Il Sindaco di Lucinasco (IM) interviene sulla crisi politica

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Come ebbi già a dire, non conosco il sig. Abbo, ma anche stavolta desidero portare alla vostra attenzione la lettera che ha scritto a La Stampa, pubblicata oggi.
Del Sindaco di Lucinasco ammiro anche la discrezione e la non-autoreferenzialità: non mi pare, infatti, che per esprimere opinioni, abbia finora usato i vari portali locali, cosa che fanno in molti senza starsi a chiedere quanto sarà grande la figura del cioccolatino che andranno a fare. No: lui scrive a La Stampa e via.
Se vuole può scrivere anche a me perché, ripeto, le sue missive offrono notevoli spunti di riflessione e le pubblico con piacere.
Su una cosa sono d’accordo, stavolta: non capisco perché la scelta del futuro sindaco di Imperia, nel caso ci fosse una coalizione con altri partiti, debba spettare al Partito Democratico.

Ah come sono lontani i tempi in cui Burlando per una imboccatura contromano veniva esposto al pubblico ludibrio! Ingiustamente perché un politico si giudica da come amministra e non per fatti estranei al suo mandato, nel suo caso guidare l’auto.
A Chiusanico il presidente della Regione ha incassato i vivi apprezzamenti di Luigi Sappa (che fanno paio con le singolari dichiarazioni di Zoccarato di qualche tempo fa) e nel pomeriggio nella piccola Arzeno d’Oneglia, per l’occasione diventata l’ombelico di Liguria con nutrita rappresentanza regionale e della moribonda Provincia, ha sollevato l’entusiasmo dei sindaci presenti del centrodestra (che poi sono tutti se si esclude il sottoscritto) con battimani e convinte approvazioni.
Che sta succedendo? Quali le ragioni di questo clima bipartisan?
E’ solo il segno evidente di un centrodestra imperiese palesemente orfano di punti di riferimento o un «embrassons nous» fra la destra e la sinistra tradizionali che si sentono minacciate dagli annunciati sconvolgimenti elettorali della prossima primavera?
Per chi come me non vive di politica, ma vive la politica come passione, la cosa non solleva grande interesse: prendo atto con piacere del consenso di Burlando.
Sarebbe più interessante invece che qualcuno ci facesse sapere cosa intende fare il Pd a livello nazionale come a livello locale.
In Italia, quello che secondo i sondaggi è il primo partito italiano, manca di scelte chiare e univoche sui temi della persona, manca di una politica economica che dia risposte adeguate alla crisi attuale e di un necessario quadro di alleanze a tutt’oggi neanche ipotizzato.
A Imperia, dove il terremoto politico della scorsa primavera costringerà molti partiti a nascondersi dietro il dito delle liste civiche e di fumosi esponenti della società civile il Pd, fra i pochi partiti rimasti in campo perché grazie al cielo non ha nulla da vergognarsi, dovrebbe dare segnali diversi di vitalità.
Per iniziare, un programma con i grandi temi: una città pulita e a misura di cittadino prima che per il turista, attenzione ai temi sociali e alle fasce più deboli, politiche di sgravio a favore delle attività produttive, e, ovviamente, il problema porto e quello del depuratore tanto per citare i più pressanti.
Non serve vergare opuscoli con capitoli e paragrafi: basta essere credibili attraverso l’elencazione di pochi punti (Berlusconi docet), individuando problemi da risolvere e promesse da mantenere.
Bisogna discutere direttamente con i cittadini per colmare la distanza fra questi ultimi e la politica, e questo anche a livello locale.
Occorre alla fine individuare un candidato sindaco (anche nell’ambito di una coalizione non può che spettare in prima istanza al Pd considerate la sua cifra elettorale) e questo deve essere un politico, nel solco di un non più prorogabile rinnovamento del partito come richiesto dagli elettori nelle ultime due tornate amministrative.
E’ una ipotesi per un percorso lineare; bisogna dire che ad oggi si è visto ben poco di tutto questo: individualismi più o meno velati, riunioni di corridoio fra i soliti noti, confronti fra forze politiche a livello esplorativo e altre liturgie da prima repubblica sono una seria minaccia per i risultati che sarebbe lecito attendersi dalla situazione licenziata nel maggio scorso.
E attenzione: qualcuno non pensi di avere la vittoria in tasca.

Domenico Abbo, Sindaco di Lucinasco – La Stampa, 31 luglio 2012