S’era scherzato

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Ricordate?
Beh, si è concluso tutto per il meglio.
Le ultime memorie difensive – lo leggo su La Stampa di ieri – degli avvocati Erminio Annoni e Giuseppe Maria Gallo hanno finito per convincere il Pubblico Ministero Paola Marrali: il capannone, il manufatto, l’ecomostro – chiamiamolo come vogliamo – non è fuorilegge e presto il caso sarà archiviato.
Sono stadi di conseguenza scagionati dall’accusa di abuso edilizio coloro che erano stati raggiunti da avvisi di garanzia: Paolo Calzia, Emilio Morasso, Delia Marlonghi e Maria Assunta Longo.
A seguito di tutto ciò, Paolo Verda e Giuseppe Zagarella, i consiglieri comunali del PD che avevano presentato un esposto denuncia sul manufatto, hanno dichiarato quanto segue:

La notizia di richiesta di archiviazione da parte del magistrato inquirente circa la costruzione in difformità rispetto ai titoli autorizzativi del capannone sul Porto di Imperia ci lascia sicuramente perplessi.
La costruzione è, per stessa ammissione del progettista (a mezzo stampa), difforme rispetto a quanto autorizzato e conforme rispetto ad una variante che a tutt’oggi, per la parte relativa al capannone, non è stata formalmente approvata dalla competente Conferenza dei Servizi (non a caso è stata determinata una “sanzione ambientale” a fronte di una “istanza di compatibilità paesaggistica” presentata dallo stesso progettista).
Poco importa che allo stato attuale solo 2/3 del volume risultino realizzati. Dalle documentazioni depositate agli atti risulta chiaramente non solo che l’altezza del capannone non diminuisce rispetto al progetto approvato, ma il volume finale del capannone (una volta costruito per intero) verrà aumentato sensibilmente come attestato dalla stessa Commissione Edilizia Integrata del Comune di Imperia.
E questo al di là delle dichiarazioni dei legali, non corrette, secondo le quali l’altezza dell’edificio sarebbe diminuita, laddove l’altezza di gronda (parametro urbanisticamente rilevante) è aumentato di circa 3 metri.
Certo è che qualora, lette le motivazioni del provvedimento, si confermino i criteri illustrati a mezzo stampa per dirimere la questione, questo costituirà senza ombra di dubbio un importante precedente a sostegno di coloro che ritengano i parametri urbanistici e le norme tecniche di attuazione dei piani passibili di interpretazioni soggettive e modifiche.
Se tutto sarà confermato allora i nostri colleghi sappiano:

- sembrerebbe possibile sanare abusi e difformità gravi su suolo demaniale;

- su demanio, nonostante quanto espressamente previsto dal Codice della Navigazione all’Art. 47, e dalla Legge dicembre 2006 n. 296 e dalla Legge Regionale 13/1999 come modificata ed integrata dalla Legge Regionale 22/2008, le gravi violazioni urbanistico edilizie e paesaggistico ambientali a quanto pare non comporteranno più sanzioni, tanto meno la prevista revoca delle concessioni demaniali; (Stralcio da L.R.13/99 in combinato disposto con L.R.22/2008: Art. 11 quinquies. (Violazioni urbanistico-edilizie e paesistico-ambientali) (22)[...]

- sembrerebbe possibile la procedura di S.U.A. “in sanatoria”.

Restiamo in attesa di conoscere gli esiti definitivi della questione consci che qualunque essi siano questi costituiranno precedente non trascurabile per dirimere future questioni con la Soprintendenza della Regione Liguria e con tutte le altre su base nazionale, così come con l’Agenzia del Demanio e con gli altri Enti interessati.
Contestualmente restiamo in attesa di conoscere anche gli sviluppi circa l’evidente sforamento dei volumi massimi ammessi dal Piano Regolatore Portuale (il progetto in variante complessivamente vede volumetrie per 127.000 metri cubi a fronte di un massimo ammesso di 120.000), certi che verrà sicuramente trovata idonea e repentina soluzione, magari con qualche “decreto interpretativo” ad hoc.
Tutto quanto sopra detto, sia chiaro, il problema è e resta sempre lo stesso: se le regole esistano e per chi esistano. E che la cantieristica abbia bisogno di spazi idonei per lavorare è cosa che ci ha visto in prima linea, propositivi, durante l’intero iter di approvazione del progetto del Porto Turistico. Che poi i progetti vengano variati per meglio rispondere al contenimento della spese di realizzazione, a scapito dell’impatto su una città è tutta un’altra storia…

-Giuseppe Zagarella – Paolo Verda – Imperia, 6 aprile 2010

I lavori possono continuare spediti e Sanremo può attendere.