Tempi duri per l’Amat? [II]

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L’eventuale rimborso dovuto agli utenti che per dieci anni hanno pagato la tassa sul depuratore che non c’è, non manderebbe in dissesto le casse del Comune.
Lo afferma, dicendo che è ridicolo parlarne, l’Assessore al Bilancio Rodolfo Leone, il liberale più amato dagli imperiesi, uno che il ‘68 l’ha fatto di sfuggita perché doveva studiare negli Stati Uniti e andare in giro per la Grecia dei Colonnelli con una vecchia Fiat 850.
Del resto, anche se ultimamente ha dichiarato che d’ora in poi sarà impossibile fare in città quel che si è fatto finora senza aumentare le tasse, nel giugno 2006 aveva dichiarato: “Imperia scoppia di salute, abbiamo talmente tanti soldi da non sapere dove metterli“.
Ma se per il Comune è ridicolo parlare di 864 mila euro all’anno, allora perché ricorrere in ultima analisi alla “tassa di scopo”?
Il progetto del depuratore, studiato dalla giunta di centro sinistra nel 1987, e definito “faraonico” dall’Assessore, è anche servito a quella pseudo inaugurazione con tanto di Ministro di allora, Altero Matteoli, insieme all’Assessore Paolo Strescino.
E come mai, dopo la caduta della giunta Berio, è venuta fuori la tassa per il depuratore sulle bollette dell’Amat?
Nella breve intervista rilasciata a La Stampa di oggi, Rodolfo Leone si lancia poi nell’analisi politica, come sempre lucida e precisa: “Dire che Prodi ha risolto anche uno solo dei problemi di Imperia non merita replica. Se dobbiamo dire grazie a qualcuno, quella persona è Claudio Scajola“.
Ecco, sarà che ho un’idea diversa dalla sua riguardo alla comicità, ma trovo decisamente più divertente quest’ultima frase perché è un po’ come dire che gli abitanti di Ceppaloni se devono dire grazie a qualcuno non è né a Prodi né a Berlusconi, ma a Clemente Mastella.

Scritto da Angelo Amoretti

14 novembre, 2008 alle 11:52