Claudio Scajola estraneo ai fatti del G8

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Da ieri è ufficiale: l’ex Ministro Claudio Scajola è totalmente estraneo ai fatti del G8 e al curioso acquisto del suo ormai famoso appartamento in via del Fagutale 2 con vista Colosseo a Roma, cosa per cui non era neppure indagato.
Lo annuncia dal sito della sua Fondazione con un video, giusto a un anno di distanza da quella surreale conferenza stampa in cui annunciava le dimissioni.
Dopodiché ha cominciato a far dichiarazioni bizzarre, ha smentito ciò che in una intervista aveva detto sua moglie e spesso ho detto che, a mio modesto avviso, avrebbe fatto meglio a tacere per non rendere ancora più allucinante la situazione.
Ma, al di là del fatto che, pur avendo detto che sarebbe andato dai giudici di Perugia per essere ascoltato, non si sia mai presentato; al di là del fatto che dobbiamo ancora capire come siano andate realmente le cose e infine che non sappiamo se l’appartamento è stato venduto e parte del ricavato dato in beneficienza, l’ex ministro nel suo comunicato di ieri, ha parlato di “processi mediatici“, ma forse ha dimenticato che a chiederne le dimissioni furono due giornali “amici”: Libero e il Giornale.
Proprio quella mattina del 4 maggio 2010, i due quotidiani vicini al Presidente del Consiglio (anzi, il Giornale è  di proprietà del fratello) uscivano con queste prime pagine:

Maurizio Belpietro, nel suo articolo di fondo, scriveva, tra l’altro, che a chiederne le dimissioni erano “quei quattro gatti dell’Italia dei Valori“, ma una riga più giù aggiunge: “Resta il tema di cosa sia meglio per il ministro, il quale se ha preso 900 mila euro da un imprenditore per pagarsi la casa ha l’obbligo di farsi da parte, perché temporeggiare non serve a nessuno, soprattutto a lui“.
Vittorio Feltri, all’epoca direttore de il Giornale, alla fine del suo fondo, scriveva: “E se non ha niente da dire oltre a ciò che ha detto, le conviene rassegnarsi. Anzi, rassegnare le dimissioni“.
Ora, se fossi nei panni dell’on. Scajola, più che ai media “avversi” chiederei a questi signori: “E adesso come la mettiamo?”.
Come mai Berlusconi gli aveva consigliato di farsi da parte, quando con Cosentino, a un passo dall’arresto, si è fatto di tutto per difenderlo in aula?
Lo dico con sincerità: se fossi al posto di Scajola mi girerebbero alquanto.
Quindi questa potrebbe essere la resa dei conti. A parte le scuse, riusciranno a trovargli un nuovo posto da Ministro?
L’aver fondato la Cristoforo Colombo è stato un modo per contrattaccare? Quando verrà il contrattacco? I conti bisogna farli anche in casa propria. Così, mentre gente poco affidabile e con scarsa competenza, passata da un partito all’altro, ci ha guadagnato qualche poltrona per aver salvato Berlusconi lo scorso 14 dicembre, lui ha dovuto sopportare anche questo teatrino. Una bella fregatura.
Non è ancora stanco di stare in quel partito che non è più come quando aveva contribuito a fondarlo?
Non ci vorrebbe una bella riflessione per poi trarne le dovute conseguenze?
Già, c’è ancora la questione dell’avviso di garanzia per associazione a delinquere nella faccenda del porto turistico di Imperia, ma questa è un’altra storia.