Villa Carpeneto è sotto vincolo

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C’è la storia del vincolo che probabilmente non farà dormire sonni tranquilli al magnate del nickel, Potanin.
Tempo fa Gianni Rollero, consigliere della lista civica “Con Imperia” aveva reso noto tramite gli organi di stampa che Villa Carpeneto è sotto vincolo: chi l’ha lasciata, infatti, ha voluto che la destinazione restasse “casa per l’infanzia”.
Tale volontà fu espressa sia dal venditore che dall’acquirente in un atto stipulato presso il Notaio Anselmi il 3 novembre 1937 al quale è allegato, come parte integrante, un decreto dell’allora ministro degli Interni che “autorizza l’acquisto al fine di adibire la villa a Casa della Madre dell’Infante” [La Stampa - 28 novembre 2009].
Per cui, se a qualche confinante o a un circolo, o a un’associazione, girasse il boccino, potrebbe mettere il bastone fra le ruote a Potanin che forse non è neppure al corrente di tale vincolo.
L’unica soluzione, a parte una vera e propria presa del palazzo da parte dei ricchi comunisti russi per vendetta, sarebbe proprio quella di cui parlo nel post precedente e chiamare la prestigiosa Villa “Casa della Made dell’Infante Comunista”.
L’assessore Franca Rambaldi verserebbe altre due lacrimucce, come quando le versò prima di votare la decisione di mettere all’asta la Villa, e tutto finirebbe lì. Si potrebbe trovare un compromesso con Potanin per non farla morire di crepacuore: niente falce e martello sull’eventuale vistosa insegna.