La guerra del panino [II]

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Abbiamo qui un dirigente che per fare il proprio mestiere deve avvalersi di un consulente. Non è l’unico caso in Comune: pare che svariati dirigenti abbiano avuto necessità di rivolgersi a persone terze per piantare dieci alberi, per dire.
E penso sia giunta l’ora di farla finita: o i dirigenti sanno fare il loro mestiere, o si dislocano in altri uffici, al limite a fare fotocopie, se proprio non li si vuole licenziare.
Chi paga il Dottor Mandara? Noi contribuenti o l’amministratore di tasca sua?

[...] L’amministratore unico Pietro Salvo (38 mila euro di stipendio all’anno), già commercialista della società controllata al 100% dal Comune, ha ammesso candidamente di fronte alla platea di mamme, papà e nonni inferociti di «non capirne nulla in tema di ristorazione scolastica».
Magari sincero, ma viste le circostanze non proprio un bel biglietto da visita. Salvo ha quindi spiegato di aver dovuto “assumere”, appunto, tramite il suo studio di commercialista, in qualità di consulente, l’ex dirigente dei servizi sociali e già direttore della Seris, Gianfranco Mandara.
Mandara, infatti, essendo andato in pensione per legge, per un certo numero di anni non potrebbe occuparsi di società partecipate dell’ente per cui lavorava. Un bel modo, dunque, senza nulla togliere alle capacità del manager, di aggirare la norma e di far entrare dalla finestra ciò che la legge vorrebbe fuori dalla porta.

Diego David – Il Secolo XIX, 20 settembre 2012

Scritto da Angelo Amoretti

20 settembre, 2012 alle 12:08