Fronte del porto

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L’ultimo numero de L’Espresso a pagina 70 si occupa di Imperia e del ponente con un articolo di Peter Gomez intitolato: “Il Fronte del porto. La Liguria si riempie di torri e moli per yacht. Ma dietro la corsa al cemento ci sono i politici. Vecchi e nuovi”
Gomez racconta di Alassio, Pietra Ligure, La Spezia e altre cittadine dove sono in corso grandi opere e qui, a beneficio di chi ancora non l’ha letto, riporto ciò che scrive riguardo la nostra città.

“La leggenda narra che i due Claudio si siano spartiti la regione: il ponente e le banche al sanguigno Scajola, l’ex Ministro forzista dell’Interno costretto nel 2002 a dire addio alla poltrona dopo aver definito Marco Biagi, il giusvalorista ucciso dalle Br, “un rompicoglioni”. Tutto il resto a Burlando, l’ex ministro diessino dei Trasporti, dal 2005 governatore di una Liguria sempre più ultima trincea rossa, in un nord votato anima e corpo al centrodestra. Loro smentiscono. Ma ormai lo fanno all’unisono e a ripetizione.
Venerdì primo giugno, durante un convegno organizzato a Imperia da Beatrice Cozzi Parodi, la bellissima vedova del deputato Udc Gianni Cozzi, unica presidente donna di una Camera di Commercio, e soprattutto grande costruttrice di porti, i due Claudio hanno rintuzzato nuovamente i velenosi sospetti d’inciucio, dicendo: «Tra noi non c’è nessun rapporto nascosto né privilegiato, c’è solo un rapporto di buon senso.»
Che per i liguri si traduce in un fiorire d’iniziative edilizie dal sapore bipartisan, in un’immensa colata di cemento che sta portando intellettuali, comitati cittadini, associazioni ambientaliste a denunciare una nuova “rapallizzazione” della regione, sul modello di quanto era accaduto nei primi anni Cinquanta. Lo ha fatto, per esempio, dalle colonne di Micromega, il savonese Fabio Fazio che ha detto: «E’ proprio come dopo la guerra. Come durante il boom quando la mentalità era quella di costruire ad ogni costo, a prescindere dalle ragioni sociali e urbanistiche.»
Lo fa col suo blog Beppe Grillo. Lo scrive l’ex sindaco di Torino Diego Novelli («In Liguria è in corso un vero saccheggio, ma in Regione il mio amico Claudio Burlando – già ottimo sindaco di Genova – non vede, non sente, non parla.») [...]
Attraverso dei prestanome il banchiere (si parla di Gianpiero Fiorani. ndr) controllava parte delle quote di una serie di società immobiliari a Imperia, Alassio e Celle Ligure. E quando poteva faceva una capatina in Regione.
Così, nel settembre del 2003, eccolo in elicottero assieme a Scajola e al suo futuro coindagato per la scalata Antonveneta, Ignazio Bellavista Caltagirone, mentre sorvola Imperia per osservare il porto e l’area ex Italcementi. Due affari potenzialmente d’oro, tanto che gli architetti incaricati di seguire il recupero della Italcementi ora denunciano di aver ricevuto pressioni di ogni tipo affinché modificassero le volumetrie: quelle soft erano firmate da ex esponenti del Pci, quelle più rudi arrivavano via telefono dalla Sicilia.[...]
Impossibile non notare come, nella rossa La Spezia, la Marinella Spa, che promette d’investire 300 milioni di euro in 900 posti barca, 700 residenze, 200 negozi e 25 stabilimenti balneari, sia controllata dal Monte dei Paschi di Siena, mentre a Imperia gestisce tutto la Porto di Imperia. Ovvero una Spa a maggioranza pubblica, nella quale sono entrati con il 33 per cento i costruttori romani Bellavista Caltagirone (Acqua Marcia). La Porto di Imperia ha affidato i lavori (95 milioni di euro) ai soci della capitale. La posa della prima pietra è avvenuta alla presenza di Scajola, Burlando, Ignazio Caltagirone e Beatrice Parodi, che è pure lei azionista della Porto Imperia, ma si consola costruendo (con i Caltagirone) il porto laziale di Civitavecchia e, da sola, quelli liguri di Bordighera e Ventimiglia. Il risultato è che in alcuni tratti della Riviera finirà per esserci un approdo sicuro (e relative case) ogni 3 miglia.” [...]

fonte: L’Espresso n.24 – 21 giugno 2007 -

Scritto da Angelo Amoretti

18 giugno, 2007 alle 22:51