Da noi non c’è la ‘ndrangheta?

8 commenti al post

Riporto l’articolo di Marco Preve apparso su la Repubblica di oggi, 10-11-12:

Come era già accaduto per l’inchiesta gemella piemontese, anche il processo genovese contro dieci presunti capi e referenti della ‘ndrangheta in Liguria si è chiuso con un’assoluzione generale.
La sentenza, pronunciata al termine del rito abbreviato dal giudice Silvia Carpanini, non può definirsi clamorosa perché, nonostante il curriculum dell maggior parte degli imputati (pregiudicati o condannati), l’accusa nei loro confronti era sì quella di associazione a delinquere di stampo mafioso, ma fondata sulla sola appartenenza alla ‘ndrangheta e con l’evidente assenza di reati fine (violenze, minacce, usura, omicidi, etc).
Nonostante la Cassazione abbia stabilito che è sufficiente l’appartenenza per condannare, ha allo stesso tempo definito la necessità di una serie di parametri di contorno come il controllo del territorio, l’infiltrazione nel tessuto sociale, economico e politico, la pressione anche indiretta su una comunità.
Ebbene, nell’inchiesta, nel mare di atti e di intercettazioni, il giudice non ha trovato traccia di questi elementi. Naturalmente, l’assoluzione non significa che la mafia in Liguria non ci sia. Tutt’altro, visto il moltiplicarsi di alcuni fenomeni (incendi dolosi, infiltrazioni negli appalti, rapporti tra politici e imprese gestite dalla criminalità) specie nel ponente imperiese dove addirittura due comuni, Bordighera e Ventimiglia, sono stati sciolti dal Ministro dell’Interno dopo le inchieste della procura di Sanremo e dei carabinieri del nucleo provinciale che hanno portato a numerose condanne.
Ma la lotta alla mafia non può basarsi solo su un salutare, e diffuso sul territorio, spirito di rifiuto del fenomeno, e deve andare oltre i teoremi che ancora una volta, come in altre occasioni era accaduto per le indagini sul terrorismo di matrice anarchica, i carabinieri dei Ros hanno costruito attorno ad gruppo di calabresi, di Genova e del sanremese, già finiti nei guai per usura, droga e altro ancora.
I pm della direzione Distrettuale Antimafia Vincenzo Scolastico e Alberto Lari hanno cercato di asciugare il dossier costruendo un rinvio a giudizio credibile, ma non abbastanza per ottenere le dure condanne richieste: dai 6 ai 12 anni. Gli imputati erano Fortunato e Francesco Barilaro, Raffaele Battista, Rocco Bruzzaniti, Michele Ciricosta, Onofrio Garcea, Antonino Multari, Lorenzo Nucera, Benito Pepè e Antonio Romeo. Numerosi gli avvocati difensori: Pietro Bogliolo, Paolo Bonanni, Alessandro Lanata, Marco Bosio, Maria Brucale, Mario Iavicoli ed Emanuele Lamberti.

Marco Preve – la Repubblica, 10 novembre 2012

C’è già stato qualcuno del partito dell’amore che a livello regionale ha alzato la cresta per chiedere chi risarcirà i comuni di Ventimiglia e Bordighera sciolti per mafia, ma c’è  anche da chiedersi se tutti quegli incendi nelle nostre zone erano davvero fenomeni di autocombustione.