Indulgenza (consigliere comunale di Rifondazione) all’Arci Camalli

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Ieri sera, alla riunione che si è tenuta nella sede dell’Arci Camalli di Imperia, il consigliere comunale di Rifondazione Comunista, Pasquale Indulgenza, ha parlato a ruota libera di svariati problemi che andrebbero affrontati con urgenza e ha parlato della questione Seris, di EcoImperia (i cui circa 100 dipendenti rischiano seriamente di essere licenziati), di Porto, di Mafia e del progetto “Dal Parasio al Mare”.
Per metter piede all’Arci non viene richiesta la patente di comunista e neppure la tessera di iscrizione, per cui chiunque avrebbe potuto esserci e rivolgergli delle domande: in fondo rispondeva da uomo e da cittadino che ha a cuore il futuro della nostra città.
Mi riferisco a quelli che,  per esempio, gli rivolgono domande attraverso il mio blog: ecco, quella di ieri sera sarebbe stata una ghiotta occasione per loro, ma se la sono persa. Peccato.
Pasquale, mi permetto di chiamarlo per nome perché lo conosco da anni e credo non si offenderà, ha parlato a 360° e quelli del partito dell’amore non ci crederanno: ha fatto anche autocritica su come fu concepito e poi realizzato, il Piano Regolatore.
A parte ciò ha raccontato della famosa giunta “Croce e Martello” confessando di aver solo con il tempo capito cosa stava dietro a quella insolita coalizione: in pratica quello che ci stiamo portando dietro ancora oggi.
Non ho preso appunti, ma qualcosa mi è rimasto impresso. A un certo punto ha affermato che, dopo aver partecipato a Milano, ad uno stage con i massimi studiosi del fenomeno Mafia, ha constatato che altri, più competenti di lui, sostengono che nel Ponente Ligure non c’è il pericolo di infiltrazione mafiosa perché la mafia è oltremodo infiltrata da tempo.
Alla fine gli ho chiesto cosa intende fare: che so, un documento da discutere e votare in consiglio comunale o altro. Mi ha risposto che bisognerebbe che tutti quanti si incominciasse a ragionare sui punti che aveva elencato in un suo comunicato diramato dai media locali.
L’ho ritrovato e lo ripropongo perché sarebbe interessante sapere cosa ne pensate anche voi, lettori del mio blog.

Le idee/forza che a noi sembrano dirimenti e su cui torniamo a chiedere – a distanza di quattro mesi da quando le esponemmo per la prima volta – una verifica tempestiva, sono rappresentate nei seguenti sei punti:
1) La messa in discussione dell’abnorme societarizzazione nella gestione di servizi pubblici, per contrastare la commistione crescente tra pubblico e privato, la tendenza ad imporre gestioni con regimi privatistici usando capitali e beni pubblici, (che portano poi, immancabilmente, a privatizzazioni sempre più spinte) e i costi sociali via via più elevati che comportano tali società – tra grandi e piccole, più di ventimila, in Italia! -, nei termini di inevitabile aumento delle tariffe per i cittadini e di crescita, a lungo andare, del debito pubblico reale;
2) Un impegno caratterizzante e incisivo che qualifichi il Comune di Imperia come presidio democratico nella lotta alla corruzione pubblica e privata e alla crescente penetrazione e ramificazione della criminalità di stampo mafioso nel territorio, con l’attivazione di prime misure fondamentali, quali quelle contemplate nel “Codice dei contratti pubblici” (detto anche degli appalti) di lavori, servizi e forniture (ad esempio, con lo Sportello dei contratti pubblici e l’istituzione del Profilo del committente), la piena valorizzazione della misure previste dalla Legge 136/10 in materia di trasparenza e tracciabilità dei flussi finanziari, e un recepimento conseguente, nelle concrete scelte dell’Ente, del portato degli articoli 117 e 118 della Costituzione, che hanno accresciuto il potere regolamentare dei Comuni e riconosciuto ad essi, in determinate materie, funzioni amministrative proprie di quelle statali e e regionali.
3) Un ridimensionamento della parte residenziale prevista nel porto turistico in costruzione e la riprogettazione di più ampi spazi per la cantieristica, per dare sbocchi produttivi e qualificati all’economia locale; contestualmente, l’assicurazione del mantenimento e del’incentivazione di funzioni diversificate all’interno della portualità cittadina;
4) Una scelta chiara e tempestiva, nel rispetto della volontà popolare espressasi col recente referendum nazionale, a favore di una gestione pienamente pubblica del servizio idrico, con la costituzionalizzazione dello stesso nello Statuto del Comune;
5) Il rigetto della privatizzazione e della esternalizzazione dei servizi sociali e la scelta strategica di puntare all’ampliamento e al potenziamento della rete territoriale di protezione e sicurezza sociale, con la contestuale salvaguardia e riqualificazione dell’assistenza ospedaliera esistente nell’ambito del territorio comunale;
6) Una azione costante e coerente, nella politica urbanistica, contro l’abnorme consumo del suolo e delle altre risorse naturali ed ambientali, a favore di un miglioramento della qualità di vita e di un sano e lungimirante sviluppo socio/economico.

Il confronto, scrive Indulgenza, è aperto a tutti perché su certe tematiche non bisognerebbe fare distinzioni di colore politico.
Purtroppo all’Arci non ho visto nessun politico al di fuori di lui: forse l’incontro non è stato sufficientemente pubblicizzato, forse qualcuno non ha avuto tempo. Ma mi permetto di dire a tutti che il tempo stringe e che, nonostante tutto, non abbiamo ancora visto niente.
Vi faccio un esempio su tutti: pare che in Comune, a breve, verrà costituita una commissione di “esperti” composta da geometri, architetti e gente del ramo, con “qualche consigliere comunale” che si occuperà di varianti al Piano Regolatore e problematiche che riguardano il cemento, per capirci. Così che qualche eventuale delibera non passerà neppure più in discussione in consiglio comunale.