Sull’esposto del PD alla Corte dei Conti

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A seguito dell’esposto alla Corte dei Conti da parte del Partito Democratico, il Sindaco Strescino ha rilasciato un’intervista al Secolo XIX e ieri il PD ha reso nota una controreplica. Le riporto entrambe qui sotto:

LA REPLICA DEL PARTITO DEMOCRATICO

PORTO REAZIONI ALLE CRITICHE PER L’ESPOSTO ALLA CORTE DEI CONTI
Controreplica del Pd “Il sindaco Strescino? Valuti se dimettersi”
«Non fa che ribadire quell’atteggiamento irresponsabile, da capo popolo e capo fazione»

Sul porto le discussioni e le polemiche, come gli esami, non finiscono mai. Dopo i commenti rilasciati dal sindaco Paolo Strescino sull’esposto-denuncia che il Pd ha mandato alla Corte dei conti («Un atto gravissimo», l’aveva definito), c’è ora la controreplica da parte della sinistra, con un comunicato stampa firmato collegialmente, ma nel quale si vede la mano di Giuseppe Zagarella e Paolo Verda, tra gli artefici dell’esposto che tanto ha fatto arrabbiare Strescino.
Dicono al Pd: «Definire “atto intimidatorio” il deposito di un esposto alla Corte dei conti non fa che confermare quell’atteggiamento irresponsabile, da capo popolo e capo fazione, che sembra suggerire il mantenimento di una linea al limite dell’omertoso silenzio su una vicenda che ormai da troppi anni si sviluppa all’interno di una cortina di nebbia fitta, decisamente incompatibile con la strenua difesa dell’ interesse pubblico. E diviene anche ridicolo dal momento che prima di intervenire, il sindaco non si è neppure dato la pena di leggerlo, l’esposto, e quindi non ne conosce il contenuto. Probabilmente gli sfugge che con il coinvolgimento della Corte dei conti intendiamo semplicemente conoscere il parere di un terzo titolato circa l’eventualità di un possibile danno erariale alla collettività imperiese. Non è sufficiente fare delle cose o delle opere, ma occorre che quello che si fa sia realmente fatto tutelando il pubblico interesse. E’ questo che distingue la buona amministrazione dalla becera e demagogica politica del fare ad ogni costo».
Ancora: «È ormai evidente come il nostro sindaco sia completamente succube delle decisioni assunte in passato, come è evidente la sua incapacità a cambiare registro, evitando di ripetere alla nausea il disco rotto e francamente stomachevole delle “opposizioni brutte e cattive”. Se non è in grado di assumere una posizione forte e decisa nei confronti dei veri responsabili della situazione in cui ci stiamo trovando, valuti se rimanere o meno in carica, perché nei giorni a venire troppe volte avrà lui in mano la palla della responsabilità amministrativa. Continui pure, imperterrito, in questa linea di chiusura al dialogo ed alle proposte che derivano da una minoranza che in questi lunghi anni ha cercato disperatamente di far sentire la propria voce, di suggerire soluzioni meno avventate, di correggere le storture di accordi tra pubblico e privato evidenti a chiunque si avvicinava nel concreto agli atti documentali»
Concludono: «Se, come noi non auspichiamo ma temiamo, la Corte dovesse ritenere che le nostre critiche hanno fondamento allora sarà difficile per lui, dopo anni di chiusura al confronto, dopo anni di acritica difesa del porto turistico e di dichiarazioni demagogiche sulla opposizione e sul suo lavoro dire più o meno piagnucolante “non avevo capito“…».
La Stampa, 4 gennaio 2011

L'INTERVENTO DEL SINDACO STRESCINO

Dura replica del sindaco di Imperia Paolo Strescino all’esposto Pd sul porto

«Un atto intimidatorio nei confronti di questa amministrazione e dei consigli comunali presenti e passati». Una reazione pacata nel tono, ma certamente non nei contenuti quella del sindaco di Imperia, Paolo Strescino, che non lascia passare sotto silenzio la consegna del libro bianco sul porto scritto dal Partito democratico da un paio di giorni sulla scrivania del procuratore generale presso la Corte dei Conti di Genova.
Il sindaco difende le scelte della sua amministrazione e di quelle che l’hanno preceduta, rispedisce le critiche al mittente, e contrattacca accusando di nuovo il Pd e la sinistra tutta di aver sempre ostacolato la realizzazione del nuovo porto.
«Il Pd – attacca Strescino – in un momento così delicato, con le inchieste della magistratura in corso, anziché mantenere i toni bassi, come sarebbe auspicabile, getta benzina sul fuoco e dimostra, se ancora ce ne fosse bisogno di essere stato e di essere contrario al porto e quindi contrario allo sviluppo della città. Ho già avuto modo di dirlo, e lo ribadisco, aggiungendo che sono stati contrari allo scalo turistico non solo i consiglieri comunali delle precedenti amministrazioni, ma anche gli attuali che hanno sottoscritto l’esposto».
Nel dossier annunciato dal Pd mesi fa e completato nei dettagli solo qualche giorno prima di Capodanno, in ordine cronologico e per settori vengono affrontate le problematiche che riguardano la realizzazione del nuovo scalo turistico del capoluogo. Lo scopo dichiarato dai consiglieri del Pd che lo hanno firmato con il pieno appoggio del partito provinciale e regionale, è quello di far emergere le «responsabilità ̀ politiche, amministrative e patrimoniali della classe dirigente che governa e ha governato Imperia». In sostanza secondo il Pd, attraverso la documentazione allegata all’esposto, la magistratura contabile dovrebbe ravvisare danni erariali.
«Voglio chiedere agli imperiesi – incalza Strescino – se ritengono davvero che questo porto abbia portato danni alla città. Io sono fermamente convinto del contrario. E che il Pd non giudichi l’imprenditoria incapace di portare a termine il proprio compito. Quando sono stati loro ad amministrare non solo gli imprenditori locali ma anche quelli di fuori stavano alla larga perchè come amministratori non avevano alcuna credibilità. Meglio stendere un velo pietoso su quella che è stata l’esperienza amministrativa della sinistra. Se fosse per il Pd nulla sarebbe cambiato: prima c’era un porto più piccolo, c’era la nautica sociale, adesso il Comune ha una quota che viene valutata 25 milioni di euro. E’ questo – interroga Sterescino – il danno che avremmo dato alla città di Imperia? Gli imperiesi sanno e capiscono che qualora dovessero fermarsi i lavori del porto la responsabilità sarebbe di chi con gli esposti prova a ribaltare il responso delle urne».
Un fiume in piena il sindaco che sulla vicenda portuale non accetta ricette né consigli, («Ci sono due visioni diverse della città, la nostra è sotto gli occhi della gente la loro è una battaglia di retroguardia: vorrebbero ancora due gozzi e basta»), e se la prende anche coi vertici regionali del Pd, il governatore Burlando in testa, che hanno avallato l’azione del gruppo consiliare: «Basta dire che hanno dato i contributi ai centri sociali anziché dimenticando di pensare alla gente che lavora, dimenticando l’imprenditoria e le infrastrutture».
Il Secolo XIX, 3 gennaio 2011