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Acqua potabile [II]

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Pubblico due foto che mi ha inviato un lettore di Oneglia, a proposito del colore dell’acqua che a volte esce dai rubinetti.

Acqua potabile

Quella a sinistra è stata scattata con luce naturale, quella a destra con illuminazione da sotto. Le foto risalgono allo scorso 10 marzo.
Le pubblico anche perché il Dott. Alberto Vaccari, Direttore Generale dell’Amat SpA, nei commenti al post in cui parlavo di acqua potabile ha scritto esordendo così: “Questa foto risale ad alcuni anni orsono; comunque, a prescindere se sia stata scattata il 5 giugno 2012, alle ore 9:38 [...]“.
Forse si confondeva con questa del 18 aprile 2007 e in ogni caso non è nella mia natura raccontare balle: chi mi segue e mi conosce penso lo sappia benissimo.

Scritto da Angelo Amoretti

12 giugno, 2012 alle 9:07

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Acqua potabile

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Stamattina mi sono svegliato con l’idea malsana di andare a pagare la bolletta dell’AMAT.

Poi mi è passata la voglia.

Scritto da Angelo Amoretti

5 giugno, 2012 alle 9:38

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Grazie, Amat!

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I giorni della pioggia hanno portato disagio anche a mia madre.
Il tombino che serve a far scorrere via l’acqua dell’antica fontana si è otturato e si è ritrovata con il marciapiede e il giardino allagati.
Ho cercato di rimediare in qualche modo, ma invano.
Sapevo benissimo che in città c’erano disagi per tutti e ho evitato di disturbare vigili, Assessori, Sindaco, vigili del fuoco e Amat perché nonostante tutto non mi sembrava il caso.
Dopo qualche giorno, però, quando le cose in città sembravano andar meglio, ma da mia madre peggio, ho chiamato l’Amat. Ho lasciato nome e cognome, miei e di mia madre. La voce all’altro capo del telefono ha risposto che sarebbero venuti in giornata o il giorno successivo. Ma non è venuto nessuno.
Così sono andato all’Amat, in Galleria Isnardi. Ho parlato con un impiegato che ha preso nota di tutto e più o meno mi ha detto le stesse cose della voce di qualche giorno prima.
Niente da fare, neppure stavolta.
Così, passato qualche giorno, ci sono andato di nuovo e nell’atrio ho trovato un signore vestito da operaio dell’Amat, con tanto di sticker sul giubbotto blu. Era lo scorso lunedì. Gli ho detto che probabilmente il problema richiedeva poco lavoro e che avrebbero fatto un gran bel regalo di Natale a mia madre se fossero venuti a riparare il tombino. Gli ho fatto notare che il problema ormai persisteva da giorni, ma che non l’avevo segnalato subito perché sapevo benissimo che gli operai potevano essere impegnati in lavori più urgenti.
Lui mi ha risposto che avrebbe fatto in modo di mandare qualcuno “oggi o domani”.
Natale è passato, Santo Stefano pure, ma di loro non si è visto nessuno.
L’intensità dell’acqua sgorgante dalla fontana per fortuna è diminuita e adesso non c’è più bisogno degli stivali per percorrere il marciapiede, ma c’è ancora un po’ d’acqua che a questo punto, di notte, potrebbe ghiacciare e diventare assai pericoloso per una donna quasi ottantenne.
Per questo voglio ringraziare l’Amat. Un cittadino che paga le tasse con i tempi che corrono si sarebbe anche accontentato di una telefonata di scuse, ma neppure quella sono stati capaci di fare.
Dal momento che non conosco i nomi di coloro con cui ho parlato, non posso ringraziarli a uno per uno, per cui li ringrazio tutti insieme e pongo loro una domanda: forse affinché gli addetti alla manutenzione (o come diavolo si vogliano chiamare) si facciano vivi bisogna avere una ventina d’anni in meno e i capelli color carota?
Se è così fatemelo sapere: posso sempre far fare la tinta a mia madre e una di quelle diete tipo “venti chili in venti giorni” e chissà che non diventi arrapante come quell’altra (ci vuole poco, a dire la verità) e magari intorno alla fine del prossimo mese il tombino verrà accuratamente sistemato. O dovrò iscriverla in qualche lista per le prossime elezioni? Magari una quarantina di voti li porta pure lei.

Update: sarà un caso, ma oggi si sono finalmente presentati gli addetti dell’Amat e hanno messo a posto le cose.

Scritto da Angelo Amoretti

28 dicembre, 2008 alle 17:32

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Tempi duri per l’Amat? [IV]

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Rodolfo Leone, Assessore al Bilancio del Comune di Imperia, oltre a mettersi d’accordo con Paolo Strescino, Assessore all’Ambiente e chiedere scusa ai cittadini per aver fatto pagare loro una tassa non dovuta, dovrebbe anche mettersi d’accordo con se stesso perché il 14 novembre scorso, ha dichiarato: “Comunque, si tratta di 864 mila euro all’anno. Non è una cifra che manda in dissesto il bilancio del Comune.“ mentre oggi, dalle pagine del Secolo XIX dice tra l’altro: “Il contributo pro depurazione versato ogni anno dagli imperiesi è di circa 864 mila euro. Una cifra consistente che, lo ripeto, è sempre, e dico sempre, stata impiegata per la manutenzione degli impianti fognari, per collegare o costruire nuove condotte“.

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Scritto da Angelo Amoretti

21 novembre, 2008 alle 15:46

Tempi duri per l’Amat? [III]

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Le dichiarazioni degli Assessori Paolo Strescino (Ambiente) e Rodolfo Leone (Bilancio) riguardo alla tassa non dovuta, pagata per dieci anni mediante bolletta dell’Amat per il depuratore che non è in funzione, per certi versi mi convincono fino a un certo punto.
Strescino ha assicurato, dalle colonne de La Stampa di oggi, che dalla prossima bolletta non ci sarà più la tassa “incriminata” e il suo ragionamento è in parte condivisibile quando dice che “se tutte le realtà coinvolte dovessero restituire il denaro sarebbero messe in ginocchio” perché è sottinteso che poi a rimetterle in piedi saremmo con ogni probabilità noi cittadini.
Però Strescino e Leone dovrebbero mettersi d’accordo perché l’Assessore al Bilancio, sullo stesso quotidiano, il 14 novembre scorso, ha dichiarato: “Comunque, si tratta di 864 mila euro all’anno. Non è una cifra che manda in dissesto il bilancio del Comune.“. Se ne deduce che uno dei due, probabilmente, non si sia spiegato bene e sarebbe interessante sapere chi.
La cifra più o meno combacia: diciamo 800 mila euro all’anno. E sulla destinazione d’uso sono d’accordo entrambi: quei soldi servivano alla manutenzione della rete fognaria e idrica.
Non per essere pignolo, ma 800 mila euro all’anno non sono bruscolini e a occhio non riesco a capire dove tali manutenzioni siano state fatte, se ci mettiamo anche che spesso si sono verificati problemi proprio con le reti fognarie in città e la rete idrica ai margini (in via Littardi, per dire, dalle parti del campo di atletica, si è visto più di una volta sgorgare acqua in strada dai tubi).
Sarebbe dunque opportuno poter verificare se quella cifra è stata realmente usata per la manutenzione, magari con spiegazioni un po’ più dettagliate, giusto per tenere informati i cittadini e per la famosa trasparenza.
Perché allora viene da pensare che la manutenzione sia stata fatta in maniera inadeguata.
Detto ciò e visto che l’idea della tassa non è venuta di certo né a Leone, né a Strescino perché si trattava di una norma statale, mi sarei aspettato da un qualsiasi amministratore anche un solo: “Scusate, ci siamo sbagliati, ma non è colpa nostra. Se possibile cercheremo di usare un po’ di quei soldi che vi abbiamo ingiustamente prelevato per riempire qualche buca sulle strade”.

Scritto da Angelo Amoretti

17 novembre, 2008 alle 12:37

Tempi duri per l’Amat? [II]

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L’eventuale rimborso dovuto agli utenti che per dieci anni hanno pagato la tassa sul depuratore che non c’è, non manderebbe in dissesto le casse del Comune.
Lo afferma, dicendo che è ridicolo parlarne, l’Assessore al Bilancio Rodolfo Leone, il liberale più amato dagli imperiesi, uno che il ‘68 l’ha fatto di sfuggita perché doveva studiare negli Stati Uniti e andare in giro per la Grecia dei Colonnelli con una vecchia Fiat 850.
Del resto, anche se ultimamente ha dichiarato che d’ora in poi sarà impossibile fare in città quel che si è fatto finora senza aumentare le tasse, nel giugno 2006 aveva dichiarato: “Imperia scoppia di salute, abbiamo talmente tanti soldi da non sapere dove metterli“.
Ma se per il Comune è ridicolo parlare di 864 mila euro all’anno, allora perché ricorrere in ultima analisi alla “tassa di scopo”?
Il progetto del depuratore, studiato dalla giunta di centro sinistra nel 1987, e definito “faraonico” dall’Assessore, è anche servito a quella pseudo inaugurazione con tanto di Ministro di allora, Altero Matteoli, insieme all’Assessore Paolo Strescino.
E come mai, dopo la caduta della giunta Berio, è venuta fuori la tassa per il depuratore sulle bollette dell’Amat?
Nella breve intervista rilasciata a La Stampa di oggi, Rodolfo Leone si lancia poi nell’analisi politica, come sempre lucida e precisa: “Dire che Prodi ha risolto anche uno solo dei problemi di Imperia non merita replica. Se dobbiamo dire grazie a qualcuno, quella persona è Claudio Scajola“.
Ecco, sarà che ho un’idea diversa dalla sua riguardo alla comicità, ma trovo decisamente più divertente quest’ultima frase perché è un po’ come dire che gli abitanti di Ceppaloni se devono dire grazie a qualcuno non è né a Prodi né a Berlusconi, ma a Clemente Mastella.

Scritto da Angelo Amoretti

14 novembre, 2008 alle 11:52

Tempi duri per l’Amat?

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La Federconsumatori di Imperia ha richiesto all’Amat e di conseguenza al Comune, di eliminare e restituire la tassa sul depuratore che viene addebitata sulla bolletta degli utenti per il semplice fatto che il depuratore non è in funzione.
La sentenza n. 335 -10 ottobre 2008 – della Corte Costituzionale ha infatti stabilito qualche giorno fa che nelle città dove non sono attivi i depuratori per le acque reflue, i cittadini non sono tenuti a pagare la tassa che invece compare da circa dieci anni sulle bollette Amat.
Federconsumatori ha anche fatto dei calcoli: la tassa è di circa 40 euro all’anno per ogni nucleo familiare, quindi ad oggi ha inciso per circa 400 euro sui bilanci familiari.
Il cittadino utente potrà quindi richiederne il rimborso. Il passo più semplice da compiere è quello di andare allo sportello di Federconsumatori dove gli appositi addetti, con i loro legali, a studiaranno una strategia di rimborso adeguato che potrà essere fatto, per esempio, con adeguate decurtazioni sulle future bollette.
La sentenza della Corte Costituzionale ovviamente inciderà molto sul bilancio dell’Amat: si parla di circa 10 milioni di euro, essendo circa 25.000 gli allacci.
La Federconsumatori di Imperia è in via Foce, n.3 e il numero di telefono è: 0183 558925

Scritto da Angelo Amoretti

11 novembre, 2008 alle 11:58