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Annunci a pagamento di Acquamare Srl sui quotidiani locali

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Oggi e qualche giorno fa, la Società Acquamare Srl e la Società dell’Acqua Pia Antica Marcia Spa hanno acquistato una pagina de Il Secolo XIX e La Stampa per comunicare alla città di Imperia quanto segue:

In relazione alla costruzione del porto turistico, desideriamo ribadire quali sono i fatti:

1. Tutti i costi necessari per realizzare il porto sono stati sostenuti unicamente con nostre risorse private e con finanziamenti bancari fatti alla nostra società;

2. Relativamente a detta costruzione, il Comune di Imperia non ha dovuto sostenere alcuna spesa, né dovrà sostenerne in futuro;

3. Quando il porto sarà finito, il Comune avrà un utile di circa quaranta volte il suo investimento iniziale;

4. La gestione del porto turistico nella sua totalità è e rimarrà nella disponibilità unica della concessionaria Porto di Imperia, partecipata dal Comune, con tutti i profitti che deriveranno dai servizi erogati;

5. Alla scadenza della concessione, il porto tornerà allo Stato.

6. Acquamare non ha commesso alcun fatto illecito e la città di Imperia, senza alcun costo, avrà a disposizione il porto più grande del Mediterraneo, con tutti i relativi benefici.

e a tal proposito riporto una lettera non firmata pubblicata su La Stampa di oggi

[...] ai punti 1 e 2 sostanzialmente si afferma come il Comune di Imperia non abbia sostenuto alcuna spesa per la realizzazione dell’opera (forse era disinformato chi sosteneva che lo spostamento di una parte del cumulo di terra, costato 700 mila, cui avrebbe dovuto provvedere l’Acquamare, sia stato sostenuto dalla Porto di Imperia di cui il Comune è socio per 1/3).
Al punto 3 si legge “quando il porto sarà finito, il Comune avrà un utile di circa quaranta volte il suo investimento iniziale”.
Considerato che ai punti 1 e 2 si dichiara che il Comune ha sostenuto un costo 0 (zero), matematicamente risulta: utile del Comune 40 x 0= 0.
Detta affermazione, non suffragata da alcuna prova, mi ricorda come l’ingegner Caltagirone, nel corso di un’intervista rilasciata in occasione delle Vele d’Epoca, con la stessa superficialità, dichiarasse come il nuovo porto sarebbe stato fonte di 5 mila posti di lavoro, ma ad oggi mi risulta che abbia prodotto disoccupazione a causa della chiusura dei Cantieri Navali, che il personale delle imbarcazioni stazionanti in porto parli lingua straniera e così pure abbia targa straniera buona parte degli automezzi de personale addetto alla manutenzione.
Al punto 6 si afferma: “Acquamare non ha commesso alcun fatto illecito”, ovviamente sranno i magistrati a deciderlo, comunque è singolare come sul guiornale si sia letto: “Il Riesame: Caltagirone e Conti devono ritornare in carcere”. Senza dubbio sarà una persecuzione giudiziaria. Penso che l’Acquamare, con questo comunicato, si prefigga lo scopo di ricevere un attestato di benemerenza dalla cittadinanza. Ma ritengo non siano favorevoli, oltre che parte della cittadinanza che è a conoscenza della situazione, in particolare i 700 diportisti già preesistenti alla realizzazione del porto che, oltre ad avere subito un incremento del 300% rispetto a quello praticato dalla Imperia Mare, sono costretti, a causa della soppressione dell’impianto carburante, a fare rifornimento con le taniche, e, a causa dell’inquinamento delle acque del vecchio bacino determinato dalla assenza di un impianto di riciclo, a fare carena più di una volta all’anno.

Scritto da Angelo Amoretti

29 maggio, 2012 alle 18:48