Archivio per il mese di novembre, 2006

Periodi

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La città sta attraversando un periodo felicissimo…“.
E vai subito in crisi.
Come?! Pochi giorni fa si parlava della sindrome della quarta settimana, di racket e usura e oggi leggo che la mia città è in un momento felicissimo.
Ripenso ai giorni scorsi per far chiarezza. Non ho visto nessuno fare capriole di gioia sotto i portici.
Avrò sbagliato giornale, ne sto leggendo uno di quarant’anni fa. Controllo la data: no no è tutto a posto, è quello di oggi 24 novembre 2006 e le parole sono del Sindaco. Vado avanti a leggere.
..grazie alla pioggia..
Ecco forse è per via della pioggia. In fondo ce n’è bisogno, anche se, cribbio, proprio adesso che inizia il gran galà di OlioOliva deve mettersi a piovere! San Leonardo, fai smettere!
..di finanziamenti avuti in questi ultimi anni attraverso l’interessamento..
Ahia. So già dove vuole andare a parare. Spero di sbagliarmi perché non ne posso più.
..dell’allora ministro Claudio Scajola“.
Ecco fatto. Non mi sbagliavo.
Ma dico io, un po’ di merito non se lo prendono proprio, lo lasciano tutto all’onorevole. Non è che uno dica: “Grazie al facoltoso lavoro della Giunta e all’interessamento..”
Allora la Giunta con il Sindaco in testa che cosa hanno fatto? Già, che ingenuo: “..l’interessamento dell’allora Ministro..” E’ giusto che non smetta di interessarsi, sennò va tutto a catafascio.

Scritto da Angelo Amoretti

24 novembre, 2006 alle 9:44

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Revolution?

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Ieri mattina, nell’autorimessa dell’Istituto Tecnico Industriale Statale, tre studenti hanno fatto un curioso esperimento.
Hanno confezionato una molotov rudimentale con una piccola bottiglia piena di alcool anziché benzina.
L’hanno fatto per gioco: hanno appiccato il fuoco allo stoppino e si sono allontanati.
Il Preside ha sferrato un calcio alla bottiglietta in fiamme, facendo sprigionare la fiammata. Illeso, ma preoccupato (visti i tempi che corrono qua nel ponente), il capo dell’Istituto ha chiamato i carabinieri che hanno individuato, senza denunciarli, i tre studenti diciassettenni.
L’esperimento, in realtà, era stato fatto in una zona appartata e da parte dei tre bombaroli mancati non c’era la volontà di ferire o procurare danni.
Tutto sommato è andata bene, però fate attenzione, ragazzi: con le molotov mica si scherza!

Scritto da Angelo Amoretti

24 novembre, 2006 alle 0:37

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San Leonardo e OlioOliva II

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Per chi i commenti non li legge, pubblico con grande piacere quello che ha lasciato l’architetto Davide Ghiglione, consigliere comunale di Forza Italia, che ringrazio sentitamente per l’attenzione.
A proposito della “polemica” su Olio Oliva e Santo Patrono.
Non comprendo la pretestuosità della polemica sollevata dall’Udc sulla concomitanza tra la manifestazione Olio Oliva e le celebrazioni religiose del Santo Patrono imperiese.
Sono convinto che la concomitanza di questi due eventi uno agro-alimentare e l’altro religioso sia un punto di forza per la nostra città e per la sua offerta turistica.
Inoltre ritengo che sia profondamente errato pensare che l’interesse per la nostra città sia quello di agire con due pesi e due misure diverse nei confronti delle due storiche anime imperiesi (Porto Maurizio ed Oneglia).
Come San Leonardo è il patrono di Imperia Olio Oliva è la manifestazione di carattere agro-alimentare della città di Imperia. Infatti la possibilità di celebrare due eventi di diverso carattere forma un percorso accattivante nell’offerta turistica che offre, se dovutamente valorizzata, delle sinergie e delle peculiarità uniche che possono a ragione distinguere la nostra città come polo di attrazione turistica combinando l’interesse per la cultura dell’alimentazione mediterranea con l’interesse culturale e religioso per le celebrazioni del Santo Patrono.
Sarebbe opportuno, quindi, abbandonare il pretesto della lamentela tirando per la tunica qualche santo e lavorare per l’interesse comune guardando avanti.
Con gentile preghiera di pubblicazione.
Arch. Davide Ghiglione
Quando ironicamente ho scritto che con un piccolo sforzo Porto Maurizio si può ancora salvare, mi riferivo giusto a questo.

Scritto da Angelo Amoretti

23 novembre, 2006 alle 15:49

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San Leonardo e OlioOliva

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A proposito delle discussioni intorno ai due eventi di questi giorni (OlioOliva a Oneglia, i festeggiamenti del Santo Patrono a Porto Maurizio), Stefano Delfino su La Stampa di oggi si chiede se per caso non siano tornati i “Cacelotti” e i “Ciantafurche”. In sostanza se non sia tornato il vecchio antipatico campanilismo tra i due rioni.
Secondo me scherza perché è lampante che ci sia ancora il campanilismo e anni fa avevo constatato di persona che questo provincialismo attecchiva anche nei giovani e credo che anche quelli di oggi a tal proposito non siano cambiati molto.
A me rincresce parlare di Porto e di Oneglia, preferirei parlare di Imperia, però devo parlarne, se voglio chiarire il mio punto di vista, senza polemiche.
In questo post già dicevo come la pensavo: sono passati quindici mesi e l’unica cosa che è cambiata è il Ministro delle Attività Produttive.
Franca Rambaldi e Giacomo Raineri, portorini doc, (e vorrei poter dire imperiesi doc) si lamentano dell’abbandono del rione. Lei dice che i media hanno dato più rilievo all’evento di Oneglia (OlioOliva), piuttosto che a quello di Porto Maurizio (San Leonardo). Lui lancia un grido di allarme: “Porto Maurizio sta morendo”.
Eppure a Porto ci sono l’Università, il Cavour, il Cineforum, la Fiera del Libro e Mare Noir, tanto per dire e ci sarebbero tutti i presupposti per un rilancio culturale niente male. Basterebbe darsi un pochino più da fare e forse cercare di migliorare dal punto di vista della comunicazione.
A Raineri e alla Rambaldi vorrei poter fare coraggio perché con un piccolo sforzo e maggior partecipazione sono ancora in tempo per salvare Porto Maurizio.
Una cosa, purtroppo, è certa: se Leonardo fosse ancora in vita, vista la situazione attuale, prenderebbe armi e bagagli e andrebbe a studiare a Roma, proprio come aveva fatto allora.
Soprattutto sapendo che a Oneglia un macellaio si mette a vendere stoccafisso per beneficenza a 5 euro la porzione.

Scritto da Angelo Amoretti

23 novembre, 2006 alle 10:10

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Preti, Rabbini e Imam

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“La mia amicizia con il rabbino capo di Genova Giuseppe Somigliano e la storica fratellanza tra ebrei, cristiani e musulmani o tra minoranze religiose in Europa, è la dimostrazione che certi terrorismi ideologici, psicologici o addirittura eversivi, sono purtroppo all’origine del male e della deviazione, ma nulla hanno a che vedere con la religione. Forse, ancora una volta, l’antidoto è il dialogo”.
Lo ha dichiarato, stamani, a Imperia, l’Imam della Moschea al-Wahid di Milano, Yahya Sergio Yahe Pallavicini che è inoltre membro della Consulta per l’Islam istituita dal Ministro dell’Interno, a margine del covegno ‘Stato e minoranze religiose’, l’incontro promosso da Coreis (comunità religiosa islamica) italiana, svoltosi nei locali della Provincia.
Il mio augurio è che a queste sagge parole facciano seguito anche i fatti.

Scritto da Angelo Amoretti

21 novembre, 2006 alle 19:19

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La città senza braghe

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Hai appena finito di parlare del maniaco del coccio e ne viene fuori un altro.
Come mai a Imperia succede ciò? Sarà colpa dello iodio?
Mi si dirà: meglio un ubriaco che fa i suoi bisogni tranquillamente in Piazza Vittoria che uno stabilimento balneare incendiato. E sono perfettamente d’accordo.
Allora sbizzarriamoci con i maniaci.
La new entry è “il maniaco col cappellino™” (stavolta il marchio di fabbrica glielo ha dato qualcun altro).
Fatto sta che quest’uomo sulla cinquantina si tira giù i pantaloni in via XXV Aprile, davanti alle ragazze che escono da un bar.
C’è chi dice “per mostrare i genitali”, c’è chi dice “per masturbarsi”, ma intanto le ragazze passano momenti di panico.
Beccarlo sarà dura perché appena chiamato aiuto, l’esibizionista se l’è data a gambe.
Non sarà mica il maniaco sportivo (quello che girava nei pressi del carcere seminudo con le scarpe da ginnastica) visto che corre come una lepre?
L’altro tizio che si è abbassato i pantaloni, per fortuna (per dire) solo per espletare i propri bisogni corporali, è un uomo di 45 anni, ubriaco fradicio.
Il problema è questo: l’ha fatta o non l’ha fatta?
L’ha fatta sulla piazza o se l’è fatta addosso appena è arrivato il 113?
Le palette e tutto l’anbaradan per raccoglierla (nel caso l’abbia fatta per terra) c’erano o non c’erano?
Sono questi i problemi di cui occuparsi a Imperia, altro che racket, usura e la Fiera di San Leonardo fatta il giorno di San Fausto.

Scritto da Angelo Amoretti

21 novembre, 2006 alle 19:16

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Pirati

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A Sanremonews molti lettori hanno scritto e-mail di protesta per quel che riguarda gli incidenti (troppi, ormai, e mortali) che si verificano dalle nostre parti, per colpa di scooteristi e automobilisti indisciplinati.
Io non sto né con chi usa le due ruote, né con chi usa le quattro.
Dico solo che ci vorrebbe molta più attenzione da parte di tutti e sono d’accordo con quel lettore (lui forse si riferiva alla situazione di Sanremo)che chiede più attenzione e più severità da parte dei tutori dell’ordine.
Per quanto mi riguarda aggiungo solo questo: se per caso qualcuno viene a sbattermi dentro mentre guido (con la cintura, sennò mi fanno la multa) e se per caso quel qualcuno/a con una mano stava guidando e con l’altra reggeva il cellulare, se riesco a uscire dalla macchina intatto, il telefonino glielo metto in bocca e a colpi di tallone glielo faccio ingoiare.
E non venitemi a dire che sono violento perché se lo fossi il telefonino glielo infilerei da qualche altra parte.

Scritto da Angelo Amoretti

21 novembre, 2006 alle 12:58

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I disabili e le Panda

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Mi ha scritto Rino, un visitatore che ringrazio, per segnalare un fatto antipatico che purtroppo succede di frequente: i parcheggi dell’Asl sotto la sede di Viale Matteotti, riservati ai disabili, vengono occupati dalle auto dell’Azienda che creano un grosso problema a chi ha la priorità di posteggiare là.
Stanco di questa situazione, Rino, armato di macchina fotografica, ha scattato alcune foto e me le ha inviate come testimonianza per fare in modo che la sua discreta protesta sia recepita meglio e che per i disabili ci sia il dovuto rispetto.

Non c’è bisogno di altre parole.

Scritto da Angelo Amoretti

21 novembre, 2006 alle 7:49

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Il maniaco del coccio

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Maurizio Vezzaro, noto giornalista de La Stampa, riesce quasi sempre a stimolare la mia fantasia e la mia curiosità. E questo non è male, intendiamoci, perché i suoi articoli sono scritti bene e riescono a far calare il lettore nella scena, proprio come in mezzo a un film.
Probabilmente ama il cinema e la letteratura, soprattutto noir.
Nell’articolo di oggi, in poche righe, senza mai perdere il filo del discorso, ha citato tante di quelle cose che alla fine mi è venuto mal di testa, ma perlomeno credo di aver appreso cose che prima ignoravo.
Partiamo dall’inizio.
Un nordafricano alto, magro e giovane, che fuma Camel, si è introdotto in casa di una signora, l’ha minacciata con un coccio puntato alla gola e l’ha derubata di 70 euro. Non contento, l’ha pure picchiata.
Il malavitoso è stato riconosciuto dalla vittima in Piazza Dante, qualche giorno dopo, ma il Gip Luigi Sanzo l’ha rilasciato. Mancanza di prove? Vai a sapere. Pare che la vittima avesse detto di aver ferito il delinquente il quale, però, dopo un’accurata ispezione, non presentava alcun segno.
Morale della favola: il maniaco è in circolazione e potrebbe di nuovo colpire.
Emulo dei Drughi di Arancia Meccanica” lo definisce Vezzaro. E in una botta sola ci sono Anthony Burgess e ovviamente Stanley Kubrick.
Per caso la signora aveva gatti in casa e una grossa opera d’arte moderna a forma di fallo appoggiata da qualche parte? Non si sa.
Come se non bastasse il fuorilegge oltre a essere violento è pure abbelinato perché è andato a prendersela proprio con una poliziotta della Digos e come non possono venire in mente il film di Steno del 1974 e tutta la saga di Massimo Tarantini con Edwige Fenech?
Nell’angolo di osservazione del maniaco sono state trovate decine di cicche di sigaretta marca Camel prima che il voyeur poi trasformatosi in ogre decidesse di aprirsi la strada dell’alloggio mandando in frantumi la porta-finestra“.
Qui tutti i film sulla trasformazione trucida dell’uomo vengono a galla: da “Un lupo mannaro americano a Londra” di John Landis a “Un lupo mannaro americano a Parigi” di Anthony Waller fino ad arrivare a “Videodrome” di David Cronenberg.
Ma la cosa che più mi ha fatto girare la testa è la sequenza (lo vedete che sono entrato nel film?!) della trasformazione Maniaco -> Voyeur -> Ogre.
Ogre mi ha fatto impazzire e ho dovuto ricorrere a Wikipedia anche se francamente non so se Vezzaro si riferisce a questi protagonisti di un videogioco: “Gli Ogre sono una tra le razze più spregevoli del mondo di Warhammer. Molto simili ai loro lontani cugini Orchi (sono solo più intelligenti), gli Ogre vivono al di là dei confini del mondo insieme ai cugini Gnoblar (lontani cugini dei Goblin) e ad altre creature. Sono divisi in regni, ma di fatto si riuniscono in orde numerose per attaccare le ricche nazioni del Vecchio Mondo….I Regni degli Ogre si trovano nel mezzo della Via della Seta.” I Goblin non sono quelli che hanno composto la colonna sonora di Profondo rosso, di questo sono certo, però il brivido viene lo stesso.
E ne vengono ulteriormente se si pensa a questa sorta di Terra di Mezzo (Tolkien insegna): non avranno mica affinità con l’Italia di Mezzo di Follini?
E’ una faccenda delicata” dicono voci anonime in Questura.
Fatto sta che oltre a non essere sicuro sulla faccenda dell’ogre, ho perso pure il conto dei maniaci, anche se ho deciso di chiamare questo, per non far confusione, il maniaco del coccio.
Approfitto per fare gli auguri a La Stampa che oggi è uscita completamente rinnovata e si è arricchita di colori.

Scritto da Angelo Amoretti

20 novembre, 2006 alle 10:54

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Imperia: isola felice

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Imperia è un’isola felice. Le cose belle arrivano in anticipo, quelle brutte in ritardo.
Oddio, non per tutto è così. Qualche bel film arriva in ritardo e qualcuno bruttino arriva in tempo, i treni (che tanto belli non sono) arrivano in ritardo, per fare qualche esempio.
L’elenco potrebbe essere lungo e ci sarebbe da parlare anche di internet, ma lo farò un’altra volta.
Stavolta voglio parlare della sindrome della quarta settimana che a quanto pare è arrivata anche da noi. In ritardo, ma è arrivata, purtroppo.
Nel resto del Paese si parla di questa famigerata sindrome già da un anno e mezzo/due, da noi ne ha parlato ieri Il Secolo XIX e grazie a Giò Barbera veniamo a sapere che “arrivare a fine mese coi soldi della pensione diventa sempre più difficile”.
Con i soldi dello stipendio o del salario è più facile? Non direi, stando a quel che si sente dire in giro.
In ogni caso anche nella nostra isola felice si è arrivati a una soluzione: al supermercato si potrà dilazionare il pagamento.
Pur con qualche anno di ritardo, è arrivato il sistema americano: i supermercati Conad, Margherita, Superstore e Leclerc offriranno un metodo di pagamento con un’operazione denominata “Fai la spesa subito e la paghi in comode rate”.
Se qualcuno di voi sa trovare un diverso aggettivo per le rate, me lo faccia sapere: avete notato che le rate sono sempre “comode”?
Tant’è: richiedendo la Carta insieme + la Visa Conad si riceverà una carta con la quale sarà possibile usufruire di questo servizio.
Però c’è un… però.
Si dovrà avere un conto corrente bancario, senza spese aggiuntive e tutte le facilitazioni che vogliamo, ma ci vorrà il conto corrente.
E allora siamo al punto di partenza: gli anziani (compresi quelli delle valli), se vorranno usufruire del servizio, dovranno aprire un conto corrente. E Eugenio Minasso non ci dormirà la notte.
Mi permetto di dare un consiglio a chi usufruirà di questi servizi: siate cauti con le carte di credito perché molta gente si è indebitata senza rendersene conto.
Negli Stati Uniti è successo anche di peggio: qualcuno pagava a tutto spiano con quel rettangolino di plastica senza avere né fondi in banca né beni da pignorare. Per questo il paese più liberal e democratico del mondo è indebitato mica male.

Scritto da Angelo Amoretti

20 novembre, 2006 alle 8:44

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