bastoni fra le ruote a chi fa il proprio dovere: indagare, cercare il fuorilegge e sbatterlo in galera.
E’ un paradosso che si sia arrivati a questo modo di comunicare, non dite? Non dovrebbe essere normale, per un poliziotto, indagare? A quanto pare invece di essere la regola, sta diventando un’eccezione e questo perché, probabilmente, quando le inchieste superano un limite posto da chissà chi, vengono fermate.
Il terzo e ultimo esempio è l’incendio avvenuto a Barcheto ai danni della DDS. Credo che sia chiaro che trattasi di attentato di stampo mafioso. Il che significa che se fino a pochi gorni fa la riviera di ponente bruciava da Ventimiglia a Sanremo, adesso ha iniziato a bruciare anche qua.
Vorrei sapere se fa più paura, agli abitanti di Barcheto e Imperia tutta, una cosa del genere o un po’ di musica alta al Centro Sociale, per dire.
Le camicie verdi che sono andate a caccia di extracomunitari per fare un po’ di spettacolo, hanno da dire qualcosa in proposito? Dopo quelle simpatiche uscite, sono riuscite a metterci in sicurezza?
Lo capite quali sono i problemi, vero?
Quindi occorre che ci si mobiliti. La rete non basta. Ho avuto già esperienze in passato e mi sono bastate: un sacco di parole scritte, giusto come quelle dette a voce nelle sezioni del PCI: il risultato è sotto gli occhi di tutti.
Per mobilitazione intendo aggregazione: occorre che tutti, nel limite delle loro possibilità, facciano il possibile affinché la democrazia, la legalità prevalgano. Ognuno porti il proprio apporto: le idee saranno di stimolo ai politici con la schiena dritta che stanno nei consiglio comunale e provinciale: sono certo che qualcuno c’è. Sennò pazienza, andremo per la nostra strada.
Fondiamo un circolo, aggreghiamo le persone oneste, sincere, democratiche e progressiste, di qualsiasi categoria. Sviluppiamo le idee, organizziamo una opposizione fuori dai partiti. Controlliamo il territorio, segnaliamo le cose che non vanno. Forse potrebbe essere l’inizio di qualcosa di nuovo.
Se siete arrivati fin qui avrete capito che è tutto in embrione e che con il vostro contributo magari qualcosa di concreto e chiaro si potrà fare.
Il blog sarà a vostra disposizione, ovviamente.

Scritto da Angelo Amoretti

4 aprile, 2010 alle 22:12